Il Giudice parla chiaro: la Lista Nera non esiste ma…

Vi abbiamo tenuto sempre informati sull’intera vicenda e siamo ora qui a comunicarvi che alla fine la corte di Manhattan ha negato l’esistenza della famigerata lista nera dell’arte contemporanea. Lo scorso giovedì la corte ha emanato il verdetto, giudicando aleatorie le accuse del collezionista Craig Robins, che aveva appunto accusato l’artista Marlene Dumas, assieme ad una serie di celebri dealers americani. Robins, stando a quanto dichiarato, sarebbe stato messo su una sorta di lista nera assieme ad altri collezionisti, colpevoli di rivendere troppo presto le opere degli artisti rappresentati da un giro di gallerie amiche e di pregiudicare così la giusta crescita di quotazioni degli stessi .

In parole povere tutti i collezionisti e galleristi presenti sulla lista, sempre secondo le parole di Robins, non possono più comprare opere d’arte dalla cerchia di dealers implicati nel giro.  David Zwirner, ex dealer di Marlene Dumas ha poi confermato la presenza di una lista nera rivolta però a collezionisti accusati di aver speculato sulle opere dell’artista. Insomma alla fine il giudice ha ritenuto del tutto infondate le accuse di Robins che non sarebbero state supportate da prove concrete o quantomeno scritte.

C’è del marcio nella Grande Mela: dopo la lista nera ora è la volta del Guggenheim

Vi ricorderete sicuramente i nostri due articoli sulla lista nera dell’arte. Bene oggi vi parleremo di un altro fatto decisamente misterioso. Fin dal suo ingresso nel consiglio della Solomon R. Guggenheim Foundation esattamente tre anni fa, Janna Bullock (imprenditrice immobiliare russa) non ha certo disdegnato il circuito patinato dell’arte. Tra fiere, biennali ed altre manifestazioni tra Venezia e Miami la bionda d’assalto ha recitato bene la sua parte di presenzialista indiscussa, stringendo rapporti d’amicizia con artisti e collezionisti, sino ad andare in motocicletta da San Pietroburgo a Mosca insieme agli attori Dennis Hopper e Jeremy Irons e l’ex direttore del Guggenheim Thomas Krens.

Insomma la carriera di Janna Bullock nel campo dell’arte sembrava tutta rose e fiori. Due settimane fa però la donna ha inaspettatamente lasciato la direzione del museo, il suo legale ha dichiarato che la defezione sarebbe stata causata da una questione spigolosa che riguarda il marito Mr. Kuznetsov, un tempo direttore delle finanze in Russia ed ex allenatore di judo di Vladimir Putin.  La questione che è sorta appunto nell’ex Unione Sovietica ha trascinato al suo interno anche Janna Bullock che ora  “deve difendersi da una campagna mediatica maliziosa, vendicativa e diffamatoria” ha aggiunto Robert Wolf il legale della donna. 

Continua lo scandalo della lobby del mercato americano: i nomi della lista nera

In un nostro precedente articolo vi avevamo parlato di uno scandalo tutto americano. Nel 29 marzo scorso il collezionista Craig Robins ha presentato una causa contro il celebre dealer David Zwirner, sostenendo che quest’ultimo aveva in un certo qual modo piazzato il collezionista in una sorta di lista nera, impedendogli di continuare a comprare opere. L’esistenza di questa lista nera ha mandato in subbuglio il mondo dell’arte. Ma in cosa consiste questa presunta lista nera? In sostanza gli artisti ed i galleristi si impegnano affinché le opere messe in vendita siano comprate solamente da una ristretta cerchia di collezionisti, anche se altri compratori sarebbero disposti ad offrire una cifra più alta per aggiudicarsi tale opera.

I collezionisti facenti parte di questa sorta di club del contemporaneo sono in seguito tenuti a non rivendere le opere in questione  per alcuni anni, anche se il valore delle opere nel frattempo ha raggiunto quotazioni piuttosto alte, chi non rispetta le regole è  piazzato sulla lista nera e non può più acquistare dai galleristi. La corte federale di Manhattan ha quindi ascoltato un supertestimone lo scorso martedì, si tratta di Jack Tilton, celebre dealer, proprietario dell’ex galleria di rappresentanza della superstar Marlene Dumas, artista da cui sembra partita tutta la vicenda.

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