Il Coreografo Elettronico al Pan di Napoli

L’associazione Napolidanza è lieta di presentare la proiezione del Forward Motion, in occasione della 19ma Edizione del Festival Internazionale di Videodanza Il Coreografo Elettronico, prevista il 19 maggio 2012 al Pan – Palazzo delle Arti Napoli – dalle ore 17,00 alle 21,00.  Il Forward Motion sta attraversando tutto il mondo e ha visto eventi in India, Spagna, Australia, Stati Uniti e Gran Bretagna. Questa sarà la sua prima proiezione in Italia.

Caratterizzato da film di rottura, storici e seminali, il Forward Motion rappresenta una rassegna itinerante della prolifica produzione di video-danza britannica, che passa attraverso i confini del cinema sperimentale e della danza contemporanea. Coprodotto dal British Council e del Sud Est Dance, con il sostegno di Arts Council England, il Forward Motion promuove il fenomeno della video-danza britannica e mira a coinvolgere i nuovi artisti, i mercati, il pubblico e gli appassionati a questa straordinaria forma d’arte di nicchia.

Il Coreografo Elettronico al Pan di Napoli

Un’interessantissima proposta culturale ci giunge dal versante partenopeo e noi tosto ve la rigiriamo. Arrivano da 27 paesi del mondo le circa 150 video-opere in rassegna il 6 e 7 maggio al Pan, il Palazzo delle Arti di Napoli di via dei Mille 60, alla diciottesima edizione del festival internazionale Il coreografo elettronico diretto da Marilena Riccio, evento dedicato ai linguaggi della danza contemporanea in formato elettronico.

Dalle 16.00 alle 21.00 di venerdì 6 e di sabato 7 maggio, senza soluzione di continuità, il programma verrà proposto al pubblico lungo un percorso di postazioni video e di schermi disposti negli spazi al secondo piano di Palazzo Roccella.

Roberto Coda Zabetta al PAN di Napoli

Dopo lo straordinario successo di Nuvole Sacre nello scorso luglio al Palazzo Reale di Milano, Roberto Coda Zabetta espone al PAN | Palazzo delle Arti Napoli Lavori Recenti, mostra a cura di Maria Savarese, Igor Zanti e Claudio Composti. Pittore e scultore, l’artista biellese, sin dal suo esordio sulla scena espositiva nazionale con un ciclo di lavori sui bambini morti nel genocidio in Ruanda, e con un altro sulla discriminazione razziale subita dagli albini africani, ha come oggetto della sua riflessione artistica il tema della sofferenza umana. Nei primi anni del Duemila inizia a produrre opere pittoriche di grandi dimensioni, in cui il volto umano diviene protagonista della sua ricerca, attraverso pennellate dense e materiche.

Nei lavori esposti lo scorso luglio a Milano, Coda Zabetta si confronta, invece, con la tremenda catastrofe provocata dall’esplosione della bomba atomica di Hiroshima: una riflessione sul destino degli uomini quando, attraverso l’uso ed abuso della scienza e della tecnica, tentano di valicare i limiti della propria coscienza, generando tragedie. I Lavori Recenti di Coda Zabetta presentati al PAN sono la naturale evoluzione creativa del progetto milanese.

Il collettivo URTO occupa il PAN di Napoli

Il polo museale napoletano sprofonda nell’abisso, PAN e MADRE sono ormai vittime dei brogli politici e delle gestioni scellerate che hanno di fatto chiuso le porte in faccia ai talenti emergenti del territorio. Ed allora che fare? Una risposta certa è arrivata lo scorso 7 marzo da parte del collettivo URTO, agguerrito gruppo di 270 artisti partenopei in cerca di una piattaforma reale, un laboratorio di ricerca dove poter far rinascere l’arte contemporanea made in naples.

Se leistituzioni non rispondono alle disperate richieste del popolo creativo non resta altro da fare che costringere le stesse ad una reazione tramite un’azione risolutiva e così hanno fatto i giovani del collettivo, occupando simbolicamente il PAN, Palazzo delle arti di Napoli. “Insieme con altri protagonisti del movimento – hanno spiegato i coordinatori del movimento Sebastiano Deva e Walter Picardi – proponiamo di rendere il PAN motore propulsivo delle attività del collettivo ed oltre, dando vita ad una sorta di laboratorio dove si renda possibile far confluire le proposte ispirate provenienti dalla scena artistica napoletana.”

Napoli perde una battaglia ma non la guerra

Napoli 2011, il taglio dei fondi alla cultura che sta già mettendo in ginocchio Roma è riuscito a mietere la sua prima, importante vittima. Si tratta dell’intera squadra di  collaboratori che negli ultimi tre anni è riuscita a rendere grande il Napoli Teatro Festival Italia, manifestazione che si sarebbe dovuta aprire l’8 giugno prossimo (fino al 26 giugno 2011) e che oggi rischia di saltare. Cancellazione o non cancellazione, l’unica terribile conferma è quella del licenziamento delle maestranze ed è certo che l’assenza di un gruppo dotato di una così grande esperienza graverà non poco sul futuro dell’evento.

Lo scorso 10 febbraio tutti i lavoratori della grande kermesse hanno indetto una grande spettacolo di protesta sotto le pregiate volte della Galleria Umberto, al grido di “Io ho fatto il Festival”, una lucida risposta chiunque agisce con l’intenzione di rovinare definitivamente la cultura del nostro paese. Nel corso dello spettacolo/protesta si è svolta una live performance del gruppo teatrale Funny&Alexander, affiancati da un’esibizione canora di Maria Nazionale ed altro ancora. A supporto della manifestazione è tra l’altro giunta la voce di Jan Fabre (e di tanti altri “grandi” dell’arte) che ha esortato il gruppo del Festival a non mollare.

A Salerno un museo d’arte contemporanea, ma serve veramente?

Da pochi giorni circola la notizia che Salerno sarà un nuovo centro nevralgico dell’arte contemporanea. La città campana ospiterà infatti un nuovo museo che sarà inaugurato nel 2011 (entro la primavera) e prenderà  il nome di Museo civico d’arte contemporanea. L’istituzione sarà ubicata  nei locali del complesso monumentale di Santa Sofia. A quanto pare le opere che saranno esposte in collezione permanete provengono direttamente dal Cam – Casoria Contemporary Art Museum.

Il Cam offrirebbe al nuovo museo salernitano una selezione di artisti storici campani del secondo dopoguerra, una selezione di artisti africani ed il suo staff. Praticamente questo nuovo Museo civico d’arte contemporanea diverrebbe una sorta di succursale del Cam e queste cose a noi sembrano decisamente oscure. Dopo i problemi del Madre di Napoli e l’ennesimo crollo a Pompei ci chiediamo a cosa serva tutto ciò.

Arash Radpour – Surface

Giovedì 24 giugno, presso il PAN| Palazzo delle Arti Napoli, in collaborazione con la galleria Changing Role – Move Over Gallery, inaugura la mostra SURFACE, personale del fotografo iraniano Arash Radpour.

A comporre l’esposizione, aperta al pubblico fino al 19 luglio 2010, una selezione di immagini nate dalla collaborazione tra il fotografo iraniano e FILM.IT dedicata al mondo del cinema e dell’intrattenimento. Il rapporto artistico tra Arash Radpour e FILM.IT nasce a settembre 2009 in occasione del Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e si rinnova ad ottobre dello stesso anno durante il Festival Internazionale del Film di Roma. FILM.IT, che si caratterizza per una presenza attiva in occasione degli appuntamenti più importanti del settore, invita Arash Radpour a raccontare il mondo del cinema e i suoi protagonisti.

Ancora tempo per iscriversi al Magmart video festival

C’è ancora tempo per partecipare alle selezioni di Magmart/Video under volcano, video festival tutto italiano che giunge quest’anno alla sua quinta edizione. Il festival è realizzato in collaborazione con il partner storico, il CAM – Casoria Contemporary Art Museum; la quinta edizione è in realizzata in partnership con il PAN – Palazzo delle Arti Napoli.  Il festival è aperto a tutti i videoartisti internazionali. La partecipazione è gratuita. Il festival è dedicato esclusivamente alla videoarte, e per la 5° edizione è previsto un tema, che gli artisti sono invitati ad interpretare: “VISION(S) OF

Tra tutti i video presentati, verrà effettuata una selezione finale sulla base del voto di una Giuria di esperti. Le 30 opere selezionate entreranno a far parte della collezione permanente del CAM.Per la partecipazione è necessario compilare integralmente il modulo disponibile online, sul sito ufficiale del festival. I video devono essere realizzati integralmente con tecniche digitali e la durata massima non dovrà superare i 10 minuti. É possibile inviare i materiali necessari alla partecipazione (video, modulo, immagine) in modalità online compilando per intero il modulo di iscrizione.

The Epic in the Everyday, videoarte dalla Cina

Dopo il grande successo ottenuto nel 2007 con la mostra Tracce nel Futuro, il PAN | Palazzo delle Arti Napoli rinnova la sua collaborazione con il Kaohsiung Museum of Fine Arts con una rassegna dedicata al mondo della videoarte e dei nuovi media:The Epic in the Everyday.

La mostra riunisce e presenta le opere di sette giovani artisti taiwanesi, che, attraverso l’utilizzo di un linguaggio semplice e arguto, esplorano le proprietà essenziali di video, film e animazione e, in primo luogo, la loro capacità di rappresentazione e il loro rapporto con tempo, spazio e immaginazione.

L’ attenzione si concentra su soggetti normali e momenti della vita quotidiana, trasformati in una composizione poetica sulla vita, per rappresentare con naturalezza ed abilità, gli intrecci della vita umana, inclusi aspetti quali il mistero, l’umorismo, la solitudine e la tristezza.

La galleria Alfonso Artiaco si tinge di grigio

La galleria Alfonso Artiaco di Napoli inaugura il 25 giugno la mostra personale di Alan Charlton. Fedele al suo statement “I am an artist who makes grey paintings” Alan Charlton dagli anni settanta realizza monocromi grigi.

La sua pratica pittorica volta all’essenzialità implica il costante quotidiano confrontarsi con essa, una voluta sapienza nella preparazione dei telai e delle tele eseguita dall’artista stesso insieme al rigore e alla ricerca della composizione della forma epurata dei suoi monocromi. La sua e’ una pittura grigia che si confronta con lo spazio dove e’ esposta, da intendersi in un dialogo architettonico con esso.

Emergenza reale per Emergency Room

Polemiche e censure al PAN di Napoli per l’opera di Sebastiano Deva nell’ambito del progetto curatoriale Emergency Room, ideato dal franco-canadese Thierry Geoffroy. Deva aveva presentato l’opera Sacred Love raffigurante il Cristo crocifisso rivestito da un preservativo. Ovviamente le ire del mondo istituzionale non hanno tardato ad arrivare, il sindaco Rosa Russo Iervolino ha subito fatto rimuovere l’opera incriminata affermando che:

“Quando manca l’ispirazione artistica, si tenta di far parlare di sé anche con operazioni artistiche di pessimo gusto e che non rispettano (come si dovrebbe) il sentimento religioso dei cittadini. Naturalmente, quando chiedo il rispetto del sacro, mi riferisco a tutte le religioni e non intendo comprimere la libertà dell’arte”

L’assessore Nicola Oddati si è quindi precipitato al Pan per agire in prima persone sull’oscuramento dell’opera. Non è certo la prima volta che le istituzioni intervengo per censurare un’opera accusata di blasfemia, basti pensare al vespaio di polemiche suscitate dalla rana crocifissa di Martin Kippenberger esposta l’estate scorsa al Museion, il museo d’arte moderna della città di Bolzano. Per non andare troppo indietro nel tempo anche quest’inverno in occasione di Artefiera a Bologna, l’installazione di Federico Solmi esposta allo stand della galleria napoletana Not Gallery  è stata sequestra dalla procura locale.

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