Pavement, reunion e nuovo disco?

La notizia del giorno è una vera perla per gli amanti dei Pavement, padri fondatori del lo-fi e gruppo d’avanguardia capace di influenzare intere generazioni musicali con un sound cinico, squinternato e creativo fondato su pezzi al limite dell’amatoriale e ritornelli tirati a sorte in maniera improbabile.

Muse – Resistance

Non so come giudicare questo nuovo album dei Muse qualcosa mi piace ma il resto è noia mortale. La band di Matt Bellamy con questo Resistance mostra tutti i suoi pregi ed i suoi limiti. Tra incursioni pop ed art rock infarcito di pompose orchestrazioni e dure schitarrate il disco scivola via senza troppi intoppi. troppo ben fatto, troppo perfettino e ben mixato per sembrare vero.

Sondre Lerche – Heartbeat Radio

Sesto album per il cantautore norvegese Sondre Lerche che con questo HeartBeat Radio sembra confermare il suo amore per sonorità in stile Belle And Sebastian. Pop orchestrale e sperimentazioni tra rock e folk che non suonano poi così male ma non sono nemmeno una grande novità.

Stone Roses – Stone Roses

La storia degli Stone Roses assomiglia a quella di qualsiasi altra meteora del Rock. Un incredibile debutto, una lenta agonia con tanto di dispute legali ed infine l’indifferenza del pubblico. Eppure gli Stone Roses un gran disco l’hanno pur fatto, un capolavoro nato dalla Manchester degli anni ottanta.

Ian Brown e soci sono stati i precursori di un pop atmosferico denso e ballabile intriso di dark, psichedelia e disco music. Un mix difficilmente imitabile che ha influenzato numerose generazioni sonore a venire.

Yo La Tengo – Popular Songs

Hanno fatto un patto con il diavolo e non l’hanno detto a nessuno, questo mi viene in mente quando penso a Yo La Tengo, band eclettica e spumeggiante che da un quarto di secolo produce album sempre diversi e sempre pieni di graffiante energia. Prendete ad esempio quest’ultimo Popular Songs, il dodicesimo per essere precisi, chi l’avrebbe mai detto di trovarci dentro una track come Here to Fall, una traccia con piano elettrico ed archi che sembra quasi tratta da un brano disco degli anni 70.

Artic Monkeys – Humbug

Nel 2006 sono partiti da Myspace ed hanno conquistato il mondo con il loro album di debutto. Ora sono sopravvissuti all’impatto con il successo e non sono svaniti nel nulla come tutti gli giovani gruppi musicali incappati nelle grinfie dello star system. Gli Artic Monkeys sono vivi grazie alla loro abilità di strumentisti capaci di scrivere canzoni complesse contraddistinte da brusche sterzate sonore. Giovani ma intelligenti e soprattutto molto pop, il loro nuovo album Humbug farà ancora strage nelle charts internazionali.

Wild Beasts – Two Dancers

Hayden Thorpe, leader dei Wild Beasts ha incantato migliaia di ascoltatori nel 2008 con Limbo, l’album di debutto delle bestie selvagge. Ed anche se il suono di questo Two Dancers sembra un tantino più quadrato ed organizzato permette ai Wild Beasts di raggiungere un insperato bilancio tra il sofisticato ed il grezzo.

Squarepusher – Solo Electric Bass 1

Tom Jenkinson alias Squarepusher è un virtuoso, un pazzo, uno che non si lascia facilmente addomesticare da un qualsiasi stereotipo. Lo ha già dimostrato con le sue precedenti sperimentazioni musicali ma stavolta il suo nuovo album fatto di virtuosismi con il basso è veramente incredibile.

(Ri)ascoltiamoli: Red House Painters

Oramai l’errante Mark Kozelek ed i suoi Red House Painters si sono sciolti da tempo ma vale la pena accaparrarsi alcuni dischi che per la loro poetica musicale rappresentano un valido esempio di parolemusicaimmagini.

Jonsi & Alex – Riceboy Sleeps

Ma chi sono, i Sigur Rós? si e no, il nuovo proetto di  Thor (Jónsi) Birgisson e Alex Somers è in realtà una costola del famoso nonchè poetico gruppo islandese. I due folletti della musica stavolta hanno deciso di far uscire un disco interamente strumentale con qualche vocina in sottofondo.

Monahans – Dim The Aurora

Ci sembra un pò di sentire i primi vagiti di Michael Stipe dei R.E.M. mescolati alle sonorità degli Spoon in questo nuovo disco dei Monahans. La cosa non può che far piacere, specialmente se il disco si traduce in un viaggio nel più tradizionale alternative rock americano anche se con qualche dettaglio intrigante.

The Boston Spaceships – Zero To 99

Terzo album per lo strambo progetto di Robert Pollard e vediamo se riuscirà a raggiungere gli spigoli e le ironie del primo album Brown Submarine. Pollard non mi è mai piaciuto un granchè ma il frizzante nonsense delle sue song in certi casi può tirar su il morale.

I Sunn O))) e Richard Serra, l’arte di essere pesanti

I Sunn O))) rappresentano l’ultima frontiera del drone doom metal estremo, genere al limite della musicalità in cui il ronzio delle chitarre elettriche fa da tappeto a sabbatici echi ambient ed elettroniche nuvole sonore. Fin dall’inizio nel 1998 questa band musicale formata da Greg Anderson e Stephen O’Malley si è dedicata a sperimentazioni pesanti e minimal affiancando alle potenti e profonde note delle loro songs una serie di performance teatrali dal vivo.

La decostruzione di sonorità nordiche è il segno distintivo della band statunitense che basa la sua produzione artistica sulla potenza fisica del suono su una mitologia oscura, scevra di ogni minimo contesto ideologico.  Insomma i Sunn O))) non sono del tutto estranei ai meccanismi dell’arte contemporanea e sono apprezzati da molti artisti internazionali. Uno dei numerosi fan di questa misteriosa band musicale è Richard Serra famoso scultore minimalista e videoartista statunitense, conosciuto per il fatto di creare opere d’arte con fogli di metallo.

77 milioni di dipinti per Brian Eno a Sydney

Il 14 giugno l’arte di Brian Eno illuminerà le vele dell’Opera House di Sydney in occasione del festival di arte, musica e luce Luminos ospitato dalla città australiana. In occasione della performance le vele del famoso palazzo si trasformeranno in una gigantesca tela che ospiterà l’opera audio visiva 77 Million Paintings creata da Eno grazie ad un self-generating software in grado di manipolare 300 disegni fornendo nuove e molteplici forme.

In merito alla sua opera Eno ha dichiarato che il costante cambio di forme e colori aiuterà il pubblico “ad arrendersi ad un altro tipo di mondo. Tutti pensano che con questa crisi finanziaria non ci sia più spazio per l’immaginazione. Quindi è proprio questo il momento di ricominciare ad  immaginare ed uno dei modi per imparare ad immaginare passa attraverso l’esperienza dell’arte. Non dimentichiamoci infine che l’immaginazione ha reso l’uomo capace di sopravvivere”.

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