Storm Thorgerson – Pink Floyd-mind over matter

 Fotografie, grafica, video, poster, commercials e artworks sono il contenuto della mostra multimediale Pink Floyd. Mind over matter che porterà il visitatore nel tempio psichedelico e visionario dello storico gruppo inglese, dove design, fotografia, cinema e grafica hanno saputo esprimere le intense emozioni di una band che è ancora, dopo 40 anni, il più forte riferimento artistico originale per molti giovani creativi del XXI secolo.

Pochi artisti legati all’iconografia della musica rock hanno avuto un ruolo così determinante ed innovativo come Storm Thorgerson; e non solo perché Storm ha illustrato con le sue nitide e visionarie immagini album ed artisti che oggi sono ormai leggenda: ha fatto di più, ha legato indissolubilmente il suo lavoro a un’idea, allo spirito che quei suoni nuovi diffondevano nella cultura e nella società in cui si formavano.

Una mostra per gli AC/DC i gioielli di famiglia dell’Australia

Avete mai sentito parlare degli AC/DC? Sicuramente si,  impossibile non aver mai ascoltato una delle loro grintose songs come Highway to Hell o Back in Black come è impossibile non aver mai visto il chitarrista Angus Young dimenarsi sul palco con in mano la sua Gibson diavoletto ed il suo completo da scolaretto di college inglese. Ebbene gli AC/DC sono un gruppo di Rock and Roll puro, formatosi a Sydney nel 1973 nel corso della loro incredibile carriera gli AC/DC hanno venduto la bellezza di oltre 200 milioni di dischi in tutto il mondo, di cui oltre 71 milioni nei soli Stati Uniti.

Gli AC/DC sono una vera e propria icona in Australia e per rendere onore agli eroi nazionali, le istituzioni  hanno  quindi deciso di organizzare una mostra tutta per loro al Powerhouse Museum di Sydney il prossimo 11 settembre.  “Non c’è dubbio che in 35 anni di onorata carriera, passata a riempire gli stadi e le arene di tutto il mondo, gli AC/DC sono gli artisti più famosi di tutta l’Australia” ha dichiarato Tim Fisher, curatore della mostra.

Marco Brambilla e Kanye West insieme per Power

L’arte contemporanea è nuovamente al servizio della musica. Questa volta è l’artista italo-canadese Marco Brambilla ad aver scelto di produrre un video per una star del pop, o forse dovremmo dire del rap, visto che il video sarà creato per promuovere il nuovo singolo di Kanye West.  Nel video della song intitolata Power, West indossa una gigantesca collana d’acciaio, attorno a lui c’è un carosello di belle ragazze parzialmente  nude. Alcune di queste belle figliole si inginocchiano ai suoi piedi mentre altre indossano corna da diavolo e sono appese al soffitto a testa in giù.

Una sorta di spada di Damocle pende sulla testa di West e dietro di lui un carnefice si prepara a trafiggerlo con una lama. Brambilla che oltre ad aver creato numerose opere di video arte è stato anche regista di noti films come Demolition Man (che vede come protagonista Sylvester Stallone), ha dichiarato di aver deciso di dare all’intero progetto una visione apocalittica molto personale.

Viaggi in immagini, la giovane videoarte a Firenze

Viaggi in immagini è una Rassegna video dagli archivi Art Hub. Nell’ambito di Aperto alle Murate in piazza Madonna delle neve a Firenze. Tutti i lunedi’ due “ore d’aria” con intrattenimento e performance nell’ex carcere. Un’iniziativa dell’assessorato alla cultura del Comune di Firenze che ha preso il via il 14 giugno e accompagnerà fiorentini e non fino a metà settembre. Aperto Alle Murate e’ un progetto a cura di Firenze Fast Forward, Valentina Gensini, Map of Creation e Simone Fabbroni che spazierà dalla musica al teatro alla video arte. Partners: Art Hub e New York University; media partner: Current, network partner: UnDo.Net

Nell’ambito di Aperto alle Murate Art Hub presenta Viaggi in immagini, una rassegna in tre serate (21 giugno, 16 e 23 agosto 2010 ) di video tratti dall’archivio, a cura di Francesca di Nardo. il 30 agosto inoltre avrà luogo la proiezione del video documentario Rough Cut (Iran, 22’- 2007) di Firouzeh Khosrovani, alla presenza della regista. Rough Cut è un’opera pluripremiata nei festival internazionali  si tratta di un documentario corto che racconta la trasformazione dei manichini femminili nelle vetrine dei negozi d’abbigliamento di Teheran, come metafora del corpo velato e mutilato, ridefinito secondo i dettami della legge.

Il Tuscan Sun Festival di Cortona ospita Daze

Ogni anno il Tuscan Sun Festival festival di Cortona ospita un artista d’arte visuale. Il protagonista dell’edizione 2010 e’ DAZE, figura di spicco della scena urbano-artistica di New York alla fine degli anni ’70 che sarà ospitato dal 30 luglio al 6 agosto 2010 negli spazi del Palazzo Casali di Cortona. Nella Grande Mela della fine anni sessanta, alcuni giovani artisti cominciarono a esprimere il proprio disagio metropolitano per le strade, utilizzando spazi abbandonati, lasciati al degrado, e strutture d’uso della città, come la metropolitana.

DAZE, allora solo un adolescente, fu uno dei pionieri tra i  graffitari dei treni, artisti che entravano nei depositi della metropolitana durante la notte e ricoprivano l’esterno delle carrozze con disegni elaborati per esprimere una loro idea di plasticità e decoro. Negli anni successivi, l’arte di DAZE, cosi’ come di molti altri graffitari, entra nelle gallerie e nei musei,  e i murales cominciano ad essere considerati tra i movimenti dell’arte moderna.

Rifrazioni 2010, un festival tra Anzio e Nettuno

Rifrazioni, Festival Internazionale di Arti Contemporanee e’ alla sua V edizione. Il Festival realizzato dall’Associazione Cercle, promuove la performance e la live art, la danza, la ricerca musicale e le arti visive attraverso interventi site-specific e cioe’ concepiti in relazione ad uno spazio specifico nei luoghi pubblici e di interesse culturale del territorio di Anzio e Nettuno: Parco Archeologico Villa di Nerone, EX Divina Provvidenza, Porto di Anzio, Stazione ferroviaria di Nettuno, Forte Sangallo, Lido dei Pini.

Il Festival e’ realizzato attraverso una residenza artistica della durata di circa un mese (5-28 Luglio) in cui gli artisti internazionali, ospitati presso la Scuola Media Statale Giovanni Falcone di Anzio, concepiscono opere d’arte inedite ispirate al territorio che vengono poi presentate gratuitamente nei luoghi del Festival, durante le giornate comprese tra il 29 Luglio e il 1 Agosto. Il Festival e’ il culmine di un percorso collettivo, e’ la messa in scena, in luoghi pubblici, di cio’ che viene prodotto durante la Residenza.

Quest’anno all’interno del percorso di residenza saranno realizzati dei laboratori aperti che coinvolgeranno attivamente la popolazione locale. Le residenza aperte sono un tentativo di Rifrazioni di radicarsi maggiormente sul territorio. La popolazione di Anzio e Nettuno si fa quindi destinataria e protagonista dei percorsi e delle creazioni che gli artisti intraprendono sul territorio, diventando parte attiva del processo creativo. Durante il mese di Luglio Anzio e Nettuno si trasformeranno in uno spazio creativo finalizzato a risvegliare la partecipazione alla vita pubblica attraverso le pratiche artistiche contemporanee. Rifrazioni e’ percio’ una modalità nuova di relazionarsi con lo spazio della quotidianità.

Sesta edizione per Lugocontemporanea


Per Oscar Wilde tutta l’arte e’ completamente inutile. L’aforisma del poeta inglese resta sempre di grande attualità e nel tempo rinnova le sue interpretazioni. Eppure l’Arte spesso scrive la sua storia proprio in reazione alla sua inutilità.  Anche nel nostro tempo ci si accorge dell’Arte solo quando viene commercializzata, quindi legittimato il suo valore. Anche nel nostro tempo, di nuova depressione economica, i rami dell’ Arte sono i primi a subire amputazioni. E da sempre, in momenti di degrado come questo, alcuni artisti sopravvivono all’oppressione dell’ “utile” trovando l’ispirazione o l’esasperazione per raccontare, creare, rimanere vivi.

L’ambizione dell’Associazione Culturale “Lugocontemporanea” (fondata da John De Leo, Monia Mosconi e Franco Ranieri) e’ coagulare queste resistenze in fermento in programmazioni periodiche di eventi artistici di alta qualità e infondere nell’animo delle persone familiarità alle nuove forme espressive. La Rassegna “Lugocontemporanea” – che si svolge nel suggestivo centro storico di Lugo di Romagna dal 22 al 24 luglio 2010 – cerca la propria identità nel confronto tra i diversi linguaggi espressivi contemporanei: decine di eventi ed alcune esposizioni artistiche in quattro serate tra la fine di luglio e l’inizio di agosto dove Musica, Arti Visive, Danza e altre “manifestazioni inutili” si incontrano, dialogano o si respingono. L’evento e’ che cio’ accada.

Joseph Bertolozzi vuole trasformare la Torre Eiffel in uno strumento musicale


Conoscete Joseph Bertolozzi? No? ebbene trattasi di un compositore sui generis che usa microfoni per registrare suoni prodotti da strumenti non comuni. Bertolozzi, ad esempio, ha sonorizzato l’intero ponte Franklin D. Roosevelt Mid-Hudson vicino Poughkeespie a New York. Sulle prime l’idea sembrava piuttosto pazza ma alla fine il tutto ha funzionato. L’estroso artista ha piazzato i suoi microfoni direttamente sulle travi del ponte e su alcuni guardrails, successivamente ha cominciato a percuoterlo producendo suoni decisamente esaltanti. Il compositore ha registrato la sua opera che prende il nome di Bridge Music e le persone che desiderano ascoltarla possono farlo su una radio locale.

Il progetto ha inoltre celebrato i 400 anni del ponte intitolato ad Henry Hudson. Ora che il progetto si è concluso con tutti gli onori del caso Bertolozzi non ha deciso di restare con le mani in mano ed ha deciso di ripetere l’intero concerto a Parigi. Ovviamente il teatro della performance potrebbe essere la celeberrima Torre Eiffel, location d’eccezione tutta’ltro che facile da sonorizzare.

La licenza Creative Commons e l’arte contemporanea

L’opera d’arte appartiene all’artista che l’ha creata, egli detiene i diritti ed ha il potere assoluto di decidere sulle sue sorti. Questa semplice affermazione che in passato era un vero e proprio dogma potrebbe non essere più tale per il prossimo futuro. Stiamo ovviamente parlando della rivoluzione Creative Commons, una tempesta che ha invaso tutte le arti dalla  Fotografia alle immagini in genere passando per le  illustrazioni, i video, l’editoria e la musica.

Le licenze Creative Commons offrono sei diverse articolazioni dei diritti d’autore per creatori che desiderino condividere in maniera ampia le proprie opere secondo il modello “alcuni diritti riservati”. Il detentore dei diritti puo’ non autorizzare a priori usi prevalentemente commerciali dell’opera (opzione Non commerciale, acronimo inglese: NC) o la creazione di opere derivate (Non opere derivate, acronimo: ND); e se sono possibili opere derivate, puo’ imporre l’obbligo di rilasciarle con la stessa licenza dell’opera originaria (Condividi allo stesso modo, acronimo: SA, da “Share-Alike”).

Un solo nome: Klaus Nomi

 Un cantante dalla voce fuori dal comune, un performer selvaggio ed originale, un’animale da palcoscenico, un trasformista, un grande artista. Questo è molto altro ancora è stato Klaus Sperber, meglio conosciuto come Klaus Nomi. Nato a Immenstadt, in Germania nel 1944, negli anni ’60 iniziò a lavorare come usciere alla teatro dell’Opera di Berlino dove aveva preso l’abitudine di cantare sul palco dopo la fine degli spettacoli. Nel 1972 Nomi decise di partire per gli Stati Uniti e si trasferì a New York dove cominciò a farsi conoscere nella scena artistica dell’East Village.

Per sbarcare il lunario il giovane artista faceva il pasticcere mentre allo stesso tempo seguiva delle lezioni di canto. Nel frattempo l’artista cantava e creava performances per alcuni piccoli club. Il suo stile caratterizzato da una improbabile quanto perfetta fusione tra lirica, rock e disco, unito al suo make up inconfondibile non passò di certo inosservato e nel 1978 Nomi fece la sua irruzione nella scena dell’arte con la sua performance all’evento New Wave Vaudeville, creato dall’artista David Mc Dermott.

Il Punk californiano e l’avventura della Target Video

I nomi  Jackie Sharp, Jill Hoffman e Sam Edwards forse non vi diranno nulla in particolare ma sappiate che questi temerari personaggi, capitanati dall’artista Joe Rees furono i fondatori di una realtà che ad oggi non ha eguali. Stiamo ovviamente parlando della celebre casa di produzione di audiovisivi denominata Target Video (conosciuta anche come Target 77) nata sul finire degli anni ’70 in quel di San Francisco.

Ovviamente la Target Video non ha mai prodotto opere di video arte ma l’attenta e sperimentale ricognizione della scena musicale punk ed hardcore americana operata da questa avventurosa etichetta è paragonabile ad una creazione artistica. Sin dai suoi primi giorni di vita la Target iniziò a filmare concerti all’interno di clubs, per strada ed ai parties. Inoltre il quartier generale della Target possedeva un enorme sottoscala di quasi 500 metri quadrati dove venivano organizzati concerti che iniziavano nel pomeriggio e si concludevano a notte inoltrata.

Con David Lynch e Marilyn Manson la Kunsthalle di Vienna si tinge di nero

La Kunsthalle di Vienna si prepara ad accogliere una delle mostre più bizarre ed affascinanti della stagione. Si tratta di una doppia personale dal sapore gotico ed oscuro dove saranno esposti allucinati ed allucinanti lavori della pop star Marilyn Manson e del grande regista David Lynch. I due celebri personaggi non sono nuovi nel mondo dell’arte contemporanea visto che tutti e due coltivano da numerosi anni l’interesse per la pittura e la fotografia.

Manson e Lynch sono inoltre accomunati da una reciproca stima ed il cantante ha persino partecipato al Thriller psicologico Lost Highway – Strade Perdute (in quel film Manson interpretava una porno star), uscito nell’ormai lontano 1997 e salutato come uno dei più intricati e meravigliosi film del regista. Genealogies of Pain (genealogie del dolore) è il titolo di questo incredibile evento che si aprirà il prossimo 30 giugno e sarà visibile sino al 12 luglio 2010. Alla mostra il mefistofelico Manson presenterà i suoi dipinti a tinte forti che in prevalenza raffigurano volti avvinti dalla disperazione, dallo smarrimento o dal dolore.

Captain Beefheart, cambiare l’arte con una maschera da trota

Il nome Don Van Vliet vi dice qualcosa? no? allora forse conoscerete meglio l’aka di questo grandissimo artista che da anni si cela dietro lo pseudonimo di Captain Beefheart. Nato il 15 gennaio del 1941 in California, Captain Beefheart è forse uno degli artisti più seminali della scena internazionale. Cantante, musicista,  pittore ma soprattutto grande visionario, l’estroso Vliet è stato in grado di cambiare per sempre la storia della musica contemporanea grazie ad una spontaneità ed una verve senza pari.

Dopo la sua entrata nella Magic Band nel 1965, divenne il leader indiscusso di tale formazione, sino a giungere a veri e propri attacchi di dispotismo creativo. La sua tirannia fu però ben giustificata dall’uscita di una delle pietre miliari del rock, il disco Trout Mask Replica del 1969. L’album rappresentò infatti un punto di rottura definitivo con tutto ciò che era stato prodotto in precedenza.  I 28 brani che lo componevano  erano caratterizzati da un’originale mistura di tempi dispari delle partiture, da testi surreali, sterzate di free jazz ed avanguardia totale, in sostanza una vera e propria anticipazione del punk e della new wave.

Lady Gaga blasfema e scandalosa per Alejandro

Orami le nostre pagine sono piene di articoli e gossip su Lady Gaga, la biondissima eroina del pop nonché artista wannabe non riesce proprio a star ferma e anzi sembra più prolifica che mai anche durante i mesi estivi. In questi giorni la cantante ha tenuto una grande premiere del suo nuovo video girato dal celebre fotografo di moda Steven Klein per la track intitolata Alejandro ed anche stavolta non ha mancato di sollevare un vespaio di polemiche. Le immagini del video hanno infatti scatenato le ire di diversi giornalisti, istituzioni e gente comune.

Il clip è un bizzarro ed irriverente miscuglio di erotismo, fetish, atmosfere gotiche, tenebrose e religiose, mentre la canzone è una classica ballad neanche troppo movimentata. Nelle prime immagini Lady Gaga sembra scopiazzare le atmosfere militaresche già viste in un video di Janet Jackson. Successivamente Gaga cita Madonna a più non posso ed il video diviene un miscuglio di deliri erotico-religiosi alla Like a Prayer.

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