Ricordati che devi morire – DamienHirst @Tate Modern

Pensate mai alla morte? O meglio quali sono le vostre paure legate ad essa? Domande che raramente toccano le vostre menti ; siete così affannosamente presi a godere le vostre vite in ogni secondo,che non vi preoccupate dell’esistenza di un’ altra componente essenziale della vostra vita : la morte. Il senso biologico della vita consiste nel mantenimento della vita stessa, e tale mantenimento avviene con un ricambio, una sostituzione, un’ evoluzione. Non siete altro che un limitato segmento di una lunghissima trama che si muove, si evolve nello spazio e nel tempo.

Ne eravate al corrente?

Ebbene, Damien Hirst vi insegnerà come indagare la morte , come sperimentarla , mettendola sotto i vostri occhi.“ISOLATED ELEMENTS SWIMMING IN THE SAME DIRECTION” : 38 varietà di pesci preservati in forma aldeide vi rivelano l’illusione della vita e della morte;sembrano quasi congelati ,preservati esteticamente nello stesso atto ; un vero e proprio minimalismo scientifico per creare un senso di permanenza lanciato contro la transitorietà della vostra vita.

Tracey Emin affila le armi per la sua nuova, incredibile mostra

Tremate, tremate, Tracey Emin è tornata. La scapestrata ragazzaccia della generazione Young British Artists non ha intenzione di cedere il passo alle sue più giovani colleghe e tra dichiarazioni battagliere e azioni sconsiderate ci sarebbe tanto materiale da scrivere interi libri a lei dedicati.

Comunque sia la celebre artista sta scaldando i motori per la sua nuova mostra in programma alla Hayward Gallery di Londra dal titolo Love is What You Want che aprirà le porte il prossimo 18 maggio e rimarrà in visione fino al 29 agosto. Si tratta della più grande retrospettiva mai organizzata sul lavoro di Tracey Emin con opere degli inizi fino ad arrivare ai giorni nostri. L’artista stessa ha confermato la presenza di alcune nuove installazioni in larga scala oltre che di dipinti, fotografie, neon, lavori su carta e su tessuto.

La Cina cancella la grande retrospettiva dedicata ad Ai Weiwei

Censure, censure ed ancora censure. Il mondo dell’arte contemporanea internazionale non sembra voler concedere ai suoi più grandi protagonisti quella libertà creativa necessaria per per dar sfogo a tutto il loro potenziale espressivo. Anche questa volta ad esser chiamato in causa è il nostro eroe senza macchia e senza paura Ai Weiwei che dopo percosse, minacce e vessazioni ha ricevuto l’ennesimo colpo basso da parte dei dittatori dell’arte. Cosa ancor più sbalorditiva è che le censure provengono da una nazione che dovrebbe portarlo in gloria in tutto il mondo, vale a dire la madre patria Cina.

Il nostro eroe aveva già preparato una grande retrospettiva all’UCCA di Pechino, che secondo i piani prestabiliti doveva svolgersi il prossimo marzo 2011. Qualcosa però è andato storto e come volevasi dimostrare le autorità cinesi hanno esercitato numerose pressioni sull’artista, convincendolo a desistere dalla nobile impresa. Il direttore della UCCA, Vivienne Li, raggiunta dalla AFP avrebbe parlato di un periodo politicamente complicato ed una situazione quindi non adatta al regolare svolgimento della manifestazioni.

Anish Kapoor torna nella sua India

Lo stile unico di Anish Kapoor e la sua forte propensione per le tradizioni indiane hanno contribuito a fare di lui uno degli artisti più coinvolgenti del mondo dell’arte contemporanea. Ora Kapoor ha deciso di tornare in India, la terra natia che lo spinse a creare le sue prime sculture con pigmenti puri.  La mostra, semplicemente intotoalata Anish Kapoor (in visione dal prossimo 28 settembre 2010 al 27 febbraio  2011) sarà la prima in assoluto nel suo paese di nascita.

Il prestigioso evento sarà dislocato su due sedi a Delhi e Mumbai e rappresenta  il progetto espositivo più grande e ambizioso mai sviluppato sul lavoro Kapoor. All’evento, cui hanno collaborato il British Council la Lisson Gallery e  Louis Vuitton, sarà presente una selezione di sculture e installazioni che coprirà l’intera carriera dell’artista, dalla sua prime sculture a base di pigmenti dei primi anni 1980 fino alle  sue installazioni in cera più recenti.

Gillick, Barney e Gonzalez-Torres 3 mostre impedibili Tra Bonn e Basilea

C’è tempo fino al prossimo 8 agosto per ammirare la retrospettiva di Liam Gillick, attualmente in mostra al Bundeskunsthalle di Bonn in Germania. L’evento dall’enigmatico titolo One Long Walk… Two Short Piers include tutte le opere prodotte da Gillick nell’ultimo ventennio. Il problema è che l’artista aveva già messo in piedi una grande retrospettiva dal titolo Three Perspectives and a Short Scenario che tra la primavera del 2008 e l’autunno del 2009 aveva toccato numerose tappe tra cui il Kunsthalle di Zurigo, il Witt de Withe di Rotterdam, il Kunsteverein di Monaco di Baviera ed il Museum of Contemporary Art di Chicago.

La presente mostra dunque non aggiunge niente a quanto si era detto ed anche Gillick con il suo eterno ritorno al minimalismo ed in particolare alle ricerche di Donald Judd (con qualche colore in più) ha un tantino stancato. A Basilea invece, fino al prossimo 3 ottobre 2010 lo spazio Shaulager (costruito su incarico della Fondazione Laurenz dal celebre studio di architettura Herzog & de Meuron) presenta una gustosa mostra dal titolo Prayer Sheet with the Wound and the Nail, dedicata ai mitici Drawing Restraint di Matthew Barney.

Il Moma celebra Gabriel Orozco, genio dell’inaspettato

 16 anni sono passati da quando il MoMa ha presentato l’innovativa creatività dell’artista concettuale Gabriel Orozco al grande pubblico. Con la sua natura ironica e lirica l’artista si oppose alla natura monumentale dei trend artistici degli anni ’80 mediante una ridefinizione del concetto di bellezza e focalizzando l’attenzione su dettagli inaspettati, memorie quotidiane ed esperienze personali.  In questi giorni (precisamente dal 13 dicembre 2009 al 1 marzo 2010) la celebre istituzione museale newyorchese ha deciso di dedicare un’importante retrospettiva al genio dell’artista messicano classe 1962 intitolandola semplicemente Gabriel Orozco.

All’interno della mostra sarà possibile ammirare una vasta collezione di opere dell’artista, alcune delle quali sono divenute estremamente popolari tra gli appassionati d’arte di tutto il globo. Pezzo forte della mostra è la scultura intitolata La DS del 1993, un’automobile della citroen (una ds per l’appunto) chirurgicamente ridotta di tre terzi. La mostra presenta anche un’altra celebre opera di Orozco, si tratta di Black Kites del 1997, costituita da un teschio umano coperto da una griglia di grafite. Gran parte delle opere sono in mostra per la prima volta a New York e offrono una vasta prospettiva del lavoro dell’artista dai piccoli oggetti, sino ai dipinti ed ai lavori su carta.