Nuova sede per la seconda edizione dell’ADD Festival

Sono aperte fino al 15 giugno le iscrizioni al concorso online per partecipare ad ADD Festival 2011, quest’anno in programma per la prima volta presso gli spazi espositivi di Testaccio del MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma. Il concorso è  rivolto ad artisti emergenti e ad appassionati: il sito web del festival è il primo luogo di confronto e di visibilità per chiunque voglia esprimersi attraverso la videoarte.

Caricando la propria opera video e le proprie informazioni direttamente su www.addfestival.com si avrà la possibilità di partecipare al Festival al MACRO Testaccio grazie al sistema di votazione online, contribuendo allo stesso tempo a costituire un vero e proprio archivio online di audiovisivi d’arte. I 10 video più  votati su www.addfestival.com saranno esposti ad ADD Festival 2011 presso il MACRO Testaccio di Roma dal 23 al 26 giugno assieme alle opere di artisti affermati del panorama italiano ed internazionale, e concorreranno al Premio Finale.

Sarah Braman – Lay Me Down

MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma – e la Fondazione DEPART presentano dal 3 maggio la prima mostra personale in Italia dell’artista americana Sarah Braman: Lay Me Down. Quattro sculture, di cui una concepita e realizzata appositamente per il MACRO, indagano e raccontano desideri nascosti e inaspettati del nostro mondo attraverso la luce, il colore e la materia.

Le sculture della Braman sono spesso assemblaggi di oggetti di uso comune, come mobili, ferrovecchio e talvolta parti di carrozzerie, che nella loro imponente concretezza rappresentano per l’artista monumenti alle persone che amo, alla gioia e alla confusione che provo per l’essere viva. L’opera prodotta appositamente per il MACRO sarà composta da acciaio, plexiglas, oggetti di seconda mano e pittura. Queste opere offrono una chiave d’accesso a un’altra dimensione ma si presentano al contempo come cose tra le cose: esse infatti non esistono in quanto [meri] riferimenti, allusioni, rappresentazioni o metafore … [ma] rimangono nel nostro spazio come cose in sé, reali come un tavolo o un albero.

Che fine ha fatto il Rinascimento Contemporaneo romano?

Dal 5 all’8 maggio 2011 torna a Roma The Road To Contemporary , evento fieristico giunto ormai alla sua quarta edizione. Leggendo il comunicato stampa emesso dalla prestigiosa manifestazione e ripensando all’edizione dello scorso anno sono stata colta da una strana di malinconia, vorrei quindi offrirvi uno stralcio di tale comunicato per aiutarvi a comprendere meglio i miei sentimenti: “Lo scorso anno il pubblico ha partecipato ad una grande festa dell’arte contemporanea grazie anche alle straordinarie inaugurazioni dei musei MAXXI e MACRO, alle aperture di nuove Fondazioni private, alla partecipazione delle Accademie e degli Istituti di Cultura stranieri presenti in città. Un vero e proprio Rinascimento Contemporaneo di cui Roma è protagonista e che la pone ogni giorno di più al centro dell’interesse internazionale…”.

Ebbene queste affermazioni mi arrivano oggi come lontani canti, portati via dal vento. Quel Rinascimento Contemporaneo che tanto sospiravamo giusto dodici mesi fa si è inesorabilmente inceppato, come gli ingranaggi del nostro attuale governo. Cosa è successo a Roma in questi famigerati dodici mesi? Ben poco, verrebbe da dire. Il MAXXI ha proposto solamente due medio/buoni eventi di arte contemporanea (Gino De Dominicis e Michelangelo Pistoletto), per il resto solo qualche “mezza figura” costituita da piccoli eventi legati all’architettura.

Alcune domande sull’evento MAXXI

E’ notizia di oggi che il progetto del MAXXI di Zaha Hadid è tra le sei opere finaliste del Premio ‘Mies van der Rohe 2011’. Dovrà scontarsi con realizzazioni di tutto rispetto – tutte europee – tra cui il suo più diretto competitor: il Neues Museum di Berlino di David Chipperfield.

I nostri migliori auguri; una sua vittoria non può che fare piacere anche a noi e dare risalto, per riflesso, al panorama artistico italiano. Ma non credo che basti. Il MAXXI è ormai una realtà da quasi un anno, stringe già alcuni premi tra le sue giovani braccia ma sembra che resti una macchina puramente architettonica. Dove è l’altra metà della mela? Quella che deve interessare di più un’istituzione museale? L’arte e le sue esposizioni. Non possiamo certo pensarlo come solo contenitore, serve un bel po’ di sostanza. Davvero la mostra su Pistoletto è il meglio che si può avere? Spero proprio di no.

La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo sbarca a Madrid

“Spirito e Spazio. Opere dalla Collezione Sandretto Re Rebaudengo” è il titolo della mostra organizzata dalla Fondazione Banco Santander di Madrid, in collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, esposta alla Sala de Arte Santander – Boadilla del Monte dal 9 febbraio al 29 aprile 2011

Le opere selezionate dalla Collezione Sandretto Re Rebaudengo esprimono come lo spirito e lo spazio permangano nelle radici dell’arte contemporanea. Come in un triangolo, la mostra si struttura su tre punti cardinali che rappresentano i differenti rituali dell’essere adulto nella società contemporanea. L’opera di Fiona Tan, “San Sebastiàn” con le sue giovani donne giapponesi forma il primo vertice; il gruppo Afro-Americano nelle strade deserte di Los Angeles di Doug Aitken costituisce il secondo vertice; il video di Douglas Gordon e Philippe Parreno, “A 21st Century Portrait” che ritrae Zidane come una figura mistica nell’atto di praticare il rituale moderno della partita di calcio, forma il terzo vertice.

MACRO e MAXXI, quale programmazione per i gioielli romani?

Tagli alla cultura e ridimensionamenti. Come già anticipato in un nostro precedente articolo, il mondo istituzionale dell’arte contemporanea romana si appresta ad affrontare un duro periodo di vacche magre. Vediamo allora come stanno reagendo il MACRO ed il MAXXI, i due gioiellini della capitale, ai venti di tempesta già alle porte. Vi offriamo quindi le programmazioni che le due prestigiose istituzioni hanno intenzione di offrire al pubblico partendo da febbraio per arrivare alla prossima stagione estiva.

Ognuno di voi coglierà le proprie conclusioni. Noi di Globartmag, a fronte del grande successo di pubblico generato da passati eventi rivolti ai giovani, siamo certi che sia possibile organizzare ottime mostre di talenti emergenti anche con pochi fondi e che una project room tutta romana sarebbe un vero e proprio toccasana in questa fase di ristrettezze economiche. Comunque sia bando alle ciance e vediamo la lista degli mostre in programma.

Ed ora che i soldi sono finiti…

La triste notizia l’abbiamo appresa ieri sia da Exibart sia da altri quotidiani come Repubblica. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha emesso le previsioni di budget per la “spesa-cultura” del 2011, attuando un bel taglio dei fondi del 50 percento. Praticamente secondo Alemanno alcuni organismi culturali come la Casa dei teatri dovrebbero funzionare con circa 25.000 euro l’anno, tanto varrebbe chiuderli per sempre che lasciarli in lenta e dolorosa agonia. Per quanto riguarda i gioiellini d’arte contemporanea della capitale come il MACRO che ha appena inaugurato la nuova ala creata da Odile Decq, la situazione sembra alquanto grave visto che la celebre istituzione ha bisogno di circa 8 milioni di euro per restare in vita e se ne dovessero arrivare solo 4 allora sarebbero guai seri.

Proprio ora che Roma con il MAXXI, il MACRO, la rinnovata fiera e le sue gallerie si appresta ad entrare di diritto tra le grandi protagoniste dell’arte contemporanea, Alemanno con il taglio di Croppi prima e con quello dei fondi poi, rischia di rovinare un indotto che potrebbe portare buoni frutti. Oggi come non mai è di vitale importanza il ruolo dei finanziatori privati, ammesso che esistano ancora cordate desiderose di aiutare la nostra offerta culturale.

Jamie Shovlin e la finzione del cinema

Seconda occasione italiana per conoscere il lavoro di Jamie Shovlin (1978, Leicester, UK). L’artista è noto al pubblico romano per la sua recente apparizione al museo Macro con il progetto Hiker Meat, un’esplorazione sulle dinamiche sottostanti alla produzione cinematografica degli anni ’70 e ’80 in cui pone l’accento sulla natura fittizia dell’operazione intesa come metodologia per la costruzione del senso.  Shovin torna ad esporre il suo lavoro presso la galleria 1/9unosunove di Roma dal 1 febbraio al 26 marzo.

All’interno della mostra, Three (and a half) Films with Many Shared Characters saranno presentati, oltre al progetto in questione, una serie di bozzetti preparatori per la realizzazione di tre versioni della locandina del film: la versione italiana del 1979, la versione spagnola del 1981 e infine quella americana del 1981. Una ricerca analitica che va dalla scelta dei personaggi, alla realizzazione delle illustrazioni fino alla selezione dei caratteri tipografici. Tutto concorre a creare l’illusione dell’effettiva esistenza del film.

Umberto Croppi, l’ultimo dei sovrani illuminati

La politica è noiosa. La politica è dentro ogni cosa. Impossibile quindi scindere la politica dall’arte e per quanto le tribune elettorali, i decreti legge, i discorsi, le accuse reciproche e via dicendo possono sembrare anni luce lontano dal nostro caro ed amato mondo della creatività, innegabilmente questi meccanismi fagocitano tutto.

La politica decide sui musei, sulle manifestazioni, sul mercato ed a volte sulla produzione per questo non possiamo evitarla. In questi giorni di serio marasma sociale e di grave calo di valori, la politica ha prodotto uno dei più strampalati equivoci di sempre, vale a dire il “sacrificio” dell’assessore capitolino alla cultura Umberto Croppi. Il giovane “Patriot” Franco Battiato cantava “mandiamoli in pensione i direttori artistici, gli addetti alla cultura” ma anche se queste infrastrutture ci sembrano obsolete ed inutili, esse esistono e se alla loro guida viene posto qualcuno che si “interessa” allora ecco che le stesse divengono un vero aiuto alla cultura tutta.

Ma che ce frega, ma che ce importa della Project Room

Eccoci giunti all’inizio del nuovo anno, molti di voi avranno già stilato una lista di buoni propositi per il 2011 ma tra lo smettere di fumare ed il mettersi a dieta c’è anche una lunga lista di sogni e desideri che ognuno vorrebbe veder realizzati. La scrivente ne ha ben due nel cassetto. Ambedue sono legati al territorio romano e allo sviluppo della giovane arte contemporanea ed anche se al momento sembrano irrealizzabili è giusto lottare per tentare di renderli un poco più concreti.

Parliamo del primo, sarebbe giunto il momento di istituire una Project Room legata alla scena locale in almeno uno dei poli museali della capitale dedicati all’arte contemporanea. Disporre di meravigliosi centri culturali come il MAXXI o il MACRO è un vanto, ma non è salutare rendere queste due istituzioni delle isole barricate nel loro splendore. Il MACRO lo scorso anno ha lanciato il pregevole progetto Roommates ma siamo ancora ben lontani da una solida programmazione legata alla giovane arte. Stiamo parlando di un museo che dispone di un vasto bacino di spazi espositivi, non sarebbe quindi un peccato dedicare una piccolissima parte di questi spazi all’arte locale, non ci vogliono grandi investimenti, solo un poco di impegno.

Al MACRO di Roma la Treccani sottolio, conserva di una cultura ormai scaduta

In questi giorni (inaugurata il 16 dicembre fino al 16 gennaio 2011) il MACRO di Roma ospita una curiosa mostra di Benedetto Marcucci intitolata Treccani Sottolio. L’installazione è appunto costituita da volumi della celebre enciclopedia conservati come se si trattasse di sottaceti. L’intento è quello di conservare la validità di un’istituzione tutta italiana che negli ultimi anni è stata vittima della grande rivoluzione Wikipedia. Parlando di dati nel 2003 l’enciclopedia Treccani aveva un bacino di ordini di 50mila unità mentre nel 2009 le ordinazioni si sono praticamente dimezzate scendendo a circa 26mila.

Questo poichè Wikipedia ha aperto le porte del sapere a tutti, concedendo gratuitamente un mare di informazioni. Dalle pagine de Il Giornale apprendiamo che Wikipedia non è attendibile e che la Treccani ha quindi qualcosa in più da offrire. Questo potrebbe essere anche vero ma è pur vero che questo calo di attenzione generale e colpa di un’industria italiana  che non si è saputa adeguare ai cambiamenti della rete.

Bik Van der Pol inaugura la nuova ala del Macro by Odile Decq

Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali, Assessorato all’Urbanistica e la Direzione del MACRO, consegnano alla città di Roma i nuovi spazi creati dall’architetto Odile Decq: un progetto che ridisegna, da via Nizza angolo Via Cagliari, la geografia del Museo d’Arte Contemporanea Roma. Venerdì 3 dicembre 2010 la nuova ala verrà inaugurata e presentata alla stampa; sabato 4 dicembre lo spazio potrà essere visitato gratuitamente previa prenotazione online, per aprire definitivamente, con bigliettazione ordinaria, da domenica 5 dicembre.

L’opera vincitrice dell’Enel Contemporanea Award 2010 – “Are you really sure that a floor can’t also be a ceiling?” del duo Bik Van der Pol – sarà l’evento espositivo che inaugurerà ufficialmente lo spazio. Apre alla città la nuova architettura di Odile Decq, vincitrice nel 2001 del concorso internazionale bandito dal Comune di Roma per l’ “Ampliamento del Macro, Museo d’Arte Contemporanea Roma”.

Raccolti 3 milioni di dollari al Gran Gala del Moca. La privatizzazione dei musei a volte non è così male come si pensa

Mentre ci lamentiamo del nostro sistema dell’arte c’è da dire che negli states le cose non vanno meglio o forse vanno meglio davvero, visto che i musei  sono ormai diventati degli enormi carrozzoni dello spettacolo dell’arte, buoni solo per attirare vips e quindi sponsors danarosi.

Niente di strano quindi che al gala del MOCA, Museum of Contemporary Art di Los Angeles, istituzione guidata dal quel vecchio volpone di Jeffrey Deitch, si sia presentata una folla arrembante di personaggi celebri presi dalla bramosia di far vedere al mondo intero che anche loro sono degli acculturati che sostengono la cultura. Forse anche i musei italiani dovrebbero privatizzarsi totalmente ed organizzare dei gala per racimolar quattrini, magari si potrebbe così risolvere il problema della mancanza di finanziamenti da parte di istituzioni e governi sempre più assenti e stitici.  

MACROFall 2010

Lunedì 25 ottobre al Macro di Roma si inaugura MACROFall 2010. Dieci Mostre Antony Gormley / Nicola Carrino / 6Artista: Riccardo Benassi – Tomaso De Luca / Jamie Shovlin / L’Attico di Fabio Sargentini 1966-1978 / Laboratorio Schifano / Nunzio / I documentari di Franco Simongini / Nico Vascellari / Carola Bonfili e Luana Perilli

Antony Gormley – Drawing Space, a cura di Luca Massimo Barbero e Anna Moszynska. La prima esposizione in un museo italiano dedicata ai disegni dell’artista inglese Antony Gormley, tra i piu’ stimati scultori del panorama artistico contemporaneo.  Un racconto di immagini che attraverso piu’ di 80 disegni si sofferma sulle fasi cruciali della ricerca dell’artista dal 1981 a oggi. La mostra raccoglie lavori provenienti dalla collezione dell’artista, in molti casi inediti, e alcuni importanti prestiti ricevuti da importanti istituzioni quali il British Museum di Londra. A fare da contrappunto alle opere grafiche saranno 4 sculture, che aiuteranno il visitatore a comporre le linee di una ricerca contraddistinta da una forte coerenza, da una straordinaria intensità e da una costante tensione tra controllo e figurazione libera.

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