Quando il nudo in arte non è peccato

Quando ammirate un’opera d’arte sicuramente sarete colpiti dalla sua estetica, dai colori, dall’impianto prospettico e perchè no anche da ciò che si cela dietro le forme vale a dire al concetto ed al simbolismo che l’artista ha voluto trasmettere all’opera. Eppure molti di voi, quando si trovano ad ammirare capolavori d’arte e di bellezza femminile come la Maya Desnuda di Francisco Goya o la Naiade di Antonio Canova o esempi di bellezza maschile come il David di Michelangelo Buonarroti non possono far a meno di rimanere colpiti dal fascino delle forme tonde e guizzanti, abbandonandosi quindi ad un comprensibile pensiero legato al sesso.

Del resto tale pulsione interiore è stata ampiamente discussa da Sir Kenneth Clark che nel 1953 discusse, a Washington, una serie di interessanti lezioni sul coinvolgimento sessuale dello spettatore di fronte al nudo d’arte. La conclusione del ciclo di lectures fu che sebbene nella stragrande maggioranza dei casi il nudo artistico è dettato da condizioni estetiche e filosofiche per così dire caste, lo spettatore non riesce a trattenere un istinto carnale.

Michelangelo Pistoletto al MAXXI

Michelangelo Pistoletto: Da Uno a Molti, 1956-1974 e Cittadellarte sono le due mostre che il MAXXI, in coproduzione con il Philadelphia Museum of Art, dedica al grande Maestro italiano, dal 4 marzo al 15 agosto 2011.  Michelangelo Pistoletto: Da Uno a Molti, 1956-1974, con più di 100 lavori provenienti da collezioni pubbliche e private italiane e americane, racconta uno degli artisti italiani viventi più importanti a livello internazionale, riconosciuto come figura chiave dell’arte contemporanea, uno degli esponenti fondatori dell’Arte Povera e figura di riferimento per le giovani generazioni, Leone d’Oro alla Biennale di Venezia del 2003, considerato negli Stati Uniti un anticipatore delle pratiche artistiche di partecipazione collaborativa.

Cittadellarte è un focus sull’omonimo laboratorio creativo fondato Pistoletto a Biella nel 1998, dove l’arte ancor di più si fa rete, in diretta interazione con la società. Il progetto prende come punto di partenza le pratiche artistiche sperimentali avviate negli anni Sessanta che prevedevano il coinvolgimento e la partecipazione attiva del pubblico.

Venezia: Bruce Nauman al verde, Padiglione Nordico e Danese insieme si vince

Ancora importanti novità dalla 53esima Biennale di Venezia che si preannuncia più appetitosa del solito. Dopo l’articolo di Globartmag sulla presenza di Bruce Nauman alla biennale, abbiamo appreso dal New York Times che il Philadelphia Museum of Art, a cui quest’anno è stato affidato il padiglione degli Stati Uniti, sarebbe a corto di fondi per coprire i costi dell’ambizioso progetto dell’artista. Sembrerebbe infatti che la scorsa settimana il museo abbia inviato ad un gruppo di collezionisti nazionali ed internazionali una lettera con richiesta di supporto al grande evento.

Gossip a parte, la notizia del giorno è l’unificazione del Padiglione Nordico con quello Danese. L’artista danese Michael Elmgreen e l’artista norvegese Ingar Dragset cureranno insieme il progetto The Collectors che si svolgerà all’interno dei due spazi dei differenti padiglioni. Sarà la prima volta che un singolo artista o un singolo gruppo artistico rappresenterà due padiglioni di due differenti nazioni alla Biennale.

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