Mona Hatoum vince il Joan Mirò Prize 2011 mentre una sua opera è in mostra a Londra

L’artista di nazionalità britannico-palestinese Mona Hatoum è stata dichiarata vincitrice del  Joan Miró Prize edizione 2011. Questo prestigioso premio che ammonta a 70.000 euro viene concesso ogni due anni, durante una grande cerimonia che si svolge presso l‘auditorium Fundació Joan Miró a Barcellona. Mona Hatoum riceverà l’ambito riconoscimento, e sopratutto i soldini il prossimo 7 aprile ed a seguire l’artista sarà ospitata dalla fondazione nel corso di una mostra che rimarrà in visione fino al giugno 2012.

La giuria ha preso la sua decisione all’unanimità, affermando che Mona Hatoum “ha aperto la strada alle pratiche artistiche di natura non occidentale pur evidenziando i collegamenti tra cultura occidentale e transnazionale, tra eventi politici e culturali. Grazie a Mona Hatoum, il mondo dell’arte è diventato più aperto e meno egocentrico, un processo che è ancora in espansione ed in consolidamento. L’impegno dell’artista nei confronti del rispetto dei valori umani e di tutte le culture e le società, incontra l’impegno di Miró”.

Da che parte va la scultura contemporanea?

Potete fare un riassunto dello stato della scultura contemporanea? Alquanto difficile direte voi, l’unica cosa che si potrebbe fare è un rapido elenco di quelli che sembrano essere i trend di questi ultimi tempi. La scultura, come noto, si avvale anche delle gettonatissime installazioni site specific e delle video installazioni manifestazioni sorte nella seconda metà del secolo scorso e che non hanno nessuna intenzione di mollare la presa. L’effimero sembra essere una caratteristica costante all’interno della scultura contemporanea, vediamo sempre più artisti impegnati in ricerche che implicano materiali deperibili e molto spesso provenienti dall’ambiente naturale.

Per deperibili si intende anche l’uso di organismi morti o in decadimento come lo squalo in formaldeide di Damien Hirst che ha in qualche modo spianato la strada a questo tipo di sperimentazioni. Ultimamente il Met di New York ha posizionato sul suo tetto un’immensa installazione di Mike e Doug Starn dal titolo Big Bamboo, costituita appunto da più di 32.000 canne di bambù. In altri casi le creazioni artistiche provengono da scarti industriali e questo è sicuramente un retaggio proveniente dalle ricerche effettuate negli ambiti dell’arte Minimalista e dell’arte Povera.

Il Tate festeggia dieci anni di Turbine Hall

La Turbine Hall del Tate Modern festeggia quest’anno il suo decennale: La prima mostra delle Unilever Series organizzata nel magico tunnel risale infatti al 2000. Fu Louise Bourgeois ad occupare lo spazio per la prima volta e da quel momento la Turbine Hall è divenuta il luogo artistico per eccellenza, una sorta di mistico santuario difficile da riempire, una sfida capace di elevare un artista tra le stelle del contemporaneo o farlo cadere rovinosamente a terra.

In questo articolo vorremmo rivedere con voi il cammino di questo esaltante luogo che ha letteralmente cambiato il modo di fruire e creare arte, in attesa del progetto numero 10 che vedrà coinvolto Ai WeiWei.

2000 Louise Bourgeois: Maman. L’artista compirà 100 anni il prossimo anno, per la Turbine Hall presentò un gigantesco ragno costellato da una sequenza di torri infernali. La mostra contribuì a far conoscere il genio di Louise Bourgeois ad un vasto bacino di pubblico, donandogli centinaia di migliaia di nuovi fans e un mucchio di nuovi collezionisti.

Contemporary art news from the world

San Francisco Chronicle 11/18/09: Berkeley quits New Art Museum A shortage of funds has prompted UC Berkeley to abandon its plan to construct a new Berkeley Art Museum and Pacific Film Archive downtown. The building, a distinctive and innovative design by Tokyo architect Toyo Ito estimated to cost $143 million, was to replace the museum’s present, seismically endangered quarters on Bancroft Way, completed in 1970.
The New York Times 11/19/09 New Arts Center In Armenia The center, a mad work of architectural megalomania and historical recovery, is one of the strangest but most memorable museum buildings to open in ages. Imagine an Art Deco version of the Hanging Gardens of Babylon stretching nearly the height of the Empire State Building, its decorations coded with Armenian symbolism. Did I mention the artificial waterfalls?

Olafur Eliasson progetta un ponte e…uno skateboard

Il celebre artista Olafur Eliasson che nel 2007 ha collaborato alla creazione del Serpentine Pavillion darà ancora una volta prova delle sue abilità di architetto. Ritt Bjerregaard il sindaco di Copenhagen ha chiesto infatti all’artista nordico di disegnare un ponte per la capitale danese, l’importante progetto sarà realizzato nel cuore della città sopra il Christianshavn Kanal.

Il ponte permetterà di mettere in contatto un quartiere commerciale disegnato da Henning Larsen con l’industria Danisco. Descrivendo il suo progetto Eliasson ha dichiarato  che il suo intento sarà quello di far avvicinare i pedoni il più possibile all’acqua durante l’attraversamento del fiume. L’artista in passato ha lavorato a diversi progetti tesi ad unire l’arte e l’architettura come ad esempio la facciata della concert hall di Reykjavik (attualmente in costruzione) e l’installazione per il foyer della casa dell’opera di Oslo. Il ponte di Copenhagen costerà approssimativamente 25 milioni di marchi danesi e parte dei fondi saranno donati dalla banca Privatbanken che aveva già devoluto i soldi alla città nel 1967 ma gli stessi non erano mai stati usati.

Ad Art Basel la prima Opera di arte visuale al mondo

Uno dei più spettacolari eventi di Art Basel di quest’anno sarà sicuramente la rappresentazione de Il tempo del postino al Theater Basel dal 10 al 12 giugno 2009. Il famoso quotidiano inglese The Independent ha apostrofato questo evento come la prima Opera di arte visuale del mondo dopo aver assistito alla presentazione al Manchester International Festival nel 2007.

La rassegna pseudo teatrale curata da Ulrich Obrist e Philippe Parreno è in realtà una sorta di mostra collettiva sperimentale che mira ad occupare il tempo invece che lo spazio. Quindici artisti di fama internazionale creeranno atti di differente lunghezza ridefinendo i modi ed i tempi di fruizione dell’arte contemporanea e trasformando il modello di mostra in un’esilarante esperienza in costante dialogo con il pubblico.

La Spagna premia il talento di Pipilotti Rist

Il premio Joan Miró 2009 è stato aggiudicato all’artista svizzera Pipilotti Rist. La manifestazione è organizzata ogni due anni dalla Joan Miró Foundation di Barcellona in Spagna ed è sponsorizzata dalla Fundació Caixa Girona con un premio finale in denaro che ammonta ad oltre 90.000 dollari.  La prima edizione dell’evento è stata vinta nel 2007 da Olafur Eliasson.

I membri della giuria del 2009 sono stati la nostra italianissima Ida Gianelli, presidente dell’Azienda Speciale Palaexpo; Alfred Pacquement, direttore del Musée National d’Art Moderne, Centro Georges Pompidou; Vicent Todolí, direttore del Tate Modern; Poul Erik Tøjner, direttore del Louisiana Museum of Modern Art; Rosa Maria Malet, direttore del Fundació Joan Miró; e Arcadi Calzada, presidente della Fundació Caixa Girona.

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