Agosto, mostra mia non ti conosco

Avete presente quei programmi estivi che manda in onda la Rai in seconda serata? Stiamo parlando del festival della canzone di Spoltore, del raduno internazionale di poesia di Poggibonsi, del premio cinematografico Skrondo d’oro di Pescocostanzo. Non ce ne vogliano gli abitanti di queste amene località, ma d’estate il servizio pubblico paga il pedaggio alle proloco sparse per tutti i paesini del nostro italico stivale e sovente ne escon fuori dei programmi da sbadiglio automatico.

Ebbene, in questi ultimi tempi anche il mondo dell’arte contemporanea ha deciso di seguire le orme del programmaccio estivo made in Rai, sciorinando un palinsesto di eventi e kermesse da urlo, se non da arresto immediato. I Festival si sono moltiplicati a macchia d’olio tanto che sembrano aver preso il posto delle sagre di paese o della festa del santo. Solitamente ognuno di questi eventi ha la sua bella mostra di fotografia e video arte il tutto mixato con mercatini e spettacoli di qualche comico visto in Tv.

VIR Open Atelier

Calling Upon#4 – “Misurazione, agonismo e resistenza”

Nel testo Problems and Projects del 1972, Nelson Goodman afferma che la funzione di un sistema costruttivo non è di ricreare l’esperienza, ma di cartografarla. Un costructional system non è solo un modo di vedere il mondo, ma anche, e soprattutto, di farlo, di costruirlo, mettendo in evidenza le pratiche e le strategie che lo hanno progressivamente composto. Appoggiandosi a questa suggestione, l’apertura delle porte di VIR sfrutta la formula  dell’open studio non come l’occasione per formalizzare – una volta per tutte e in maniera definitiva – l’attività dei quattro progetti in residenza, ma come un tentativo di comprendere in che modo essi hanno cercato di “fare sistema”.

Constructional system si mostra come una situazione aperta, ancora opaca, in bilico tra il momento espositivo e il laboratorio, in cui le pratiche presentate sono ancora operative e immerse nella ricerca. Aprire lo studio significa a sua volta cercare di rendere cartograficamente e in maniera temporanea lo stato d’avanzamento del lavoro e della produzione che ha popolato il territorio di VIR nell’arco dei mesi di maggio, giugno e luglio cercando di afferrare la vita del luogo e le corrispondenze emerse tra i diversi progetti che si sono trovati a convivere in uno spazio comune.

Brightlight/Darklight all’American Academy in Rome

Roma – Martedì 19 giugno e 3 luglio 2012 l’American Academy in Rome inaugurerà nella sua galleria la doppia mostra Brightlight/Darklight, curata da Ludovico Pratesi e Valentina Ciarallo. Questa esposizione ospiterà le opere di 4 giovani artisti italiani: Francesco Carone, Chiara Camoni, Salvatore Arancio ed Emanuele Becheri. I loro lavori riflettono sull’ambigua natura della percezione del tempo attraverso la metafora dei due aspetti della luce: l’abbaglio delle giornate estive e l’oscurità della notte.

Gli artisti trasformeranno i due spazi espositivi della galleria dell’American Academy in ambienti che permettono ai visitatori di vivere l’evento espositivo come un’esperienza di conoscenza, innestando una riflessione sulla capacità dell’arte di aprire inaspettate modalità interpretative e modificando così la banalità del quotidiano. Ogni artista, attraverso un percorso che unisce opere realizzate con tecniche diverse, crea un itinerario concettuale ed emotivo unico e memorabile.

Roberto Coda Zabetta alla Certosa di San Giacomo di Capri

Sabato 28 luglio alle ore 19.00 negli spazi della Canonica della Certosa di San Giacomo a Capri con la direzione di Rossana Muzii, l’Associazione Culturale ArteAs presenterà la mostra personale di Roberto Coda Zabetta dal titolo “VERDADE” a cura di Guilherme Bueno, Maria Savarese e Maurizio Siniscalco.

L’esposizione è promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico, Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Napoli e dall’Associazione Culturale ArteAs di Maurizio Siniscalco. La mostra, con il Patrocinio della Città di Paraty gemellata con la Città di Capri, dell’Istituto Italiano di Cultura di Rio de Janeiro e della UERJ – Universidade do Estado do Rio de Janiero, presenta 27 lavori inediti, in anteprima assoluta italiana, che verranno successivamente presentati al MAC – Museu de Arte Contemporânea de Niterói a Rio de Janeiro dal 29 settembre al 3 novembre 2012.

VERDADE” (“VERITÁ”) prende spunto dalla memoria di quanti hanno sofferto la detenzione in uno dei più spietati sistemi di prigionia del mondo: quello delle carceri brasiliane, durante il periodo di dittatura dal 1964 al 1984. Bambini, giovani e donne sparirono senza lasciare traccia, se non quella indelebile nei ricordi di tutti coloro che indirettamente vissero quella tragica esperienza.

Luca Vitone alla Fondazione Brodbeck di Catania

Negli anni ’30, il noto romanziere André Gide raccomandava, persino ai manipolatori Surrealisti, la conoscenza della geografia prima di intraprendere qualsivoglia attività artistica. Sin dalla seconda metà degli anni ’80, l’esperienza artistica di Luca Vitone si è concentrata essenzialmente sull’idea, e insieme la pratica, di luogo. In questo caso il luogo assume un duplice significato: quello di immagine geografica storico-culturale e di individuazione di spazio concreto. Nel corso degli anni, dunque, Luca Vitone ha fatto sua questa attitudine modernista coniugando la figura romantica dell’esploratore alla analisi e all’ironia concettuale.

Il suo lavoro, originale non solo nel panorama artistico italiano ma anche in quello internazionale, esplora così il modo in cui i luoghi si soggettivizzano attraverso la produzione culturale: l’arte, la cartografia, la musica, il cibo, l’architettura, le associazioni politiche e le minoranze etniche. L’artista, in questo suo continuo ripensare la geografia, ricostruisce (produce) un soggetto – un territorio o un paesaggio – inventando persino percorsi dimenticati e memorie, offrendo uno spazio misurabile e visibile ai soggetti autonomi e individuali prodotti dall’immaginazione creatrice. Accanto, nel senso spaziale e metonimico, a questa personale ricerca geografica, Luca Vitone ha avviato, da circa un decennio, una altrettanto originale e differente riflessione sulla natura del monocromo (emblema ma anche bersaglio telelogico dell’arte di avanguardia del ‘900).

Chiara Dynys allo Spazioborgogno di Milano

Guardati è il nuovo progetto espositivo di Chiara Dynys che inaugura mercoledì 27 giugno 2012 alle ore 18.30 presso lo Spazioborgogno di Milano.

Concepito dall’artista appositamente per lo spazio postindustriale di Ripa di Porta Ticinese 113, il progetto rappresenta un ulteriore sviluppo della ricerca artistica di Chiara Dynys incentrata sul processo conoscitivo e le relazioni fra l’opera, l’ambiente espositivo e il suo pubblico. L’esposizione si compone di due parti distinte, una anticipata quest’anno con una mostra alla Galerie Hollenbach di Stoccarda e una completamente inedita.

Ultimi giorni per partecipare al Festival Abstracta 2012

La visione genera mondi e la creazione di mondi inizia dagli elementi costitutivi del mondo. Tuttavia ogni elemento può essere reinvestito di senso e “astratto” dal contesto. Ogni elemento può nondimeno essere “l’astratto” del contesto: suo elemento rappresentativo da indagare per giungere alla costituzione di una meta-visione meglio comprensiva del tutto. In definitiva un’investigazione sugli elementi (non necessariamente puri) di “qualcosa” e sul loro senso speculativo nudo prende proprio nella cosa investigata un punto di partenza che non è negato, ma solo “astratto”. Astrarre dunque è anche leggere nuovamente, astrarre da qualcosa può significare cercare il nodo primigenio, senso della visione, nuova semiosi degli elementi.

L’ultima mostra del cinema astratto si svolse nel 1951 a Liegi, in Belgio, organizzata da Jean Raine, artista e cineasta Cobra, e vide la partecipazione dei maestri del cinema degli anni ’20 e ’30, Leger, Duchamp, Dulac, Ernst, Veronesi, Richter, Henri Moore ed altri. Riprendendo una tradizione interrotta, dunque, è stato proposto dal 2006 a Roma Abstracta, l’unico festival di cinema astratto in Italia.

Carolyn Christov-Bakargiev e la statua della chiesa

Alle volte dai piccoli dettagli si è in grado di comprendere l’entità di un disegno ben più ampio. E come spesso succede, sono proprio i piccoli dettagli a decidere le sorti di questo disegno. Ad esempio, nei giorni scorsi Carolyn Christov-Bakargiev, curatrice di Documenta 13, ha bisticciato con una chiesa posta nelle vicinanze della grande manifestazione. L’istituto religioso aveva da poco installato una scultura sulla torre con una piccola mostra annessa.

La curatrice ha quindi chiesto la rimozione della statua, per paura che la stessa entrasse in conflitto con la mostra. Spieghiamoci meglio, un visitatore di Documenta potrebbe confondere una comune statua ecclesiastica per un’opera presente in mostra. Se Carolyn Christov-Bakargiev ha paura di questo piccolo dettaglio, forse ella stessa pensa che le opere presenti alla sua mostra possono essere facilmente confuse con qualunque altra cosa, magari con un soprammobile o chissà quale altro oggetto complementare.

Ladies Italian Games al Misael di Shanghai

Aprono a Shanghai contemporaneamente il Nuovo Misael Cultural Area e la Mostra ospite del Neo-nato spazio “LADIES ITALIAN GAMES” a cura del Direttore Creativo del Progetto Angelo Cruciani. Quattro le Ragazze convocate che attraverso la Fotografia descriveranno con un gusto italo-internazionale, un lavoro di profonda ricerca interiore che inaspettatamente utilizza un mezzo nato per imprimere realtà. Sono: Beatrice Morabito, Dorian Rex, Chiara Fersini, Maria Rita Carota le quattro “signorine” prescelte a rappresentare l’Italia in una mostra collettiva dove lo stereotipo della femminilità italiana viene completamente ribaltato.

La Cina infatti ha un concetto di Donna Mediterranea legato alle immagini Gabbaniane e Bellucciane che negli ultimi anni hanno plagiato inesorabilmente l’ideale collettivo Orientale: sensualità, sessualità, esibizionismo e desiderio gli ingredienti alla base della Lady Tricolore rigidamente idealizzata come sex machine. L’Arte incece propone una Donna più misteriosa: sicuramente più consapevole riguardo all’erotismo (a diversità dei grandi tabù Asiatici) e assolutamete ferma a sottolineare il potere celebrale che contraddistingue le Ragazze dello Stivale.

Benvenuto Disertori al Mart di Trento

Benvenuto Disertori (1886-1969), grande maestro dell’incisione, è conosciuto soprattutto per le sue “acquaforti civiche”, vedute di città dell’Italia, ampiamente apprezzate e studiate dalla critica d’arte. Esiste però un aspetto centrale della vicenda artistica di Disertori che non è altrettanto noto: ritratti, nudi e raffigurazioni allegoriche che rivelano come l’incisore trentino sia stato un interprete attento e raffinato della cultura Liberty e simbolista.

Cinquanta di queste opere sono ora al centro della mostra “Benvenuto Disertori. Un segno Liberty”, a cura di Alessandra Tiddia, in programma dal 16 giugno – 2 settembre 2012 nella sede di Torre Vanga a Trento.  Affiancata da un catalogo con testi di Andrea Disertori, figlio dell’artista, di Duccio Dogheria e di Alessandra Tiddia, la mostra si concentra in particolare sull’attività di ritrattista di Disertori; accanto alle incisioni saranno esposte per la prima volta una selezione di matrici xilografiche, e in rame e zinco, relative alle opere presentate e un nucleo di disegni inediti provenienti dalla collezione di famiglia. Inoltre, nel catalogo della mostra il Mart pubblica la lista completa delle opere di Disertori presenti nelle proprie collezioni, per offrire un essenziale strumento di approfondimento agli studiosi.

Yves Klein al Palazzo Ducale di Genova

Il judo e il teatro sono gli elementi dell’opera di Klein su cui hanno puntato l’attenzione i curatori di questa mostra evento che si apre a Genova a Palazzo Ducale il 6 giugno 2012 , giorno in cui ricorrono i 50 anni dalla morte di Yves Klein.  Yves Klein affascinato dalla sensualità del corpo e dal suo movimento lo mette in scena di ritorno dal suo viaggio di studio in Giappone. Dopo aver sorpreso, incantato e scandalizzato l’Europa e l’America con opere d’arte realizzate come performance teatrali, giunge al concetto di superamento dell’arte.

Ad affrontare questa, ancora poco indagata, “vita sul tatami” di Yves Klein: Sergio Maifredi, uomo di teatro e cintura nera di judo; Bruno Corà, critico d’arte che ha raccontato l’artista nelle più importanti esposizioni a lui dedicate in Europa; Daniele Moquay, fondatore degli Archivi Klein a Parigi.

Fabrizio Plessi nella Valle dei Templi di Agrigento

Sabato 19 maggio 2012 alle ore 19.00, Si  apre la mostra di Fabrizio Plessi MONUMENTA. L’esposizione si svolge all’interno del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento. Dopo le esposizioni “Arte Contemporanea per il Tempio di Zeus” e “Igor Mitoraj lo spazio degli dei”, realizzate rispettivamente nel 2010 e 2011, “MONUMENTA” rappresenta un nuovo progetto che coinvolge il più significativo video-artista italiano.

Il lavoro di Fabrizio Plessi, cui la Biennale di Venezia ha dedicato un intero padiglione, con questa importante personale, sposterà l’attenzione su tematiche espressive diverse dall’arte figurativa e scultorea presentate fino ad oggi nella Valle, rendendo il sito archeologico uno straordinario contenitore per l’arte contemporanea, sempre nel rispetto dell’area archeologica. La mostra consta di nove torri rivestite in materiale che sembra pietra tufacea.

Scultura internazionale al PAN di Napoli

Giovedì 17 maggio 2012, nelle sale del primo piano del PAN | Palazzo delle Arti di Napoli sarà inaugurato il progetto espositivo, Memory. International Contemporary Sculpture, a cura di Ian Rosenfeld. Ospitata per la prima volta in un’ istituzione museale italiana, dopo essere stata esposta nel 2011 a Londra, Memory è una collettiva composta da dieci scultori, provenienti dai sei paesi: Italia, Spagna, Germania, Inghilterra, Finlandia, Stati Uniti, che interpretano, ciascuno secondo la propria cifra stilistica, il tema della memoria.

In mostra l’umorismo dello scultore tedesco Andreas Blank che lavora le materie classiche della scultura, come l’alabastro e la pietra arenaria ma con un modus operandi puramente contemporaneo; la finlandese Kaarina Kaikkonen, crea le sue opere riutilizzando vecchi vestiti, in ognuno dei quali ancora si respira il vissuto delle persone che li hanno indossati.

Quando il curatore non si cura della mostra

La Berlin Biennale di quest’anno non ha lasciato il segno. Il tema, incentrato su questioni politiche, non è stato sviscerato al meglio e gli artisti si sono accostati a fatica al progetto curatoriale. Purtroppo la mania di fagocitare le opere con linee curatoriali troppo complesse imperversa in tutto il mondo e, visto che le opere sono divenute solamente degli elementi arredativi a compendio del progetto, tra non molto si assisterà a mostre di soli testi curatoriali.

Ovviamente ciò rappresenterebbe il definitivo tramonto dell’arte contemporanea, il colpo che precede il tracollo, visto che da più parti si è già da tempo ipotizzata una crisi della bellezza all’interno del mondo creativo di oggigiorno. Il curatore è divenuto una primadonna che deve per forza di cose stupire il pubblico con trovate ad effetto che di fatto non tengono in considerazione le opere e non hanno alcun rispetto per gli artisti in mostra.

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