
“La terra ferma tutto”, in questa semplice affermazione oltre ad una riflessione sull’interazione gravitazionale, Bas Jan Ader focalizza l’attenzione sull’aspetto drammatico e perfetto dell’esperienza umana. Nato il 19 aprile del 1942 a Winschoten, in Olanda, questo grande artista concettuale ha riempito le sue performance ed i relativi video con un estrema fisicità, rendendo tangibili alcuni concetti astratti come la disperazione e la tristezza della perdita, la capitolazione ed il conseguente ritorno alla madre terra.
Difficile restare impassibili di fronte a I’m too sad to tell you (1971), video in cui l’artista, in primissimo piano, piange di fronte alla telecamera, come è impossibile non meravigliarsi di fronte alla lucida capitolazione di Fall I, Los Angeles e Fall II, Amsterdam (entrambe 1970) dove il performer si getta rispettivamente da un tetto di una casa e dentro un canale di Amsterdam con una bicicletta. Non si tratta solamente di immagini di una fine ma anche dell’ostinazione di un voler raccontare un qualsiasi accadimento improvviso all’interno della vita di tutti i giorni, di una ferma decisione di lasciarsi andare alle leggi della fisica.