Il Famoso sito Virtualtourist ha realizzato anche quest’anno la sua personale top ten degli edifici più brutti del mondo tenendo conto delle opinioni delle centinaia di migliaia di utenti che visitano il sito ogni mese. Ovviamente alcuni di questi edifici sono stato più volte celebrati dal gotha dell’architettura mondiale come vere e proprie opere geniali oltre che innovative. Ma alla gente sembrano non piacere, ed allora ci si chiede a chi serve l’architettura? ovviamente il cittadino comune non può essere elevato al rango di esperto di design ma è innegabile che qualunque edificio è progettato da un uomo per essere usato da un uomo.
richard meier
OCT Shenzhen Clubhouse by Richard Meier & Partners
Richard Meier ha da poco completato il progetto di un club privato nella città di Shēnzhèn, ecco a voi le immagini
Mutant Architecture & Design a Milano
In occasione del FuoriSalone 2011, INTERNI si fa promotore, durante la Settimana milanese del Design (11-17 aprile 2011), della grande Mostra Evento MUTANT ARCHITECTURE&DESIGN. La proposta progettuale che emerge da questa riflessione e che coinvolge l’intero mondo che ci circonda come la casa, la città, il paesaggio e il territorio, è quella di un’architettura fortemente materica, trasformabile e mobile che asseconda le necessarie strategie d’impiego nel tempo e in luoghi diversi: strutture intelligenti caratterizzate da grande flessibilità e dalla capacità di poter essere smontate e trasferite, pensate per essere riutilizzate dopo un primo uso.
Mutante è allora la condizione del progetto in senso lato, non più legata a verità precostitute o ad assiomi ideologici, parte della cultura della tardomodernità, ma in grado di rapportarsi in modo responsabile alla realtà. L’attenzione viene posta sull’uso dei materiali, sulla loro durevolezza, sul rapporto tra i materiali e il tempo. Ritorna oggi importante fare una distinzione fra materiali che dal momento della messa in opera decadono e materiali che migliorano (materiali colti come il legno, i metalli, il marmo, le pietre…).
Tris di Sgarbi: Biennale, Maxxi e Polo Museale di Venezia
Continuano le peripezie del Vittorione nazionale, lo abbiamo seguito con estrema attenzione lo scorso venerdì in tv nel corso del programma di Rai 2 L’Ultima Parola. Durante lo show (si discuteva di un Italia che non valorizza i propri tesori a cielo aperto), Vittorio Sgarbi ha sparato alcune delle sue perle, definendo l’Ara Pacis di Richard Meier un’inutile pompa di benzina, simbolo di una politica di sinistra sprecona ed inconcludente. Sgarbi ha poi criticato i fischi contro il ministro per i Beni culturali Sandro Bondi nel corso della conferenza stampa per l’opening del Maxxi di Roma.
In tale occasione Bondi aveva dichiarato: “Rivendico al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e al ministro Altero Matteoli il merito di aver portato a compimento il primo museo delle arti del XXI secolo». In più Vittorione ha ipotizzato di cambiare il nome del Maxxi ed intitolarlo a Silvio Berlusconi proprio come il Beaubourg parigino, noto come Centre Pompidou perchè fortemente voluto dall’allora presidente francese Georges Pompidou. Inoltre in questi prossimi giorni, Vittorio Sgarbi dovrebbe ricevere da Bondi la nomina di Soprintendente Speciale al Polo Museale di Venezia che si aggiungerebbe a quella di curatore del Padiglione Italia alla prossima Biennale e a tante altre cariche.
Summit di archi-star a Roma
Le polemiche sembravano essersi dissolte come neve al sole, la tanto discussa Ara Pacis di Roma versione Richard Meier (blasonato archistar americano) sembrava ormai entrata a far parte del tessuto urbano capitolino pur con qualche dissenso. Tra mostre dedicate allo stilista Valentino ed all’indimenticabile cantautore-poeta Fabrizio De Andrè, la teca inaugurata nel 2006 pareva essersi ripresa delle minacce del sindaco Alemanno che poco dopo essere stato eletto aveva dichiarato di voler abbattere a tutti i costi lo “stabilimento balneare” o “stazione di servizio” di Meier.
Ovviamente demolire l’opera sarebbe stato uno spreco inutile di soldi pubblici, come inutile fu lo stanziamento di denaro proveniente dai tartassati contribuenti atto ad edificare un monumento che sin da subito è parso come un vero e proprio pugno in un occhio. Alemanno aveva inoltre avanzato una proposta ancor più balzana, quella cioè di smontare la teca e ricostruirla in periferia. Alla fine, di comune accordo con Meier si era pensato ad un restyling, soluzione meno invasiva e forse anche meno costosa. Poi per quasi un anno di Ara Pacis non ne ha parlato più nessuno e tutto sembrava accantonato. Ieri però il sindaco Alemanno ha dichiarato di esser finalmente giunto ad un accordo con Richard Meier e che una parte del muretto esterno sarà quindi abbattuta.
Atti vandalici a Roma
Sotto inchiesta la Teca dell’Ara Pacis progettata da Richard Meier e inaugurata in occasione del natale di Roma nel 2004, ma stavolta non per le solite questioni sulla bellezza o sull’utilità dell’architettura (ricordiamo che il sindaco di Roma Alemanno nel suo programma elettorale propose di rimuovere la teca) ma perché la capitale si è svegliata la mattina del primo giugno con un evento che ci lascia senza parole. Un gabinetto con due confezioni da 40 rotoli di carta igienica e due gigantesche macchie di colore rosso e verde sono stati ritrovati sul muro della teca. L’azione è stata messa a segno prima dell’alba, senza testimoni.
“Si tratta di una azione ridicola, indice di un atteggiamento subculturale”. E’ il commento dell’assessore alla cultura Umberto Croppi. “Al di là del danno, per fortuna contenuto, il gesto è solo frutto di una esasperata voglia di protagonismo da parte di chi, dopo aver conquistato la scena con un paio di performances indolori e divertenti, si è illuso di avere titoli per compiere quelle che ritiene provocazioni artistiche. Non c’è neanche forza critica nella bravata – continua Croppi – ma solo povertà di idee e marginalità intellettuale: una cosa talmente insignificante da rendere impossibile perfino un commento”.