Lo strano caso del New Museum di New York

Nel 2009 il New Museum di New York ha annunciato una serie di mostre intitolata The Imaginary Museum. Come molti di voli ben sapranno il primo evento espositivo è stato curato da Jeff Koons che ha portato nel museo la collezione del grande collezionista Dakis Joannou. Il greco oltre ad essere uno dei più celebri collezionisti di opere di Jeff Koons è anche il fondatore della Deste Foundation, un centro per le arti contemporanee in Grecia è anche un sostenitore del New Museum.

La mostra curata da Koons ha quindi sollevato un polverone di polemiche per questa sorta di conflitto di interessi fino a che la scorsa settimana la questione etica del New Museum è stata affrontata dal New York Times, da The Art Newspaper e del famoso disegnatore William Powhida che per la copertina del Brooklyn Rail ha creato una mega vignetta intitolata Come il New Museum ha commesso il suicidio mediante la banalità.

Confrontations – MAMBO e MART VS New Museum

Eccoci giunti al terzo appuntamento della nostra serie estiva intitolata Confrontations. Si tratta di un confronto all’americana tra le offerte culturali di due prestigiose istituzioni, una straniera e l’altra italiana. Dalle nostre parti vengono stanziati milioni e milioni di euro per tenere in vita gli spazi pubblici e garantire loro un programma espositivo allettante per il pubblico. Alla fine della nostra breve avventura  sarà più facile comprendere il peso della nostra cultura contemporanea e l’utilizzo finale dei fondi stanziati dai contribuenti a favore della stessa.

Nella prima puntata avevamo organizzato un match MAXXI di Roma VS Tate Modern di Londra mentre nella seconda avevamo rincarato la dose con un confronto letale MADRE di Napoli e Castello di Rivoli VS ICA di Londra. Oggi il confronto si fa ancora più duro visto che abbiamo due sfidanti d’eccezione vale a dire MAMBO di Bologna e MART di Trento e Rovereto VS New Museum di New York. Riusciranno due musei italiani a garantire una programmazione migliore di un museo newyorkese?

A chi interessa la critica italiana?

Riusciremo mai a comprendere gli Stati Uniti? Voglio dire che le meccaniche comportamentali del sistema dell’arte contemporanea a stelle e strisce sono totalmente diverse dalle nostre e tentare di confrontarle è un’impressa assai ardua. Questo non significa certo che gli U.S.A. fanno tutto meglio, anzi di castronerie i nostri ne combinano parecchie ma è evidente che uno sguardo più attento all’american way of life non potrebbe far altro che giovarci, ma andiamo nello specifico.

Prendiamo ad esempio la critica d’arte americana, parliamo di figure come Jerry Saltz o piattaforme come Hyperallergic o The Brooklyn Rail. La prassi è quella di recensire le mostre cercando di giudicare ciò che si è visto in maniera schietta e sincera. Le stroncature quindi sono all’ordine del giorno ma si tratta di giudizi che aiutano a crescere, a non ripetere i propri errori. Le gallerie, i musei o gli artisti che subiscono tali critiche non si scompongono più di tanto ed il prestigio della critica è dato soprattutto dalla sua veracità e sincerità.

New York prepara le sue grandi mostre per il 2012

Con il 2011 ormai quasi alle spalle New York guarda avanti e si proietta direttamente all’interno della stagione espositiva 2012. Ovviamente nella Grande Mela non scherzano e se qui da noi le programmazioni dei musei cittadini procedono a rilento con comunicazioni a corrente alternata, negli States le macchine vincenti hanno già acceso i motori.

Vediamo quindi cosa propone New York per il prossimo anno all’insegna dell’arte contemporanea. Il Whitney Museum ha già pronta la sua Whitney Biennial che dopo l’esaltante edizione curata da Francesco Bonami si preannuncia già come ricca e gustosa. 51 artisti invitati ed una selezione orientata focalizzata su fotografia e video, ne vedremo delle belle (inaugurazione il 1 marzo, fino al 27 maggio 2012). Il New Museum invece ha la sua Generational, l’abituale exhibition triennale che quest’anno prende il nome di The Ungovernables. Anche questa kermesse si preannuncia come impedibile data la presenza di talentuosi artisti (inaugurazione il 15 febbraio, fino al 22 aprile 2012).

Whitney Biennial e la Triennale al New Museum, ecco tutti i partecipanti..

Dopo la spumeggiante edizione firmata da Francesco Bonami, che fra l’altro ha riscosso un ottimo successo di pubblico e critica, la Whitney Biennial torna a far parlare di sé. In questi giorni infatti sono trapelati i nomi degli artisti partecipanti alla prossima edizione che si terrà dal 1 marzo al 27 maggio 2012. Fra i partecipanti anche grandi registi/documentaristi come Werner Herzog e Frederick Wiseman, autore di affascinanti quanto sconcertanti film verità come Near Death, girato all’interno di un nosocomio americano.

A curare la Biennial sarà il duo formato da Elisabeth Sussman e Jay Sanders, ex direttore della Greene Naftali Gallery di New York, praticamente un vero volpone del mercato che ha già organizzato molte mostre di successo. Il duo ha operato una scelta – non scelta visto che gli artisti partecipanti sono addirittura 51, segno evidente che il minestrone/padiglione Italia di Vittorione Nazionale© ha fatto scuola. Ma vediamo chi parteciperà alla Whitney Biennial 2012:

 1. Kai Althoff

2. Thom Andersen

3. Charles Atlas

4. Lutz Bacher

5. Forrest Bess (by Robert Gober)

6. Michael Clark

7. Dennis Cooper and Gisèle Vienne

La galleria diventa una sala parto e il museo un parco giochi

Incredibile ma vero, anche venire al mondo può essere considerata una vera e propria performance d’arte contemporanea. A rafforzare l’ipotesi ci ha pensato Marni Kotak, giovane artista statunitense che ha deciso di organizzare una performance dal titolo The Birth of Baby X alla Microscope Gallery di New York. L’artista ha pensato bene di completare il suo parto all’interno degli spazi della galleria, trasformando così la nascita del suo bebè in una performance.

Stando a quanto dichiarato in un comunicato stampa emesso dalla galleria, l’artista di 36 anni ha sfornato un bel bambino (in piena salute) alle ore 10:17 di martedì 25 ottobre. Insomma, dopo tante e tante performance in cui l’artista di turno mette a repentaglio la sua integrità fisica rischiando la vita, finalmente qualcuno ha deciso di creare la vita. Marni Kotak si è stabilita all’interno della galleria lo scorso 15 ottobre ed ha trasformato gli spazi in una camera da letto. In questi giorni l’artista ha accolto i visitatori incuriositi ed ha risposto alle loro domande.

Al New Museum appaiono i fantasmi dell’Ex Unione Sovietica

Gli Stati Uniti sono da sempre terrorizzati dallo spettro del comunismo. Con la guerra fredda alle spalle da diverso tempo, sussiste comunque un clima disagio quando si parla delle passate tensioni tra U.S.A. ed ex Unione Sovietica. A volte però l’arte può gettare le basi per un avvicinamento tra popoli e culture totalmente diverse, aiutando lo spettatore a comprendere comportamenti ed idee che prima sembravano incredibilmente lontane.

Questo lodevole obiettivo di sensibilizzare il pubblico mediante l’arte è stato recentemente raggiunto da una mostra organizzata dal New Museum di New York con la mostra Ostalgia attualmente in visione fino al prossimo 25 settembre 2011. Si tratta di un progetto decisamente ambizioso che ha impegnato la maggior parte degli spazi del museo con opere multidisciplinari dalla fotografia, alla scultura, passando per la pittura e l’installazione. Soggetto della mostra è ovviamente la nostalgia per la cosiddetta cortina di ferro, per un ideologia sovietica che di fatto non cessa di affascinare anche nuove generazioni artistiche.

Dopo Younger Than Jesus il New Museum lancia Generational

Proprio nel bel mezzo della Biennale di Venezia ecco che il New Museum di New York non perde tempo per rilanciare l’appuntamento con la sua celebre triennale, quella Younger Than Jesus che nel 2009 venne accolta da critiche abbastanza freddine da parte di tutta la stampa internazionale. Come di consueto la manifestazione è rivolta a tutti gli artisti nati nella metà degli anni ’70 e si ripropone di mostrare al mondo la frizzante natura della nuova arte statunitense, anche se spesso questa frizzante natura sa un poco di stantio e di raffazzonato.

Comunque sia meglio non dare giudizi a priori visto che all’apertura della grande kermesse mancano ancora molti giorni e il New Museum non ha lasciato trapelare molte notizie. Di certo c’è che la mostra si aprirà il 15 febbraio 2012 e si protrarrà fino al 22 aprile dello stesso anno. Il nome della triennale sarà The Generational e sarà curata da Eungie Joo.

Ci vorrebbe WikiArtLeaks per svelare i segreti dell’arte contemporanea

Ultimamente si fa un gran parlare del fenomeno WikiLeaks, organizzazione internazionale che riesce a mettere le mani sui più scottanti segreti istituzionali di tutto il mondo e che ha come obiettivo la pubblicazione di materiale che porti alla luce comportamenti non etici di governi e aziende. Lo staff di WikiLeaks di cui l’australiano Julian Assange è il membro più noto e influente è in questi giorni al centro di una bufera politica e legale, segno evidente che esiste qualcosa di vero  tra le migliaia di fughe di notizie presenti sul sito.

Sarebbe dunque interessante disporre di una sorta di WikiLeaks dell’arte contemporanea, visto che di comportamenti poco etici e di questioni misteriose in questi ultimi tempi ne abbiamo viste parecchie. Potremmo venir a capo del perchè il governo cinese si accanisce tanto contro Ai Weiwei fino al punto di malmenarlo, distruggergli lo studio ed oscurargli il blog. Tra l’altro qualcuno potrebbe spiegarci perchè la Turbine Hall ha vietato al pubblico l’interazione con l’opera dello stesso artista.

All around the art world

 Settembre, molti di voi saranno già tornati dalle meritate vacanze ma siamo sicuri che molti altri sono ancora in giro per il mondo. Visto che ci sembra doveroso informare anche i nostri lettori su quello che succede in giro per il globo, vorremmo qui di seguito elencare gli eventi più interessanti del momento.

Fino al 2 ottobre il Contemporary Fine Arts di Berlino ospiterà un’interessante mostra del duo gemellare formato da Gert & Uwe Tobias con più di 50 opere in visione tra ceramiche, sculture, disegni, collages e coloratissimi intagli nel legno. Fino al 30 ottobre alla Cattedrale di Gloucester in Inghilterra sarà possibile ammirare la mostra Crucible che espone una vasta selezione di opere scultoree (più di 75 pezzi) di grandi nomi del contemporaneo quali Damien Hirst, Antony Gormley, Marcus Harvey e Lynn Chadwick. Sempre nel Regno Unito ed in particolare a Londra, fino al 2 ottobre sarà possibile visitare la mostra del celebre fashion designer Hussein Chalayan alla sua prima prova come artista visivo.

Rivane Neuenschwander tra spionaggio e desideri al New Museum di New York

Proprio ieri il New Museum di New York ha presentato al pubblico la mostra personale di Rivane Neuenschwander, caleidoscopica artista brasiliana che rimarrà ospite all’interno degli spazi fino al prossimo 19 settembre 2010 con l’evento dal titolo A Day Like Any Other. Giusto lo scorso venerdì, l’artista si trovava all’interno delle sale a ginocchioni sul pavimento, intenta a tagliuzzare il rivestimento del suolo alla ricerca di microfoni nascosti. Le classiche “cimici” erano state piazzate in locations a lei ignote dagli addetti alla sicurezza.

Fa tutto parte della mia installazione intitolata The Conversation ispirata all’omonimo film di Francis Ford Coppola del 1974. Come ben ricorderete, in quel film Gene Hackman distrugge un intero appartamento alla ricerca di microfoni spia.” Ha dichiarato con piglio divertito l’artista. Rivane Neuenschwander incentra abitualmente le sue opere sulla paranoia ma anche sul gioco, specialmente su quel genere di giochi che coinvolgono anche il pubblico in maniera partecipativa. La presente performance finirà solamente quando l’artista avrà trovato tutti i microfoni presenti all’interno dello spazio espositivo che saranno poi rimpiazzati con speakers che emetteranno i suoni prodotti dall’incessante ricerca dell’artista (che ha completamente distrutto lo spazio). 

Terence Koh adotta un bebè, speriamo non si tratti di una performance?

Terence Koh ne ha combinata un’altra delle sue, anche se questa volta sembrerebbe che le sue bizzarre azioni siano guidate da un lodevole intento. Il caleidoscopico folletto dell’arte contemporanea ha infatti adottato un piccolo bebè che sembra in tutto e per tutto la sua esatta copia. Dopo la fine della bolla speculativa dell’arte contemporanea, nell’autunno del 2008, Koh ha faticato lungamente per tenersi a galla all’interno della scena.

Negli ultimi tempi però sembra che l’artista abbia ritrovato un insperato equilibrio, grazie alla sua nuova amicizia con Lady Gaga, personaggio sopra le righe che a sua  volta sembra destinato a ritagliarsi un posto nel giro dell’arte. Lady Gaga ha infatti stretto amicizia con Klaus Biesenbach curatore capo del MoMa che ultimamente ha accompagnato Koh e la biondissima cantante durante un tour della prestigiosa istituzione.

Fikret Atay alla Fabbrica del Vapore di Milano

Viafarini DOCVA di Milano inaugura il 3 giugno la mostra personale dell’artista turco Fikret Atay. I video di Atay sono veri e propri frammenti poetici, distillati di senso e di quotidianità: low tech e ridotti all’essenziale, ma capaci di sintetizzare un mondo che più remoto non potrebbe essere. È il mondo di Batman, paese natale dell’artista, nel sud-est dell’Anatolia, in Turchia, vicino al confine con l’Iraq.

Atay parte dalla realtà tradizionale curda, dalla situazione locale della zona in cui vive e lavora; la racconta con un linguaggio semplice, rinunciando a ogni effetto speciale; ne coglie i punti di intersezione rispetto alle trasformazioni in atto nel paese intero e oltre, nel mondo globalizzato. Le sue opere hanno però un carattere fortemente metaforico; partendo da situazioni estremamente circoscritte, finiscono per raccontare questioni e problemi condivisi a livello planetario.

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