Shepard Fairey torna in strada dopo la brutta figura

Poche settimane fa, durante una video intervista comparsa su un’emittente americana e successivamente rimbalzata su Youtube, Shepard Fairey aveva avuto un acceso diverbio con sua moglie. A noi questo potrebbe anche non interessare se non per il fatto che la litigata è scaturita da una risposta della moglie del celebre street artist che aveva anticipato quella del marito. “Vai ancora in strada a compiere personalmente le tue azioni?” aveva chiesto l’intervistatore a Fairey, ma la moglie aveva risposto con un divertito: “Era tanto tempo fa, ora no!”.

Ovviamente si tratta del segreto di pulcinella, tutti gli appassionati di Street Art sanno benissimo che dopo i primi grandi successi, Fairey ha totalmente smesso di “sporcarsi le mani” ed ha messo in piedi uno studio con tanto di assistenti che provvedono ad attaccare i suoi posters, quando non espone in gallerie e musei.

Doug Aitken e lo specchio nero dell’alienazione

Qui in Italia abbiamo avuto modo di osservare da vicino una delle sue avvolgenti e colossali video installazioni nel corso del progetto Enel Contemporanea 2009, dove l’artista presentò Frontier, un’affascinante opera posizionata sull’isola Tiberina a Roma. Stiamo ovviamente parlando di Doug Aitken, protagonista indiscusso della videoarte internazionale che ha da poco prodotto l’ennesima, entusiasmante installazione video.

La nuova opera prende il titolo di Black Mirror ed “esplora il concetto di alienazione dell’essere umano in un contesto simile ad un vortice o ad un caleidoscopio a grandezza umana”, parafrasando le parole dell’artista. Black Mirror è stata realizzata per  la Deste Foundation For Contemporary Art, il centro per l’arte contemporanea fondato dal celebre collezionista Dakis Joannou sull’isola di Idra. L’immensa installazione che è gia visibile dal mese scorso, immerge i visitatori in un ambiente delimitato da specchi neri che riflettono all’infinito le immagini del nuovo video di Aitken.

Ai Weiwei porta a New York lo zodiaco cinese

Ai Weiwei è senza ombra di dubbio l’artista contemporaneo più coraggioso e controverso del momento. Dopo aver subito una parziale censura della sua opera ospitata dalla Turbine Hall di Londra, la demolizione del suo studio da parte delle autorità cinesi che lo avevano prima accolto e dopo esser stato oggetto di una censura all’interno del sondaggio apparso su Sina.com riguardo all’artista dell’anno, Weiwei ha dovuto digerire anche la cancellazione di una sua importante retrospettiva in Cina già programmata ed impacchettata.

Ovviamente stiamo parlando di un uomo che non si ferma mai, che racchiude in sé la saggezza e la combattività propria dei grandi artisti, padroni della storia. Ecco quindi che oggi Ai Weiwei riparte e lo fa con una grande installazione pubblica negli Stati Uniti che verrà installata nella Grand Army Plaza di New York, proprio di fronte al Plaza Hotel. Dal 2 maggio al 15 luglio, la fontana del celebre hotel ospiterà infatti 12 monumentali sculture di bronzo dal titolo Circle of Animals/Zodiac Heads.

Scoperto un nuovo dipinto di Michelangelo: “La pietà perduta”

Se la notizia dovesse essere confermata sarebbe una vera e propria scoperta sensazionale per tutto il mondo dell’arte. Un dipinto non finito raffigurante il Cristo e la Vergine Maria che per diverso tempo è stato in possesso di un ex pilota dell’aviazione che risponde al nome di Martin è infatti l’oggetto di un libro scritto da Antonio Forcellino ed intitolato La Pietà perduta (edito da Rizzoli). Lo stimato restauratore e storico dell’arte sostiene che il dipinto in questione è in realtà un’opera di Michelangelo ed il suo valore sarebbe ben più alto di 118 milioni di dollari.

Forcellino si è imbattuto per la prima volta nella Pietà perduta alcuni anni fa. Da bambini  l’attuale proprietario Martin e suo fratello stavano giocando a tennis dentro casa e ad un tratto la pallina colpì il dipinto rovinandolo. Nove anni fa Martin ha ricevuto in dono dai suoi genitori il dipinto ed ha chiamato Forcellino per una perizia.

Quell’opera è di Leonardo Da Vinci, anzi no! anzi si!

Alcuni anni fa, precisamente nell’estate del 2008 la stampa internazionale diffuse una notizia a dir poco stupefacente.  La scoperta di una nuova opera di Leonardo Da Vinci, un ritratto di una bellissima donna dai capelli d’oro ritratta di profilo, appassionò milioni di appassionati d’arte in tutto il mondo. Secondo quanto descritto all’epoca, un dealer americano chiamato Peter Silverman si recò in visita da un suo amico svizzero che aveva appena comprato il dipinto in questione (di un autore anonimo) per una cifra del tutto modesta. Una volta giunto a casa del suo amico Silverman capì che l’opera non poteva essere stata creata da mani anonime e dopo alcune ricerche attribuì il disegno a Leonardo.

Secondo il dealer le quotazioni dell’opera si aggirerebbero attorno ai 154 milioni di dollari ed il personaggio raffigurato altri non sarebbe che Bianca Sforza, figlia del duca di Milano. Tempo dopo ci si rese conto che la storia di Silverman presentava alcune incongruenze e venne a galla la verità. Il dealer aveva infatti comprato di persona l’opera (non esisteva nessun amico svizzero) da Christie’s per 21.850 dollari.

preload imagepreload image