Il MOCA inaugura un nuovo portale tutto dedicato alla Land Art

La Land Art è francamente difficile da fruire. Di certo esiste un numero impressionante di  documenti, fotografie, filmati e quanto altro ma per ammirare al meglio un’opera di Land Art bisogna per forze di cose recarsi sul posto. Impossibile dire di conoscere Spiral Jetty di Robert Smithson senza essersi recati nello Utah, come non si può affermare di conoscere il Roden Crater di James Turrell o City di Michael Heizer senza averli prima vissuti in prima persona.

Eppure, grazie ad internet possiamo superare molti problemi legati allo spazio ed al tempo. A realizzare il web site che mancava sulla Land Art ci ha pensato il sempre spumeggiante MOCA, Museum of Contemporary Art di Los Angeles, capitanato dal volpone Jeffrey Deitch. Il museo ha infatti lanciato un megaportale tutto dedicato a questa meravigliosa tecnica artistica, in occasione della mostra Ends Of The Earth: Land Art to 1974 un grande evento che si è aperto lo scorso 27 maggio  e che rimarrà in visione fino al prossimo 3 settembre.

Parole in ricordo di lontane lande assolate

Richard Long (Bristol, 1945): un nome che rievoca paesaggi lontani, assolati e deserti. Luoghi disabitati ed inaccessibili, dove egli libera la mente lasciandosi ispirare dagli elementi naturali che lo circondano, per esprimere il proprio estro creativo attraverso installazioni ambientali di vaste dimensioni. Dagli anni Sessanta Richard ha iniziato a produrre straordinari interventi di Land Art che lo hanno reso famoso in tutto il globo, allargando le possibilità della scultura fino ad emanciparla nell’uso di nuovi materiali e tecniche innovative.

Long, presente all’opening alla galleria Lorcan O’Neill di Roma, è uno brioso sessantasettenne in splendida forma. In gioventù ha frequentato prima il West of England College of Art e, successivamente, la St. Martin’s School of Art di Londra. Ha partecipato a numerose mostre in tutto il mondo, perfino in Oriente. Già consacrato come una delle icone della propria generazione da importanti istituzioni museali, come il Guggenheim Museum di New York o la Tate Gallery di Londra, che gli hanno dedicando recenti retrospettive. Nel 1976 venne scelto come artista rappresentativo della Gran Bretagna alla XXXVII° Biennale di Venezia. Ha ricevuto numerosi premi tra cui il Turner Prize nel 1989. Infine, nel 1990 il Governo Francese lo ha nominato ‘Chevalier dans l’Ordre des Arts et des Lettres’.

Mostre da vedere in giro per il mondo

Ai Weiwei

Nel precedente articolo parlavamo di chiusura estiva dell’arte contemporanea, quindi prima della “serrata d’agosto” c’è ancora tempo per ammirare alcune grandi mostre in giro per il mondo tra gallerie private e istituzioni pubbliche. Cominciamo da Ai Weiwei, attualmente in prigionia da oltre un mese. Dell’artista non si hanno notizie ma se volete ammirare i suoi lavori potrete farlo alla Lisson Gallery di Londra che ospita alcune sue magnifiche opere fino al 16 luglio 2011.

Parlando di Weiwei, il grande Anish Kapoor gli ha dedicato la sua ultima monumentale fatica intitolata Leviathan. L’opera è attualmente visibile al Grand Palais di Parigi fino al prossimo 23 giugno. Se desiderate ammirare un vero e proprio maestro della scultura non perdetevi la personale di John Chamberlain, da oltre 25 anni sulla cresta dell’onda. L’artista è solito creare entusiasmanti forme dal metallo contorto. La mostra di Chamberlain sarà visibile fino al prossimo 11 giugno alla Pace Gallery di New York.

Omaggio ad Ansel Adams alla Galleria Repetto di Acqui Terme

Quando le parole diventano poco chiare, mi concentro con la fotografia.
Quando le immagini diventano inadeguate, mi accontento del silenzio
Ansel Adams

Dal 7 maggio al 25 giugno la Galleria Repetto di Acqui Terme ospiterà la mostra fotografica Omaggio ad Ansel Adams Cattedrali di pietra – Cattedrali dell’anima, sul tema della montagna. Saranno esposte circa 30 opere del grande maestro americano e altri lavori storici di Minor White, Vittorio Sella, Albert Steiner (Cattedrali di pietra); per addentrarsi poi, in una diversa e complementare poetica, introspettiva e concettuale, attraverso le opere di Luigi Ghirri, Richard Long ed Hamish Fulton, (Cattedrali dell’anima).

Immagini, simboli espressioni che dialogano e si intersecano, fino ad arrivare ai contemporanei Luca Andreoni, Olivo Barbieri, Luca Campigotto, Olafur Eliasson, Thomas Joshua Cooper, Daniele De Lonti, Ishikawa, Walter Niedermayr, Bernard Plossu, Darren Almond.

Anish Kapoor, Richard Long e tanti altri in mostra a Modena

La Galleria Civica di Modena inaugura sabato 4 dicembre 2010 alle 18.00 alla Palazzina dei Giardini e a Palazzo Santa Margherita, in corso Canalgrande a Modena, la mostra Lo spazio del sacro. Organizzata e coprodotta dalla Galleria Civica di Modena, e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, la collettiva presenta opere provenienti da istituzioni pubbliche e collezioni private italiane e straniere di alcuni fra gli artisti della scena contemporanea internazionale che hanno maggiormente riflettuto sul tema del sacro: Adel Abdessemed, Giovanni Anselmo, Kader Attia, Paolo Cavinato, Chen Zhen, Vittorio Corsini, Josep Ginestar, Anish Kapoor, Richard Long, Roberto Paci Dalò, Jaume Plensa, Wael Shawky.

Ogni opera occuperà in completa solitudine un ambiente della Galleria, da una parte accentuando il rapporto diretto, esclusivo, intimo che ciascuna di esse instaura con lo spettatore, dall’altra amplificando la propria capacità di entrare in relazione con gli spazi architettonici. L’idea fondante della mostra risente molto delle parole di Mircea Eliade a sul fatto che il sacro, nell’arte contemporanea, “è divenuto irriconoscibile; si è camuffato in forme, propositi e significati che sono apparentemente ‘profani’.

Christiane Löhr – Dividere il vuoto

“Nel suo lavoro troviamo la poesia delle piccole cose della natura. L’artista – con le composizioni che costruisce unendo i fili d’erba – ci mostra la bellezza di un mondo delicato, che continua anche quando è privato della vita. E’ piccolo il materiale che l’artista usa e quindi anche le opere che crea. Rivela il paziente lavoro di chi ama le minuscole cose che ci circondano. Si riscopre così la nostra vera natura. Siamo viventi come le erbe dei prati. Torniamo a conoscere le nostre origini lontane, ma che anche oggi ci danno nutrimento.”

Così Giuseppe Panza di Biumo descrive il lavoro di Christiane Löhr, le cui opere sono esposte nella mostra Christiane Löhr. Dividere il vuoto, organizzata dal FAI – Fondo Ambiente Italiano dal 20 maggio al 5 settembre: A Varese nelle Scuderie di Villa e Collezione Panza oltre cinquanta opere tra disegni, sculture e installazioni, la maggior parte delle quali realizzate esclusivamente per gli spazi espositivi del museo.

Christiane Löhr – artista tedesca le cui opere fanno parte della Collezione di Giuseppe Panza dal 2003 – crea sculture e installazioni attraverso il contatto diretto con la natura e la sua relazione con lo spazio. L’artista utilizza materiali inconsueti come i semi di diverse piante – cardo selvatico, edera, graminacei – oppure crini di cavallo per realizzare le sue installazioni che, come microcosmi lievi e raffinatissimi, rimandano a un’architettura immaginaria, preziosa e complessa, ma allo stesso tempo espressione di una solidità rassicurante.

Tutto è connesso al Castello di Rivoli

Tutto è connesso, la rassegna che si tiene dall’8 giugno al 16 settembre al torinese Castello di Rivoli. Ideata in modo da costituire un percorso espositivo ragionato basato sulle opere della collezione permanente. A questo scopo, nel progetto curatoriale sono stati coinvolti direttamente artisti che, partendo dai lavori in collezione, hanno riallestito le loro opere integrandole e suggerendone accostamenti inediti. Alcune sale, che hanno segnato la storia del museo come quelle di Richard Long e di Sol LeWitt, in occasione della mostra diverranno protagoniste di ulteriori sviluppi. A distanza di una trentina d’anni, verrà presentata in un nuovo allestimento l’installazione di Nicola De Maria realizzata nel 1985.

Tutto è connesso presenta altresì recenti acquisizioni, molte delle quali esposte per la prima volta, sia di affermati maestri sia di artisti appartenenti alle nuove generazioni, offrendo al visitatore un percorso attraverso le più significative ricerche artistiche dell’ultimo decennio. Tra gli artisti segnaliamo Giovanni Anselmo, Tacita Dean, Regina José Galindo, Mona Hatoum, Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Simon Starling. Nel corso della mostra, a date e orari prestabiliti, Allora & Calzadilla presenteranno Stop, Repair, Prepare, 2008, scultura e performance: attraverso un buco nel centro di un pianoforte a coda il performer esegue variazioni sull’ ”Inno alla Gioia” di Beethoven, simbolo di fratellanza ma usato anche in contesti politici oppressivi.

Mariko Mori progetta un vero e proprio monumento solare tecnologico

Ne ha fatta di strada la Land Art da quel lontano 1969 quando Gerry Schum decise di comprarsi un (allora appena concepito) apparecchio per la videoregistrazione e di proiettare negli spazi della sua galleria un video intitolato appunto Land Art che presentava immagini di alcune opere prodotte da artisti come Richard Long, Barry Flanagan, Robert Smithson, Dennis Oppenheim e Walter De Maria.

Tali maestri indiscussi di questa nuova forma d’arte agivano direttamente sul paesaggio, modificandone l’aspetto mediante interventi temporanei e facendo uso di materiali naturali. Dalla gigantesca banchina Spiral Jetty di Robert Smithson, installata sul Great Salt Lake (1970) nello Utah e costituita da materiali naturali come cristalli di sale e terra, passando per il Lightning Field (1977) di Walter de Maria ed i suoi 400 pali installati nel terreno per raccogliere la potenza dei fulmini sino a giungere al recente impacchettamento del Central Park di New York ad opera di Christo e Jeanne Claude, la Land art ha subito numerose trasformazioni, abbracciando nuove tendenze e presentando nuovi protagonisti.

L’Art Forum Würth presenta la Visone del mondo

Dal 14 settembre l’Art Forum Würth Capena presenta Weltanschauung – Visione del mondo. Planisfero-Weltanschauung è un progetto italo-tedesco nato nel 1993 su iniziativa di Paul Eubel, Silvio Artero, Andrea Balzola e Johannes Pfeiffer e che ha avuto tra i suoi entusiasti sostenitori il Gruppo Würth.

La mostra offre uno sguardo sul mondo attraverso un’opera collettiva in cui rappresentanti di fama internazionale nel campo delle arti e della cultura, hanno espresso la propria visione del mondo. Tutte le opere visive sono presentate come tasselli di un ipotetico planisfero e sono nate per rispondere alle domande formulate dai promotori e rese note nel Testo-Manifesto: “Qual è il ruolo dell’artista in questo mondo? L’artista come vede se stesso? E come vede il mondo all’alba del nuovo millennio? Quale mondo nuovo può nascere dalle visioni dell’arte e della poesia?”.

Bertozzi & Casoni e Mario Merz, un pezzo di Italia da Sperone Westwater

La galleria Sperone Westwater non ha certo bisogno di presentazioni. Fondata nel 1975 dall’art dealer italiano Gian Enzo Sperone la Westwater rappresenta una vera e propria istituzione internazionale, capace di organizzare eventi di alto livello con il meglio delle nuove proposte artistiche unite alle stars della scena contemporanea.

Vero pioniere del mercato Sperone ha scelto il momento giusto per sbarcare a New York cavalcando l’onda delle nuove spinte artistiche degli anni ’70 ed in certi casi promuovendo nuovi personaggi che hanno catalizzato l’attenzione del pubblico e degli addetti al settore dell’epoca. Dopo questa presentazione se in questi giorni vi trovate nella grande mela o siete in procinto di andarci, fate un salto da Westwater al West Village e non ve ne pentirete.

Metti Sol LeWitt e Richard Long in metropolitana

 Le stazioni della metropolitana sono sempre più affollate e frenetiche, veri e propri luoghi di passaggio dove si transita velocemente senza curarsi dell’ambiente circostante. Ultimamente però la metropolitana è oggetto di alcune attività artistiche sparse per il globo che spontaneamente crescono nella giungla urbana e non stiamo parlando di street art. Già sapevamo di Going Underground, festival video berlinese che ogni anno si svolge nelle stazioni sotterranee, ora la fermata di 59th Street-Columbus Circle a New York sarà impreziosita con una grande opera murale di Sol LeWitt intitolata Whirls and Twirls e disegnata prima della morte del celebre artista nel 2007.

L’opera è in questi giorni in fase di installazione ma già i suoi elettrizzanti colori e le sue forme vibranti fanno capolino dai teloni di protezione. Si tratta inequivocabilmente dell’opera più ambiziosa e fantastica del programma Arts for Transit, progetto lanciato mesi fa dai vertici del trasporto pubblico che prevede l’implementazione di opere d’arte all’interno di alcune stazioni cittadine.

Nuovo progetto per Christo e Jeanne Claude, ma non tutti ne sono contenti

Christo e Jeanne Claude sono sempre in movimento, le progettazioni delle loro monumentali installazioni site specific richiedono molti anni di preparazione ed implicano un’alta percentuale di rischio a danno di cose o persone, problemi che vengono vagliati dalla coppia attraverso lunghe concertazioni con gli enti locali.

Come molti di voi ben sapranno Christo e Jeanne Claude sono famosi per l’utilizzo di tessuto colorato, usato per imballare paesaggi, monumenti e luoghi, i due artisti sono infatti tra i precursori della Land Art assieme a  Richard Long, Barry Flanagan, Robert Smithson, Dennis Oppenheim e Walter De Maria.

Tra le opere più famose del dinamico duo possiamo citare Valley Curtain (1970-1972) costituito  da un telo lungo 400 metri steso lungo una valle delle Montagne Rocciose in Colorado, Surrounded Islands (1980-1983) costituito da una cintura di polipropilene fucsia stesa attorno alle isole della baia di Biscayne a Miami e The Gates (2004-2005), un percorso di 37 kilometri attraverso il Central Park di New York, costituito da materiale arancione intervallato da 7 503 portici, alti circa cinque metri e disposti a quattro metri di distanza tra loro.

Passports, a Milano in viaggio con l’arte

Dal 14 luglio il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano ospita PASSPORTS. IN VIAGGIO CON L’ARTE. 75 anni di pittura, scultura, fotografia e installazioni dalla Collezione del British Council a cura di Michael Craig-Martin.

Si tratta di un’accurata selezione di opere d’arte britannica del XX e XXI secolo acquistate dal British Council nei suoi 75 anni di attività, spesso agli esordi della carriera degli artisti. Il titolo Passports fa riferimento al viaggio compiuto dalle opere a partire dal loro acquisto. Un vero e proprio itinerario nell’arte attraverso i confini internazionali che farà conoscere al pubblico il “passaporto” di ogni opera, costituito dall’insieme dei musei e delle gallerie che l’hanno ospitata nei decenni, nonché il valore stimato per ogni lavoro all’inizio del viaggio.

Amore e Psiche raccontati come uno storyboard

Sarà inaugurata il prossimo 27 giugno a Spoleto, nella Rocca Albornoziana, la mostra Amore e Psiche. Storyboard di un mito, all’interno del 52° Festival dei due Mondi.

Ideata e curata da Miriam Mirolla, la mostra mette in scena la favola di Amore e Psiche come se fosse lo storyboard di un film, illustrandola con le opere di venti protagonisti dell’arte contemporanea che, nel testo di Apuleio, hanno trovato lo spunto per rappresentare temi come la visione e l’invisibilità, la conoscenza e l’inconoscibilità, il divieto e la sua infrazione, l’anelito all’immortalità, l’istinto di ricerca e il raggiungimento del piacere.

preload imagepreload image