Trieste, cinque artisti varcano la soglia dell’ignoto e dell’impossibile

Federica Schiavo Gallery inaugura il 31 marzo la mostra TRIESTE che riunisce nuovi lavori, realizzati appositamente per la mostra, degli artisti internazionali Matthew Day Jackson, Jessica Jackson Hutchins, Jay Heikes, Karthik Pandian ed Erin Shirreff.

Trieste è il nome del batiscafo di costruzione italiana che nel 1960, con un equipaggio di sole due persone, stabilì un record di immersione, tuttora imbattuto, nelle acque dell’Oceano Pacifico, raggiungendo il punto di maggior profondità del pianeta: la fossa delle Marianne. Trieste è anche la piccola città portuale dell’Adriatico, situata al confine con la Slovenia, conosciuta per il suo fascino mitteleuropeo e un’insolita atmosfera malinconica che, citando Jan Morris, “porta le persone che la abitano a porsi tristi domande. A che scopo sono qui? Dove sto andando?“ (Trieste and the Meaning of Nowhere, Simon & Schuster, 2001). La mostra è metaforicamente ispirata da queste due realtà ‘borderline’ e richiama l’idea di una forza misteriosa che spinge inevitabilmente l’uomo a varcare la soglia dell’ignoto e dell’impossibile. Gli artisti in mostra, legati tra loro da rapporti di amicizia e stima reciproca, negli anni hanno dedicato frequenti e intense conversazioni a questi temi.

Artefiera 2011, alcune considerazioni sparse

C’era più gente, c’era meno gente. Anzi c’erano meno parvenus e più intenditori ma a pensarci bene c’erano meno intenditori e più parvenus.  E dobbiamo dire che abbiamo visto galleristi disperati per le poche vendite, anzi a pensarci bene la maggior parte delle gallerie erano soddisfatte per le buone vendite. Ed abbiamo visto sempre le solite opere ma a pensarci bene quest’anno le opere erano tutte diverse. Questa è Artefiera Bologna, tutti vorrebbero tastarle il polso ma ogni possibile stima si riduce solo ad una chiacchiera da bar, un giudizio molto personale che tale rimane, la fiera è sempre la fiera.

Certo molte gallerie hanno disertato e forse si è trattato di un attimo di pausa per riorganizzare le idee ma i più maligni parlano di perdita di smalto e di collezionisti da parte della celebre manifestazione. Si sono visti in giro molti “bollini rossi” su opere meno costose e multipli ma il disperato momento di crisi economica in cui tutti ci troviamo esercita ed eserciterà ancora per molto tempo una determinante pressione sulle compravendite d’arte, nulla di male quindi se i collezionisti tendono ad essere più guardinghi.

Matthew Day Jackson – In search of…

Il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna apre la programmazione 2011 con In search of… la prima personale in un museo europeo di Matthew Day Jackson, uno dei principali artisti statunitensi emergenti. Nella mostra, partendo dalle domande fondamentali che tutti ci poniamo sull’esistenza umana – chi siamo, da dove veniamo, cosa ci riserva il futuro – l’artista mette in atto un’esplorazione delle mitologie personali e collettive attraverso una selezione di lavori realizzati tra il 2007 e il 2010.

La ricca esposizione trasforma lo spazio del MAMbo: lo fa vibrare di cromatismo grazie a speciali pellicole che modificano l’impianto di illuminazione attraverso il riverbero dell’intero prisma dei colori, lo interroga con l’ambigua presenza di uno speciale pendolo di Foucault calato da un’altezza di 16 metri, lo anima con opere a motore alimentate da pannelli solari posti sulla terrazza del museo. In search of… ha come filo conduttore l’omonimo video di Jackson (2010) basato sul format di una popolare serie televisiva americana andata in onda dal 1976 al 1982, condotta da Leonard Nimoy (il celebre dottor Spock di Star Trek), che indagava misteri e fenomeni paranormali.

Anche l’arte è andata sulla luna

In questi giorni si festeggia il 40esimo anniversario dalla storica camminata dell’astronauta Armstrong sulla superficie lunare. Ovviamente radio, tv e giornali hanno dedicato ampio spazio alla commemorazione di un evento che in sostanza ha cambiato la nostra vita, segnando l’inizio di una nuova era, quella spaziale.

Ma l’orbita lunare non è stata solamente oggetto di voli spaziali, i voli di fantasia di coloro che non hanno mai fatto parte dei 12 uomini che hanno calpestato la superficie lunare sono praticamente incalcolabili. La Luna è stata una fonte d’ispirazione per molti artisti, influenzando in maniera netta anche l’arte contemporanea. Proprio in questi giorni alla BFI di Londra, Simon Faithfull esplora il bisogno dell’uomo di sconfiggere la forza di gravità mediante l’uso di videocamere attaccate a palloni aerostatici e razzi che viaggiano sull’inospitale confine dell’atmosfera.

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