MiArt, la fiera che reinventa la sagra di paese

Alla vigilia del sostanziale fiasco della scorsa edizione di Arte Fiera Bologna, con la relativa fuga/cacciata che dir si voglia della patron storica Silvia Evangelisti, molte gallerie assenti avevano dichiarato a popolo e paese di voler puntare tutto su MiArt, kermesse meneghina a loro parere meglio organizzata e soprattutto più prestigiosa in ambito internazionale. In realtà, dopo un nostro passaggio all’edizione 2012 della fiera, ci siamo resi subito conto che prestigio e caratura internazionale non sono caratteristiche attribuibili a MiArt.

La cartina al tornasole di quanto precedentemente affermato risiede proprio nella selezione delle gallerie partecipanti, un buon 80% delle stesse gioca in casa. Difficile far passare per internazionale una fiera cui partecipano quasi esclusivamente gallerie locali, tra tutti gli attacchi subiti da Arte Fiera Bologna non si può certo metter in dubbio la sua aura nazionalpopolare.

Davide Dormino – Sessione Primaverile

Inaugura il 13 aprile 2012 nello Spazio Vhernier, durante la settimana del Miart, la mostra “Sessione Primaverile”, personale dello scultore Davide Dormino. La ricerca artistica di Davide Dormino parte dal disegno come progetto per le sue sculture, realizzate con materiali semplici e grezzi come il ferro, il marmo e il gesso.

In mostra tre site specific che rappresentano il senso della scultura di Davide Dormino, caratterizzata da un contrasto tra i materiali usati e le sensazioni di pesantezza e leggerezza che provocano in chi le guarda. Il primo intervento è una scultura alta 3 metri e mezzo composta da tre chiodi in gesso che formano un struttura triangolare. Il secondo è un sistema nervoso di 3 km di filo di ferro che nasce da una parete del loft Vhernier, si espande nello spazio e si arrampica sulle scale: un’installazione con una forte matrice organica bilanciata dalla componente del ferro che rimanda alla grafite e alla scrittura.

MiArt 2012

Dal 13 al 15 aprile Milano, capitale del mercato italiano dell’arte, diventa momento cruciale di incontro e scambio culturale per l’appuntamento annuale con MiArt che anche quest’anno presenta una selezione delle gallerie più autorevoli del sistema artistico, che considerano Milano luogo strategico di esposizione per il loro pubblico. Il direttore artistico di MiArt, Frank Boehm, sottolinea la continuità dei due mondi, contemporaneo e moderno, volutamente riuniti senza limiti temporanei in un’unica area espositiva completamente rinnovata. Una scelta che nella volontà del direttore, nel ruolo anche di curatore della manifestazione, vuole evidenziare espressamente le reciproche contaminazioni per presentare al meglio l’intero periodo rappresentato, dai primi del ‘900 fino ai nostri giorni.

Gallerie e galleristi sono al centro di questo percorso espositivo per proporre a collezionisti, curatori, direttori di musei e appassionati in genere, italiani e internazionali, le scelte operate in un momento storico innegabilmente difficile, approntate per questo alla qualità assoluta, in grado di soddisfare gusti e aspettative dei collezionisti. In questa direzione si collocheranno tutte le opere che saranno presentate a MiArt rappresentative di artisti di ogni parte del mondo promossi e sostenuti dall’attività delle gallerie che punteranno sull’eccellenza e la varietà delle opere esposte nelle diverse forme artistiche, dalla pittura alla scultura, dalle installazioni alla fotografia, dai disegni alla video art, dalle performance ai progetti speciali site specific.

Dovrei smettere di andar per fiere – MiArt 2011

Potevo non andarci? Non avevo mica voglia, ma poi tutti mi avrebbero chiesto ci sei stata e ad ammettere la propria pigrizia (mica intellettuale né) non ci si fa bella figura. E poi diciamolo c’erano solo 31° gradi fuori un po’ di luce di neon fa bene alla pelle. Il problema è che il rischio che la fiera uccida l’arte è alto e ti ritrovi a pensare forse mi sto disinnamorando. Non è bello.

Vorrei quindi concentrarmi sugli aspetti positivi di questo MiArt che si è presentato come innovativo, ma l’effetto della comunicazione era un po’ che il mio catetere è nuovo di zecca, mica il resto… Dicevamo, le cose positive: positivo il numero di cento gallerie, abbastanza ma non troppe. Certo la gestione degli spazi era un po’ a sfavore delle “nuove” in quel corridoietto risicato all’ingresso, ma son dettagli. Buoni i servizi, scusare se è poco ma c’erano sushi da un lato e angolo americano dall’altro, con bagel e leccornie, poi se uno preferisce comunque un rustichello affari suoi. Positivo il tentativo di fare rete, coinvolgendo diverse realtà nell’organizzazione degli eventi collaterali.

100 di 50, una grande manifestazione incentrata su performance sia storiche che contemporanee

Visto il successo riportato lo scorso anno da Festa Grande come prima collaborazione tra MiArt e NABA, le due istituzioni milanesi continuano a cooperare con un nuovo e più ambizioso progetto all’insegna dell’arte e del design. Giacinto Di Pietrantonio e Marco Scotini stanno mettendo in cantiere per questa occasione una grande manifestazione incentrata su performance sia storiche che contemporanee. L’evento intitolato “100 di 50” si concentra sulla riproposizione dal vivo di varie performance dagli anni Sessanta ad oggi. Quando questo non sarà possibile verranno presentati video, foto e documentazioni.

Proprio per la complessità e ambizione del progetto questa edizione prevede, oltre alla collaborazione delle due istituzioni MiArt e NABA, la partecipazione attiva di artisti, gallerie, collezionisti, imprenditori, riviste: una procedura, questa, che costituisce la novità del progetto. Con “100 di 50” si intende la messa in scena delle 100 performance più significative che hanno contribuito a fare la storia dell’arte contemporanea degli ultimi 50 anni; si vuole mostrare come un’arte che vive di una temporalità definita sia riuscita a fare dell’effimero un elemento di lunga durata. La performance è infatti una delle massime espressioni del nostro tempo liquido (Bauman), flessibile (Sennett), precario (Virno), imprevisto.

MiArt, finale da brivido: rubata un’opera di Arnaldo Pomodoro

Il MiArt tenta di tirarsi fuori dalla mischia delle fiere italiane, dopo tredici anni vissuti in bilico tra paradiso ed inferno la manifestazione meneghina ha cercato quest’anno di riproporsi in una veste più internazionale presentando però 140 gallerie (l’anno passato erano 200) prettamente milanesi.

Scelta questa che basta come risposta ai detrattori che hanno additato le pur modeste fiere romane come eventi poco aperti all’estero e tacciati di romanocentrismo.  Pur con un buon allestimento ed una serie di eventi collaterali di pregevole fattura come la presenza Vanessa Beecroft al PAC e la Video Lounge curata Nav Haq, il MiArt 2009 ha lasciato l’amaro in bocca a diverse gallerie che hanno lamentato la mancanza di un giro di collezionismo internazionale e di nuovi contatti.

MiArt contro la crisi

Si terrà dal 17 al 20 aprile 2009 con inaugurazione fissata per il 16 aprile la quattordicesima edizione di MiArt, fiera internazionale d’Arte moderna e contemporanea di Milano nei padiglioni cittadini di Fieramilanocity. Un’edizione particolarmente importante quella a cui sta lavorando il team organizzativo, nell’ambito di un momento in cui la crisi mostra ripercussioni anche nel mercato dell’arte.

“Per questo, in un momento in cui la crisi economica sta inducendo molti operatori a contrarre le spese – dichiara Paolo Galassi, presidente della  società che organizza MiArt – FMI (Fiera Milano International) ha deciso coraggiosamente di fare investimenti proprio sulla nostra fiera d’arte”.

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