Richard Phillips antidivo con Lindsay Lohan

Abbiamo più volte accusato i protagonisti della scena internazionale dell’arte contemporanea di aver stretto un patto troppo saldo con lo spettacolo. Sempre più opere cercano infatti di spettacolarizzare una tematica piuttosto che offrirla al fruitore in una veste più profonda e sperimentale. La ricerca dell’immagine e del protagonismo a tutti i costi ha finito quindi con il rovinare determinate ricerche, costringendo gli artisti a ricercare un punto d’interesse per attirare le attenzioni di un pubblico sempre più vasto.

A volte però qualche artista illuminato prova a lottare contro questa spettacolarizzazione dell’arte contemporanea utilizzando le medesime armi del nemico e rovesciando il gioco delle parti. Ad Art Basel ad esempio ha imperversato un’opera video di Richard Phillips intitolata First Point che ha come protagonista la starlette di Hollywood Lindsay Lohan, celebre per le sue sregolatezze più che per il suo talento di attrice o cantante che dir si voglia.

Con l’arte si campa? Richard Phillips ci riesce benissimo

Capita spesso di imbattersi in artisti di successo che fanno venir alla mente una subitanea domanda: “come fa costui ad aver tutto questo successo?” la risposta ovviamente non è così intuitiva, molto dipende dallo spiccato senso per l’attitudine commerciale che trasuda dalle opere dell’artista in questione e dalle dinamiche di mercato che si costituiscono attorno ad esse. A volte però questo benedetto artista è talmente privo di talento e visione creativa che il segreto del suo successo rimane un mistero insolubile.

Uno di questi misteri viventi è Richard Phillips, giovane pittore classe 1962 proveniente dal Massachussets nonché pezzo forte della premiata scuderia Gagosian. Solitamente Phillips è autore di gigantesche tele di stampo iperrealista che raffigurano idoli della pop music, modelle famose, attori di grido e politici. Si tratta di ritratti in primissimo piano che si riallacciano allo stile pittorico delle copertine dei magazine patinati anni ’50 e ’60.

Lindsay Lohan alla Biennale mentre Man Bartlett è fermo all’aeroporto

Avete presente Lindsay Lohan? beh avrete sicuramente sentito parlare molto spesso di questa celebre quanto intransigente attrice statunitense. La Lohan è infatti molto più abile a ficcarsi nei pasticci che a recitare ed attualmente sta scontando una pena per il furto di una collana del valore di 2.500 dollari. l’attrice è attualmente a Venice, ovviamente non si trova nella città lagunare ma a Venice in California ed è agli arresti domiciliari con tanto di braccialetto elettronico.

Comunque sia la cattivona Lohan ha deciso di iniziare un percorso di redenzione ed ha quindi scelto l’arte contemporanea come “percorso riabilitativo” per dimenticare gli eccessi del passato. Il suo rientro in “carreggiata” partirà proprio dalla Biennale di Venezia. Lindsay Lohan ha infatti collaborato con Richard Phillips e comparirà all’interno del video intitolato semplicemente Lindsay Lohan che verrà mostrato alla Biennale durante un video project curato da Neville Wakefield e sponsorizzato dal Garage Center For Contemporary Culter di Dasha Zhukova .

Haunch of Venison di New York rimette in scena gli anni ’80

 Haunch of Venison di New York presenta dal 5 marzo al primo maggio 2010 un’interessante mostra collettiva organizzata dai celebri artisti David Salle e Richard Phillips. L’evento dal titolo Your History is not Our History racchiude numerose opere di artisti che hanno creato il mito artistico della New York degli anni ’80, una decade che ha contribuito a creare un ambiente artistico originale e decisamente inventivo.  La mostra non è una retrospettiva di una decade ma una riflessione sulle idee comuni degli artisti di quel periodo in risposta ad una specifica situazione culturale.

L’obiettivo è infatti quello di lasciar parlare le opere in una maniera che fino ad ora gli era stata negata. In effetti la New York degli anni ’80 è stata un melting pot capace di alimentare la creatività di artisti come Jean-Michel Basquiat, Ross Bleckner, Francesco Clemente, Eric Fischl, Barbara Kruger e Julian Schnabel, nomi che hanno creato opere sperimentali ed hanno allargato gli orizzonti estetici, influenzando le generazioni a venire.

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