Quando le opere vengono danneggiate dal museo

Da un recente sondaggio condotto dall’istituto di statistica britannico è emerso un dato allarmante. centinaia di dipinti, sculture ed altre opere sono vittime di danneggiamenti proprio quando dovrebbero essere nelle fidate mani dei più celebri e rinomati musei del Regno Unito. Alcune opere di Andy Warhol e Tracey Emin fanno parte della lista nera a cui si aggiungono anche diverse sculture barocche, dipinti antichi e altri reperti come le ossa di un dinosauro.

Per essere bella l’arte non deve avere un messaggio

 Voi da che parte state, siete amanti del figurativo o del concettuale? siete convinti che l’opera d’arte deve sempre nascondere un significato o per voi l’arte deve essere libera da ogni senso logico e filosofico? Insomma esistono diversi modi di avvicinarsi all’arte contemporanea ed interpretarla. Secondo il grande video artista americano Stan Brakhage un’opera d’arte deve essere creata secondo una personale mitopoiesi, ancorarsi cioè ad una forma di mitologia e filosia estetica e formale tratta dal proprio immaginario e non da  testi, films, musica e spunti creativi di sorta partoriti dalla mente di qualcun’altro.

Leggendo il blog del critico inglese Jonathan Jones possiamo invece apprendere alcune divertenti ed intelligenti disquisizioni sull’esegesi e sulla genesi di un’opera d’arte. Secondo Jones l’arte per essere interessante non deve parlare di nulla. In effetti il critico asserisce che più si spiega di cosa parla un’opera e più la si rende meno interessante. C’è da dire che girando abitualmente per mostre e fiere è possibile assistere alla spiegazione di una data opera da parte del gallerista o del suo creatore e tale pratica si trasforma solitamente in un’improbabile arrampicata sugli specchi infarcita di collegamenti a questa o quella ricerca stilistica ed estetica del tutto raffazzonati alla meno peggio.

Rothko sfregiato alla Tate Modern di Londra

È un classico pomeriggio londinese, cielo plumbeo, minaccia di piovere da un momento all’altro. L’opening di Frieze è ancora lontano ed allora c’è tempo per visitare le decine di musei e gallerie d’arte della city. La scelta ricade sulla Tate Modern dove è in corso una mostra dedicata al grande Edvard Munch. Ci rechiamo al press Office per ritirare il nostro accredito e con sorpresa scopriamo che prima di noi è entrato Massimiliano Gioni, curatore della futura Biennale di Venezia, anche lui non ha saputo resistere al richiamo della pittura.

Jackson Pollock? un’invenzione della C.I.A.

In questi giorni è apparso su La Repubblica un articolo decisamente affascinante. Donald Jameson, ex funzionario dell’intelligence statunitense avrebbe infatti dichiarato che i maestri dell’espressionismo astratto Jackson Pollock, Robert Motherwell, Willem de Kooning e Mark Rothko, furono finanziati (a loro insaputa) direttamente dalla C.I.A., questo per imporre il new american painting all’attenzione del mondo.

L’espressionismo astratto potrei dire che l’abbiamo inventato proprio noi della Cia dopo aver dato un occhio in giro e colto al volo le novità a New York, a Soho. Scherzi a parte avemmo subito molto chiara la differenza. L’espressionismo astratto era il tipo di arte ideale per mostrare quanto rigido, stilizzato, stereotipato fosse il realismo socialista di rigore in Russia. Così decidemmo di agire in quel senso” ha dichiarato Jameson. A noi queste cose fanno un poco sorridere, specialmente quando si parla di sostegni economici e letterari con ampi articoli su riviste come Encounter, Preuves e Tempo Presente.

Adolph Gottlieb alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia

Per la prima volta in Italia la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia celebra dal 3 settembre al 9 gennaio 2011, con un’antologica, l’artista americano Adoplh Gottlieb (1903 – 1974). La mostra si colloca nell’ambito di una linea di indagine, perseguita dal museo veneziano, incentrata su quell’emblematica generazione d’artisti d’oltreoceano del secondo dopoguerra, il cui linguaggio nasce e matura proprio negli anni in cui Peggy Guggenheim apre a New York la sua galleria Art of this Century.

Scopo di questa serie di esposizioni è di avvicinare il pubblico italiano e internazionale alla conoscenza di quel periodo, attraverso le opere dei grandi maestri americani, come è già accaduto in passato in occasione delle personali dedicate a William Baziotes e Richard Pousette-Dart. La storia di Adolph Gottlieb è perfettamente in linea con quelle degli esponenti dell’Espressionismo astratto. Amico stretto di Milton Avery e Mark Rothko fin dagli inizi degli anni ’30, nel 1935 Gottlieb fonda “The Ten”, una sorta di gruppo di pittori espressionisti, e sul finire di quegli stessi anni lavora per il Federal Art Project del New Deal.

Con Giuseppe Panza di Biumo muore anche una parte di James Turrell

La morte di Giuseppe Panza di Biumo ad 87 anni ha letteralmente sconvolto il mondo dell’arte. Se ne va un vero conte, nobile a pieno titolo non solo per casata ma soprattutto per sensibilità, cultura e spiccata visionarietà artistica. Nel corso della sua lunga vita Panza di Biumo ha collezionato e promosso capolavori dei più grandi nomi del contemporaneo come Mark Rothko, Robert Rauschenberg, Roy Lichtenstein, con un occhio di riguardo verso le ricerche minimaliste di Robert Irwin, Doug Wheeler e James Turrell.

Nel 1984 inoltre il noto collezioniste assieme a sua moglie Giovanna, vendettero 80 opere di espressionismo astratto e pop al Moca, Museum of Contemporary Art di Los Angeles per 11 milioni di dollari, contribuendo a formare il cuore della collezione permanente dell’importante istituzione museale statunitense. Panza di Biumo fu da subito attratto da Los Angeles: ” Una città nuova, dove gli artisti creavano qualcosa di veramente differente” dichiarò nel 1994 ai microfoni del Los Angeles Times. 

Madoff, Merkin e la truffa dell’arte contemporanea

 Bernard Madoff per gli amici Bernie è l’uomo dei record. Non solo il suo famigerato schema Ponzi gli ha consentito di bruciare 60 miliardi di dollari usando fondi dei nuovi clienti per pagare gli interessi vertiginosi di quelli vecchi ma come molti di voi ben sapranno il truffatore più famoso d’America è stato recentemente condannato a 150 anni di carcere dal tribunale distrettuale di Manhattan.

Ora vi starete sicuramente chiedendo quale sia il legame tra Bernard Madoff e l’arte anche se è facile capire che gli oggetti artistici rappresentano sempre un ottimo investimento. In queste ore gli investigatori sono intenti a recuperare almeno una parte del bottino dello squalo della finanza, proprio seguendo la pista dell’arte contemporanea è saltato fuori il nome di Ezra Merkin, finanziere che a quanto afferma il procuratore generale di New York, Andrew Cuomo avrebbe nascosto ben 2.4 miliardi di dollari facenti parte del tesoro dell’amico e socio Madoff.

Ben Lewis e la bolla dell’arte

 Il critico d’arte e filmmaker Ben Lewis ha passato tutto il 2008 seguendo il boom del mercato dell’arte contemporanea, dal suo picco in maggio sino al collasso in ottobre. Il risultato di tutto questo impegno è un divertente documentario dal titolo The Great Contemporary Art Bubble in onda in questi giorni sulla BBC inglese.

La bolla speculativa di cui parla il documentario si riferisce ad una tendenza partita circa cinque anni fa quando si incominciò ad avvertire un pazzo interesse per l’arte contemporanea che fece rialzare di milioni di sterline le opere di Andy Warhol, Francis Bacon e Mark Rothko, vendute all’asta ad oltre 30 milioni di sterline sopra il loro prezzo di partenza. Nel settembre del 2008 la bolla raggiunse il suo climax quando Sotheby’s riuscì a vendere opere di Damien Hirst per un totale record di 111 milioni di sterline.

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