Confrontations: MADRE e il Castello di Rivoli VS ICA-Institute of contemporay art di Londra

Eccoci giunti al secondo appuntamento della nostra serie estiva intitolata Confrontations. Si tratta di un confronto all’americana tra le offerte culturali di due prestigiose istituzioni, una straniera e l’altra italiana. Dalle nostre parti vengono stanziati milioni e milioni di euro per tenere in vita gli spazi pubblici e garantire loro un programma espositivo allettante per il pubblico. Alla fine della nostra breve avventura  sarà più facile comprendere il peso della nostra cultura contemporanea e l’utilizzo finale dei fondi stanziati dai contribuenti a favore della stessa.

La nostra avventura è iniziata con un agguerrito confronto Tate Modern di Londra VS MAXXI di Roma. Oggi vi offriremo un match ancor più agguerrito, vale a dire la programmazione di ben due musei italiani vale a dire quella del MADRE di Napoli  e del Castello di Rivoli contro quella dell’ICA, institute of contemporary art di Londra. Il Castello di Rivoli ha percepito nel 2011 circa 3 milioni di euro da fondi pubblici mentre il MADRE quest’anno si attesterà sui 2 miloni e trecentomila euro. Vediamo dove vanno a finire queste importante somme stanziate a favore della cultura.

Davide Balliano – SONO LEGIONE. Concerto per coltello, chitarra e tempesta

Mercoledì 11 gennaio si inaugura al Madre di Napoli per SONO LEGIONE. Concerto per coltello, chitarra e tempesta, un progetto di Davide Balliano con la collaborazione di Stefano Manzi e Danilo Battocchio. La performance è il secondo appuntamento della rassegna Corpus. Arte in Azione, a cura di Adriana Rispoli | Eugenio Viola.

La ricerca di Davide Balliano indaga il lato oscuro dell’esistenza attraverso un’estetica minimale e a tratti asettica che restituisce scenari cupi e visionari. L’artista esplora le scaturigini dell’animo umano, le sue fragilità e incoerenze. Il suo è un immaginario multiforme che emerge da una pluralità di media: disegno, installazione, pittura, performance, piegati ad evidenza degli aspetti irrazionali di un’umanità alienata, in balìa di ansie e ossessioni.

Fausto Melotti al MADRE

A partire dal 16 dicembre 2011 fino al 9 aprile del 2012, si inaugura presso il MADRE a Napoli una grande mostra antologica dedicata a Fausto Melotti (Rovereto 1901 – Milano 1986) a cura di Germano Celant e organizzata in collaborazione con l’Archivio Fausto Melotti.

Riconosciuto da tempo, sia a livello nazionale che internazionale, come i suoi contemporanei Alexander Calder, Alberto Giacometti, Louise Bourgeois e Lucio Fontana, quale figura chiave nell’ambito della scultura moderna e contemporanea, Melotti si è contraddistinto per essere stato, sin dagli inizi degli anni trenta, tra i più significativi protagonisti del rinnovamento e dello sviluppo del linguaggio plastico e materico. La particolare capacità con cui l’artista è riuscito a coniugare la tradizione classica con gli interessi per le avanguardie europee, la conoscenza scientifica con una particolare sensibilità musicale, il talento scultoreo con quello di ceramista, la raffinata abilità letteraria e creatività poetica con la ricercatezza del disegnatore, sono tutte qualità che hanno contribuito ad affermarlo come uno dei talenti artistici più rilevanti del XX secolo.

Il MADRE, la Biennale e la sindrome del rifiuto


C’è stato un tempo, politicizzato almeno quanto questo, in cui era d’obbligo la corsa all’istituzione. Tutti gli artisti ambivano ad entrare in Biennale come tutti avrebbero fatto carte false per piazzare un’opera all’interno di un museo qualunque, foss’anco ubicato in una miserrima cittadina di provincia. Oggi le cose non stanno più così e la moda del momento sembra anzi esser quella della retromarcia. Dalle pagine del la Repubblica di Napoli apprendiamo infatti che su 104 opere in esposizione permanente al MADRE, 86 sono state chieste indietro dai loro rispettivi creatori e collezionisti, stiamo parlando di artisti come Jasper Johns, Robert Rauschenberg, Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto, Giulio Paolini e Jeff Koons.

Tutto questo accade dopo le dimissioni del cda, vicepresidente Achille Bonito Oliva compreso, per ovvie ragioni di coerenza e dignità di ruolo. La decisione è infatti scaturita dopo l’ipotesi di far entrare galleristi privati nella stanza dei bottoni dell’istituzione, scelta  poco etica ed in pieno conflitto di interessi. C’è inoltre da aggiungere che in questi giorni il MADRE morente è aperto per sole quattro ore al giorno e senza alcuna manutenzione. Sul fronte Biennale va invece sottolineato il sonoro dietrofront di moltissimi giovani artisti che in questi giorni vorrebbero essere chiamati all’interno di un minestrone senza precedenti, cucinato da Vittorio Sgarbi assieme ad Arthemisia Group.

Napoli perde una battaglia ma non la guerra

Napoli 2011, il taglio dei fondi alla cultura che sta già mettendo in ginocchio Roma è riuscito a mietere la sua prima, importante vittima. Si tratta dell’intera squadra di  collaboratori che negli ultimi tre anni è riuscita a rendere grande il Napoli Teatro Festival Italia, manifestazione che si sarebbe dovuta aprire l’8 giugno prossimo (fino al 26 giugno 2011) e che oggi rischia di saltare. Cancellazione o non cancellazione, l’unica terribile conferma è quella del licenziamento delle maestranze ed è certo che l’assenza di un gruppo dotato di una così grande esperienza graverà non poco sul futuro dell’evento.

Lo scorso 10 febbraio tutti i lavoratori della grande kermesse hanno indetto una grande spettacolo di protesta sotto le pregiate volte della Galleria Umberto, al grido di “Io ho fatto il Festival”, una lucida risposta chiunque agisce con l’intenzione di rovinare definitivamente la cultura del nostro paese. Nel corso dello spettacolo/protesta si è svolta una live performance del gruppo teatrale Funny&Alexander, affiancati da un’esibizione canora di Maria Nazionale ed altro ancora. A supporto della manifestazione è tra l’altro giunta la voce di Jan Fabre (e di tanti altri “grandi” dell’arte) che ha esortato il gruppo del Festival a non mollare.

Camorra! ed il direttore del CAM Antonio Manfredi chiede asilo in Germania

Una sbalorditiva notizia è rimbalzata nelle ultime ore sul sito della CBS News. Protagonista della vicenda è Antonio Manfredi, direttore del CAM, Contemporary Art Museum di Casoria, istituzione museale che negli ultimi tempi è stata bersaglio di alcuni atti illeciti portati a termine da ignoti malfattori. Ai microfoni dell’Agence France Presse, Manfredi avrebbe dichiarato di voler presto lasciare il museo e trasferirsi in Germania per proseguire il suo percorso di supporto alla giovane arte.

“Sto dicendo sul serio, se Angela Merkel mi offre asilo, sono pronto a fare i bagagli e trasferirmi in Germania con lo staff del museo e con l’intera collezione di 1.000 opere” ha dichiarato alla stampa il direttore. In parole povere Manfredi sarebbe pronto sin da subito a trasferire l’intero museo con tutte le opere accumulate durante la sua gestione iniziata nel 2005.

Correva l’anno 2010, il peggio dell’arte contemporanea visto da Globartmag

Come di consueto Globartmag vi offre il peggio del peggio del 2010. Eventi disastrosi che rappresentano il peggio del minestrone artistico nazionale ed internazionale. Pronti, partenza, via:

– La Turbine Hall del Tate. Prima si decide di ospitare i milioni di semi di girasole di porcellana dell’installazione di Ai Weiwei poi si vieta al pubblico di interagire con l’opera. Tutto perché le polveri della porcellana sono dannose per la salute, lo smog di Londra invece sembra sia un toccasana.

– La Smithsonian National Portrait Gallery di Washingon DC, ovvero come organizzare una mostra sulle diversità ed in seguito emarginare David Wojnarovicz offendendo il mondo intero e le sue diversità.

– Il MAXXI di Roma. Chi ha il pane non ha i denti: un gioiello di museo, una folla di curatori ed il numeroso pubblico che intanto attende una programmazione decente che sembra non arrivare mai. Alla voce mostre future (presente nel sito) troverete solo un evento, può bastare?  

A Salerno un museo d’arte contemporanea, ma serve veramente?

Da pochi giorni circola la notizia che Salerno sarà un nuovo centro nevralgico dell’arte contemporanea. La città campana ospiterà infatti un nuovo museo che sarà inaugurato nel 2011 (entro la primavera) e prenderà  il nome di Museo civico d’arte contemporanea. L’istituzione sarà ubicata  nei locali del complesso monumentale di Santa Sofia. A quanto pare le opere che saranno esposte in collezione permanete provengono direttamente dal Cam – Casoria Contemporary Art Museum.

Il Cam offrirebbe al nuovo museo salernitano una selezione di artisti storici campani del secondo dopoguerra, una selezione di artisti africani ed il suo staff. Praticamente questo nuovo Museo civico d’arte contemporanea diverrebbe una sorta di succursale del Cam e queste cose a noi sembrano decisamente oscure. Dopo i problemi del Madre di Napoli e l’ennesimo crollo a Pompei ci chiediamo a cosa serva tutto ciò.

Il mondo della cultura in rivolta, venerdì musei chiusi contro il governo Berlusconi.

Il governo del “fare” di Silvio Berlusconi è finalmente arrivato alle sue battute finali e sembra proprio il mondo della cultura a voler sferrare il colpo di grazia. Mentre Pier Luigi Bersani ha dato il via alla raccolta di firme per la mozione di sfiducia al governo e Gianni Letta ha definito come molto brevi le prospettive di vita dell’esecutivo, i musei nazionali hanno istituito una giornata di mobilitazione a difesa del diritto alla cultura promossa da Federculture e da Anci con il sostegno del Fai.

Evidentemente il Crollo di Pompei è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Insomma tra le tante istituzioni che si preparano a chiudere le porte in faccia al governo anche il Palazzo Ducale di Venezia ed il nuovo MAXXI di Roma rimarrano chiusi al pubblico il prossimo venerdì 12 novembre. E dire che Sandro Bondi, altro bersaglio delle istituzioni culturali, si era sbracciato a destra ed a manca per sbandierare i progressi culturali di questo paese attuati dal governo Berlusconi.

Gran Bretagna-Italia, due “tagli” a confronto

La crisi economica è lungi dal terminare. A fronte dei timidi tentativi propagandistici del governo che tenta in tutti i modi di far credere che i momenti peggiori siano ormai alle spalle, la situazione in cui versano i nostri centri nevralgici della cultura non ci fa certo ben sperare per il futuro.

Il MADRE di Napoli rischia la chiusura, Il Maxxi di Roma non ha ancora emanato una programmazione certa, il Castello di Rivoli e la Gam di Torino non se la passano bene e l’Istituto Italo-Latino Americano (IILA) di Roma sarà presto costretto a cambiare sede per i troppi costi di gestione. Insomma presi nell’insieme tutti questi eventi forniscono un quadro della situazione non certo esaltante. Ed allora come dovrebbe reagire il mondo dell’arte ai tagli alla cultura? Alcune valide risposte sono state fornite in questi giorni, mentre è in atto la prestigiosa fiera inglese Frieze, dal Guardian che ha intervistato alcuni personaggi di spicco dell’arte contemporanea.

Save MADRE!

In questi ultimi tempi diverse testate, in primis Exibart, avevano dato notizia dei numerosi problemi del Museo MADRE di Napoli. Ora il MADRE rischia di chiudere per i vari tagli alla cultura (sembrerebbe che la direzione non riesca nemmeno a pagare le bollette figuriamoci il personale) e a noi di GlobArtMag dispiace perchè il museo napoletano dal 2005 (anno di apertura) ha sempre (o quasi) avuto un’offerta espositiva di alto livello ospitando mostre di ottima qualità.  Di seguito riportiamo quello che appare oggi nel loro sito:

Il MADRE è diventato in pochi anni uno dei nuovi musei più amati dalla critica e dal pubblico di tutto il mondo. Una città, che ha una grande storia di gallerie private di assoluto valore, ha finalmente trovato in questo splendido museo nel centro storico un punto di riferimento di sicuro prestigio e di forte e riconosciuta credibilità internazionale. Per chi studia e ama l’arte contemporanea e, aldilà dei tanti problemi che l’affliggono, riconosce il rinnovato splendore culturale di una città come Napoli, è impensabile che il MADRE, un museo già così importante e accreditato, venga improvvisamente abbandonato e distrutto dal governo locale.

Il Ventre di Napoli in mostra al Madre

Il museo Madre ospita dall’8 luglio al 13 settembre la mostra collettiva Il Ventre di Napoli, progetto nato e sviluppatosi in due anni di intenso lavoro tra le città di Rotterdam e Napoli, finanziato dalla Netherlands Foundation for Visual Arts, Design and Architecture, da l’Assessorato alla Cultura della città di Rotterdam e dal Centro delle Arti Visuali di Rotterdam. Interpretare la città. Cercare di comprenderne i motivi profondi, le peculiarità, i pregi e i difetti. Studiarla, entrando in contatto con tutti gli aspetti che la caratterizzano, al di là dei luoghi comuni.

Viverla in maniera totale, quasi fosse un organismo vivente.Poi,allontanarsene e raccogliere i dati accumulati per sintetizzare la propria esperienza in una chiave di lettura personale che aiuti a svelarne l’essenza nascosta. E’ questa la sfida che hanno affrontato i partecipanti al progetto Il Ventre di Napoli, curato da Patricia Pulles con 9 artisti di base a Rotterdam, che concluderanno il proprio percorso con una mostra che si terrà dall’8 luglio al 13 settembre al museo Madre, da sempre attento e disponibile ad offrirsi come punto di incontro tra il proprio territorio e la realtà artistica internazionale.

Arte o non Arte? difficile capire la differenza

Durante i primi mesi di quest’anno Tino Sehgal aveva fatto svuotare il Guggenheim per proporre una delle sue performance impalpabili, frutto oggettivo di un’arte soggettiva ed immateriale. In quel frangente i visitatori erano stati avvicinati dai performers i quali li invitavano a discutere di varie tematiche, ovviamente i poveri malcapitati non avevano la benché minima idea di cosa stesse succedendo. Successivamente abbiamo avuto modo di assistere alle stravaganti peripezie di Terence Koh non ultima quella di adottare un tenero virgulto che molti pensano sia parte integrante di una sua nuova performance.

Inoltre apprendiamo da Exibart che la brava artista Tania Bruguera ha recentemente sovvertito le regole, sostituendo la sua performance al Madre di Napoli con una conferenza stampa ed aggiungendo in seguito che il cambio non faceva parte di un’azione artistica ma solo di una semplice conferenza. Ovviamente il pubblico confuso ha pensato ad una probabile performance a sorpresa della giovane artista.

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