Icy e Sot, la street art parla iraniano

Quando si parla di Street Art, automaticamente la nostra mente vola ai protagonisti che tutti conosciamo. Invader, Banksy, Swoon, Blu e chi più ne ha più ne metta. Sta di fatto che la stragrande maggioranza dei protagonisti di questa caleidoscopica forma d’espressione creativa, proviene da società occidentali. Parigi, Los Angeles, Berlino e Londra sono infatti le città più gettonate, anche se in realtà sono solo alcune delle metropoli “bersagliate” da writers e taggers incalliti.

In questi ultimi tempi però, anche città meno blasonate sul fronte della street art hanno cercato di regalare al mondo qualche stupefacente visione. Ecco quindi che anche hub impensabili come l’Iran hanno iniziato a darsi da fare per imporsi all’attenzione del pubblico. Proprio da Tehran è sortito un nuovo scoppiettante duo della street art.

Street Ar(resti)t mentre Sgarbi lancia il suo programma e Bice Curiger Tintoretto

Il braccio violento della legge made in U.S.A. contro la street art sta già mietendo le prime illustri vittime. Dopo Invader, trattenuto alcuni giorni nelle patrie galere di Los Angeles per aver piazzato uno dei suoi alieni nelle vicinanze del Geffen Museum dove il MOCA sta attualmente ospitando Art in The Streets, ecco che ci giunge notizia di altre dure ritorsioni.

A New York è stato infatti arrestato LA II (vero nome Angel Ortiz) storico assistente di Keith Haring lasciato ora a marcire nella scomoda prigione di Rikers Island, la più grande casa circondariale di New York. L’altro celebre protagonista della street art statunitense arrestato in questi ultimi giorni è Revok (vero nome Jason Williams), accalappiato dalla polizia di Los Angeles che ha ormai dichiarato guerra alla street art. Per quanto riguarda LA II sono già in molti gli artisti che hanno espresso solidarietà nei suoi confronti. Shepard Fairey ad esempio ha recentemente creato un poster per raccogliere i soldi necessari a pagare la cauzione di questo vero e proprio mito della street art.

Invader arrestato dalla polizia di Los Angeles

E se Jeffrey Deitch ed il suo MOCA fossero una disgrazia per la street art? Ipotesi improbabile ma non impossibile, ma andiamo per gradi. Deitch è un accanito sostenitore (e dealer) della street art ma questo non gli impedisce di compiere uno scellerato atto di censura ai danni del nostro eroe nazionale Blu. In seguito il buon Jeffrey, in parte per riparare al suo strappo, decide di lanciare nel suo MOCA la grande mostra Art In The Streets, accolta da giudizi abbastanza freddi da parte della critica.

Ma i guai non sono finiti:  grazie al grande richiamo della mostra molti street artists locali decidono di creare tags e murales nelle vicinanze del MOCA. Per tutta risposta la polizia losangelina monta su tutte le furie e lancia una grande caccia alle streghe contro ciò che viene etichettato come puro vandalismo. Ecco quindi che la maledizione di Deitch si abbatte contro un altro grande esponente della street art internazionale vale a dire Invader.

L’arte dello street artist Invader a Roma

Roma 2010 and other curiosities: la street art di Invader entra in galleria. Lo spazio Wunderkammern di Roma inaugura il 23 ottobre la prima personale italiana dell’artista francese.
Invader è un artista che lavora in anonimato. Nato nel 1969 a Parigi, è uno dei più importanti e originali street artist internazionali e vari prestigiosi musei e gallerie all’estero hanno ospitato in mostra i suoi lavori.

Invader è noto soprattutto per i suoi interventi pubblici ispirati all’Arcade Game Space Invaders, creato nel 1978 in Giappone. Il suo operato è legato a pratiche creative di “interferenza” e disegna inediti percorsi nello spazio collettivo, modellando nuovi segni nel paesaggio urbano. La modalità naturalmente pubblica dei suoi interventi – sospesa tra visibilità e anonimato e tra spazio reale e virtuale – così come la scelta di icone presenti nelle pratiche e nella memoria collettiva delle generazioni più giovani, fornisce una lettura significativa e originale del nostro patrimonio culturale.

Il futuro della Street Art è in 3D

 La Street art è in continuo cambiamento. Questa sorta di versatilità è saldamente legata alla natura urbana di questa discipline artistica. La società è sempre alla ricerca di nuove immagini, nuove forme e nuovi miti, per questo anche gli street artists si muovono velocemente nel tentativo di catturare queste repentine trasformazioni. Dai primi graffiti nei vicoli, sotto i ponti e sui vagoni della metropolitana di New York alle funamboliche incursioni di Banksy passando per i poster di Shepard Fairey, le gigantesche installazioni cartacee di JR ed i mosaici alieni di Invader, la street art ha scoperto nuove tecniche ed è lecito affermare che le trasformazioni delle nostre metropoli hanno segnato l’evoluzione di questa disciplina artistica.

Oggi la street art non ha paura di sperimentare nuove forme e nuovi linguaggi e New York è ancora teatro di grossi cambiamenti. Tramite l’uso di materiali di recupero come vecchi mobili e quanto altro, i giovani artisti della grande mela hanno dato vita ad un nuovo stile tridimensionale, che affianca al classico graffiti una componente installativa che si inserisce a perfezione nel contesto in cui viene creata.

Jonathan LeVine ed il Pop Surrealism alla riscossa

 Per il quinto anniversario della sua galleria di New York, Jonathan LeVine ha riempito i suoi spazi con opere di 35 artisti, molti dei quali fanno parte della sua scuderia. Lo spazio si trova nella zona di Chelsea ma non aspettatevi di vedere una mostra con opere caratterizzate da astrazioni cool o ermetiche forme concettuali. L’evento è infatti dedicato a quella che comunemente è definita Lowbrow art o Pop Surrealism,  filone artistico che vanta nelle sue file numerosi talenti e che fino ad ora è stato relegato ai margini del mercato dell’arte.

Ovviamente le cose stanno lentamente cambiando e dopo anni di gavetta anche la Lowbrow Art comincia a raccogliere i consensi da parte di pubblico, critica e collezionismo. “siamo ad un importante punto di svolta, ora il mercato internazionale e la scena dell’arte istituzionale si sono resi conto di queste meravigliose opere” ha dichiarato LeVine con quella soddisfazione di chi fin dall’inizio della carriera di dealer ha deciso di puntare tutto sull’imprevisto.

Tara McPherson in Brasile, Invader a Londra e Shawn Barber a San Francisco

we will rock you from choque cultural on Vimeo.

La reginetta nera del Lowbrow statunitense Tara McPherson ha preso d’assalto il Brasile. La nostra eroina è pronta a tutto ed ha organizzato un vero e proprio tour per presentare il suo ultimo libro Lost Constellations contenente numerose illustrazioni e disegni. L’artista ha già fissato le seguenti date: il 17 agosto al Kitinete di Curitiba ed il 21 agosto a La Cucaracha di Rio de Janeiro. Precedentemente il tour ha fatto tappa al Cabaret do Beco di Porto Alegre il 13 agosto ed alla Quina Galeria di Belo Horizonte lo scorso 15 agosto.

Inoltre Tara McPherson è presente ad una mostra al Choque Cultural di San Paolo, evento che si protrarrà sino al 29 agosto. Per questo evento l’artista ha trasformato la galleria in un vero e proprio paese delle meraviglie creando un enorme murale e presentando una nuova serie di stampe autografate prodotte in 40 copie.

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