La scultura più grande del mondo e la natività vista dagli artisti contemporanei

E’ talmente grande che la sua circonferenza potrebbe contenere 176 stadi da calcio ed il diametro si estende per ben 3 miglia. Si tratta del gigantesco disegno su sabbia di Jim Denevan che è oltretutto visibile a 40.000 piedi da terra. Per completare l’installazione di Land Art l’artista ha impiegato ben 15 giorni usando delle enormi catene trainate da un camion che hanno scavato più 1000 cerchi individuali nella sabbia.

L’opera è basata su un teorema matematico chiamato Apollonian Basket. “Avevo intenzione di creare la più grande opera del mondo e sono estremamente soddisfatto di esserci riuscito. Questo lavoro è più grande delle famose linee di Nazca in Perù e questo mi esalta”, ha recentemente dichiarato l’artista. Certo la sua opera assomiglia molto ai fantomatici Crop Circles (cerchi nel grano) ed in più ci sarebbe da dire che la grandezza di un’opera non è certamente data dalle sue dimensioni.

Le cartoline di Christo e Jeanne Claude

La Off Gallery di Albissola Marina propone sabato 5 dicembre la mostra Christo Postacards, a cura di Beppe Lupo. In mostra circa trenta Postcards autografate in originale da Christo e Jeanne Claude, raffiguranti progetti, disegni, immagini delle installazioni dei due artisti, famosi per avere “impacchettato” musei, palazzi, ma anche isole, scogliere e promontori di tutto il mondo.

Dopo un inizio caratterizzato da impacchettamenti di oggetti, il duo ha esteso le proprie operazioni intervenendo temporaneamente sull’ambiente, avvicinandosi, pur rifiutandone l’appartenenza, alla corrente artistica della Land Art (erano loro stessi a commentare, con un pizzico di ironia, che “le etichette sono importanti, ma soprattutto per le bottiglie di vino”). Utilizzando tessuti industriali e corde hanno “imballato” paesaggi e monumenti con eventi artistici di enorme risonanza: si pensi che nel 1972 i due artisti hanno attraversato la vallata di Grand Hogback in Colorado con una vela di tessuto arancione, mentre tra il 1980 e il 1983 hanno circondato con 600 mila metri quadrati di tessuto di polipropilene rosa galleggiante undici isole di fronte a Miami, per dedicarsi a “impacchettare”, successivamente, il Reichstag di Berlino, le Mura Aureliane di Roma e il Pont Neuf di Parigi.

Scomparsa a 74 anni l’artista Jeanne-Claude, moglie di Christo

Terribile lutto nel mondo dell’arte contemporanea, Jeanne-Claude, l’altra metà assieme al marito Christo di un duo che ha creato negli ultimi anni dozzine di ambiziosi e meravigliosi progetti di environmental art tra cui il recente The Gates (2004-2005), un percorso di 37 kilometri attraverso il Central Park di New York, costituito da materiale arancione intervallato da 7 503 portici, alti circa cinque metri e disposti a quattro metri di distanza tra loro, è venuta a mancare lo scorso mercoledì a Manhattan dove abitualmente risiedeva.

Secondo un comunicato diramato dalla famiglia all’Associated Press, Jeanne-Claude avrebbe perso la vita a 74 anni a causa di un aneurisma cerebrale. La celebre artista aveva conosciuto Christo Javacheff a Parigi nel 1958. A quel tempo Christo, profugo di origini bulgare, aveva già sviluppato la celebre tecnica dell’impacchettamento su oggetti di piccole dimensioni. Ma il vero salto di qualità avvenne circa tre anni dopo quando la coppia collaborò alla prima installazione di temporanea di grandi dimensioni ai docks di Colonia.

Crop cirles o Land art? in Giappone intanto…

Avete mai sentito parlare dei crop circles? si tratta di cerchi ed altri segni geometrici formati dallo schiacciamento uniforme delle piante solitamente presenti sui campi di grano. Le composizioni formate da questo elaborato procedimento sono solitamente visibili solo dall’alto e la loro perfezione rasenta l’impossibile. A partire dalla fine degli anni ’70 i crop circles sono divenuti una tematica controversa che ha affascinato migliaia di persone in tutto il mondo. La loro analisi ha generato la più disparate teorie e sono in molti a credere che i cerchi nel grano siano in realtà i segni lasciati dall’atterraggio di chissà quali forme di navicelle aliene.

C’è anche chi sostiene che i pittogrammi incisi sui campi di grano contengano messaggi codificati trasmessi in forma grafica da chissà qualche forma di coscienza superiore a cui saremmo interiormente e geneticamente connessi. Marziani o non marziani i cerchi nel grano rappresentano a loro modo una forma di Land art che molto spesso viene misconosciuta dalla scena dell’arte forse anche a causa della loro natura anonima troppo votata all’occultismo ed al mistero. I crop circles non sono però molto lontani da opere simbolo della Land art istituzionalizzata come Spiral Jetty di Robert Smithson o altre opere di Walter De Maria o meglio ancora dagli ultimi lavori del sudafricano Strijdom van der Merwe

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