Jonathan LeVine ed il Pop Surrealism alla riscossa

 Per il quinto anniversario della sua galleria di New York, Jonathan LeVine ha riempito i suoi spazi con opere di 35 artisti, molti dei quali fanno parte della sua scuderia. Lo spazio si trova nella zona di Chelsea ma non aspettatevi di vedere una mostra con opere caratterizzate da astrazioni cool o ermetiche forme concettuali. L’evento è infatti dedicato a quella che comunemente è definita Lowbrow art o Pop Surrealism,  filone artistico che vanta nelle sue file numerosi talenti e che fino ad ora è stato relegato ai margini del mercato dell’arte.

Ovviamente le cose stanno lentamente cambiando e dopo anni di gavetta anche la Lowbrow Art comincia a raccogliere i consensi da parte di pubblico, critica e collezionismo. “siamo ad un importante punto di svolta, ora il mercato internazionale e la scena dell’arte istituzionale si sono resi conto di queste meravigliose opere” ha dichiarato LeVine con quella soddisfazione di chi fin dall’inizio della carriera di dealer ha deciso di puntare tutto sull’imprevisto.

L’ultima mostra della Deitch Project? Lo street artist Shepard Farey

La galleria di New York Deitch Projects continua a navigare nel vasto mare dell’incertezza da quando il suo noto proprietario, Mr. Jeffrey Deitch è stato investito della carica di direttore del Moca, Museum of Contemporary art di Los Angeles. Per ora il futuro della galleria è ancora nebuloso ma l’unica cosa certa è che l’ultimo artista (almeno per questa stagione espositva) ad esporre in galleria sarà Shepard Fairey. Il celebre street artist, autore dell’ancor più celebre poster Obama Hope ha infatti scritto sul suo sito web personale che la sua prossima serie di nuove opere sarà esposta dal 1 maggio 2010 alla Deitch Projects, un mese prima della fatidica chiamata alle armi di Mr. Deitch.

Contattato nel suo studio di Los Angeles, mentre è indaffarato nella preparazione delle sue nuove oepre, Fairey ha dichiarato che la sua mostra sarà piena di ritratti di persone appartenenti a diverse aree della cultura, personaggi in qualche modo importanti che rappresentano gli ideali maestri dell’artista. La scelta di Fairey è ricaduta su nomi quali Woodie Guthrie, Debbie Harry, il Dalai Lama ed il leader dell’opposizione burmese Aung San Suu Kyi, questi ultimi due personaggi sono stati già precedentemente ritratti dall’artista.

La Triennale di Milano negli States e Deitch alle prese con il conflitto di interessi

 New York City potrebbe presto avere più musei dedicati al design che all’arte. Mettendo a tacere tutte le voci di corridoio sulla possibile nuova istituzione che andrà ad occupare lo spazio lasciato libero dal Museum of Arts & Design sulla 53esima strada (attualmente il museo si è trasferito nel Lollipop building su Columbus Circle) la Cushman & Wakefield ha annunciato ieri che tale buco sarà coperto da un museo italiano dedito al design. Si tratta del Triennale Design Museum di Milano che ha firmato un affitto di ben 15 anni per i 18.000 metri quadrati dello spazio espositivo su un totale di quattro piani.

Tale spazio rappresenterà la prima location del Triennale di Milano negli Stati Uniti e la terza in assoluto. Il museo ha infatti aperto nel 2006 un avamposto in Giappone mentre a Milano la sede è stabile da 90 anni. Il nuovo museo dovrebbe aprire a maggio con l’intento di coincidere con la Fiera internazionale del Mobile Contemporaneo. Le dimensioni saranno così suddivise: 10.000 metri quadrati di spazio espositivo, 3.000 metri quadrati di cafè e ristorazione e 3.000 metri quadrati di bookshop.

L’arte si avvicina al marketing: Jeffrey Deitch nuovo direttore del Moca

Il mondo dell’arte contemporanea è oramai strettamente connesso all’economia. Oggigiorno molte istituzioni più che di un direttore o di un curatore hanno bisogno di un manager e di un abile fundraiser. Insomma non è mistero che molti musei prediligono direttori che hanno già un portfolio di contatti fitto di gallerie e collezionisti prestigiosi che non vedono l’ora di “prestare” le loro opere alle istituzioni pubbliche in modo e maniera da veder levitare le quotazioni degli artisti di casa. Dal canto loro i musei possono così permettersi grandi eventi senza dover sborsar troppi soldi. Se il il grande artista contemporaneo è equiparabile ad un brand aziendale il museo non è da meno e per vendere al meglio i suoi prodotti artistici sceglie sempre un abile esperto in marketing con un grande fiuto per gli affari piuttosto che un grande conoscitore dell’arte.

La vicenda della nomina del nuovo direttore del MOCA,Los Angeles Museum of Contemporary Art (Castello di Rivoli docet) non fa altro che avvalorare questa tesi. Il nome del fortunato prescelto è stato reso pubblico ieri sera dal finanziatore del Moca Eli Broad e dai membri del consiglio Maria Bell e David Johnson. Si tratta di Jeffrey Deitch, celebre art dealer proprietario della Deitch Projects di New York e vecchio volpone del mercato dell’arte contemporanea stimato da un nutrito gruppo di grandi artisti.

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