La pittura ha ancora un senso

Le possibilità espressive e creative delle arti visive hanno subito una rapida espansione durante il corso del ventesimo secolo, Marcel Duchamp ha inventato il ready made e successivamente nel corso degli anni sessanta e settanta il proliferare di nuove tecniche come l’installazione, la performance, la land art, la body art, la video arte e la fotografia (non ultima quella digitale) sembravano aver dichiarato a morte la pittura.

Eppure negli scorsi anni la pittura ha incominciato un lento ma inesorabile cammino di ritorno riguadagnando prestigio tra collezionisti ed istituzioni e riconfermandosi regina di aste e compravendite di mercato. Ne aveva avuto il sentore il Centre Pompidou di Parigi nel 2002, presentando la mostra Cher Peintre, Lieber Maler, Dear Painter e profetizzando il ritorno ad una certa forma di pittura figurativa. Successivamente tra il 2004 ed il 2005 Charles Saatchi presentò a Londra una serie di tre mostre intitolate The Triumph of Painting.

Da cosa ad opera d’arte e viceversa, ovvero: anche Kippenberger viene ripulito

Spesso le opere d’arte contemporanea causano numerosi fraintendimenti ed il fruitore basito non riesce a comprendere l’esatta funzione dell’oggetto che si trova al suo cospetto. Sarà forse colpa di Duchamp e del suo orinatoio, sta di fatto che ormai gli artisti ci hanno abituato ad ogni ardita sperimentazione, arrivando a spacciare lamiere e spazzatura per arte concettuale. Critici, appassionati ed addetti del settore potranno anche captare il senso di talune opere ma sovente ci scappa il misfatto.

Ecco quindi che si moltiplicano le situazioni-tipo tratte da “Le vacanze intelligenti”, anche noi potremmo un giorno tramutarci Remo e Augusta Proietti alla Biennale di Venezia, sederci sopra una sedia e tramutarci magicamente in un’opera d’arte ambita da tutti i collezionisti. Ma che tipo di cosa è un’opera d’arte? Difficile a dirsi, ecco perché a volte queste cose finiscono con l’esser gettate nella pattumiera.

Il Vaticano alla ricerca dell’arte contemporanea

Astuta mossa del Vaticano che si è reso conto di essere lontano anni luce dal mondo dell’arte contemporanea e tenta ora un provvidenziale recupero in zona Cesarini. Papa Ratzinger ha infatti intenzione di incontrare 500 artisti provenienti da ogni parte del globo, il meeting inizierà a novembre e farà parte di un nuovo programma del Vaticano mirato a ricucire lo strappo con il mondo dell’arte contemporanea.

Secondo alcuni portavoce della santa sede il raduno si terrà il 21 novembre prossimo alla cappella Sistina, l’evento è in realtà “il primo passo verso una nuova e fertile alleanza tra l’arte e la fede sperando che il gesto si tramuti in una sorta di pace dopo il grande divorzio” queste le parole del direttore dei musei vaticani, Antonio Paolucci. La lista degli invitati include artisti provenienti dai 5 continenti che spaziano dalla pittura, alla scultura e  dall’architettura al video. Gli ospiti sono stati selezionati senza tener conto del loro orientamento creativo, politico o religioso secondo quanto affermato dall’arcivescovo Gianfranco Ravasi presidente del Pontificio Consiglio della Cultura.

Damien Hirst, Il Tate ed i Gemelli

 Incredibile ma vero siamo ancora qui a parlare dei nuovi pruriti artistici di Damien Hirst e di una nuova mostra al Tate Modern di Londra. L’artista sembra essere una inesauribile fucina di idee il più delle volte molto discutibili mentre la famosa istituzione museale britannica inanella una mostra dietro l’altra, il più delle volte abbastanza interessante.

Insomma tirando le somme Londra resta stabilmente nelle zone alte della classifica delle più prolifiche location per quanto riguarda la scena dell’arte contemporanea. Ma torniamo a bomba, dal 1 ottobre 2009 al 17 gennaio 2010 il Tate ospiterà una mostra dal titolo Pop Life: Art in a Material World, ovviamente come suggerisce tale incipit l’evento indagherà sulle influenze della società del consumismo nei confronti della creazione artistica, niente di nuovo sotto al sole e va da sé che lo spettro di Andy Warhol aleggerà più o meno in maniera convincente nel corso di un megapolpettone i cui ingredienti principali saranno nomi del calibro di Tracey Emin, Keith Haring, Martin Kippenberger, Jeff Koons e Takashi Muratami.

Emergenza reale per Emergency Room

Polemiche e censure al PAN di Napoli per l’opera di Sebastiano Deva nell’ambito del progetto curatoriale Emergency Room, ideato dal franco-canadese Thierry Geoffroy. Deva aveva presentato l’opera Sacred Love raffigurante il Cristo crocifisso rivestito da un preservativo. Ovviamente le ire del mondo istituzionale non hanno tardato ad arrivare, il sindaco Rosa Russo Iervolino ha subito fatto rimuovere l’opera incriminata affermando che:

“Quando manca l’ispirazione artistica, si tenta di far parlare di sé anche con operazioni artistiche di pessimo gusto e che non rispettano (come si dovrebbe) il sentimento religioso dei cittadini. Naturalmente, quando chiedo il rispetto del sacro, mi riferisco a tutte le religioni e non intendo comprimere la libertà dell’arte”

L’assessore Nicola Oddati si è quindi precipitato al Pan per agire in prima persone sull’oscuramento dell’opera. Non è certo la prima volta che le istituzioni intervengo per censurare un’opera accusata di blasfemia, basti pensare al vespaio di polemiche suscitate dalla rana crocifissa di Martin Kippenberger esposta l’estate scorsa al Museion, il museo d’arte moderna della città di Bolzano. Per non andare troppo indietro nel tempo anche quest’inverno in occasione di Artefiera a Bologna, l’installazione di Federico Solmi esposta allo stand della galleria napoletana Not Gallery  è stata sequestra dalla procura locale.

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