Terence Koh professore di storia dell’arte per un giorno

Performa 09 ha letteralmente scosso e preso d’assalto la scena dell’arte contemporanea newyorkese in questo novembre che si preannunciava privo di forti emozioni. Il successo della biennale della performance è da attribuirsi al sempre più crescente interesse che questa tecnica artistica suscita in pubblico e critica ed all’ottima capacità organizzativa della manifestazione che ha sciorinato una lista di eventi interessanti con la presenza di grandi nomi della scena internazionale.

Dopo l’ottima prova di Alterazioni Video e Marcello Maloberti che hanno ottenuto ottime critiche da parte della stampa newyorchese, Performa 09 è stata teatro la scorsa notte di una performance del tutto singolare al National Arts Club (che conta fra i suoi membri nomi del calibro di Robert Henri, Frederick Remington ed Alfred Stieglitz) dove l’estroso Terence Koh ha divertito e tenuto in scacco il pubblico durante Art History 1642-2009, una sorta di lezione sull’arte decisamente originale.

Il teatro della performance alla GAM di Torino

La GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino apre il 24 ottobre una nuova stagione espositiva di grandi mostre legate alla storia e all’identità collezionistica del proprio patrimonio. L’impegno sin qui sostenuto dal museo nell’approfondire lo studio dell’arte degli anni Cinquanta ci offre ora un solido punto di partenza e un invito a proseguire oltre quel limite cronologico, verso un’approfondita considerazione di tutte le espressioni che a partire dal decennio successivo svilupparono in mille direzioni le più radicali implicazioni estetiche che quella prima grande stagione internazionale della pittura aveva raggiunto, tanto negli Stati Uniti quanto in Europa.

La principale eredità di Pollock – per usare le parole di Kaprow – era l’azione, il gesto liberato, il muoversi del corpo dell’artista in uno spazio fatto di dipinti che erano tracce di quella danza tra tele e colori. A quella traccia e a quello spazio costruito attraverso la forza generativa di un’azione è dedicata la mostra Il Teatro della Performance. Peter Brook, uno dei maggiori teorici del teatro contemporaneo, ha affermato che è sufficiente che il corpo di una persona attraversi lo spazio perché attorno a quell’azione, per quanto minima, si articoli in potenza tutta l’energia del teatro.

Marina Abramovic: “gli squali mi terrorizzano”

Marina Abramovic sarà a Torino sabato prossimo per presenziare alla riapertura della GAM, la Galleria civica d’Arte Moderna e Contemporanea che è rimasta chiusa per circa due mesi, tempo sufficiente per un riallestimento generale. Ovviamente la celebre artista sarà a Torino anche per l’inaugurazione della mostra Il Teatro della Performance, dove espone tre installazioni appositamente create per il museo.

La mostra che sarà in visione fino al 31 gennaio 2010 prevede tra l’altro la presenza di alcune opere di Paul Mc Carthy, Herman Nitsch e Gilbert & George. La celebre esponente della ricerca performativa contemporanea che da oltre 35 anni lavora su temi come il sesso, la morte, la politica e l’identità è stata da poco intervistata dal magazine al femminile Marie Claire che le ha dedicato un ampio servizio nel numero in uscita oggi in tutte le edicole.

Al via Artecinema 2009

La 14ma edizione di Artecinema, Festival Internazionale di Film sull’Arte Contemporanea curato da Laura Trisorio, si terrà a Napoli dal 15 al 18 ottobre 2009, nel centralissimo Teatro Augusteo. Artecinema rappresenta dal 1996 un appuntamento imperdibile per gli appassionati di arte.

Riconosciuto a livello internazionale per il suo alto valore culturale e didattico, si avvale del sostegno di istituzioni pubbliche e sponsor privati. Nelle tre sezioni del festival – Arte e Dintorni, Architettura, Fotografia – vengono mostrati documentari sugli artisti, gli architetti e i fotografi più interessanti della scena contemporanea con proiezioni dalle 17 alle 24 intervallate da incontri e dibattiti con registi, artisti e produttori.

New York, New York

New York a go go, se dalle nostre parti il torrido caldo estivo è teatro di partenze vacanziere che poco hanno a che fare con l’arte contemporanea, la grande mela è in continuo fermento e propone a getto continuo eventi interessanti e gustose notizie.

Si parte dalla Marian Goodman Gallery che fino al 28 agosto propone una mostra collettiva intitolata As Long As it Lasts. All’evento parteciperanno 14 artisti di differenti generazioni tra cui svettano i nomi di Thomas Struth,Oliver Babin, Johanna Billing e Pierre Huyghe. Le opere in mostra vanno dalla scultura al dipinto passando per la fotografia e l’installazione video. Come suggerito dal titolo che in italiano si traduce in Finchè dura, gli artisti in mostra indagano sulla transitoria natura della vita, sulla contemplazione della moralità e sulla morte.

Manchester International festival, la biennale britannica

 Si è aperto questo weekend il Manchester International festival con una scoppietante inaugurazione dal gusto teatrale. L’evento biennale giunto alla sua seconda edizione si è subito guadagnato un posto importante nella scena dell’arte contemporanea internazionale ed a dispetto delle sue ambizioni pompose, propone comunque interessanti mostre di artisti internazionali.

Tra gli eventi dell’opening c’è la performance di Marina Abramovic che chiede ai visitatori dello spazio vuoto alla Withworth Gallery di rimanervi per alcune ore. Altro evento degno di nota è la processione circense con macchine modificate, punk ed emo-kids organizzata da Jeremy Deller.  Da vedere anche l’installazione di Fiona Banner costituita da modellini di famosi aeroplani da guerra sospesi a mezzaria come uno sciame di locuste.

Moscow Biennale, la terza edizione dedicata ai paesi emarginati

Ai nastri di partenza la terza edizione della Moscow Biennale che quest’anno avrà il titolo di Against Exclusion e sarà curata da Jean-Hubert Martin. L’evento come sottolinea l’incipit si pone in netto contrasto con le altre manifestazioni internazionali che sovente tendono ad escludere le nazioni emergenti dal grande circus dell’arte contemporanea. Quindi la Biennale di Mosca oltre a fornire una valida finestra sulla piattaforma contemporanea russa sarà una vetrina per continenti solitamente emarginati come Africa ed Oceania.

Gli artisti ospitati saranno impegnati in una sfida creativa al di fuori dei circuiti convenzionali e libera dai pretestuosi schemi di produzione e mercificazione dell’arte. L’evento avrà luogo dal 24 settembre al 25 ottobre al Garage Center for Contemporary Culture di Mosca, location recentemente rinnovata che offrirà ben 8,500 metri quadrati di superficie espositiva. Una serie di eventi collaterali trasformerà la città in un tempio dedicato all’arte e costituirà un importante dialogo con mostra principale offrendo ai visitatori la possibilità di guardare la globalizzazione ed il decentramento del mondo dell’arte contemporanea da diverse prospettive.

Il trionfo delle donne al Centro Pompidou

La nuova mostra del Centre Pompidou di Parigi è completamente devota all’arte al femminile. Dal 27 maggio 2009 sino al 24 maggio 2010 sarà infatti possibile visitare l’evento Elles@centrepompidou che ospiterà più di 500 opere di 200 artiste organizzate cronologicamente dall’inizio del ventesimo secolo sino ai giorni nostri.

La mostra è frutto di una collaborazione con il Musée National d’Art Moderne di Parigi che ha gentilmente concesso per la terza volta la sua vasta collezione permanente dopo le mostre tematiche Big Bang nel 2005 e Le Mouvement des Images nel 2006-2007.

Alla Biennale di Venezia trionfa l’amore

L’amore, in quanto tale  è sempre incondizionato, ma alcune volte lo è più che altre. Questo è l’incipit di Unconditional Love, evento collaterale alla 53. Biennale di Venezia che offrirà una riflessione sul sentimento più ricercato e su come se ne possa abusare, fino all’ossimoro.

Un campo d’azione così ampio, con tanti e tali risvolti che potrà essere affrontato solamente puntando su grandi numeri e grandi nomi, esaltando e lasciando libera espressione sia alle capacità sia alle potenzialità di curatori, artisti e location.

Unconditional Love è curato da Alexandrina Markvo, Alinda Sbragia e Christina Steinbrecher, che hanno scelto la linea curatoriale di riunire artisti di varie provenienze ed età per avere la più vasta visuale possibile, ponendo l’accento soprattutto sullo scambio di idee oltre i confini culturali. Markvo ha organizzato la retrospettiva su Sir Norman Foster a Mosca e Russian Act, grande festival d’arte russa a Londra; Sbragia è invece concentrata sullo scambio di conoscenze artistiche tra Italia e Russia, mentre Steinbrecher ha lavorato in vari Paesi, da Parigi (Palais de Tokyo) al Kazakhistan alla Germania.

Otto lezioni sul vuoto a Gijon per Marina Abramovic

Marina Abramovic presenterà a Gijón in Spagna a partire dal 29 maggio 2009 la videoinstallazione 8 Lessons on Emptiness with a Happy End che sarà ospitata per l’occasione dai meravigliosi spazi della chiesa di Laboral. Si tratta dell’ultima opera dell’artista serba nata a Belgrado nel 1946 che ha tentato di tradurre in immagini la sua profonda preoccupazione riguardo agli eccessi nella rappresentazione della violenza nella società e nell’arte contemporanea.

L’installazione è divisa in cinque grandi schermi che ricreano una guerra tra bambini. L’artista ha tratto ispirazione da un recente viaggio nel Laos dove ha avuto modo di osservare che tutti i bambini tenevano in mano delle armi giocattolo. A partire da questa esperienza Marina Abramovic ha ricreato tutte le distinte fasi di un conflitto bellico: dalla negoziazione fino alla battaglia ed alle vicissitudini dei prigionieri passando per le sofferenze dei feriti.

Doppio appuntamento per gli amanti della fotografia

Doppio appuntamento a maggio per gli estimatori della fotografia d’arte e d’autore, il calendario degli eventi si arricchisce infatti di ben due manifestazioni dedicate a tale disciplina artistica.  Torna a New York, dopo il successo del debutto nel 2008, il New York Photo Festival che tenterà di riconfermare l’importanza di un evento che ha finalmente offerto alla grande mela una degna vetrina per la fotografia internazionale.

Quest’anno Daniel Power e Frank Evers, direttori della manifestazione hanno selezionato un gruppo di curatori di fama internazionale costituito da William A. Ewing, Chris Boot, Jody Quon, e Jon Levy. Tali nomi conosciuti in tutto il mondo dell’arte porteranno la loro personale visione ed il loro intrigante e provocatorio sguardo sulla fotografia nei padiglioni del festival, selezionando ed esibendo il meglio della fotografia internazionale.

I won’t let you die, la mostra a Roma di Youssef Nabil

L’Accademia di Francia a Roma, diretta da Frédéric Mitterrand, presenta al pubblico I won’t let you die, una mostra all’artista egiziano Youssef Nabil, a cura di Francesca Fabiani su progetto di Guido Schlinkert, allestita presso l’Atelier del Bosco di Villa Medici che sarà visitabile fino al 24 maggio 2009.

Per la sua prima mostra in Italia, Youssef Nabil (nato al Cairo nel 1972 e attualmente residente tra Parigi e New York) propone una serie di cinquanta opere circa (stampe fotografiche alla gelatina d’argento ritoccate ad acquarello) realizzate tra il 1992 e il 2007. Ritratti, abiti, oggetti e soprattutto autoritratti compongono, come tessere di un mosaico, una sorta di diario del giovane artista.

Quanto vale un’opera d’arte?

L’opera d’arte è un bene soggetto a continui mutamenti economici che in alcuni casi sono difficilmente prevedibili. Il valore di un lavoro artistico dipende da tanti fattori quali le dimensioni, il numero e la qualità delle mostre a cui partecipa l’artista che lo ha concepito oltre che le variazioni sulla richiesta di mercato delle opere del suddetto artista. Per meglio comprendere l’andamento delle quotazioni di un’artista è molto spesso utile seguire i passaggi d’asta con lavori della sua produzione. Facciamo qualche esempio:

Joseph Kosuth ha fatto registrare il suo ultimo passaggio in asta il 13 novembre del 2008 da Christie’s, New York. La sua opera Titled, art as idea as idea (1967), foto montata su masonite, cm 152,4 x 152,4 è stata venduta al prezzo finale di 110.500 dollari. Il record di vendita di un’opera di Kosuth è di 337.000$ per Five words in yellow neon (1965), opera al neon venduta al doppio della stima da Sotheby’s, New York, il 15 maggio 2008.

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