Mcguirk, Bann e Urban Think Tank vincono il Leone D’oro a Venezia con un progetto sui senzatetto di Caracas
Leone d’Oro
Giovedì Difesa: Lebanon
Lebanon è un film del 2009 scritto e diretto da Samuel Maoz presentato in concorso alla 66ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dove ha vinto il Leone d’Oro come miglior film. È uscito nelle sale cinematografiche italiane il 23 ottobre 2009. di recente sono finalmente riuscito a vederlo al Nuovo Sacher, grazie ai soliti buoni consiglieri.
La storia che racconta si ambienta all’interno di un carro armato durante la prima guerra del Libano del 1982. All’interno di un carro armato nel senso che il mondo esterno è visto solo dal mirino, e questo non toglie nulla anzi amplifica la claustrofobia, l’impossibilità di ragionare agire muoversi, l’impotenza e il dolore, la paura per l’irragionevolezza della guerra.
Un labirintico Gregor Schneider alla Fondazione Volume! di Roma
La Fondazione Volume! di Roma inaugura il 28 aprile (l’evento rimarrà in visione fino al prossimo 28 maggio) la mostra Totem Raum, Rom 2010, personale dell’artista tedesco Gregor Schneider a cura di Danilo Eccher e Claudia Gioia.
Tortuosi passaggi che confondono e disorientano nell’incertezza della meta, un ambiguo viaggio nelle strettoie della vita per riflettere sulla sua temporalità, accidentalità ed inevitabile contiguità con la morte. Gregor Schneider (Rheydet 1969), artista tedesco tra i più rappresentativi del panorama contemporaneo, vincitore del leone d’oro nella 49ma Biennale di Venezia, noto per la sua abile ossessione nel costruire e ricostruire ambienti, crea appositamente per gli spazi della Fondazione Volume! un percorso installativo che alla barocca esorcizzazione della morte affianca l’aderenza alla materialità della vita.
Grazia Toderi, Orbite Rosse da Giò Marconi
Per la sua quarta personale da Giò Marconi, che occupa tutto il piano terra della galleria milanese, Grazia Toderi espone dal 26 gennaio 2010 tre nuove serie di disegni, realizzati con grafite, argento e stagno fuso, nuove opere fotografiche e due proiezioni video prodotte per la mostra.
Il disegno è per l’artista il primo livello, fondamentale e necessario, in cui immergersi, un esercizio di concentrazione, leggerezza e libertà, solo in seguito al quale poter arrivare, dopo una ulteriore lavorazione che passa attraverso le immagini fotografiche, alla realizzazione di una nuova opera video.
Tutte le opere della mostra sono intitolate Orbite Rosse, e già nel 1998 l’artista aveva esposto alla Galleria Giò Marconi una doppia proiezione video dal titolo “Orbite”. Nell’opera dell’artista i riferimenti alle orbite sono fin dall’inizio del suo lavoro un elemento costante, siano quelle della Luna intorno alla Terra, dei pianeti intorno al Sole, dei satelliti o delle astronavi intorno ai pianeti, o anche quelle disegnate da una palla all’interno di uno stadio, o tracciate da una trottola su un pavimento.