Siete in vacanza? GlobArtMag vi consiglia alcune mostre

Se già siete pronti per andare in vacanza, eccovi un articolo con varie mostre che potete visitare in giro per il mondo, tanto per tenervi sempre aggiornati con la scena dell’arte contemporanea e non perdere il ritmo. Fino al prossimo 28 agosto la Kunsthalle di Mulhouse ospita Seb Patane, giovane artista nato in Italia nel 1970. Il lavoro di Patane si estende su di un ampio spettro di media fra cui video, performance, scultura e collage. Per la Kunsthalle, l’artista ha raggruppato una serie di opere che oscillano fra  astrazione e figurativo, tra suggestione e narrativa.

Il MoMa P.S.1 di New York presenta invece fino al prossimo 3 settembre la prima grande mostra in un museo di Ryan Trecartin (classe 1981). Per l’occasione l’artista ha riempito 7 gallerie del prestigioso spazio con installazioni video-scultoree interconnesse che creano una sorta di ricerca, poetica e strutturale, sulle nuove forme tecnologiche, sulla narrativa e sull’identità umana. Sempre al MoMa, fino al 1 agosto 2011 sarà possibile ammirare la mostra A Story of Deception del grande Francis Alys con una cospicua collezione delle maggiori opere dell’artista, solitamente incentrate sulla performance e la ripetizione fino a giungere all’assurdo.

Consuelo Castañeda in affitto per Americas Society

Al via anche quest’anno il programma di Americas Society che porta negli spazi newyorkesi l’arte Latino Americana, dei Caraibi e del Canada attraverso tre eventi espositivi annuali. Il progetto si prefigge di coinvolgere artisti di media notorietà con un programma di opere site specific concepite appositamente per lo spazio, situato in un edificio storico a 680 Park Avenue, attraverso l’appropriazione dell’uso e del valore simbolico di dell’edificio stesso.

Ad inaugurare il nuovo ciclo espositivo sarà l’installazione di Consuelo Castañeda (Havana, Cuba, 1958) intitolata For Rent; curata da Yasmeen Siddiqui in collaborazione con Gabriela Ranger, la mostra verrà inaugurata il 17 maggio 2011 e sarà visibile fino al 30 dii giugno. L’opera di Castañeda richiama alla sua esperienza di immigrata cubana negli Stati Uniti proiettando sullo sfondo di questa vicenda esistenziale quello che fu il più ampio contesto storico della Guerra Fredda.

New York festeggia l’unità d’Italia con Industria Gallery

Domenica 27 marzo New York celebra l’Unità d’Italia con l’apertura di Industria Gallery, una nuova galleria dedicata all’arte italiana, all’interno di Industria Superstudio, spazio diretto dal fotografo Fabrizio Ferri. Industria Gallery ospiterà per l’occasione UN’ITA una collettiva di 46 artisti italiani che con le loro opere rappresentano un ponte culturale tra gli Stati Uniti e l’Italia. La mostra e la galleria saranno inaugurate dal Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, nel corso di un evento realizzato con il contributo dell’azienda orafa Vhernier, sempre in prima linea per promuovere l’arte italiana.

La mostra UN’ITA è stata prodotta e curata dalla rivista Flash Art in collaborazione con Industria Superstudio, sotto l’alto patrocinio del Consolato Italiano a New York e del Comitato Italia 150. UN’ITA ospita artisti di generazioni e correnti differenti uniti da New York, città che li ha visti vivere, lavorare ed esporre e da cui sono stati profondamente influenzati. Un percorso che ricalca la storia dell’arte contemporanea italiana dai primi anni ’60 a oggi, all’insegna della migrazione artistica.

A New York l’Asian Contemporary art week

Si inaugura il 21 marzo, a New York, la settima edizione dell’Asian Contemporary art week. La data non è casuale, se da noi coincide col il primo giorno di primavera (o almeno si spera!), in alcuni paesi asiatici inaugura l’inizio del nuovo anno. La rassegna, della durata di dieci giorni, prevede il coinvolgimento di oltre 35 musei e gallerie e si articolerà attraverso conversazioni con artisti, pannelli, proiezioni, presentazioni di libri, mostre, e visite guidate.

Attraverso questa molteplicità di eventi, Asian Contemporary art week si prefigge di far conoscere a livello globale le ultime esperienze artistiche dei paesi asiatici con uno sguardo però rivolto anche verso i grandi nomi che hanno già dato un contributo indispensabile al panorama artistico contemporaneo quali MF Husain e Monir Shahroudy Farmanfarmaian che per altro, prenderanno parte alla serie di discussioni con gli artisti. La selezione degli artisti prevede il coinvolgimento di Afghanistan, Bangladesh, Burma, Cina, India, Indonesia, Iran, Giappone, Kazakhstan e Pakistan e ha suscitato un entusiasmo tale che probabilmente l’iniziativa verrà replicata lungo la West Coast americana.

Andy Warhol, il tempo, la noia ed il video artista che non ti aspetti

Il re della Pop Art, l’uomo dei “15 minuti di fama”, l’artista che ha trasportato le icone dello star system all’interno dell’arte, il genio e la sregolatezza, l’innocenza e l’ironia, lo scopritore di talenti, il fautore della banalità dell’orrore. Queste e tante altre cose si potrebbero dire, parlando di Andy Warhol ma ciò che spesso si tralascia è l’argomento cinema sperimentale o, permetteteci, video arte.

Già perchè ad un certo punto della sua carriera il re del Pop ha imbracciato la telecamera ed ha cominciato a produrre pellicole visionarie, innamorandosi del mezzo filmico a tal punto da sospendere le altre attività artistiche. Le avventure in celluloide di Warhol sono in questi giorni oggetto di una bellissima mostra ospitata dal MoMa di New York, un evento dal titolo Andy Warhol: Motion Pictures, in visione fino al 21 marzo 2011. 

A New York va di moda la natura…finta

Sovente l’arte imita la natura e le formazioni floreali. A New York in questi ultimi tempi ben due eventi ricreano fittizi scenari naturali, con soluzioni e risultati differenti ma decisamente affascinanti ed estrosi. Il primo ad offrire un anticipo di primavera è Will Ryman che svelerà il prossimo 25 gennaio la sua mega installazione The Roses. Per l’occasione l’artista ha già preparato una serie di 40 gigantesche rose rosa e rosse che verranno installate sulla Park Avenue occupando ben 10 isolati.

“Adoro l’idea che qualcuno possa guardar fuori dalla finestra e osservare l’opera da una data angolazione mentre un passante la osserva da tutt’altra prospettiva. Si tratta di due esperienze visive differenti concentrate su di un’unica opera” ha dichiarato Ryman ai microfoni del New York Times. Ryman ha inoltre aggiunto che l’ispirazione per The Roses gli è giunta dopo aver visto il film Blue Velvet di David Lynch. Sarà, ma a noi le installazioni dell’artista sembrano un pericoloso scontro tra Jeff Koons e Takashi Murakami.

A New York una mostra su Nollywood

Come ben sapete Hollywood è la capitale mondiale del cinema. Hollywood iniziò ad accrescere la sua fama nel 1910,  grazie alla lotta per i brevetti cinematografici, scatenatasi negli Stati Uniti proprio in quegli anni (con esattezza nel 1907): quella che allora rappresentava la più potente compagnia, la Motion Picture Patents Company, monopolizzava tutti i brevetti, impedendo ai concorrenti di realizzare film.

Forse avrete anche sentito parlare di Bollywood fusione di Bombay e Hollywood, patria del cinema indiano che sforna centinaia di films l’anno che sono ammirati da milioni di persone. Gli investimenti di Bollywood inoltre non sono secondi a quelli di Hollywood. Esiste però un’altra patria del cinema chiamata Nollywood, situata in Nigeria. La produzione cinematografica nigeriana è letteralmente esplosa negli ultimi 15 anni, dando vita alla terza industria cinematografica al mondo dopo Hollywood e Bollywood. Si tratta infatti di una produzione straordinaria tanto nei contenuti quanto nei numeri.

Subway Art History, il collettivo che riporta in vita la street art old skool

New York è la patria della street art, la culla del graffiti. Da li è partita ogni sorta di sperimentazione urbana ed ogni selvaggia azione di recupero del territorio da parte dei giovani artisti. La grande mela è stata quindi la culla dei più celebri nomi della street art ma è pur vero che il tessuto urbano è in continuo cambiamento, quindi molte opere create a cavallo tra gli anni ’70 ed ’80 sono andate perse o distrutte.

Oggi però questo problema potrebbe essere evitato, in questi giorni infatti se vi trovate dalle parti del Gowanus Canal di Brooklyn, potrete osservare un fantastico graffiti che reca la frase “Hand Of Doom”. Si tratta della riedizione di una celebre opera eseguita da Seen negli anni ’80 su di un intero vagone della metropolitana cittadina. L’opera è persino apparsa sul celebre libro Subway Art, scritto nel 1984 da Henry Chalfant e Martha Cooper, una vera e propria bibbia per gli amanti di questa tecnica artistica.

Youtube Play o Youtube Pay? lo sponsor si compra la mostra

Strane cose succedono al Guggenheim di New York. Pochi giorni fa sono stati infatti annunciati i nomi dei 25 video finalisti del celebre concorso Youtube Play che sono stati poi esposti fino a ieri al museo, trasformato in un enorme videowall. Ora voi direte è che male c’è? dopotutto sembrerebbe un passo verso l’arte democratica, verso l’abolizione dei curriculum e delle spintarelle all’insegna di un “apriamo i luoghi deputati all’arte a chi ne ha le giuste qualità”.

Tutto ciò potrebbe essere anche vero ma il giornalista Tyler Green ci fa giustamente notare qualcosa di limaccioso in tutto ciò. I comportamenti poco chiari del Guggenheim sono iniziati quando nel 2000 Giorgio Armani (si, il famoso stilista) ha deciso di donare 5 milioni di dollari alla fondazione Guggenheim. Come per magia dopo quella donazione il museo ha organizzato una grande retrospettiva al celebre stilista zittendo tutte le critiche con un: “L’idea di una mostra sul percorso stilistico di Giorgio Armani è nata molto tempo prima che si parlasse di una donazione al Guggenheim”, già prima si pensa ad una mostra e dopo come per magia arriva un’ingente donazione, proprio dal protagonista della retrospettiva pensata.

5o artisti fotografano il futuro

Come sarà il futuro? Chissa che tipo di mezzi di comunicazione o di locomozione useremo e chissà se riusciremo mai a sconfiggere la morte. Insomma tra macchine volanti, nanotecnologie e robot umanoidi, il futuro sarà sicuramente entusiasmante ma da qui a fare previsioni certe la strada è molto lunga e tortuosa.

L’arte è per natura visionaria ed è per questo che è stato chiesto a 50 artisti di fornire la loro personale immagine del futuro nel corso della mostra 50 Artists Photograph The Future, in visione alla Higher Pictures di New York fino al prossimo 3 luglio. Tra le tante fotografie esposte, l’unico dato veramente certo è che agli artisti la fantasia non manca di sicuro. La fotografa Mariah Robertson prevede ad esempio delle alternazioni anatomiche, una sorta di fusione tra mondo vegetale ed essere umano.

Gli uomini nudi di Antony Gormley terrorizzano New York

Sono alte circa due metri ed hanno le sembianze di esseri umani nudi. Nei prossimi giorni ne saranno installate 27 sui tetti e sulle balconate di Manhattan a New York. Anche L’Empire State Building sarà invaso da queste presenze, il tutto fa parte di una mostra di arte pubblica. Stiamo ovviamente parlando del nuovo progetto di Antony Gormley che ha creato alcune statue con particolari anatomici estremamente reali che raffigurano le sembianze dell’artista stesso e che verranno appunto installate sui tetti di New York.

L’intento dell’artista è quello di: “giocare con la città e con le percezioni della gente” come lui stesso ha dichiarato in una recente intervista al New York Times. Noi di Globartmag avevamo già scritto un articolo anticipando questo insolito progetto ma ora che lentamente le statue cominciano ad apparire sui tetti della città, iniziano anche a verificarsi evidenti problemi di ordine pubblico.

Alberto Di Fabio alla Gagosian Gallery di New York

La Gagosian Gallery di New York ospitera’ dal 18 marzo al 24 aprile una nuova mostra di opere di Alberto Di Fabio. L’opera di Di Fabio e’ ispirata alle leggi fondamentali del mondo della fisica, agli elementi organici e a come essi interagiscano fra loro. Rappresentando forme naturali e strutture biologiche con fervida immaginazione e con colori vivaci, i suoi dipinti e le sue opere su carta uniscono i mondi della scienza e dell’arte.

Attraverso immagini astratte l’artista ha sviluppato ed ampliato il suo interesse per il mondo naturale. Nei suoi primi lavori Di Fabio esamina le strutture della flora e della fauna, nonche’ gli ecosistemi e le forme astrali, fino ad arrivare allo studio della genetica, del DNA, delle sinapsi cerebrali, e della ricerca farmaceutica e medica.

Riflessioni sul linguaggio degli anni ’10

Il 2010 per New York, oggi più di ieri, sembra essere l’anno dell’arte contemporanea. I musei della grande mela sono un turbinio di mostre ed eventi artistici che sembrano non finire mai, basti pensare all’attuale mostra di Gabriel Orozco al MoMa, a quella di Roni Horn al Whitney Museum ed a quella di Urs Fischer al New Museum.

Ovviamente questi grandi eventi non hanno mancato di generare commenti positivi e negativi, come la performance di Tino Sehgal attualmente in mostra alla “rotunda” del Guggenheim. Ma al di là dei giudizi personali su ogni singolo artista in mostra va detto che prese d’insieme queste visioni creative, unite ad altri episodi occorsi negli ultimi giorni, mi hanno dato da riflettere sulle ultime tendenze della scena dell’arte contemporanea.

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