I Velvet Underground sono più famosi di Andy Warhol

 Noi tutti eravamo sicuri del fatto che Andy Warhol fosse l’unica icona capace di ispirare le nuove generazioni artistiche della sottocultura di New York. Pensavamo che la rivoluzione pop del buon vecchio Drella (come erano soliti chiamarlo gli amici unendo Dracula con Cinderella) fosse il motore centrale di ogni manifestazione creativa giovanile. Ed invece ci sbagliavamo perché stando a quanto dichiarato da Bloomberg la band dei Velvet Underground, che fu creata a tavolino proprio da Andy Warhol, ha scavalcato il maestro guadagnandosi una fama ed un’ammirazione ancor più grande dei tempi in cui Lou Reed, Nico e soci imperversavano sui palchi della grande mela con il loro sound grezzo ma innovativo.

In questi giorni Lou Reed assieme alla batterista Maureen ‘Moe’ Tucker ed al bassista Doug Yule saranno protagonisti di una piccola reunion alla New York Public Library esattamente a quarant’anni di distanza dall’uscita del loro Lp di debutto, quello con la banana creata da Andy Warhol in copertina, per intenderci. La stretta connessione tra New York ed i Velvet Underground sarà la tematica principale di questa riunione moderata dal giornalista del Rolling Stone, David Fricke.

Red Shirley, il documentario di Lou Reed finalmente in TV

Chi non conosce Lou Reed? Stiamo ovviamente parlando dell’ex leader dei Velvet Underground che assieme al grande John Cale compose alcuni brani entrati nella storia del rock come Sunday Morning, Femme Fatale, Heroin, I’ll Be Your Mirror, Venus in Furs, I’m Waiting for the Man, The Black Angel’s Death Song e All Tomorrow’s Parties. In seguito il grande rocker ha proseguito da solo, collaborando con grandi cantautori come David Bowie e dando vita all’album Transformer, presumibilmente uno dei migliori dischi di sempre.

Nel corso della sua lunga carriera, Lou Reed ha più volte incrociato le arti visive, reinventandosi persino fotografo. Oggi il grande vecchio compie gli anni, visto che è nato in quel di Brooklyn il 2 marzo del 1942. In occasione di questa lieta ricorrenza, abbiamo deciso di parlare del suo primo documentario, visto che il film verrà trasmesso per la prima volta in Italia da Studio Universal (Premium Gallery su DTT) il 2 marzo alle ore 20:00 all’interno della rassegna Lost & Found, dedicato alle perle del cinema che spesso vengono dimenticate in cantina.

Phillip Glass, Lou Reed e Laurie Anderson dalla parte di Occupy Museums

Dopo l’occupazione del Teatro Valle e la successiva serie di assemblee al MACRO di Roma indette da Occupiamoci di Contemporaneo (da cui è in seguito scaturita l’associazione per la consulta permanente per l’arte contemporanea), la recentissima occupazione di sabato del PAC di Milano e dopo tutto questo sano attivismo dicevamo, anche New York ha deciso di darsi una mossa.

Dal movimento Occupy Wall Street è infatti nato Occupy Museums, movimento ispirato dal fratello più grande e proposto dall’artista newyorchese Noah Fischer. L’artista ha da poco redatto il manifesto del monumento e lo ha pubblicato sul blog del collega Paddy Johnson. “I giochi sono conclusi, abbiamo osservato per torppo tempo gli schemi piramidali dell’elitismo dell’arte controllato da quell’1% di privilegiati appartenenti ad una vera e propria casta. Ebbene, non siamo più disposti ad osservare passivamente, noi siamo gli artisti, il restante 99% e siamo caduti in un sistema-trappola che si muove solo tramite burocratiche gerarchie e corruzione”.

Italia Wave Love Festival a Lecce

Compleanno al sole della Puglia per Italia Wave Love Festival: la 25esima edizione si svolgerà dal 14 al 17 luglio nell’ elegante città di Lecce. Arrivano nel cuore del Salento quattro giornate dense di appuntamenti, eventi, concerti, mostre, cinema, fumetto, installazioni e workshop! Si suona dalle 10 del mattino fino a notte fonda. Una non-stop che comprende le grandi esclusive italiane di Paolo Nutini e Kaiser Chiefs, l’ inedito concerto all’alba di Giovanni Lindo Ferretti, “A Cuor Contento”, artisti internazionali per la prima volta nel nostro Paese come i marocchini Oudaden e la cantante tunisina Emel Mathlouthi, i francesi The Serge Gainsburg Experience e dal Brasile i Vivendo do Ócio, la lunga serata italiana di chiusura per festeggiare e celebrare il primo quarto di secolo del festival più longevo d’ Italia.

Il Main Stage, palco principale del festival, è situato all‟interno dello Stadio “Via del Mare” e ospiterà grandi nomi come Lou Reed & band nel nuovo spettacolo “Sweet Tooth”, Jimmy Cliff, i già citati Paolo Nutini e Kaiser Chiefs in esclusiva per l‟Italia, gli inglesi Joy Formidable, selezionati nel circuito europeo ETEP (European Talent Exchange Program) e poi ancora gli italiani Verdena, Bud Spencer Blues Explosion, Sud Sound System, Zina e tutti gli artisti che si esibiranno per la serata di chiusura domenica 17 luglio: Daniele Silvestri, Mau Mau, Modena City Ramblers, Cristina Donà, la musica nuda di Petra Magoni & Ferruccio Spinetti, Fausto Mesolella, Marta sui Tubi e Paolo Benvegnù.

Se Julian Schnabel si scopre fotografo

Julian Schnabel oltre ad essere un celebre pittore è anche uno stimato regista. I suoi giganteschi dipinti sono stati esposti in tutto il mondo ed il suo film Lo Scafandro e La farfalla del 2007 è stato nominato a ben quattro Oscar.  Fin qui niente di nuovo direte voi. La vera notizia è che da parecchio tempo l’artista coltiva anche una passione non troppo segreta per la fotografia e dobbiamo dire che anche in questa disciplina riesce ad eccellere.

Schabel però non fotografa i suoi soggetti con una comune macchina professionale, bensì con un’ingombrante Polaroid fatta a mano, un vero e proprio prototipo sviluppato negli anni ’70 che somiglia ai vecchi marchingegni con cui si eseguivano i dagherrotipi. La macchina fotografica di Schnabel è inoltre una vera e propria rarità visto che in tutto il mondo ne esistono solo sei.

Lou Reed e Laurie Anderson curano il Vivid Life Festival mentre a New York trionfa l’America Latina

Questo mese anche Sydney (Australia) potrà provare il brivido della creatività made in New York e lo farà grazie a due curatori d’eccezione, personaggi che hanno caratterizzato l’artlife della grande mela in questo ultimo trentennio (e oltre). L’ex frontman dei Velvet Underground e pupillo di Andy Warhol, Mr Lou Reed curerà assieme alla camaleontica poetessa-artista-cantautrice Laurie Anderson il festival Vivid Life edizione 2010. Si tratta di una kermesse annuale che si ripropone di portare nella capitale australiana la giusta dose di musica, fotografia e performance.

Quest’anno l’evento sarà aperto fino al prossimo 21 giugno e sarà ospitato dalla Sydney Opera House. Tra le proposte musicali si avvicenderanno sul palco (oltre a Reed) bands del calibro di Melt-Banana, Chirglichin, Bardo Pond ed il coro gospel Blind Boys of Alabama. Per l’occasione Reed ha inoltre curato una mostra digitale riunendo alcune fotografie della prestigiosa agenzia Magnum, mentre la Anderson metterà in scena una performance/retrospettiva delle sue canzoni e storie. 

Steve Buscemi, Brad Pitt e Winona Ryder ritratti da Robert Wilson

Da domenica 2 agosto, al Rivellino/studiolocarno a Locarno, il grande regista e drammaturgo statunitense Bob Wilson presenta una mostra multimediale con tre video-opere digitali in alta definizione dedicate a tre grandi divi del cinema mondiale: Steve Buscemi, Brad Pitt e Winona Ryder, in omaggio alla vocazione cinematografica di Locarno, nell’ambito della mostra VOOM Video-portraits.

I tre video-ritratti saranno proiettati all’interno dell’architettura cinquecentesca progettata da Leonardo da Vinci, l’unica testimonianza originale esistente al mondo dell’attività ingegneristica del genio fiorentino. Il pubblico potrà accedere a questo luogo esclusivo in gruppi limitati di massimo 20 persone, dopo aver assistito a un interessante prologo costituito da un’esposizione di 12 fotografie di grande formato dell’artista napoletano Luciano Romano che ripropone i videoritratti di Wilson nella straordinaria scenografia architettonica della Chiesa di Donnaregina a Napoli.

I Velvet Underground alla Biennale di Venezia

A John Cale sarebbe sempre piaciuto fare l’artista piuttosto che il musicista ed oggi finalmente ha la sua occasione. Il musicista gallese e membro fondatore assieme a Lou Reed della band The Velvet Underground, formazione prediletta da Andy Warhol, è stato selezionato a sorpresa per rappresentare il Galles alla prossima Biennale di Venezia. Cale che ha da poco compiuto 67 anni ne dimostra dieci di meno ed è onorato di poter rappresentare il suo paese come unico artista gallese presente ad  una manifestazione così importante. Evidentemente le frequentazioni con artisti del calibro di Andy Warhol, John Cage e Brian Eno hanno influito sulle aspirazioni artistiche del gallese che afferma di esser sempre stato innamorato dell’arte e degli artisti dal carattere imprevedibile “Prendi ad esempio Marcel Duchamp, un grande uomo che ha prodotto grande arte e dopo si è ritirato a giocare a scacchi per 40 anni” afferma Cale ridendo.

L’opera del musicista è concentrata sopratutto su video ed architetture sonore che ruotano sul concetto di identità nazionale: “Ho imparato l’inglese solo a sette anni, a scuola. Mia nonna mi ha accudito subito dopo la morte di mia madre e lei parlava solo il gallese” Afferma Cale che è cresciuto in una famiglia di minatori.

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