Quando l’arte incontra l’estetica del videogame

Non ho mai detto che i video games siano un’arte” e queste parole ci riempiono di stupore visto che a pronunciarle è stato proprio Shigeru Miyamoto, uno dei padri fondatori della moderna industria dei video giochi nonché creatore di vere e proprie leggende elettroniche come Super Mario Bros e la serie di Legend of Zelda. La dichiarazione è stata resa nota ai microfoni dell’Associated Press la settimana scorsa quando Miyamoto è stato insignito del British Academy of Film and Television Arts Fellowship.

Ad esser sinceri, Miyamoto è un esempio di umiltà e dedizione, un game maker visionario che si è autoimposto di ricevere lo stesso stipendio dei suoi colleghi, senza facilitazioni di sorta. Il commento di Miyamoto rappresenta un atto di dissenso in un dibattito che ha infiammato l’industria dei videogiochi sin dai suoi primi anni di vita. Dalla campagna pubblicitaria dell’etichetta Electronic Arts che nel 1982 chiedeva al mondo: “Può un computer farti piangere?” ( e molti piansero al triste finale dell’avventura testuale sci-fi intitolata Planetfall della Infocom 1983) fino alla celebre dichiarazione di Rober Ebert del 2005 che rispondeva: “i videogiochi non potranno mai essere arte”, il merito artistico dei videogiochi ha tenuto banco tra professionisti, esperti del settore e semplici amanti dei videogiochi.

Le bugie dell’arte contemporanea

Parlando di presenza fisica e culturale dell’arte contemporanea all’interno della nostra società va detto che non v’è nulla di che lamentarsi. Di musei e fondazioni è piena l’Italia, gallerie ne abbiamo a sazietà mentre la Biennale di Venezia resta sempre una delle manifestazioni più ambite e prestigiose di tutto il globo terracqueo. Se si sorpassano i nostri confini la situazione appare ancor più rosea, non è mistero infatti che all’estero esista una nutrita serie di luoghi, eventi ed attività dedicati all’arte contemporanea in netta crescita esponenziale. Ora immaginate quanti artisti sono chiamati ad esporre in questo vasto mare di eventi creativi, il numero è decisamente alto. Ed il bello è che molti di questi artisti sono vere e proprie star, ad esempio dalla generazione Young British Artists in poi, molti artisti inglesi sono osannati da mercato e critica.

Ci sono poi i mostri sacri statunitensi come Bruce Nauman, Bill Viola e compagnia cantante senza tralasciare i nuovi beniamini tipo Paper rad, Kembra Pfahler e Terence Koh che ultimamente hanno furoreggiato al Macro di Roma in occasione della mostra New York Minute. Ovviamente anche Francia, Spagna e Germania hanno il loro cospicuo numero di blasonati protagonisti della scena contemporanea mentre l’Italia chiude il conto con i soliti Francesco Vezzoli, Maurizio Cattelan ed una sparuta manciata di altri nomi.

Curiosità e gossip da Chelsea

Chelsea, New York, per anni  questo nome è stato il simbolo di una generazione artistica talentuosa, sperimentale e sregolata. Un luogo dove numerose gallerie d’arte hanno fatto la propria fortuna assieme a quella di artisti e collezionisti di grido. Quartiere malfamato prima, location ideale per studi d’arte poi ed ora scenario ideale per la proliferazione di appartamenti super-sofisticati.

Con il passare degli anni Chelsea ha perso un poco del suo smalto ma rappresenta sempre un buon termometro per l’andamento del sistema newyorchese e di riflesso per quello del resto del mondo. Recentemente 110 gallerie d’arte di Chelsea hanno aperto la loro stagione espositiva con una nutrita varietà di proposte. New York Entertainment ha visitato la maggior parte di esse ed ha stilato un piccolo resoconto dell’avventura, traendo simpatiche ed interessanti conclusioni su quanto visto.

New York Minute, 60 artisti della scena newyorkese al Macro di Roma

 Ancora non siamo del tutto sicuri sulla location dell’evento ma da settembre 2009 il MACRO di Roma ospiterà una mostra senza precedenti con oltre 60 artisti della scena newyorkese curati da Kathy Grayson con il supporto della Depart Foundation.

La grande manifestazione dal titolo New York Minute, in riferimento alla velocità con cui si muove l’arte nella grande mela, rappresenterà un’occasione unica per osservare da vicino le nuove tendenze dell’arte contemporanea d’oltreoceano e per ammirare opere di emergenti e giovani artisti dall’incomparabile freschezza immaginifica. Saranno in mostra due gruppi ben distinti di artisti, la prima fazione usa l’energia oscura della strada per progetti crudi e punk in bilico tra scultura, musica, performance e collage che riescono a catturare la condizione di essere giovani in una delle città più belle e cattive del mondo.

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