Papà, mi regali una residenza?

Le residenze d’artista sono il “caso” del millennio. Sono cool, sono altamente formative, tutti ne vorrebbero una e tutti, una volta tornati da una residenza, sono pronti a giurare di aver vissuto un’esperienza irripetibile. La residenza all’estero per i giovani artisti funziona un poco come il tanto famigerato progetto Erasmus, vale a dire il periodo di studio all’estero legalmente riconosciuto dalla propria università, concesso ad ogni studente universitario europeo.

Durante tutto il periodo della sua residenza (che solitamente ha una durata variabile da qualche settimana a cinque mesi ed oltre), l’artista riceve un alloggio, uno studio ed un regolare stipendio. Ovviamente il nostro caro amico artista dovrà impegnarsi per tutta la durata della residenza ed alla fine sarà (solitamente) chiamato a produrre un’opera. Le suddette facilitazioni sono però soggette a molte variazioni.

A Monte, ospitalità per artisti a Montescaglioso

La città di Montescaglioso, comune della provincia di Matera, già sede di Oreste (organizzazione culturale e residenza d’artista presentata alla 48 Biennale di Venezia, attiva dal 1997 al 2002, attraverso incontri periodici di artisti, critici e intellettuali in alcune località italiane tra cui Montescaglioso e Matera) e dei progetti G.A.R.Ba – Giovani Artisti Residenti Basilicata (attuati dal 2003 al 2006), è stata scelta simbolicamente come luogo del progetto a>Monte, un programma di ospitalità per artisti in un clima di stretta comunanza con la popolazione e il territorio.

Il progetto, ideato e sviluppato dall’artista Ferdinando Mazzitelli in un ambito di design sociale o progettazione artistica che supera il manufatto per arrivare all’ideazione di realtà pensate per l’individuo, si pone come piattaforma di sviluppo di relazioni artistiche e scambi d’esperienze, un tool, uno strumento, che poco a poco crea incontri e istituisce comunità attraverso un articolato programma comprendente: performance, proiezioni, laboratori, feste aperte ad un pubblico eterogeneo, per creare uno spazio attivo d’incontro, scambio e discussione attraverso interventi di artisti e teorici.

Sissi alla galleria Francesco Pantaleone di Palermo

Dall’8 luglio al 21 settembre 201, la galleria Francesco Pantaleone arte contemporanea di Palermo presenta la mostra La fantasia morde nella piega in bilico, personale di Sissi per il ciclo Domani, a Palermo. Domani, a Palermo. Artisti in residenza è un ciclo di residenze alle quali sono invitati a partecipare artisti italiani e stranieri: Stefania Galegati, Marcello Maloberti, Francesco Simeti, Liliana Moro e Flavio Favelli per la stagione 2007/08, Andrew Mania, Marc Bauer, Joanne Robertson e Adrian Hermanides per la stagione 2008/09, Gian Domenico Sozzi, Christian Frosi e Sissi per la stagione 2009/10, Per Barclay, Milena Muzquiz e Assume Vivid Astro Focus la stagione 2010/11.

Gli artisti coinvolti vengono ospitati a Palermo nei suggestivi spazi della Galleria Francesco Pantaleone, nel cuore dello storico quartiere della Vuccirìa. Al termine di ogni residenza, gli artisti realizzano una mostra personale, un progetto espositivo specifico che riflette la personale esperienza dell’artista con la città e l’approccio instaurato durante il soggiorno a Palermo. Un intervento che vuole essere espressione di un reciproco scambio tra l’artista, la città e l’opera prodotta per l’occasione.

Nico Dockx il terzo vincitore della residenza Bivacco Urbano

Diogene_bivaccourbano è un progetto nato dalla collaborazione tra artisti che si propone di attivare, attraverso un programma di residenze e scambi internazionali, una modalità inedita di approfondimento sull’operare artistico e sul ruolo dell’artista nella società. L’intento è di recuperare il dialogo fra gli artisti volto a focalizzare l’attenzione sulla comprensione profonda della poetica del lavoro artistico.

Il progetto si pone all’interno del panorama di residenze internazionali con una precisa intenzione: abitare e lavorare sfruttando gli spazi interstiziali della città. Come i bivacchi montani – adattandosi alla morfologia dei luoghi – usano le forme preesistenti fornite dai ripari naturali, Diogene-bivaccourbano prende forma usufruendo dei vuoti tra il costruito e il disabitato, tra l’interno e l’esterno, tra spazi pubblici e spazi privati.

preload imagepreload image