Confrontations – MAMBO e MART VS New Museum

Eccoci giunti al terzo appuntamento della nostra serie estiva intitolata Confrontations. Si tratta di un confronto all’americana tra le offerte culturali di due prestigiose istituzioni, una straniera e l’altra italiana. Dalle nostre parti vengono stanziati milioni e milioni di euro per tenere in vita gli spazi pubblici e garantire loro un programma espositivo allettante per il pubblico. Alla fine della nostra breve avventura  sarà più facile comprendere il peso della nostra cultura contemporanea e l’utilizzo finale dei fondi stanziati dai contribuenti a favore della stessa.

Nella prima puntata avevamo organizzato un match MAXXI di Roma VS Tate Modern di Londra mentre nella seconda avevamo rincarato la dose con un confronto letale MADRE di Napoli e Castello di Rivoli VS ICA di Londra. Oggi il confronto si fa ancora più duro visto che abbiamo due sfidanti d’eccezione vale a dire MAMBO di Bologna e MART di Trento e Rovereto VS New Museum di New York. Riusciranno due musei italiani a garantire una programmazione migliore di un museo newyorkese?

The Eye of the Collector. Opere di Video Arte dalla Collezione Manuel De Santaren

Il potere travolgente del visivo che non ha bisogno di spiegazioni – i video della collezione Manuel de Santander vivono di questo. Sono la prova che i corpi e le immagini in movimento sono elementi essenziali di un linguaggio efficace per questo mezzo, che non ha bisogno di molto altro. Ma la cosa più difficile da raggiungere è la semplicità. La piccola selezione di video scelti per The Eye of the Collector presenterà una varietà di modi in cui le immagini in movimento prive di parlato sono in grado di generare divertimento o ammirazione, emozione, tenerezza o rifiuto, confusione o illuminazione.

La mostra al MAMbo – Villa delle Rose Bologna che si inaugura il 28 gennaio presenta undici video installazioni che si basano su performance prodotte non per un pubblico dal vivo, ma per l’occhio di una telecamera. Con l’eccezione dei lavori di McCallum e Tarry e di Isabel Rocamora, la posizione fissa della telecamera prevale, simulando il punto di vista di un osservatore non coinvolto, che mantiene una distanza costante degli eventi. Il corpo, la sua relazione con l’ambiente e l’interazione fisica con gli altri sono al centro di ogni video: dai tableaux vivant di Niklas Goldbach, William Lamson o Luigi Presicce, la performance di Maria José Arjona e Jesse Aron Green che si riferiscono all’arte concettuale e minimale, lavori correlati alla body art come “HAUTNA — T” di Chrischa Venus Oswald, ai video relativi alla danza di una coreografia d’altri tempi di McCallum e Tarry, Janaina Tschäpe o Isabel Rocamora, alle strane sculture viventi di Hans Op de Beek in “Stewarts have a party”.

ZimmerFrei – campo | largo

Per la sua prima mostra in uno spazio museale, ZimmerFrei presenta un gruppo di opere appositamente realizzate per il MAMbo di Bologna e una selezione di lavori che testimoniano la multiforme attività del gruppo formato nel 2000 da Massimo Carozzi, Anna de Manincor e Anna Rispoli. Dal 27 maggio video, installazioni, ambienti sonori, fotografie, dispositivi ottici e luminosi compongono le tappe di un’esplorazione del paesaggio naturale, della città – dai centri storici alle periferie – e dell’universo sociale contemporaneo in cui vengono individuati di volta in volta luoghi, immagini, narrazioni, tonalità emotive inattese.

ZimmerFrei si immerge nel presente per portarne in luce la complessità, le zone d’ombra, le stratificazioni di tempi e spazi, le storie e la potenza simbolica che lo abitano. La mostra è annunciata all’esterno da un’insegna al neon che gioca sul nome del gruppo (“stanze libere” in tedesco): un invito alla scoperta, grazie a uno spioncino che consente agli spettatori di sbirciare dentro il museo. All’ingresso, quattro monitor trasmettono altrettanti video della serie Panorama: Roma, Bologna, Atene, Harburg, sono le città di cui le immagini ci offrono una visione inconsueta e suggestiva, grazie al particolare metodo di ripresa time-lapse col quale è possibile “comprimere” in pochi minuti un’intera giornata.

Artefiera 2011, alcune considerazioni sparse

C’era più gente, c’era meno gente. Anzi c’erano meno parvenus e più intenditori ma a pensarci bene c’erano meno intenditori e più parvenus.  E dobbiamo dire che abbiamo visto galleristi disperati per le poche vendite, anzi a pensarci bene la maggior parte delle gallerie erano soddisfatte per le buone vendite. Ed abbiamo visto sempre le solite opere ma a pensarci bene quest’anno le opere erano tutte diverse. Questa è Artefiera Bologna, tutti vorrebbero tastarle il polso ma ogni possibile stima si riduce solo ad una chiacchiera da bar, un giudizio molto personale che tale rimane, la fiera è sempre la fiera.

Certo molte gallerie hanno disertato e forse si è trattato di un attimo di pausa per riorganizzare le idee ma i più maligni parlano di perdita di smalto e di collezionisti da parte della celebre manifestazione. Si sono visti in giro molti “bollini rossi” su opere meno costose e multipli ma il disperato momento di crisi economica in cui tutti ci troviamo esercita ed eserciterà ancora per molto tempo una determinante pressione sulle compravendite d’arte, nulla di male quindi se i collezionisti tendono ad essere più guardinghi.

Premio Furla 2011

Nato da un’idea di Chiara Bertola nel 2000 a Venezia alla Fondazione Querini Stampalia, il Premio Furla si è sviluppato nel corso di otto edizioni arrivando a essere il premio italiano di eccellenza a sostegno dei giovani artisti contemporanei. Il Premio si pone ormai come una tappa fondamentale per il confronto con l’estero da parte di numerosi artisti italiani, grazie alla capacità dei suoi organizzatori di costituire una rete istituzionale di contatti con critici d’arte, curatori, direttori di musei e centri d’arte di prestigio internazionale.

Dal 2009 il Premio Furla si è rinnovato con un format mirato a rafforzare il sostegno alla creatività puntando sulla formazione e sulla produzione di nuovi lavori da parte degli artisti selezionati. Oltre alla possibilità di studiare e lavorare all’estero in una residenza d’artista, il vincitore sarà, infatti, invitato a realizzare un’opera finanziata dalla Fondazione Furla e destinata alla fruizione pubblica attraverso la concessione in comodato al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna. L’opera del progetto vincitore sarà presentata in anteprima presso la Fondazione Querini Stampalia a Venezia nel giugno 2011, in concomitanza con la 54. Biennale di Arti Visive.

Pier Paolo Calzolari torna nella sua Bologna

Pier Paolo Calzolari ritorna nella sua città con una grande esposizione articolata in tre luoghi,pubblici e privati,fra i più prestigiosi di Bologna. L’artista,che iniziò la sua avventura nel 1965 a Bologna allo Studio Bentivoglio,ha creato per la sala ottagonale del Museo Morandi un opera di ampie dimensioni,la quale sarà inaugurata sabato 22 Gennaio alle ore 18.00 e la si potrà visitare fino al 13 Febbraio 2011.

Intanto al Mambo,alle 17.00 dello stesso giorno,inizieranno le proiezioni di alcuni video dell’artista di grande interesse e soprattutto,che assai raramente è possibile vedere. Le proiezioni continueranno fino al 27 Marzo. Fino al 27 Marzo resterà aperta anche la parte dell’esposizione che si inaugurerà alla Galleria de’Foscherari alle ore 18.30,sempre di sabato 22 Gennaio.

Flavio Favelli al MAMbo

Giovedì 9 dicembre 2010 alle ore 18, sarà presentata al MAMbo l’opera Palco-Buffet di Flavio Favelli, che entra nelle collezioni permanenti del Museo d’Arte Moderna di Bologna grazie a un comodato gratuito di Francesco Amante, Presidente dell’Associazione Amici della GAM.

L’opera di Flavio Favelli, Palco-Buffet, 2007, vecchio palco da chiesa, radica e piastrelle, è un’opera con un curriculum rilevante, già esposta nel 2008 alla mostra Italics, a cura di Francesco Bonami a Palazzo Grassi, Venezia, e poi al MCA Museum of Contemporary Art di Chicago nel 2009. Anche in quest’opera Flavio Favelli lavora assemblando, come fossero frammenti di memoria, pezzi di mobilio diversi, che poi diventano qualcos’altro, oggetti che sembrano consueti ma non lo sono mai. Palco-Buffet è una scultura di pezzi di mobili, tra cui un vecchio palco, la cui aspirazione proviene dal buffet della nonna. Le diverse parti, assemblate insieme dall’artista, diventano architetture nelle quali resta forte la sensazione di trovarsi di fronte a qualcosa di misterioso, come i ricordi.

Artist Talks al MAMbo- Jeanne van Heeswijk

Il 19 ottobre 2010 alle ore 18 Jeanne van Heeswijk, una dei tre finalisti del Premio Internazionale d’Arte Partecipativa invitati dall’Assemblea Legislativa per un soggiorno di ricerca a Bologna, presenta il suo lavoro in una conferenza al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna.

Dopo gli incontri con gli altri due finalisti Mel Chin e Pablo Helguera, l’artista olandese parlerà della sua ricerca e dei suoi progetti partecipativi in una conversazione con la curatrice del progetto, Julia Draganovic. Jeanne van Heeswijk (nata a Rotterdam nel 1965) soggiornerà a Bologna dal 16 al 30 ottobre. Van Heeswijk crea contesti d’interazione nello spazio pubblico. I suoi progetti d’arte si contraddistinguono per un forte impegno sociale. Con le sue opere l’artista stimola e sviluppa la produzione culturale, crea nuovi spazi pubblici o ridisegna quelli esistenti. Per questo obiettivo collabora strettamente con artisti, attivisti, designer, architetti, programmatori di software, amministrazioni pubbliche e cittadini. Alcuni dei suoi progetti: Trash (MCA Sydney), It Runs in the Neighborhood (Stavanger 2008), The Blue House (Amsterdam), Dwaallicht (Rotterdam), De Strip (Vlaardingen) e Face Your World (Amsterdam/Ohio). I lavori di Jeanne van Heeswijk sono stati presentati fra altro nell’ambito delle biennali di Bushan, Taipei, Shanghai e Venezia.

Uno Scanner al Mambo di Bologna

Dal 25 marzo al 25 luglio 2010 sarà possibile visitare al Mambo – Museo d’arte moderna di Bologna la mostra Scanner di Matej Krèn a cura di Ivan Jančár. Scanner è l’installazione appositamente ideata per il museo MAMbo, la più alta finora realizzata dall’artista, che a partire dagli anni Novanta ha proposto questa tipologia d’intervento in vari Paesi, muovendo dalla volontà di indagare l’impossibilità di una conquista umana che possa considerarsi definitiva o conclusa, proponendo invece un’esperienza individuale destabilizzante.

La presenza al MAMbo, prima volta per Krén in Italia, è resa possibile grazie alla collaborazione con il LIC, Literárne informačné centrum di Bratislava (Centro di informazione letteraria), Associazione culturale che fa capo al Ministero della Cultura della Repubblica Slovacca e si pone come ideale coronamento della serie di eventi della Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna, di cui quest’anno la Slovacchia è ospite d’onore.

Soltanto un quadro al massimo: è la volta di Nico Vascellari e di Christian Pilz

Giovedì, 18 febbraio 2010, l’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo inaugura la dodicesima edizione del ciclo espositivo Soltanto un quadro al massimo questa volta con i due giovani artisti Nico Vascellari e Christian Pilz. La nota rassegna, ideata dal curatore Ludovico Pratesi e dal Direttore dell’Accademia Tedesca, Joachim Blüher, mette a confronto ad ogni edizione un’opera di un artista italiano con una di un artista tedesco.

In occasione della dodicesima edizione di Soltanto un quadro al massimo, espressamente dedicata ad artisti delle ultime generazioni, Nico Vascellari ha creato appositamente il grande lavoro Nido(2010) e l’artista tedesco Christian Pilz espone S.T. (2007), un grande disegno a matita composto da nove dei 18 fogli originali.

Arte Fiera Art First ai nastri di partenza

Arte Fiera Art First, nel corso delle trentaquattro edizioni, ha consolidato il suo ruolo di più importante e completa fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea in Italia, attraverso un sempre più forte coinvolgimento delle migliori gallerie, sia storiche che di ricerca. Nell’ambito del panorama artistico internazionale Arte Fiera Art First conferma la sua costante attenzione per la promozione dell’arte italiana dall’inizio del Novecento, agli anni ‘50 fino ai movimenti contemporanei, con artisti riconosciuti nello scenario mondiale.

Un parterre unico per scoprire maestri storici come Carlo Carrà, Felice Casorati, Giorgio de Chirico, Gino Severini, accanto all’arte concettuale di Enrico Castellani, Agostino Bonalumi e Vincenzo Agnetti, o ai movimenti di arte informale di Giuseppe Capogrossi, Alberto Burri e Emilio Vedova; lo Spazialismo di Lucio Fontana fino ai poveristi Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto e Gilberto Zorio – al quale il Museo d’Arte Moderna di Bologna dedica un’importante antologica fino al 17 febbraio 2010 – accanto ai rappresentanti della Transavanguardia.

…..Tra…..Giuseppe Penone e Alfonso Artiaco

La galleria Alfonso Artiaco inaugura il 28 ottobre la mostra personale di Giuseppe Penone dal titolo alquanto singolare ..…Tra…..

Giuseppe Penone presenta per la sua quarta mostra personale alla galleria napoletana (la prima nel 1988, e a seguire nel 1996 e 2003) un grande lavoro inedito pensato specificatamente per lo spazio. I temi fondanti della sua ricerca artistica riappaiono anche in quest’occasione: dal confronto con gli elementi naturali al contatto del proprio corpo su questi elementi ed il seguente processo organico di metamorfosi. Nella composizione di questa nuova opera l’artista, difatti, impiega due elementi che hanno sempre animato le sue sculture: gli alberi ed il bronzo.

Sarah Morris al Mambo di Bologna

 Il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna ha inaugurato il 25 maggio la prima mostra personale in un museo italiano di Sarah Morris e di ospitare la première internazionale del suo nuovo film: Beijing.

Nel corso degli anni Novanta, Sarah Morris ha raggiunto la notorietà grazie a dipinti e film caratterizzati da un approccio strutturale astratto e complesso, nei quali traccia tipologie urbane e sociali. Gli ambienti urbani, i motivi architettonici, i simboli, i luoghi e le rappresentazioni del potere sono oggetto di un’indagine ravvicinata che affascina il fruitore dell’opera in un’alternanza di finzione e realtà.

Stefano Arienti alla galleria S.A.L.E.S. di Roma

Giovedì 7 maggio 2009  la Galleria S.A.L.E.S. di Roma inaugurerà la nuova personale di Stefano Arienti. Contemporaneamente, l’artista presenta la gigantesca installazione Enciclopedia al Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia (8-9 maggio 2009), a cura di Valentina Ciarallo e Pier Paolo Pancotto.

Per questa sua quarta personale alla Galleria S.A.L.E.S., Arienti continua con la sua sperimentazione sui materiali più disparati: vinili, lamiere e stoffe, manipolandoli e modificandoli tramite incisioni e traforature. Arienti crea una specie di officina-trasloco carica di residuale vitalità. L’artista sceglie volutamente delle opere dove il disegno prevale sul colore, con un’incisività che attraversa le materie e gli oggetti: pezzi di automobili rottamate, vecchi dischi, porte di frigoriferi usati e vecchi tappeti.

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