Shepard Fairey in gattabuia mentre P183 e Escif si scagliano contro il sistema

Escif

Il nostro spumeggiante mondo della street art è sempre in movimento e come da copione spuntano puntualmente fatti assai bizzarri che non possiamo far a meno di rigirarvi. Partiamo quindi con Shepard Fairey, sarebbe a dire lo street artist più fake della scena internazionale, ha finalmente ammesso di aver scopiazzato a man bassa il suo poster Hope (quello che ha praticamente fatto da icona guida alla campagna per le presidenziali di Obama nel 2008) da un’immagine di proprietà dell’Associated Press.

Adesso il nostro rischia fino una multa da 5000 dollari e fino a sei mesi di reclusione, potrebbe essere la volta buona per togliercelo di mezzo per un poco di tempo. Nel frattempo a Mosca impazzano i murales del Banksy russo. Parliamo di P183, street artist moscovita che solitamente crea opere a carattere politico ed in russia questo tipo di street art non ha certo vita facile.

Fairey copre Os Gemeos ed i writers si vendicano

Continuano i guai per il povero (si fa per dire) Shepard Fairey che dopo essere stato citato in giudizio per aver infranto la legge sul copyright riguardo alla foto raffigurante Obama usata per il suo celebre poster Hope e dopo aver pagato diverse ammende per aver imbrattato proprietà pubbliche, torna ora a far parlare di sé e delle sue peripezie. Va detto che ogni street artist che si rispetti sa che un’opera (essendo creata in strada e da essa ospitata ) può essere scarabocchiata da un momento all’altro da qualsiasi writer burlone. Ovviamente esistono leggi non scritte e solitamente i writers non rovinano i murales di altri artisti.

Ci viene da pensare però che Fairey non sia molto amato dalla comunità di street artists newyorchese, visto che alcuni writers hanno imbrattato un installazione (una serie di posters) che l’artista aveva appena creato sulla Houston Street di New York. L’opera doveva essere una sorta di preludio alla prossima (ed ultima) mostra della Deitch Projects che ospiterà appunto la personale di Fairey. Un graffiti artist chiamato NAW ha aggiunto il suo tag sopra l’opera di Fairey, una guardia della sorveglianza ha tentato di bloccarlo ma NAW si è divincolato ed alla fine la guardia è riuscita solamente a strappargli la maglietta. 

Steven Barrett piazza Gordon Brown al posto di Obama

 Tempo di elezioni anche in Inghilterra ma c’è da dire che nel Regno Unito, come del resto in Italia, le elezioni sono una questione molto lontana dal glamour. In Italia ad esempio tutti noi associamo il periodo elettorale ad una massa informe di volantini e cartelloni pubblicitari dove campeggiano facce ben poco attraenti, personaggi che giocano a mascherarsi da leader a volte bonari altre pragmatici o rassicuranti, fino ad arrivare a volti che rasentano il ridicolo ed il farsesco, tutto per accaparrarsi qualche centinaio di voti in più.

Bene in Inghilterra le cose sono più o meno come da noi ed è sicuramente difficile immaginarsi Gordon Brown, David Cameron o Nick Clegg nei panni dell’iconico Obama del poster Hope creato da Shepard Fairey, opera che si è tramutata in un vero e proprio simbolo della campagna per le elezioni presidenziali americane del 2008. Barack Obama e John McCain si sono sfidati per ben tre volte nel corso di talk show televisivi ed ora anche i politici inglesi hanno deciso di prendere parte a queste kermesse televisive per la prima volta nella storia.

Shepard Fairey: “E’ vero, ho copiato la foto di Obama”.

 Shepard Fairey, come abbiamo più volte scritto nelle nostre pagine, è stato durante i mesi passati protagonista di una brutta vicenda giudiziaria legata ai diritti del famoso poster Hope, quello con l’effige di Barack Obama per intenderci. L’opera che è stata un vero e proprio emblema della scorsa campagna presidenziale americana ha subito cocenti accuse dalla Associated Press che in febbraio aveva chiesto una grossa cifra in denaro Fairey per aver indebitamente usato  una fotografia di cui non deteneva i diritti di riproduzione.

Per tutta risposta lo street artist americano aveva citato in giudizio la A.P. perchè di par suo l’opera in questione non intendeva infrangere i diritti di copyright ma era da intendersi come utilizzo di una foto di pubblico dominio apparsa su numerosi quotidiani e riviste. In Marzo l’A.P. aveva infine spiccato una contro-denuncia per effrazione e appropriazione indebita della foto. Oggi la triste e penosa vicenda sembra dirigersi verso un finale ancor più mesto, visto che Fairey ha ammesso di aver copiato la fotografia di Barack Obama usandola nel suo poster e successivamente ha fatto sparire ogni traccia del file usato per l’opera dal suo computer. Non pago di questo deprecabile comportamento l’artista avrebbe poi creato falsi documenti per coprire la vera fonte della foto.

Shepard Fairey molto artist e poco street

Shepard Fairey si prepara a svelare la sua nuova opera commissionata dalla catena di gallerie Country Club in occasione della prossima edizione di Art Basel Miami. La sua nuova fatica consiste in un gigantesco murale formato da una struttura a forma di barricata con diversi interventi pitttorici su tela bianca. L’opera in questione potrebbe segnare una significativa svolta nella produzione di Fairey. Nel frattempo alcune polemiche sono sorte sulla presunte o veritiere radici street dell’artista americano.

Fairey ha iniziato la sua carriera affiggendo posters raffiguranti il campione di wrestling Andre The Giant sui muri di New York e nel giro di pochi anni ha lanciato una linea di abbigliamento con la sua serie Obey, collaborato con l’industria cinematografica, prodotto cover di album come Monkey Business dei Black Eyed Peas e Zeitgeist degli Smashing Pumpkins, fino ad arrivare al celeberrimo poster Hope per la campagna presidenziale di Barack Obama.

Shepard Fairey condannato a due anni e Damien Hirst gli ruba la bici

Continuano senza sosta le vicissitudini legali di Shepard Fairey lo scorso 10 luglio il famoso artista è stato infatti condannato a due anni di libertà condizionata dalla corte di Boston, Fairey si è ritenuto colpevole di 3 delle undici accuse a suo carico. La corte ha inoltre multato lo steet artist per 250 dollari e gli ha inflitto un’ulteriore ammenda di 2.000 per le spese di rimozione dei suoi graffiti.

Fairey si è scusato pubblicamente con i cittadini di Boston per aver affisso poster artistici in spazi non autorizzati e senza il permesso del proprietario, egli ha inoltre affermato di credere fermamente nell’importanza di fare arte in ogni luogo e che continuerà a far uso di spazi pubblici in maniera legale per la diffusione dell’espressione artistica. Queste ultime parole ci sembrano decisamente buffe considerando il fatto che la street art implica comunque il creare arte in ogni luogo ed al di fuori della legge, il pensiero di uno street artist educato, rispettoso e pettinato appare un poco in contrasto con la natura stessa di questa corrente artistica.

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