Arte e danza si compenetrano al Centre Pompidou di Parigi

Il Centre Pompidou di Parigi presenterà la mostra Danser sa vie, evento senza precedenti dedicato al rapporto tra danza e arti visive, dal 1900 ad oggi. La mostra (che inaugurerà il prossimo 23 novembre) coprirà oltre 2.000 metri quadri dello spazio espositivo e proseguirà una vecchia tradizione del Centro fondata sulla valorizzazione di importanti spettacoli multidisciplinari, una tradizione che il suo presidente Alain Seban vuole far rivivere. Il tema sarà esplorato attraverso opere delle più grandi figure artistiche del 20° secolo, i contributi dei movimenti fondatori del modernismo artistico e le sperimentazioni in corso di importanti artisti contemporanei e ballerini.

Danser sa vie illustra come la danza e le arti visive hanno innescato la scintilla della modernità, ispirando sia i movimenti artistici più importanti e le figure chiave che hanno fatto la storia dell’arte moderna e contemporanea. La mostra in tre atti mostrerà come l’arte e la danza hanno esplorato il corpo in movimento. Danser sa vie ci permetterà quindi di scoprire questo aspetto nascosto delle avanguardie dell’arte come fonte costante di ispirazione per l’arte contemporanea, stabilendo un dialogo tra tutte le discipline, dal coreografico alle arti visive, dalla pittura al video.

Robert Longo alla Galerie Thaddaeus Ropac di Parigi

Tanti anni fa mi capitò di ammirare da una cospicua distanza alcune opere di Robert Longo. “Niente di speciale, in fondo si tratta di banalissime fotografie. Si sono scatti ben curati, ma di fotografie del genere se ne vedono su tutti i rotocalchi”, pensai. Chissà quanta altra gente, scorgendo rapidamente le opere di questo protagonista della Pictures Generation, avrà pensato le medesime cose.

Ed invece in quel frangente fu il mio stesso occhio ad ingannarmi, ciò che sembrava fotografia era invece disegno puro, un fitto intreccio di ricami che di fatto oltrepassava i limiti del medium. Mi trovavo di fronte alla serie Men in the cities e davanti al mio cospetto si contorcevano figure umane, simboli malati dell’ansia contemporanea avvolti da un tormento senza tempo. In quel frangente fui sopraffatta dalle linee e dalle cesellature che donavano ai disegni di Longo un’insperata quanto meravigliosa tridimensionalità.

Takashi Murakami a Versailles stupisce ma non troppo

Ci siamo, finalmente la tanto attesa e criticata mostra del genio del pop giapponese Takashi Murakami al Castello di Versailles a Parigi è ai nastri di partenza. L’evento si aprirà infatti il prossimo 14 settembre e si concluderà il 12 dicembre del 2010. Per l’occasione l’artista ha portato con sé un’incredibile corpus di opere composto da 22 lavori, 11 dei quali appositamente creati per la grande manifestazione: “ho cercato di seguire un processo creativo che rappresenti un ponte tra il passato ed il futuro” ha dichiarato in merito alle sue opere.

L’artista si è però ben guardato dal presentare le sue creazioni pop-porno, cercando però di non intaccare caratteristiche come sfarzo, spettacolo e vitalità, una mostra aperta a tutto ma in perfetto stile Murakami insomma. A riprova di ciò il Salone dell’Abbondanza dove Jeff Koons aveva installato il suo chiacchieratissimo Rabbit circa due anni or sono, è stato invasa da Tongari-Kun, installazione del 2004 simile ad un gigantesco totem puntuto da dove emergono simpatici personaggi simili a ridanciani folletti. Ovviamente la chiamata di Murakami a Versailles ha generato un vespaio di polemiche ed un’organizzazione chiamata Coordination Défense Versailles ha addirittura raccolto 4.387 firme per bloccare l’evento.

MuseoGames: Una storia da rigiocare

OXO è stato uno dei primi videogiochi della storia. In sostanza OXO era il classico gioco del tris e permetteva all’utente di giocare appunto a tris contro il computer. La schermata di gioco era visualizzata su un rudimentale monitor ed era molto spartana, questo poiché i computer dell’epoca non erano certamente dotati di grande memoria.

Il gioco fu infatti inventato da Alexander S. “Sandy” Douglas nel lontano 1952. In sostanza OXO era la sua tesi di dottorato all’università di Cambridge sull’interazione Uomo-Computer. Il gioco poteva “girare” unicamente su  un computer EDSAC in dotazione all’università. Dopo quello storico esperimento furono in molti a cimentarsi nell’arte videoludica e nel giro di venti-trent’anni il videogioco divenne una vera e propria industria capace di sfornare titoli storici come Donkey Kong, Pacman, Super Mario, Space Invaders e tanti altri titoli cari a chi oggi ha superato i trenta.

Liberté, Égalité, Censure, anche la Francia tappa la bocca all’arte

L’ombra della censura cade anche su uno dei paesi più liberal del mondo. La Francia ha infatti censurato un’opera dell’artista cinese Ko Siu Lan esposta al palazzo delle belle arti parigino, ricordiamo che l’Ecole Nationale Supérieure des Beaux-Artsuna delle più prestigiose scuole d’arte del mondo. Il progetto di Ko Siu Lan è stato ritenuto passibile di censura a causa dei suoi contenuti satirici che mettono alla berlina gli slogan della campagna politica del presidente Nicolas Sarkozy.

L’opera si compone di quattro grandi banner posti all’esterno del palazzo che recano le parole “lavora”, “meno”, “guadagna”, “di più”. Ovviamente prese nell’insieme queste quattro parole si contrappongono al celebre slogan lanciato da Sarkozy che tradotto in italiano recita: “Lavora di più per guadagnare di più”. La frase coniata dal premier francese è stata più volte protagonista delle elezioni presidenziali del 2007, quando la nazione era in preda alla crisi finanziaria.

Christian Boltanski un maestro dal sangue freddo

Come abbiamo visto in un nostro precedente articolo Christian Boltanski rappresenterà la Francia alla prossima Biennale di Venezia. Per zittire chiunque aveva additato il transalpino come un artista noioso, al Gran Palais di Parigi è in visione in questi giorni un’incredibile installazione che muoverà anche gli animi dei più scettici.

Boltanski ha infatti creato in occasione della sua presenza a Monumenta 2010 una gigantesca installazione dal titolo Personnes che comprende enormi cumuli di abiti (esattamente 50 tonnellate di vestiti) ed il suono di 15.000 battiti cardiaci. Il rumore echeggia incessantemente come un suono di tamburi tribali e ad esso si unisce quello dei cuori dei visitatori della mostra che possono farsi registrare il proprio battito cardiaco da alcuni tecnici vestiti di bianco ed entrare così di diritto all’interno dell’opera d’arte. Quest’opera sposa in pieno la ricerca dell’artista che si poggia sulla tragedia, sulla perdita, sul senso dell’assurdo e su di una freddezza che molto spesso come dicevamo viene a torto associata alla noia.

La Nuova Dolce Vita di Francesco Vezzoli è troppo simile alla vecchia

Al Jeu de Paume di Parigi è attualmente in mostra il nuovo progetto creativo di Francesco Vezzoli che ultimamente sembra lanciatissimo all’interno del sistema dell’arte internazionale. L’evento dal titolo À Chacun Sa Vérité è ispirato e dedicato al maestro del cinema italiano Federico Fellini. Vezzoli presenta due nuovi lavori che indagano sul concetto di illusione e finzione all’interno della percezione della nostra realtà quotidiana.

L’artista ha inoltre inserito alcuni temi propri della creatività di Fellini come il suo amore per le celebrità, l’incessante presenza del desiderio, il continuo riferimento ai mass media e tutti quei miti che solitamente si creano all’interno della vita politica e sociale. L’auditorium del Jeu de Paume proietterà inoltre una versione video della performance di Francesco Vezzoli al Guggenheim di New York presentato all’interno del programma della biennale della performance Performa 2007. L’opera dal titolo Right You Are (If you Think You Are) è una riedizione della celebre opera teatrale  Ciascuno a suo modo di Luigi Pirandello.

Unabomber in mostra al Palais de Tokyo

 Nuova proposta artistica per il prestigioso Palais de Tokyo di Parigi, il celebre spazio espositivo presenta in questi giorni (fino al 17 gennaio 2010) una mostra dal titolo Chasing Napoleon, collettiva zeppa di artisti da tener d’occhio che si propone di indagare sulla volontà di esilio e fuga da un mondo di banalità intellettuale oltre che scandagliare un particolare momento storico ossia l’anno 1977.Cosa centra il 1977 direte voi, bene si da il caso che in quell’anno Ted Kaczynski meglio noto come Unabomber si trovava nascosto in una capanna nel Montana a disseminare il panico tra la popolazione con i suoi ordigni esplosivi nascosti nei luoghi e negli oggetti più impensati.

Ovviamente la fuga di  Kaczynski ( genio paranoico ) dal mondo reale ha avuto risvolti drammatici, causando la morte di molte anime innocenti. A Ted Kaczynski si è ispirato l’artista Robert Kusmirowski che ha ricreato il nascondiglio di Unabomber in un’opera dal titolo Unacabine. L’artista Ola Pehrson si è invece cimentato in un’opera dal titolo the Hunt of the Unabomber, documentario che cerca di ricostruire la storia del folle dinamitardo al di là di leggende ed esagerazioni mediatiche. Anche Gardar Eide Einarsson si è cimentato con il tema Unabomber creando ritratti che riflettono lo shock prodotto dal criminale all’interno della cultura sociale collettiva.

Umberto Eco curatore ospite del Louvre

Prestigiosa notizia proveniente dall’ambiente culturale italiano che lentamente allarga i suoi orizzonti al di fuori dei confini nazionali. Il museo del Louvre di Parigi ha infatti invitato il celebre scrittore Umberto Eco in qualità di curatore ospite per attività artistiche le quali si terranno nei prossimi mesi.

Ad Eco, i cui romanzi sono stati pubblicati in tutte le lingue, è stata data carta bianca per proporre una serie di reading, concerti, conferenze e visite al museo incentrate su di un tema a sua scelta. Per non tradire il suo spirito a metà tra filosofia ed esoterismo, il famoso scrittore ha scelto il tema della lista, la sua esperienza prenderà infatti il nome di Vertige de la Liste ( la vertigine della lista ). Ad esempio un evento programmato da Umberto Eco prevede una conferenza sul pittore fiammingo del XVI secolo Pieter Bruegel il vecchio, le cui rappresentazioni pittoriche con tavolate di contadini possono essere viste come una sorta di lista visiva.

Il mito della strada alla Fondazione Cartier

La Fondation Cartier pour l’art contemporain di Parigi presenta dal 7 luglio al 29 novembre la mostra Born in the Streets-Graffiti, evento dedicato allo straordinario sviluppo di un movimento artistico nato dalle strade di New York nei primi anni ’70 e rapidamente divenuto un fenomeno mondiale.

Tale grande manifestazione occupa l’intero spazio espositivo della Fondazione Cartier inclusi i giardini circostanti. Oggi la street art è entrata a far parte del nostro immaginario collettivo, influenzando anche pubblicità, grafica e design.  A discapito della sua illegalità di fondo, la popolarità di questa disciplina è andata crescendo di anno in anno evolvendosi dalla periferia sino alle vette della scena dell’arte contemporanea internazionale. Anche se tutti conoscono le star della street art, in pochi conosco le origini e la storia di questo movimento.

VRAOUM! a Parigi l’arte contemporanea assieme al fumetto

Dal 28 maggio al 27 settembre la Maison Rouge, fondazione Antoine de Galbert di Parigi presenta la mostra VRAOUM!, una selezione di dipinti, disegni e sculture dedicati al fumetto senza gerarchie e divisioni di sorta alla scoperta dei numerosi tesori di questa arte popolare e alla ricerca di possibili analogie e similitudini con l’arte contemporanea.

Tintin, Mickey Mouse, Superman, Astérix, ed Astro Boy questi e altri personaggi ed eroi del fumetto non solo hanno stimolato la fantasia di milioni di lettori in tutto il mondo ma hanno influenzato l’arte di maestri del contemporaneo quali Takashi Murakami, Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Jean-Michel Basquiat e tantissimi altri.  L’evento presenterà al pubblico una selezione di 200 tavole tra le più rare alle più celebri di raffinati talenti del fumetto internazionale come Hergé, Magnus, Will Eisner, Charles M. Schulz, Chester Gould, Steve Ditko, Crepax e Manara affiancate a più di 80 opere d’arte contemporanea che spaziano tra la pittura, il murales e l’installazione di altrettanti maestri quali Philippe Parreno, Liam Gillick, Mariko Mori, Keith Haring, Peter Saul, Gilles Barbier e tanti altri ancora.

Wassily Kandinsky al Centro Pompidou di Parigi

Il Centro Pompidou di Parigi presenta al pubblico dall’8 aprile al 10 agosto 2009 una grande mostra sull’artista russo Wassily Kandinsky che avrà il titolo di Kandinsky, l’evento sarà il primo in 25 anni ad offrire una dettagliata panoramica dell’artista documentando i periodi chiave della sua carriera attraverso una selezione di dipinti famosi che vanno dal 1907 al 1942. Grazie alla collaborazione tra il Centre Pompidou, la Städtische Galerie im Lenbachhaus di Monaco,  e il Solomon R. Guggenheim Museum di New York, quest’importante retrospettiva sarà in mostra a Monaco, Parigi e New York.

Attraverso 100 eccezionali opere il grande pubblico potrà ammirare il genio del grande artista russo. La mostra offrirà un compendio cronologico sul lavoro di Kandinsky attraverso una selezione dei suoi dipinti più importanti che include le sue serie sulle Improvvisazioni, Impressioni e Composizioni e mostrerà tutti i motivi tematici del lavoro del grande artista come i cavalieri a cavallo, i paesaggi montani, i tumultuosi paesaggi marini ed altri immaginari apocalittici e religiosi. Il percorso espositivo sarà inoltre arricchito da una serie di ultime acquisizioni del Centro Pompidou che includono acquarelli e manoscritti del cosiddetto periodo russo di Kandinsky dal 1914 al 1917.

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