Con gli occhi, con il cuore, con la testa. La fotografia della collezione Trevisan

Cosa hanno in comune i dagherrotipi del 1846 di Ferdinando Brosy e gli scatti di Gregory Crewdson di 160 anni dopo? Hanno attirato l’attenzione di Mario Trevisan e sono così entrati nelle sua collezione. Dal 24 luglio al 9 settembre 2012 questa ricca e appassionata collezione di fotografia è visibile in una mostra al Mart di Rovereto intitolata “Con gli occhi, con il cuore, con la testa. La fotografia della collezione Trevisan”, a cura di Walter Guadagnini con Veronica Caciolli e Francesco Zanot.

La raccolta Trevisan, oggi in deposito a lungo termine presso il Mart, è tra le più significative collezioni private italiane di fotografia: è composta da circa 250 opere, 200 delle quali sono state selezionate per questa mostra. La passione di Trevisan per la fotografia nasce oltre venti anni fa e si è concentrata sulla fotografia delle origini (anni Quaranta e Cinquanta del XIX secolo) e su quella di matrice surreale, in cui, come scrive Walter Guadagnini “alla rappresentazione del mondo si sostituisce la sua invenzione”.

Pelle di donna, Identita’ e bellezza fra arte e scienza

Per la prima volta in Italia una mostra che unisce arte e scienza sul tema della pelle. Pelle di donna. Identità e bellezza fra arte e scienza, a cura di Pietro Bellasi e Martina Mazzotta, è esposta alla Triennale di Milano dal 24 gennaio al 19 febbraio 2012. La rassegna nasce da un progetto di Boots Laboratories, marchio-icona del benessere distribuito in Italia da P&G, con la Fondazione Antonio Mazzotta da anni protagonista di successo nel mondo dell’arte.

Attraverso una ricca selezione di opere d’arte – antica, moderna e contemporanea – documenti, oggetti antichi, il visitatore compie un percorso affascinante di esplorazione che lo conduce a un laboratorio scientifico. Ampio spazio è dato agli artisti moderni e contemporanei che utilizzano i linguaggi più diversi, dalla pittura alla scultura, dal concettuale alle nuove tecnologie, fino al cinema sperimentale, anche con interventi site specific. Tra gli artisti in mostra: Giacomo Balla, Franz von Bayros, Adriana Bisi Fabbri, Andrea Chisesi, Giuliana Cuneaz, Marcel Duchamp, Lucio Fontana, Grazia Gabbini, Robert Gligorov, Abel Herrero, , Roy Lichtenstein, Luigi Maio, Lazhar Mansouri, Piero Manzoni, Alberto Martini, Bruno Munari, Giuseppe Penone, Marinella Pirelli, Pietro Pirelli, Karl Prantl, Man Ray, Odilon Redon, Auguste Rodin, Omar Ronda, Mimmo Rotella, Maia Sambonet, Alberto Savinio, Andreas Serrano, Henri de Toulouse-Lautrec, Andy Warhol, Tom Wesselmann.

“X” La collettiva erotica da Giò Marconi

La galleria Giò Marconi di Milano inaugura oggi la mostra “X”, collettiva erotica che raccoglie i lavori degli artisti Nader Ahriman, Bruno Di Bello, Judith Bernstein, John Bock, Monica Bonvicini, Nathalie Djurberg, Keith Farquhar, Simon Fujiwara, Wade Guyton, Robert Heinecken, Dorothy Iannone, Sarah Lucas, Man Ray, Dasha Shishkin, Andreas Slominski, Francesco Vezzoli.

Nei disegni e nei collage di Nader Ahriman (Shiraz 1964) le astrazioni filosofiche di matrice idealista prendono forma attraverso l’intervento grafico dell’artista. Cinema e antichità vengono filtrati in chiave erotica, fondendo estetica e contenuto. Bruno Di Bello (Torre Del Greco 1938, vive e lavora a Milano) partecipa alla collettiva con una “Variazione su una foto di Man Ray” realizzata nel 1976 su tela fotografica. Attraverso la scomposizione dell’immagine di Kiki, musa del maestro, Di Bello rilegge l’esperienza delle avanguardie storiche sviluppando un’idea dell’arte come riflessione sulla suo storia.

La fotografia e il voyeurismo alla Tate Modern di Londra

 Nuova ed ambiziosa mostra alla Tate Modern di Londra, il progetto dal titolo Exposed: Voyeurism, Surveillance and the Camera (in visione dal prossimo 28 maggio fino al 3 ottobre 2010) è infatti basato sulla dimensione trasgressiva e provocatoria della fotografia, vissuta come  una sorta di mezzo di sorveglianza o di spionaggio del privato. Il lavori in mostra sono infatti riuniti in 5 grandi temi del voyeurismo fotografico e sarebbe a dire la fotografia di strada, le immagini sessualmente esplicite, le paparazzate ai divi, le immagini di morte e violenza ed infine le immagini di sorveglianza.

Oggi grazie ai nuovi telefoni cellulari dotati di obiettivi fotografici ed alle macchine digitali sempre più piccole, tutti noi siamo testimoni di quello che accade nel mondo ma al tempo stesso siamo anche dei voyeurs. Ed è pur vero che internet è pieno di immagini di violenza e fotografie a sfondo sessuale ma la potenza della fotografia può ancora scioccare ed inorridire le masse. Ad esempio la serie di immagini Stoned to Death, Somalia, di Farah Abdi Warsameh (vincitore del World Press award di quest’anno) è riuscita a scuotere gli animi di tutti.

Alberto Grifi e La Verifica Incerta dell’arte contemporanea

La scena dell’arte contemporanea internazionale è piena di protagonisti, volti noti che appaiono su copertine di magazine patinati o presenziano alle grandi manifestazioni ed alle feste private. Ad opporsi idealmente e culturalmente a questi divi dell’arte, non sempre dotati di grande visionarietà o creatività, vi è un agguerrito manipolo di personaggi i quali non hanno mai amato le luci della ribalta ma hanno influenzato intere generazioni di giovani con le loro opere seminali. Parliamo di artisti che hanno lavorato quasi nell’ombra e che non sono mai stati rappresentati da Gagosian, Saatchi e compagnia cantante, fuggendo persino dal mercato e dalle top delle classifiche di vendita.

Uno di questi nomi è senz’altro Alberto Grifi (Roma, 29 maggio 1938 – Roma, 22 aprile 2007), presenza fondamentale all’interno del panorama del cinema sperimentale italiano e creatore, insieme a Gianfranco Baruchello de La Verifica Incerta (1964). Certo è difficile far comprendere ad un mondo dell’arte elitario e snob, l’importanza sia estetica che filosofica de La Verifica di Grifi, opera dal sapore new dada che suscitò l’entusiasmo di Man Ray, John Cage e Max Ernst, fu Cage stesso infatti che entusiasta della colonna sonora, lo presentò al New York Museum of Modern Art. Il metodo di montaggio de La Verifica,questo “detournement”, fu ereditato da Blob (programma di Enrico Ghezzi in onda su Raitre) molti anni dopo.

Tracey Emin, Yayoi Kusama, Damien Hirst e l’arte degli scacchi

ProjectB di Milano porta per la prima volta in Italia, in occasione della 49ma edizione de I Saloni, il Salone Internazionale del Mobile 2010, The Art of Chess, in collaborazione con RS&A che ha commissionato le scacchiere ad alcuni degli artisti più amati e discussi del panorama contemporaneo internazionale, già esposte nel 2009 al museo di arte contemporanea di Reykjavik. L’interesse delle avanguardie verso gli scacchi fu di centrale importanza per lo sviluppo delle scacchiere d’artista nella prima metà del XX secolo. Da Marcel Duchamp a Man Ray, Max Ernst, Alexander Calder, André Breton e Isamu Noguchi sono stati tutti appassionati giocatori.

La prima volta che una collezione di artisti di questo calibro si sono trovati a celebrare il gioco degli scacchi è stato a New York nel 1944 per la mostra L’immagine degli scacchi presso la Julien Levy Gallery. In mostra a Milano sette scacchiere – a dimensioni reali – dove base, pedine re e regine sono state reinventate da sette artisti: Tracey Emin, Tom Friedman, Damien Hirst, Barbara Kruger, Yayoi Kusama, Alastair Mackie, Rachel Whiteread.

Ironia ed arte contemporanea in due mostre a New York

L’ironia è una componente fondamentale nell’arte contemporanea. Se pensate alla creatività di Marcel Duchamp ad esempio è impossibile non notare la forte carica ironica che traspare da ogni sua opera. Eppure Duchamp tramite l’ironia dei Readymades è riuscito ad influenzare intere generazioni artistiche tanto che oggigiorno è possibili ravvisare la sua impronta nella stragrande maggioranza delle opere che vediamo nelle gallerie d’arte contemporanea.

L’ironia è il fulcro della mostra dal titolo Knock Knock: Who’s There? That Joke Isn’t Funny Anymore (traducibile in Toc Toc: Chi è? Questo scherzo non è più divertente) in visione alla Fred Torres Collaborations ed alla Armand Bartos Fine art di New York fino al prossimo 24 aprile. I dealers hanno raggruppato più di 75 opere (iniziando da Duchamp ovviamente) che oltre ad esaminare i meccanismi dell’ironia ma anche i suoi fini. Elana Rubinfeld e Sarah Murkett, rispettivi direttori delle gallerie coinvolte nel progetto, hanno vagliato il lavoro di 400 artisti alla ricerca del tanto sperato sense of humor.

Man Ray e Robert Mapplethorpe alla Fondazione Marconi

Il 23 marzo la Fondazione Marconi di Milano presenta la mostra Man Ray-Mapplethorpe, realizzata in concomitanza con la mostra Robert Mapplethorpe. La perfezione della forma (21.03-13.06.2010) organizzata dal Museo d’Arte di Lugano diretto da Bruno Corà, ed in collaborazione con la Mapplethorpe Foundation di New York.

La mostra permetterà di identificare analogie e differenze tra le opere e i “punti di vista” dei due poliedrici artisti americani, tra loro distinti per generazione, ma accomunati dalla magistrale capacità di rendere le forme e la bellezza dei soggetti scelti: dai fiori, agli oggetti, ai nudi maschili e femminili. Nel 1920 a Parigi, Man Ray inizia a lavorare come fotografo professionista e con il tempo diviene un collaboratore di “Harper’s Bazar”, “Vogue”, “Vu”, “Vanity Fair” e altre riviste famose. Sebbene in quegli anni Man Ray sia noto soprattutto per i ritratti, è allora riconosciuto come artista della fotografia grazie ai suoi rayographs e alla solarizzazione.

In mostra a Vienna le fotografie più discusse della storia

La storia dell’arte è fatta di grandi maestri e grandi opere che hanno cambiato per sempre il mondo della creatività. Tra le opere che più si ricordano vi sono anche (e sopratutto) quelle che hanno destato scalpore ed hanno fatto arrossire o indignare pubblico e critica, guadagnandosi la fama imperitura a colpi di polemiche. Basi pensare alla Merda D’artista di Piero Manzoni o Fountain di Marcel Duchamp ovvero l’orinatoio più celebre della storia.

Proprio alle opere controverse ed in special modo a quelle fotografiche è dedicata la mostra Controversies, ospitata dal 4 marzo al 20 giugno 2010 dal Kunst Haus Wien di Vienna. L’evento presenta circa 100 immagini che sono state oggetto di numerose controversie che in molti casi si sono risolte solo tramite procedimenti legali. La mostra ospita fotografie di maestri del contemporaneo come Man Ray, Robert Capa, Lewis Carroll,Henri Cartier-Bresson, Oliviero Toscani, Richard Avedon, Robert Mapplethorpe o Todd Maisel, in un tourbillon di immagini che abbracciano la storia della fotografia dalla sua nascita sino ai giorni nostri.

Art Basel Miami Beach un successo di pubblico, critica e vendite

Qualcosa è successo ad Art Basel Miami Beach quest’anno. Una strana atmosfera pervasa dal cambiamento e trainata dalla sostanza più che dalla superficialità si è fatta largo imponendosi agli occhi di tutti. La cosa ha giovato a galleristi e collezionisti che si sono detti soddisfatti dell’edizione 2009, abbandonando le polemiche sull’allargamento della fiera e sulla disposizione delle gallerie new entries.

Anche numerose celebrità hanno apprezzato la fiera tanto che la regina del rock alternativo Patti Smith ha lungamente tessuto le lodi della manifestazioni dichiarando che i suoi pezzi preferiti esposti in fiera erano due piccole fotografie di Man Ray e due grandi dipinti di Yves Klein. Insomma in molti hanno gioito di questa rigorosa trasformazione: “Quest’anno Art Basel Miami Beach appartiene alle persone seriamente interessate all’arte e non al superfluo. Ho visto in giro meno sfarzo e più sostanza” ha dichiarato Micky Wolfson Jr., fondatore del Wolfsonian Museum.

Alfred Stieglitz, il più grande fotografo del secolo scorso?

Abbiamo una domanda per voi, ma dovete rispondere velocemente chi pensate siano i migliori fotografi del 20esimo secolo? Ovviamente si tratta di una questione spinosa e per di più a bruciapelo. Tuttavia il professor David W. Galenson, docente di economia dell’università di Chicago sembra  avere una degna risposta al quesito. A questo punto vi starete chiedendo cosa c’entrano le scienze economiche con l’arte. Il professor Galenson ha invece applicato un suo metodo statistico con cui ha già stilato altre classifiche per così dire artistiche le quali sono comparse su ben tre libri e su altrettante pubblicazioni per il National Bureau of Economic Research.

Ultimamente Galenson ha persino stilato una classifica dei più grandi artisti del 20esimo secolo mettendo Pablo Picasso e la sua opera Les Demoiselles d’Avignon al primo posto. Per trarre le sue conclusioni Galenson si basa sul numero di apparizioni di un dato artista su di una pubblicazione fotografica. In questo caso il docente ha preso in esame 5 tra le più importanti pubblicazioni internazionali ed ha selezionato i fotografi che apparivano per almeno quattro volte all’interno di esse. Alla fine la lista si è ristretta a venti nomi, Galenson ha quindi scandagliato i migliori 16 libri fotografici editi dal 2000 in poi alla ricerca di foto prodotte dai magnifici venti e le ha sommate.

Man Ray e i ritratti della moglie in mostra a Lucca

 Dal 12 settembre al 6 dicembre 2009, il Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art propone la mostra Man Ray. The Fifty Faces of Juliet, realizzata in collaborazione con la Fondazione Marconi di Milano.

Verranno presentati al pubblico i cinquanta ritratti che l’artista scattò alla moglie, Juliet Browner, tra il 1941 e il 1955. The Fifty Faces of Juliet fu pensato da Man Ray agli inizi degli anni ’50 come libro in omaggio a sua moglie Juliet, ma anche come un saggio di opere fotografiche iniziato a Los Angeles nel 1941. Cinquanta fotografie, stampe originali in diverse tecniche e stili, alcune colorate a mano, di diverso formato che Man Ray ha dedicato a Juliet, la musa definitiva della sua vita.

Londra a caccia di poster

Artisti di tutto il mondo fatevi avanti, la proposta è molto allettante: si tratta di ideare un poster promozionale per i trasporti londinesi. La manifestazione a premi si intitola The Outer Limits – Beyond Zone One e si ripropone di continuare la tradizione avanguardista del poster design di Londra che in tempi passati ha visto la partecipazione di grandi maestri come Edward McKnight Kauffer, Laszlo Moholy-Nagy, Eric Ravilious, Edward Bawden, Paul Nash e Man Ray.

La competizione indetta dal London Transport Museum e dal Transport for London (TfL) in collaborazione con il London Design Festival e Visit London è aperta a tutti. I vincitori del concorso entreranno a far parte della collezione del London Transport Museum e le loro opere saranno riprodotte su tutto il network di trasporti di Londra.

Anche il pacco FedEx può diventare un’opera d’arte

L’Hirshhorn Museum di Washington ha inaugurato il 30 aprile la mostra Directions che presenta una serie di nuove opere di Walead Beshty. L’artista ha creato un progetto che include 11 giganteschi fotogrammi e un gruppo di sculture in vetro. I fotogrammi sono un’evoluzione della tecnica fotografica senza macchina fotografica sperimentata da grandi maestri del ventesimo secolo come  László Moholy-Nagy e Man Ray che riuscivano a produrre stampe uniche in bianco e nero applicando oggetti direttamente su carta fotosensibile ed in secondo tempo esponendole alla luce.

Beshty rivisita questa tecnica storica ingrandendo a dismisura i suoi fotogrammi e facendo uso di tecnologie contemporanee come i color processors. Invece di piazzare gli oggetti direttamente sulla carta fotografica, l’artista piega ed arrotola la carta prima di esporla ripetutamente alla luce creando dei meravigliosi prisma di colore. Il risultato di questa sperimentazione è una seducente ed elusiva astrazione che mostra la rappresentazione materiale del processo di creazione delle opere.

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