La rivincita delle tecniche antiche

Il mondo dell’arte contemporanea è ormai invaso da una miriade di tecniche creative. Sempre più giovani artisti infatti si avvicinano all’arte mediante la installazione site specific, la performance, la video arte, la net art ed i new media, abbandonando tecniche classiche come la scultura e la pittura.

La crisi economica e la crisi da vernissage

 Quando un collezionista è entrato casualmente nella William Havu Gallery di Denver il gallerista ed il suo assistente erano al settimo cielo. Il visitatore aveva infatti concluso l’acquisto di un grande dipinto per svariate migliaia di euro In altri tempi la vendita sarebbe rientrata nella routine del triangolo d’oro di Denver ma in un periodo di forte crisi dove ad esempio la galleria Havu ha perso il 40 per cento delle vendite, una vendita del genere è salutata con grande sollievo.

Faccia a faccia con quella che è stata più volte definite la grande recessione anche la ricca città Americana si è trovata impreparata ed ora deve contare i suoi feriti, 120 gallerie che negli ultimi anni sono ridotte all’osso. “Non voglio fare nomi ma ho sentito alcuni galleristi, gente che di solito non lascia trapelare nulla, parlare di quanto siano andati male gli affari quest’anno e penso che questo genere di cose si sentano solo quando ci si trova in tempi di estrema ristrettezza” Ha ultimamente dichiarato Ivar Zeile della Plus Gallery. 

Le pagelle di Start Milano – Parte 2

Ed eccoci alla seconda puntata del racconto di come ho affrontato con coraggio la tredicesima fatica di Ercole: visitare e dare un voto a tutte le esposizioni organizzate per l’apertura della stagione dalle gallerie dell’associazione Start. Già nella prima puntata feci ammenda, i giudizi, seppur tranchant, sono assolutamente personali ed opinabili, ma la vostro posto mi fiderei.

Artopia – Rebecca Agnes | Luoghi che non esistono più – VOTO 6

“I luoghi che non esistono più” a cui si riferisce il titolo della mostra sono quelli in cui la trentaduenne Rebecca ha vissuto qualche anno fa, prima di scappare dall’Italia. Un lavoro sulla memoria personale e collettiva che l’artista rappresenta con modellini architettonici minimali non aderenti alla realtà, ma ai ricordi. A questi aggiunge una serie di testimonianze di altre persone che malinconicamente evocano quei luoghi oggi diventati qualcos’altro. Luoghi e memorie, una tematica che molti artisti hanno affrontato, in questo caso direi che non aggiunge molto di nuovo. La mostra risulta interessante giusto per quello spirito un po’ voyeuristico che si può provare verso la propria città e le vite che la animano, spunti molto più interessanti si trovano nel portfolio dei lavori dell’artista.

Galleria Nina Lumer – KIRIL ASS + ANNA RATAFIEVA | Campagna – VOTO 8

“Oggetti, distanze e prospettive si organizzano nello spazio come i suoni, le parole e gli accenti in una poesia.” così descrivono il loro lavoro i due artisti. Trovo che non si possano scegliere parole migliori per descrivere l’opera site-specific che hanno allestito nello spazio superiore della galleria: per un attimo ci si dimentica di essere nella grigia Milano e si viene catapultati in una bucolica campagna senza tempo ne nazionalità in cui lo spettatore può costruire il proprio personale racconto inseguendo gli indizi, posizionati nella stanza come briciole di Pollicino. Nel sotterraneo invece una sorprendente installazione dentro un grosso light box evoca pace interiore ed un ritorno alla natura.

Due Generazioni di Arte Concettuale a confronto alla galleria Tiziana Di Caro

La galleria Tiziana Di Caro di Salerno ha il piacere di inaugurare The Mousetrap or Something old something new something borrowed something blue, una mostra collettiva a cura di Chris Sharp, giovedi’ 3 giugno 2010 dalle ore 19.00 alle ore 22.00.

La mostra prende in prestito il doppio titolo dall’Amleto e da un lavoro di Lawrence Weiner. Facendo riferimento alla rappresentazione nella rappresentazione, al -mise-en-abyme- (concepito e nominato -The Mousetrap- dallo stesso Amleto) e ad un momento nell’arte concettuale in cui essa diventa una forma di linguaggio -non narrativo-, The Mousetrap or Something old something new something borrowed something blue, e‘ una riflessione sulla capacità comunicativa dell’arte, in quanto auto – rappresentazione o tautologia. La mostra mette a confronto una piccola selezione di artisti concettuali storici come Keith Arnatt, William Anastasi e Christine Kozlov ed una generazione piu’ giovane che include Nina Beier, Etienne Chambaud, Alexander Gutke, Wolf von Kries e Kate Owens, evidenziando le differenze nell’uso che essi fanno di specifiche strategie.

Vizi e virtù della scena italiana

Le stranezze della scena dell’arte contemporanea italiana continuano a tenere banco in una costellazione di gallerie e spazi sempre più votati alla ricerca del sensazionale e del diverso, anche a costo di rasentare l’incapibile assoluto. Di vizi e tic ne abbiamo descritti molti fra le nostre pagine dalla moda newyorchese di non appendere i dipinti al muro ma lasciarli appoggiati al suolo, passando per le birre dentro al secchio con ghiaccio da offrire ai vernissage e via dicendo. Vorremmo quindi in questo articolo elencarvi le nuove fissazioni dell’arte nostrana:

Un segno positivo, se non altro per il nostro povero e martoriato ambiente, arriva dalla tendenza a non stampare il catalogo di una mostra in galleria. Se prima il catalogo sembrava un must, da diverso tempo ormai agli eventi (anche in prestigiosi luoghi come Gagosian) circolano solo stringati testi fotocopiati: Meno carta ed un taglio a costi inutili visto che ormai il catalogo è una reminiscenza decisamente anacronistica che molto spesso trova una fine poco onorevole nel bidone della spazzatura.

Lo Stato delle Sirene alla Nomas Foundation di Roma

 Il 15 aprile 2010 la Nomas Foundation di Roma presenta The Siren’s Stage/Le Stade des Sirènes/ Lo Stato delle Sirene, una mostra di Etienne Chambaud all’interno di ‘Permanent Exhibition, Temporary Collections’, una cornice curatoriale ideata dal critico Vincent Normand. The Siren’s Stage/Le Stade des Sirènes/ Lo Stato delle Sirene è un progetto sviluppato da Nomas Foundation, Roma, David Roberts Art Foundation, Londra e Kadist Art Foundation, Parigi. La mostra, presentata quasi simultaneamente nei tre luoghi e in differenti variazioni linguistiche, si basa sul meccanismo di scrittura e di trascrizione.

L’elemento della traduzione diventa così sia il medium che il linguaggio comune del progetto. Riferendosi nel titolo al mitico canto delle sirene, reinterpretato nell’orecchio di chi l’ascolta, la mostra è concepita come una serie di oggetti scritti. Assenti, ma descritti, immobili ma tradotti, unici ma ripetuti, muti ma trascritti.

la mostra si compone di un’installazione di Figure, un gruppo di piedistalli vuoti a cui è dato un nome (La scogliera), e che funziona come uno spazio di emissione di voce e testo stratificati. Occasionalmente degli attori renderanno attivo lo spazio, leggendo, imparando a memoria e provando i frammenti di una sceneggiatura. Altre volte La Scogliera rimarrà in silenzio.

X Initiative chiude con una “mostra fai da te”

 Dopo un serrato anno di attività l’X Initiative, spazio artistico no profit situato nel quartiere di Chelsea a New York ha definitivamente cessato di esistere. Prima della sua scomparsa però (esattamente mercoledì scorso) il centro ha deciso di chiudere col botto ed ha organizzato una mostra dagli intenti decisamente luciferini. L’evento dal titolo Bring Your Own Art (porta la tua arte) ha concesso a chiunque l’opportunità di sfruttare le pareti dello spazio per esporre la propria arte, senza limiti e senza selezione in una vera e propria maratona durata 24 ore.

Le regole? Poche e semplici: Chi arriva prima meglio alloggia e allo scadere delle 24 ore tutti i lavori non rimossi vengono semplicemente cestinati. Ovviamente ci si aspettava una folla oceanica ma alla fine solo due piani dei tre totali sono stati riempiti. Sebbene l’iniziativa potrebbe sembrare un valido gesto per il sostegno degli artisti emergenti va detto che eventi di questo tipo non creano reali opportunità, Bring Your Own Art si è infatti risolta in una ressa di pittori della domenica che hanno attaccato di tutto sulle pareti dello spazio senza un minimo filtro estetico.

L’Universo Rivelato di Michele Zaza

La Fondazione Volume! di Roma da giovedì 4 febbraio apre le porte all’Universo Rivelato, opere dell’artista Michele Zaza. Spazi incantati e onirici, generati da luminosità sottili, creano la scenografia adatta all’Universo Rivelato. Nelle immagini presentate appaiono volti protetti da nuance del blu e coperti da mani, in movimento, a voler nascondere la propria identità, un mix tra finzione e realtà contrapposte. Quasi come fossero attori che indossano maschere, un rimando enigmatico interiore, ed ombre alla ricerca della vita.

Inizio 2010 sprint per il Macro di Roma

Il 2010 del Macro di Roma comincia con un calendario fitto di eventi, dal 23 gennaio al 5 aprile l’istituzione museale presenterà infatti una serie di mostre del tutto interessanti:

Macroradici del contemporaneo: A Roma la nostra era avanguardia
Con un omaggio unico e sorprendente a Vitalità del negativo nell’arte italiana 1960/70 e Contemporanea, la mostra accompagnerà il pubblico alla scoperta di una Roma d’avanguardia, tra laboratorio critico e underground: un racconto per immagini dedicato all’attività di Graziella
Lonardi Buontempo
, per scoprire come una grande passione per l’arte contemporanea ha dato vita a una nuova visione della cultura.

Roommates/coinquilini: Valentino Diego, Pietro Ruffo Con Valentino Diego e Pietro Ruffo, proposti rispettivamente dalle curatrici Sabrina Vedovotto e Ilaria Marotta, inizia il secondo appuntamento del ciclo di mostre roommates/coinquilini, grazie al quale il MACRO si apre al lavoro di altri giovani curatori e artisti della scena romana. Una stanza del museo diviene così un appartamento “artistico” in cui convivono identità diverse – un contesto in cui le differenze rimangono visibili e allo stesso tempo si determinano situazioni di incontro e di scambio.

Enzo Cucchi – Costume Interiore La hall del Museo ospita una visionaria torre di Enzo Cucchi, composta da tre forme cilindriche sovrapposte in metallo praticabili dal visitatore, il quale è invitato ad entrarvi per scoprire l’universo di immagini in esse racchiuso, fatto di presenze antropomorfiche e volumi sospesi (teste, teschi, agglomerati di pittura, sfere sottili), che risuonano come un contrappunto al contempo emotivo e visivo: un “costume interiore” appunto.

Maddalena Ambrosio alla galleria Mimmo Scognamiglio di Milano

 La galleria Mimmo Scognamiglio inaugura giovedì 14 gennaio 2010 alle ore 19 la prima mostra personale a Milano di Maddalena Ambrosio dal titolo Transmigranti.Come nelle due precedenti mostre da Scognamiglio a Napoli nel 2004 e nello scorso settembre l’ artista, anche questa volta, si appropria, invade e sconvolge lo spazio espositivo creando una sola grande opera che interagisce con i 200mq della sala centrale.

L’intera opera della Ambrosio sembra essere attraversata da una strategia della decostruzione (Jacques Derrida), non esistono all’interno di essa concetti stabili e ben determinati, si oppone a qualunque “certezza”, a qualunque staticità formale definendo il concetto stesso come la caduta del pensiero in un “falso paradiso della definizione” e lo stesso titolo della mostra che sfugge ad una netta definizione, sembra appartenere alla categoria degli indecidibili di Derrida. La mostra si completa nelle sale laterali della galleria con due sculture in cui la Ambrosio riprende la sua analisi della coscienza umana immersa in una realtà percepibile per ambivalenze e in cui lei non sceglie una delle parti in cui si divide la dicotomia del reale, non si schiera, ma esplora il potenziale espressivo di ogni contraddizione, fondendo in una visione multiforme ciò che sembra apparentemente inconciliabile.

Brian Eno diventa curatore e…mentore

 Brian Eno non ha certo bisogno di presentazioni, nel corso della sua lunga carriera l’autore del libro/manifesto music for non musicians è riuscito a toccare i molteplici aspetti dell’arte con il talento e la creatività che da sempre lo accompagnano. Eno ha suonato con la leggendaria pop band Roxy Music, ha collaborato con il grande Robert Fripp dei King Crimson e con David Byrne (ex leader dei Talking Heads ed oggi anche noto artista visivo), ha creato opere d’arte contemporanea ed ha composto il famoso jingle d’apertura di Windows 95, ben tre secondi di sigla che gli hanno fruttato ben 35.000 dollari.

Ultimamente Brian Eno ha anche trovato il tempo di produrre Viva la Vida or Death and All His Friends, l’ultimo acclamato album dei Coldplay. Insomma il vecchio Brian ne ha fatte di cose ma da oggi può aggiungere una nuova esperienza lavorativa al suo nutrito curriculum. Eno sarà infatti il nuovo curatore della 44esima edizione del Brighton Festival che includerà ovviamente anche la sua famosa installazione video 77 Million Paintings.

Power List, la lista dei potenti del mondo dell’arte contemporanea

 Mentre il mondo dell’arte contemporanea è a Miami in occasione di Art Basel Miami Beach, il celebre magazine d’arte Art+Auction ha pubblicato la 2009 Power List, una lista di tutti gli attori dell’arte contemporanea che si sono rivelati nell’anno passato figure dominanti nei loro campi d’appartenenza. Come cita il magazine, il potere ha molte forme e si allarga su molte attività legate all’arte come le gallerie ed il collezionismo. Nella lista di quest’anno c’è anche posto per il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama. La lista non elenca solo i successi ma anche le tremende e rovinose cadute di stile successe quest’anno come la decisione di mettere in vendita la propria collezione di opere presa dalla Brandeis University ed il disastro della mostra Chanel Mobile Art che è stata largamente derisa da pubblico e critica.

Abbiamo scandagliato la lista alla ricerca di qualche nome italiano ed ecco cosa abbiamo trovato: Alla categoria Power Dealers c’è anche Massimo De Carlo che rappresenta nomi del calibro di Chris Burden e Carsten Holler, il prossimo mese De Carlo aprirà un nuovo spazio a Londra. Alla voce Power Of Tradition abbiamo trovato Giuseppe Eskenazi nato a Milano e celebre dealer di arte orientale. Nella categoria Power Patrons ci sono anche gli acclamati Miuccia Prada & Patrizio Bertelli che con la loro fondazione ed il Prada Transformer disegnato da Rem Koolhaas hanno compiuto grandi opere a sostegno dell’arte. Alla voce Power Curators troviamo il nostro Francesco Bonami che con la sua mostra Italics: Italian Art Between Tradition and Revolution, 1968-2008, ha girato il mondo portando la nostra arte in campo internazionale.

Santiago Sierra dice NO a New York e ad Art Basel Miami

 La scorsa settimana i cittadini di New York saranno stati decisamente sorpresi quando all’uscita della metropolitana o passeggiando per le vie della città si sono ritrovati un camion con agganciato un cassone su cui era posta una scultura itinerante di Santiago Sierra. L’opera è costituita da sole due lettere che vanno a formare la parola NO, atto di dissenso generico che dopo lo stop a New York (e dopo aver già girato per tutta Europa) si dirigerà a sud verso Art Basel Miami.

Sierra ha inoltre ingaggiato una troupe cinematografica per documentare la scorribanda del suo NO attraverso le vie della grande mela. Durante la sua giornata newyorchese, l’opera di Santiago Sierra ha portato il suo deciso dissenso davanti al Palazzo delle Nazioni Unite e davanti al National Debt Clock, orologio-contatore posto sulla 44esima strada vicino Times Square che aggiorna i cittadini sull’ammontare del debito pubblico. La cifra sul contatore segna 14 trilioni di dollari e cresce di 10.000 dollari al secondo, il secco NO di Sierra si è stagliato ruvido e deciso contro il contatore, negando silenziosamente la spaventosa realtà a cui si trovava di fronte.

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