Luca Frei allo Studio Dabbeni di Lugano

Lo Studio Dabbeni di Lugano (Svizzera) presenta la sua terza mostra personale dell’artista Luca Frei (nato a Lugano nel 1976, vive a Malmö, in Svezia).  Nella prima sala, un lavoro installativo, The Hours, costituito da sessanta clessidre della medesima grandezza, poste su scaffalature metalliche. In questo, il tentativo di dare rappresentazione concreta ad un tempo che risulta frammentato, ma anche moltiplicato. L’artista intende suscitare un magnetismo esperibile da chi entra in contatto con l’opera, che si esprima attraverso l’atto di invertire questi strumenti di misura, quando la sabbia si sia venuta a depositare sul fondo.

Quasi a fungere da contraltare a questo lavoro, una serie di disegni a carboncino che rappresentano linee simili a bastoncini di incenso che, sfumate con il dito, richiamano alla mente l’idea del fumo che sale verso l’alto.  Di fortissimo impatto emotivo per lo spettatore, nella seconda sala espositiva, si pongono quattro grandi tele, che propongono una figura stilizzata, rappresentata di spalle. Non è percepibile un profilo umano, tuttavia la figura mostra una parte di volto, di lato, molto sinteticamente definito, e la testa assume l’aspetto di una calotta.

Lugano omaggia Giuseppe Panza di Biumo

La mostra “Omaggio a Giuseppe Panza di Biumo. Opere della Donazione al Museo Cantonale d’Arte” allestita al Museo d’Arte della Città di Lugano dal 4 luglio al 26 settembre 2010 è un omaggio che il museo cittadino e quello cantonale offrono congiuntamente alla figura del grande collezionista d’arte scomparso lo scorso 24 aprile, profondamente legato al Ticino. Questa esposizione inaugura una nuova linea programmatica congiunta dei due musei dal titolo “Collezionismo e Collezionisti”. Diversi eventi espositivi presentati regolarmente nei mesi estivi saranno dedicati a valorizzare il patrimonio artistico della Città di Lugano e del Cantone Ticino, nonché a favorire il dialogo con i collezionisti privati.

Giuseppe Panza di Biumo dà inizio alla sua avventura nell’arte nel 1954 con un viaggio in America. Sebbene inizialmente motivata dall’interesse per la situazione economica e sociale degli USA, la trasferta si rivelò fondamentale per scoprire l’universo artistico dell’epoca e per conoscerne i protagonisti. Da allora il collezionismo, come necessità intellettuale ed esistenziale, non lo abbandonò più. Dall’espressionismo astratto, al minimalismo, all’arte concettuale, Panza fu sempre un pioniere del gusto, il “primo” ad acquisire opere di figure ancora ignote. Coniugò una sua cifra originalissima, rigorosa e coerente, con un’appassionata frequentazione degli artisti, per lui sempre fonte di grande vitalità intellettuale.

Robert Mapplethorpe al Museo d’arte di Lugano

Dal 21 marzo al 13 giugno 2010 il Museo d’Arte dedica una straordinaria esposizione all’opera del grande fotografo americano scomparso nel 1989 a soli 42 anni. La mostra “Robert Mapplethorpe. La perfezione nella forma” curata da Bruno Corà, Franca Falletti e Jonathan Nelson è stata realizzata in collaborazione con la Robert Mapplethorpe Foundation di New York e la Galleria dell’Accademia di Firenze dove si è svolta con enorme successo la prima tappa espositiva.

I curatori hanno selezionato un significativo repertorio di oltre novanta scatti che illustrano la costante ricerca di un’ideale perfezione plastica da parte di Mapplethorpe, ricerca che ha permesso di stabilire un affascinante dialogo tra il fotografo americano e i grandi maestri del Rinascimento, in particolare Michelangelo. In questo senso appaiono significative le seguenti affermazioni dello stesso Mapplethorpe: “se io fossi nato cento o duecento anni fa avrei potuto fare lo scultore, ma la fotografia è un modo più veloce per vedere le cose, per fare scultura” e ancora “Vedo le cose come fossero sculture… dipende da come quella forma sta all’interno dello spazio e credo che questo tipo di approccio derivi dalla mia… formazione storico-artistica”.

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