Robert Mapplethorpe allo Spazio Forma: ode alla perfezione, ai membri, ai fiori

Nel 1970 Robert Mapplethorp aveva 25 anni, frequentava il Pratt Institute, era bello, entusiasta e viveva con Patti Smith. Si dilettava a realizzare collage ritagliando immagini dalle riviste, ma quando gli regalarono una Polaroid capì subito che non c’è nulla di meglio che costruirsi da se le immagini di cui si ha bisogno.

Sedici anni più tardi Robert scoprì di essere malato di AIDS, lo spirito con cui affrontò gli anni di malattia si carpisce osservando due autoritratti esposti allo Spazio Forma. Le due fotografie sono vicine, in una si vede emergere dal buio il suo volto invecchiato precocemente, fissa lo spettatore e in mano stringe un bastone la cui testa è intagliata a forma di teschio. Nella secondo fotografia, subito accanto, si vede solamente il teschio intagliato del bastone.
Non credo servano tante parole su Robert Mapplethorpe, è uno dei più famosi fotografi del Novecento e la sua cifra stilistica è riconoscibile al primo sguardo,ma in qualche modo ancora oggi viene indicato come lo scandaloso fotografo gay.

Meetings on Art: Patti Smith e Karl Holmqvist ai Giardini della Biennale di Venezia

Al via il secondo appuntamento di Meetings on Art, una serie di conversazioni con artisti, curatori, filosofi e studiosi organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta, nell’ambito della 54. Esposizione Internazionale d’Arte ILLUMInazioni, curata da Bice Curiger.

Dopo il successo della prima conferenza/discussione informale con Laurie Anderson, il secondo incontro – Rimbaud, Poetry & Rock’n’ Roll – an Expanded Conversation – vede la partecipazione degli artisti Patti Smith e Karl Holmqvist. Si terrà ai Giardini, presso il para-padiglione di Oscar Tuazon, sabato 3 settembre alle ore 16 e sarà aperto al pubblico in possesso del titolo di ingresso valido per quel giorno (in caso di maltempo si svolgerà al Teatro Piccolo, Arsenale). La conversazione, introdotta da Bice Curiger, si concentrerà sulla figura di Arthur Rimbaud. Il titolo della 54. Esposizione fa infatti esplicito riferimento alle sue Illuminations, la raccolta di poemi in prosa pubblicata nel 1886.

It’s not only Rock’n’Roll, Baby!

La Triennale di Milano presenta la mostra It’s not only Rock’n’Roll, Baby! che sarà aperta in Triennale Bovisa dal 24 giugno al 26 settembre 2010. Guardando al rock e all’arte da un punto di vista inedito, la mostra narra la storia di quei musicisti rock che si sono espressi anche attraverso le arti visive.

Si tratta di una collettiva in cui si espongono opere create da dodici artisti alcuni dei quali icone sulla scena rock internazionale: Alan Vega, Andy, Antony (Antony and the Johnsons), Bianca Casady (CocoRosie), Chicks on Speed, Devendra Banhart, Fischerspooner, Kyle Field, Patti Smith, Pete Doherty, The Kills, Herman Dune.

All’asta di beneficenza per Haiti spunta Patti Smith

Poche sere fa più di 600 membri della comunità artistica di New York si sono riuniti nella sede di Sotheby’s per un’asta di beneficenza a supporto della campagna Tools For Thought, fondazione creata nel gennaio 2010 da Diana Campbell e Julie Ragolia con lo scopo di raccogliere fondi per la ricostruzione di Haiti dopo il tremendo terremoto.  Alcuni celebri personaggi della scena dell’arte internazionale sono stati invitati a donare un oggetto per la grande asta.

Tra le opere proposte vi erano anche pezzi di rilievo come uno skateboard donato dall’artista Marilyn Minter. Altri grandi nomi della scena come Dan Colen, Roxy Paine e Aurel Schmidt hanno partecipato donando una loro opera e dando il via ad una guerra di offerte decisamente forsennata, il tutto all’insegna della solidarietà. Il magnifico evento è stato impreziosito dalla presenza della dea del punk Patti Smith che ha suonato dal vivo ed ha donato My Horse in Namibia, una stampa arricchita da una sua poesia.

The Cramps al Napa Hospital un concerto/performance estremo ed irripetibile

Nel corso degli anni la musica contemporanea ha varie volte oltrepassato le sue barriere, fondendosi in maniera inscindibile con l’arte visiva. Nomi come Luigi Russolo, John Cage, Edgard Varese o Brian Eno rappresentano esempi lampanti di una  sperimentazione tesa ad unificare la potenza delle arti con l’obiettivo di indagare ogni soluzione creativa possibile. A volte però le intenzioni artistiche sono talmente spontanee e selvagge che solo a distanza di molti anni si riesce a comprenderne la loro forza.

E’ questo il caso della band statunitense The Cramps, formazione nata nel 1975 e fautrice di un originale punk rock fuso con il più tradizionale rockabilly. Il leader della band, Lux Interior (Erick Purkhiser) conobbe Poison Ivy (Kristy Wallace, chitarrista del gruppo ed altro membro fondamentale) a Sacramento in California nel 1972. I due, grandi collezionisti e adoratori dei dischi in vinile, decisero di formare una band e partecipare attivamente ad una scena punk che comprendeva nomi di spicco come Ramones, Television e Patti Smith. Particolarità della band era il fatto di non avere un bassista ma di avere una presenza scenica ed una creatività selvaggia, fuori dal comune. Nella storia di questa band che in fondo potrebbe essere uguale a quella di tante altre del periodo successe però un fatto del tutto inaspettato, una vicenda artistica che ancor oggi ha il sapore di una performance inedita ed inarrivabile. Durante un loro tour del 1978, i Cramps, crearono infatti uno dei momenti artistici più strani di sempre decidendo di suonare all’interno di una casa di cura per malati mentali, il Napa State Mental Hospital.

Patti Smith e Steven Sebring, gli oggetti di una vita in mostra alla Robert Miller Gallery di New York

Objects of Life, la mostra di Patti Smith e Steven Sebring si è aperta lo scorso 6 gennaio alla Robert Miller Gallery (e rimarrà in visione fino al 6 febbraio) di New York con annesso bagno di folla come spesso succede durante le incursioni artistiche della nostra amata poetessa-cantante.

Come ben ricorderete nell’ottobre del 2009 Patti Smith aveva cantato in occasione di una retrospettiva dedicata a Robert Mapplethorpe in una galleria di Londra ed anche lì la folla oceanica aveva quasi impedito il corretto svolgimento della manifestazione. In più questa volta alla Robert Miller Gallery sono comparsi il fashion designer Calvin Klein con i colleghi Zac Posen e Jonah Lindeberg, la fotografa Mary Ellen Mark, il documentarista Albert Maysles, gli acclamati artisti Jonas Mekas e Ryan McGinley, l’attrice Jessica Lange e come se non bastasse questa lunga lista di celebrità è stata completata dal cantante dei R.E.M. Michael Stipe, vecchio amico di Patti Smith.

Art Basel Miami Beach un successo di pubblico, critica e vendite

Qualcosa è successo ad Art Basel Miami Beach quest’anno. Una strana atmosfera pervasa dal cambiamento e trainata dalla sostanza più che dalla superficialità si è fatta largo imponendosi agli occhi di tutti. La cosa ha giovato a galleristi e collezionisti che si sono detti soddisfatti dell’edizione 2009, abbandonando le polemiche sull’allargamento della fiera e sulla disposizione delle gallerie new entries.

Anche numerose celebrità hanno apprezzato la fiera tanto che la regina del rock alternativo Patti Smith ha lungamente tessuto le lodi della manifestazioni dichiarando che i suoi pezzi preferiti esposti in fiera erano due piccole fotografie di Man Ray e due grandi dipinti di Yves Klein. Insomma in molti hanno gioito di questa rigorosa trasformazione: “Quest’anno Art Basel Miami Beach appartiene alle persone seriamente interessate all’arte e non al superfluo. Ho visto in giro meno sfarzo e più sostanza” ha dichiarato Micky Wolfson Jr., fondatore del Wolfsonian Museum.

Ressa di fans alla mostra di Robert Mapplethorpe con Patti Smith

La Alison Jacques Gallery non poteva trovare un sistema migliore per pubblicizzare la sua nuova mostra A Season in Hell con alcune opere fotografiche del tardo periodo artistico di Robert Mapplethorpe. La scaltra galleria ha infatti invitato, in occasione del vernissage tenutosi lo scorso lunedì 14, la celebre cantante e poetessa Patti Smith per una performance inedita.

Quest’ultima essendo stata per diversi anni musa e grande amica del compianto fotografo non ha certo rifiutato il gradito invito. Il problema è nato a causa del troppo interesse del pubblico su questo evento del tutto unico. Alle ore 17:45, circa quindi minuti prima dell’entrata in scena di Patti Smith, un copioso nugolo di fans della cantante si accalcato di fronte all’entrata della galleria e non appena le porte dello spazio si sono aperte una lunga ed incessante fila di persone ha cominciato a riversarsi all’interno dei locali. Alla fine le due sale della galleria si sono riempite fino allo spasimo in un’atmosfera da concerto più che da mostra di arte contemporanea.

Patti Smith e il suo amore per Firenze

Martedì 8 settembre inaugurerà negli spazi della Galleria Poggiali e Forconi, la prima mostra a Firenze di Patti Smith, icona del rock, poetessa e fotografa di fama mondiale, che per l’occasione si esibirà anche in una breve performance acustica live.

L’esposizione, curata da Jonathan Nelson, presenta circa 80 polaroid in bianco e nero, scattate dal 2000 ad oggi, per la gran parte inedite, realizzate negli ultimi cinque anni e presentate per la prima volta in Italia. Le fotografie esprimono il suo amore per la città di Firenze, l’ammirazione per l’arte dei grandi maestri da cui ha tratto ispirazione, qualcosa di speciale visto in Italia, dichiarando: “ Guardo alle mie fotografie più come a oggetti che immagini. Esse racchiudono molto di più di un attimo, qualcosa di molto prezioso, qualcosa che forse non potrò più rivedere”.

Le follie di Jeff Koons

“Quando guardo un’opera di Jeff Koons impallidisco” queste sono le parole proferite dal mito vivente Patti Smith, autrice della meravigliosa song Because the night, cantante intimista, poetessa e stimata fotografa. Sulla prima grande retrospettiva di Jeff Koons al castello di Versailles conclusasi lo scorso gennaio, Patti Smith è ancora più caustica:

” Lasciamo che il popolo sia populista, essere populisti è una cosa patetica che non dovrebbe aver niente a che fare con l’arte. Trovo il lavoro di Jeff Koons estremamente vile, visitare Versailles e trovarci dentro le sue stupidità è qualcosa che offende la magnificenza dell’intero palazzo”.

Parole pesanti che non vengon certo proferite da una sprovveduta. Chissà cosa penserebbe ora Patti Smith se sapesse che il buon Koons ne sta preparando un’altra delle sue, ovvero un bel progettone per il LacmaLos Angeles County Museum of Art. Koons avrebbe già progettato una scultura che riproduce una locomotiva a grandezza naturale attaccata ad una gru, il treno penzolerà a testa in giù nella piazza antistante al museo.

Retrospettiva per Robert Mapplethorpe

Copyright Robert Mapplethorpe

Palma de Mallorca – In coincidenza con il ventesimo anniversario dalla morte di Robert Mapplethorpe avvenuta il 9 marzo del 1989 a Boston, Es Baluard il museo d’arte moderna e contemporanea di Palma de Mallorca presenta dal 13 marzo al 17 maggio 2009 per la prima volta nelle isole Baleari un’ampia esposizione retrospettiva di 93 fotografie realizzate tra il 1975 e il 1989 con una cospicua rappresentazione delle tematiche trattate dall’artista: Autoritratto, nudo maschile e femminile, ritratto di persone celebri (Andy Warhol, Louise Bourgeois, Patti Smith, Grace Jones, etc.), fotografie di fiori, di statue e scene di sesso.

Con il suo stile fotografico Robert Mapplethorpe ruppe ogni pregiudizio sul sesso, sulla razza o sulla religione e si convertì al mito della rivoluzione omosessuale degli anni sessanta e ottanta statunitensi. Fu un fotografo soprattutto di studio, con un enorme occhio estetico ed un attenzione verso la bellezza umana emanata dai corpi animati ed inanimati. Il suo controllo della composizione, delle proporzioni, della postura del corpo, della texture della pella,  della messa a fuoco e del bianco e nero fu quasi maniacale.

preload imagepreload image