La dura legge della street art colpisce anche Basquiat

La street art è arte che proviene dal popolo per il popolo. Derive sociali a parte, ogni street artist è conscio del fatto che confrontandosi con la strada, deve sottostare alle leggi della strada. Molto spesso però la strada è senza regole ed ecco che graffiti e murales vengono cancellati, vengono coperti da altre opere o da un nugolo di tags. Noi vi avevamo già parlato di Underbelly Project, la mostra definitiva sulla street art  alloggiata in una fermata della metropolitana dismessa di New York. Alla mostra, tuttora segreta, hanno partecipato celebri nomi della street art internazionale come Ron English , Swoon, Gaia, Faile, Jeff Soto, Dan Witz e Revok.

Ebbene, questi altisonanti nomi non hanno certo spaventato l’esercito degli street artists senza regole e lontani dalle gallerie d’arte che hanno prontamente reagito imbrattando i murales presenti alla mostra. Forse molti si sono sentiti esclusi, forse è così che deve andare, fatto sta che due persone hanno trovato la mostra ed hanno portato a termine la loro operazione di bombing. A migliaia di chilometri di distanza nel frattempo, un altro storico protagonista della street art newyorchese è stato vittima di una simile azione.

Underbelly Project, la mostra segreta con 103 grandi nomi della street art

Roa

In questi giorni di fiere e grandi manifestazioni dedicate all’arte volevamo focalizzare l’attenzione su un grandissimo evento che si sta svolgendo in questi giorni a New York, una mostra senza precedenti che è stata visitata da pochissime persone. Come, direte voi, una mostra importante viene disertata? Già perchè Underbelly Project non è un evento qualunque, si tratta infatti di una mostra collettiva illegale e segreta che è stata organizzata dentro la pancia della grande mela. All’evento hanno partecipato 103 street artists della scena internazionale tra cui  svettano i nomi di Ron English , Swoon, Gaia, Faile, Jeff Soto, Dan Witz e Revok.

Ma le stars presenti all’evento sono talmente tante da trasformare Underbelly Project in una mostra totale, un vero e proprio elogio alla street art. L’idea è stata concepita nel 2009 dagli street artists Workhorse e PAC, i quali si sono appropriati di una stazione della metropolitana abbandonata da diversi anni. I due hanno successivamente chiamato a raccolta tutti gli artisti che potevano, contattando anche Banksy che però ha rifiutato poichè già impegnato in un altro progetto.

Nick Walker e Papa Ratzinger – Ritrovato il Corot smarrito: era in un bagno

Lo scorso fine settimana una nutrita folla si è riunita attorno all’ultima opera del graffiti artist Nick Walker, eseguita nei pressi di Hyde Park, proprio sulle mura di un piccolo casotto posto fuori dal Royal College of Art di Londra. Il soggetto ritratto da Walker è nientemeno che il nostro cciovane Papa Ratzinger con tanto di ghigno satanico e gatto bianco sulle ginocchia. Certo, così ritratto il povero Benedetto XVI seduto sul suo scranno sembra il capo della spectre dei films di James Bond. Ebbene Nick Walker ha eseguito il suo murale proprio nel corso dell’ annuale fiera d’arte britannica 20/21 che si tiene proprio all’interno del Royal College of Art e la cosa non è passata di certo inosservata.

Molti si sono scandalizzati ed altri hanno gridato allo scandalo ma alcuni galleristi presenti in fiera si sono letteralmente azzuffati per aggiudicarsi la tanto pubblicizzata opera. Alla fine della contesa Gay Hutson e Angela Wynn, organizzatori della fiera, hanno deciso di lasciare l’opera alla collezione della prestigiosa scuola d’arte britannica.

Arrestata a New York Julie Torres, una street artist che non è una street artist

Abbiamo più volte parlato della street art ed in particolare della graffiti art e dei murales in termini di arte o vandalismo. Fermo restando che certe manifestazioni ( i famosi scarabocchi ) potrebbero essere tranquillamente definite come volgari espressioni di squallidi imbrattamuri, i murales ed i graffiti eseguiti con coscienza e con la dovuta creatività sono comunque un patrimonio per la città e non un danno come a volte le istituzioni vorrebbero farci credere. Recentemente in Italia alcuni comuni hanno lanciato una vera e propria caccia alle streghe contro i poveri street artists, tartassati dall’inasprimento della legislazione.

C’è da dire però che a New York, patria per eccellenza della street art, le cose non vanno meglio e le insulse leggi sul decoro urbano a volte mietono vittime che nulla hanno a che fare con la street art. Ne ha fatto le spese la povera artista di Brooklyn Julie Torres che lo scorso 17 luglio si era tranquillamente recata all’incrocio con l’undicesima strada e Bedford per portare a termine un acquerello en plein air.

Il Tuscan Sun Festival di Cortona ospita Daze

Ogni anno il Tuscan Sun Festival festival di Cortona ospita un artista d’arte visuale. Il protagonista dell’edizione 2010 e’ DAZE, figura di spicco della scena urbano-artistica di New York alla fine degli anni ’70 che sarà ospitato dal 30 luglio al 6 agosto 2010 negli spazi del Palazzo Casali di Cortona. Nella Grande Mela della fine anni sessanta, alcuni giovani artisti cominciarono a esprimere il proprio disagio metropolitano per le strade, utilizzando spazi abbandonati, lasciati al degrado, e strutture d’uso della città, come la metropolitana.

DAZE, allora solo un adolescente, fu uno dei pionieri tra i  graffitari dei treni, artisti che entravano nei depositi della metropolitana durante la notte e ricoprivano l’esterno delle carrozze con disegni elaborati per esprimere una loro idea di plasticità e decoro. Negli anni successivi, l’arte di DAZE, cosi’ come di molti altri graffitari, entra nelle gallerie e nei musei,  e i murales cominciano ad essere considerati tra i movimenti dell’arte moderna.

ED TEMPLETON – Il Cimitero della Ragione

È uno tsunami di immagini quello destinato ad invadere il MAN di Nuoro a partire dal 29 luglio: una folla di centinaia e centinaia di immagini e figure di Ed Templeton, l’Andy Warhol o forse meglio il Basquiat dell’America di oggi. In Il Cimitero della Ragione, questo il titolo della mostra, foto, disegni, acrilici, sculture, video, clips, interventi sonori raccontano le storie, le emozioni e le frequentazioni degli ultimi quindici anni del vitale e dinamico Templeton.

Quindici anni in cui l’artista, oggi poco più che trentenne, è stato interprete direttamente coinvolto, e non solo spettatore, dell’America delle periferie, violenta e insieme tenera, luoghi non luogo, senza misure o mezze misure. Sono spaccati su adolescenti in cerca di identità. Band che vivono la noia ruotando su una pista da skateboard, il sangue delle loro cadute, le tribù della notte, le droghe e gli incontri intimi bruciati nelle piccole stanze di hotel. L’artista entra in profondità, vive i mondi, non si limita a registrarli con lo sguardo di un entomologo. La leggerezza è semmai nell’espressione, quasi riproposizioni di fanzines illustrate o meglio di adolescenziali e caotici diari di vita.

Guerre di murales a New York, Street art in metropolitana ad Amsterdam ed un Festival Street in Spagna

In estate è facile assistere al fiorire della street art, forse anche per il clima mite e le belle giornate che sembrano invitare gli artisti a creare opere all’esterno. Ad esempio, vi ricordate il nostro precedente articolo sulla Guerra fra gli street arists Robbo e Banksy? Ebbene le sfide a colpi di spray sembrano essere diventate la moda del momento visto che un’altra tenzone sta infiammando in questi ultimi giorni la scena metropolitana. Stavolta è stato il battagliero TrustoCorp a lanciare il classico guanto della sfida.

Lo street artist newyorchese è celebre per i suoi continui riferimenti all’ipocrisia umana tramite variopinti murales che implicano sarcasmo e satira. TrustoCorp si è scagliato contro Mr.Brainwash, anche conosciuto come Thierry Guetta, street artist pop e facilone che ha ultimamente preso parte al documentario di Banksy dal titolo Exit Through the Giftshop. Inoltre, sono in molti a pensare che Guetta sia in realtà Banksy, visto che quest’ultimo non ha mai rivelato la sua identità. TrustoCorp ha quindi “obliterato” molte delle opere di Mr. Brainwash sparse per New York con un simbolo recante la scritta: “Solo per la gente del luogo, non sono ammessi falsi ed impostori

Capezzoli malandrini e Las Vegas censura la street art

 Niente capezzoli, problema sparito. Così hanno pensato tutti gli abitanti di Clark County, una contea del Nevada che contiene la cittadina di Las Vegas, ora che i capezzoli sul murale creato all’esterno dell’Erotic Heritage Museum sono stati coperti con dei piccoli stickers. Il murale in questione riproduce alcune donne nude ed i capezzoli esposti violano un codice della contea che vieta di mostrare su segnali ed insegne l’areola del seno.

Il curatore del museo di Las Vegas, Laura Henkel, ha quindi coperto i seni femminili ma ha precisato che l’opera in questione non è certo un’insegna od un segnale ma una creazione artistica. Questo è il terzo murale ad offendere una comunità che punta sull’industria del sesso come unico mezzo di sostentamento (ironia della sorte). Non è un segreto il fatto che l’area di Las Vegas attrae migliaia di turisti proprio grazie al sesso, agli alcolici ed ai giochi d’azzardo. Senza tutto ciò Las Vegas non esisterebbe ma stranamente quando un artista gioca con queste tematiche qualcuno si offende prontamente.

Banksy e il suo atto di denuncia al riscaldamento globale

Banksy è decisamente l’eroe della street art, il misterioso artista londinese è reduce dalla mostra al museo di Bristol che ha attratto la bellezza di 300.000 visitatori per un totale di 45.000 sterline di incasso e circa 10 milioni di sterline di introiti in più per l’economia locale.

Ovviamente un super eroe come Banksy non ha certo bisogno di riposarsi ed il nostro beniamino è tornato nuovamente ad invadere le strade metropolitane con le sue affascinanti creazioni. Una nuova opera di Banksy è infatti apparsa vicino il Ponte Oval nel quartiere di Camden a Londra. Certo il graffito in questione non mancherà di indispettire gli ambientalisti poichè il fallimento del vertice sul riscaldamento globale di Copenhagen ha apparentemente donato ispirazione allo street artist che ha voluto dare la sua opinione riguardo il summit mediante uno delle sue opere rudimentali mai eseguite prima d’ora. Banksy ha infatti vergato con dello spray rosso le parole “I Don’t Believe in Global Warming” che in italiano suonano come “Io non credo al riscaldamento globale”.

Il Turner Prize 2009 a Richard Wright ma non è tutto oro quello che luccica

 Richard Wright è il vincitore del prestigioso Turner Prize 2009. L’artista ha presentato una intricata composizione murale a foglia d’oro che rimarrà in mostra fino al 6 gennaio 2010. Wright attualmente 49enne è il più vecchio vincitore del premio dal 1991 anno in cui fu limitata a 50 anni l’età dei partecipanti. L’artista è riuscito ad imporsi sugli altri partecipanti Enrico David, Roger Hiorns e Lucy Skaer. Wright ha abbandonato la normale pittura su tela alla fine degli anni ’80 ed è divenuto famoso per i suoi wall paintings che vengono temporaneamente esposti per poi essere cancellati.

Quasi tutta la produzione di Wright è andata distrutta per sua decisione. La tecnica dell’artista è un omaggio ai grandi maestri del rinascimento che tracciavano i loro soggetti su carta e successivamente bucavano la superficie per poi soffiare polvere di gesso attraverso i buchi, trasferendo così le immagini sul muro (tecnica anche detta dello spolvero). L’opera di Wright sembra fatta per attrarre anche i tradizionalisti, nelle sue patterns fondamentalmente astratte si intersecano possibilità figurative. Tra le linee si può scorgere una figura, una geometria o un paesaggio apocalittico ma non appena la mente tenta di elaborare un singolo soggetto, l’immagine evapora tra le turbolenze dello sfondo.

Peru Ana Ana Peru, la street art in galleria non perde la sua potenza

 La street art, lo dice già il suo nome, deve la sua fama e la sua potenza espressiva al contesto metropolitano. E’ nella strada che graffiti, murales, posters e stencils trovano terreno fertile per comunicare al meglio una rabbia artistica ed una carica estetica capace di affascinare l’intero mondo dell’arte. Solitamente però, quando la street art viene costretta all’interno delle mura di una galleria, perde i suoi magici poteri, come depressa da un ambiente artificiale ed artificioso non consono alla sua proverbiale bramosia di libertà.

Diciamo solitamente poiché non è questo il caso di Peru Ana Ana Peru, duo artistico in netta ascesa ed attualmente alla Brooklynite Gallery di New York con una mostra dal titolo quanto mai estroso:…And Then We Jumpted Into the Abyss of Numbers: Memories in Absurdity from the Bowels of…Peru Ana Ana Peru. I due artisti propongono un universo dai colori sgargianti dove ruotano immagini assurde e psichedeliche con un tocco di horror. L’anima street non perde la sua natura selvaggia poiché Peru Ana Ana Peru ripropongono esattamente ciò che solitamente creano in strada, anzi si potrebbe dire che alla Brooklynite le loro opere ci sembrano ancor più fantastiche e pervase da un luminoso senso dell’assurdo e del grottesco.

La giacca di JR, i murales di Boston ed i premi di ArtPrize

 Dopo Bristol, un’altra città (dall’altra parte del mondo ) ha deciso di prendere di petto il problema dei graffiti. Boston ha infatti preso in considerazione l’idea di combattere il vandalismo degli scarabocchi e degli inutili quanto obbrobriosi tags sui muri contrapponendo ad essi dei magnifici murales. Secondo Julie Burns, direttore dell’ufficio del turismo cittadino, solitamente i taggers imbrattano muri intonsi ma hanno profondo rispetto per i graffiti artists che si impegnano in opere più complesse.

In parole povere i taggers dovrebbero tenersi alla larga dalle pareti impreziosite dai murales. “la maggior parte dei giovani che eseguono graffiti si considerano artisti, quindi per rispetto nei confronti dei loro colleghi non imbratteranno i murales” ha dichiarato Julie Burns. Lo stretto giro di vite della città di Boston è iniziato lo scorso febbraio quando la polizia ha arrestato il celebre artista Shepard Fairey proprio nei giorni della sua mostra all’Institute of Contemporary Art. Lo scorso martedì inoltre la corte cittadina ha condannato Danielle Bremner, accusata di aver imbrattato i muri con il suo moniker “Utah”.

Un altro Banksy se ne va

 Ulteriori novità sul fronte Banksy ma questa volta non si tratta di una nuova azione di guerrilla del famoso street artist ne di un nuovo murale, anzi casomai si potrebbe parlare della scomparsa di una vecchia opera.

Gli operatori del comune di Londra hanno infatti dipinto sopra un disegno del nostro beniamino, copia sputata della copertina dell’album Crazy Beat della famosa rock band Blur del 2003. L’opera, una caricatura della famiglia reale inglese che si affaccia da una balconata, era rimasta per ben otto anni intatta e placidamente adagiata sui muri di un palazzo di Stoke Newington zona della periferia est di Londra.

Incredibile: mostra segreta di Banksy al museo di Bristol

Icredibile mossa a sorpresa del famoso street artist Banksy che ha letteralmente invaso il Bristol’s City Museum in Inghilterra con più di 100 opere tra i installazioni, murales e dipinti a rimpiazzo della usuale collezione di artefatti regolarmente esposta nel museo cittadino.

L’evento che vede il noto artista esporre per la prima volta in un museo della sua città natale è stato tenuto segreto fino alla sua data di apertura il 13 giugno scorso. Il museo cittadino è rimasto chiuso sin dall’ottobre dello scorso anno con una manciata di guardiani a pattuglia del perimetro. Il direttore del museo Kate Brindley ha recentemente rilasciato queste dichiarazioni: “L’inaugurazione della mostra di Banksy è stata un vero sollievo, abbiamo corso numerosi rischi ed i piani della mostra sono stati tenuti segreti fino a venerdi 12 giugno, esattamente un giorno prima del vernissage”.

preload imagepreload image