Conosci il Professor Bad Trip?

Molti di voi conosceranno il Professor Bad Trip, nickname di Gianluca Lerici, genio visionario dell’outsider art italiana scomparso giovanissimo a soli 43 anni nel 2006. Il  talento di Lerici è stato negli anni apprezzato più all’estero che nella nostra madre patria e persino La Spezia, sua città natale non ha mai fatto molto per ricordare uno dei suoi talenti più creativi. Eppure il professor Bad Trip ha la stessa potenza visionaria di Henry Darger, la stessa trascinante ironia e pungente spontaneità di Daniel Johnston, tanto per citare due tra i più grandi talenti dell’outsider art statunitense che dopo mille peripezie sono diventati profeti in patria. Lo stile di Lerici è in realtà qualcosa a metà strada tra i due pittori citati e la lowbrow californiana.

Nella seconda metà degli anni ottanta Gianluca Lerici si laurea all’accademia di Carrara ed in seguito comincia la sua carriera artistica al di fuori degli schemi e degli ambienti del sistema artistico italiano, creando decine di murales,

disegni psycho-horror per fanzine, poster, dischi, libri e collaborando con case editrici.

Henry Darger l’eterno outsider

copyright Henry Darger

Henry  Darger (1892-1973), è oggi considerato un grande esponente della corrente artistica Outsider art, termine coniato nel 1972 dal critico d’arte inglese Roger Cardinal per raggruppare artisti autodidatti o i creatori di arte naïve che non si sono mai istituzionalizzati.

Darger visse per tutta la sua vita nel totale anonimato, tanto che di lui si conservano solo tre ritratti fotografici. Si presume sia nato nel 1892 e passò l’intera infanzia in un manicomio, solo alla morte del padre nel 1908 si trasferì a Chicago dove trovò un modesto impiego per i successivi cinquanta anni della sua vita.

Cartier riscopre l’outsider art

L’outsider art è per sua natura un’arte sommersa. I protagonisti di questa (non)corrente creativa sono spesso relegati al ruolo di gregari dell’arte contemporanea ed i grandi attori del mercato internazionale non li prendono neanche in considerazione, salvo poi pentirsi amaramente quando questi si trasformano in vere e proprie galline dalle uova d’oro. Già perchè con l’outsider art o art brut, se vi piace, non si possono fare programmi o previsioni. Solitamente i suoi protagonisti sono veri e propri autodidatta, magari con un passato difficile ed un futuro non molto rassicurante.

 Gli outsider artists non hanno mai frequentato scuole, non sanno cosa sia la minimal art o la conceptual art ma hanno grinta da vendere e soprattutto spontaneità, una caratteristica che in questi ultimi tempi si è totalmente persa per strada. Gente come Henry Darger o il nostro Ligabue hanno sancito la consacrazione di un’arte al di fuori degli schemi e dei circuiti artistici che continua però ad affascinare milioni di appassionati in tutto il mondo.

Outsider Art Fair 2011, Art Brut e Naif a go go

George Peterson

Come ogni anno torna a New York la Outsider Art Fair e noi di Globartmag non potevamo non parlarne visto la nostra risaputa ammirazione nei confronti di chi crea arte fuori dalle regole. Come già accennato dallo storico d’arte australiano Colin Rhodes l’outsider artist: “non è per forza affetto da un qualche tipo di disturbo mentale o altre patologie ma un talento che crea al di fuori delle consone strutture della scena dell’arte”, un artista che molto spesso riesce a catturare l’affetto di pubblico e collezionisti, aggiungeremmo noi.

Ed infatti la fiera giunge quest’anno alla sua 19esima edizione nella location sulla 34esima strada di Manhattan (inaugurazione il prossimo 17 febbraio 2011). Quest’anno ad animare la fiera saranno presenti 33 gallerie che avranno le loro storie da raccontare. Nelle ultime edizioni inoltre, la fiera si è imposta al grande pubblico e va detto che dovrebbe essere annoverata tra le altre importanti manifestazioni di mercato internazionali.

Che cosa significa essere Outsider?

Si è da poco conclusa a New York la Outsider Art Fair , evento fieristico dedicato a tutti gli artisti outsider, ma cosa significa essere outsider? A giudicare dagli artisti rappresentati dalle 38 gallerie presenti in fiera la risposta non è facile. Il termine Art Brut (equivalente di outsider art) è stato inventato nel 1945 dal pittore francese Jean Dubuffet per indicare le produzioni artistiche realizzate da non professionisti  che operano al di fuori delle norme estetiche convenzionali (autodidatti, psicotici, prigionieri, persone completamente digiune di cultura artistica).

Questo non è sempre vero, visto che molti degli artisti presenti in fiera, come Morton Bartlett (1902-1992) che ha creato negli anni ’50 affascinanti manichini di teenagers, hanno regolarmente frequentato l’accademia. Anche Malcom McKesson (1909-1999), creatore di misteriosi disegni ad inchiostro in cui appaiono figure fantasma, fa parte di questa lista di outsider istruiti. Il disagio mentale è certamente una caratteristica diffusa negli outsider, basti citare Martin Ramirez, autore di eleganti disegni raffiguranti cowboys, treni e paesaggi montani, il quale ha passato molto tempo in ospedali psichiatrici.

Apre The Museum of Everything, il museo dell’arte segreta

 Il circuito dell’arte contemporanea non è certo povero di artisti, anzi casomai potremmo senza ombra di dubbio affermare che ce ne sono già troppi, molti dei quali sono celebri e quotatissimi sui mercati internazionali . Per ognuno di essi esiste però una grande moltitudini di artisti sconosciuti, outsider che non hanno avuto la loro stessa fama e fortuna e che nella maggior parte dei casi potrebbero raccontare storie dense di tristezza ed emarginazione. Basti pensare ad Henry Darger, artista americano con problemi mentali che ha lasciato in eredità migliaia di opere ritrovate solo dopo la sua morte.

Anche l’Italia possiede i suoi artisti nascosti come Carlo Zinelli che dal 1962 al 1968 ha prodotto circa 2000 opere tra dipinti e sculture e che nel 1963 è stato l’unico italiano ad esporre sue opere nella mostra dal titolo Insania Pingens organizzata a Berna in Svizzera, dove attirò l’attenzione di storici dell’arte vicini a Jean Dubuffet, fondatore e scopritore dell’Art Brut. Questi illustri sconosciuti nella maggior parte dei casi hanno indirettamente influenzato le future generazioni artistiche e non a caso molti segni della loro ingenua e primitiva forza creativa sono ravvisabili in molte opere di acclamati artisti internazionali. Artisti segreti insomma, ma a volte anche i segreti vengono rivelati al pubblico e si mostrano nudi, in tutta la loro sconcertante potenza. In questi giorni a Londra è stato inaugurato il Museum Of Everything, un vero e proprio museo dedicato all’arte segreta e reietta.

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