In una piccola galleria, un film di 10 minuti viene proiettato in loop. All’interno della pellicola possiamo riconoscere il volto di stralunate rock stars che rassomigliano a Mick Jagger o sono Mick Jagger in persona compiono strani riti satanici. Punti bianchi formano una piramide mentre ragazzi nudi si distendono languidi su un sofà e marines saltano da un elicottero. Lo schermo mostra un gatto, un cane, un onnisciente occhio egiziano e gente che fuma erba da un teschio. Un sintetizzatore emette un suono insopportabile. Non c’è nessun dialogo, nessuna storia.
La galleria è la celebre Sprüth Magers di Londra ed il film in questione è Invocation of My Demon Brother del grande Kenneth Anger ( in mostra sino al prossimo 27 marzo). Anger è una leggenda di Hollywood, i suoi film pazzi, pomposi e disturbanti hanno ispirato generazioni di filmmaker e video artisti. Va da sé che tutta la produzione di Anger ha generato notevoli critiche, indignazioni, accuse di satanismo e polemiche che lo hanno persino condotto in galera.