Brooke Shields nuda al Tate Modern e Scotland Yard blocca la mostra

 Neanche il tempo di aprire i battenti e la mostra Pop Life: Art in a material world, in questi giorni in visione al Tate Modern di Londra ha già suscitato polemiche e scalpore. La pietra dello scandalo è un’opera fotografica che ritrae la nota e bellissima attrice Brooke Shields. Il particolare scottante è che la foto è stata scattata nel 1976 quando l’attrice aveva poco più di 10 anni, nell’opera la Shields appare nuda e pesantemente truccata, anche la posa è decisamente sensuale ed ammiccante.

Per di più la sala che doveva ospitare la foto in questione era già ricolma di immagini a sfondo sessuale e rappresentazioni di atti espliciti mescolate a pagine prese direttamente da riviste porno. L’installazione dal titolo Spiritual America è in realtà una nuova caduta di stile del solito Richard Prince, artista che ci ha già abituati a situazioni di questo genere.

Arte razzista al Tate Modern

“Ed anche gli inglesi a volte sbagliano” potrebbe essere il titolo di questo nostro articolo. Dopo gli sconcertanti risvolti della mostra shOUT, tacciata di pornografia gay, il Tate Modern riproporrà al pubblico una mostra già condannata come razzista quando fu presentata per la prima volta a New York. Si tratta di Red,Black,Green,Red,White and Blue, progetto di Rob Pruitt e Jack Early consistente in un collage di posters di pop stars, personalità dello sport, attori ed attivisti politici afro-americani, inteso sia come celebrazione che critica.

La Leo Castelli gallery ospitò la mostra nel 1992 e fu un vero putiferio che scatenò polemiche esplosive sia da parte dei critici d’arte sia da parte della comunità nera americana, mettendo così fine alla carriera di Early e fermando per ben sette anni quella di Pruitt. Già perchè dopo il deprecabile show nessuna galleria volle più esporre le opere dei due incauti oltre che stupidi artisti. Tanto per la cronaca Jack Early adesso vive in una specie di motel e lavora come cameriere in un’azienda di catering. Non pago di questo il Tate Modern ha quindi deciso di far rivivere l’intero show donandogli un’intera stanza nel corso della mostra Pop Life: Art in a Material World che aprirà le porte il prossimo 1 ottobre e si propone di esplorare la scena artistica di New York in relazione con la scenda degli Young British Arists.

Damien Hirst, Il Tate ed i Gemelli

 Incredibile ma vero siamo ancora qui a parlare dei nuovi pruriti artistici di Damien Hirst e di una nuova mostra al Tate Modern di Londra. L’artista sembra essere una inesauribile fucina di idee il più delle volte molto discutibili mentre la famosa istituzione museale britannica inanella una mostra dietro l’altra, il più delle volte abbastanza interessante.

Insomma tirando le somme Londra resta stabilmente nelle zone alte della classifica delle più prolifiche location per quanto riguarda la scena dell’arte contemporanea. Ma torniamo a bomba, dal 1 ottobre 2009 al 17 gennaio 2010 il Tate ospiterà una mostra dal titolo Pop Life: Art in a Material World, ovviamente come suggerisce tale incipit l’evento indagherà sulle influenze della società del consumismo nei confronti della creazione artistica, niente di nuovo sotto al sole e va da sé che lo spettro di Andy Warhol aleggerà più o meno in maniera convincente nel corso di un megapolpettone i cui ingredienti principali saranno nomi del calibro di Tracey Emin, Keith Haring, Martin Kippenberger, Jeff Koons e Takashi Muratami.

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