Robert Longo alla Galerie Thaddaeus Ropac di Parigi

Tanti anni fa mi capitò di ammirare da una cospicua distanza alcune opere di Robert Longo. “Niente di speciale, in fondo si tratta di banalissime fotografie. Si sono scatti ben curati, ma di fotografie del genere se ne vedono su tutti i rotocalchi”, pensai. Chissà quanta altra gente, scorgendo rapidamente le opere di questo protagonista della Pictures Generation, avrà pensato le medesime cose.

Ed invece in quel frangente fu il mio stesso occhio ad ingannarmi, ciò che sembrava fotografia era invece disegno puro, un fitto intreccio di ricami che di fatto oltrepassava i limiti del medium. Mi trovavo di fronte alla serie Men in the cities e davanti al mio cospetto si contorcevano figure umane, simboli malati dell’ansia contemporanea avvolti da un tormento senza tempo. In quel frangente fui sopraffatta dalle linee e dalle cesellature che donavano ai disegni di Longo un’insperata quanto meravigliosa tridimensionalità.

Quella strana consuetudine di “rubare” le immagini

Richard Prince - Untitled (cowboy) - 1989

Siamo cresciuti in un mondo di immagini tanto che ora ci sentiamo dannatamente stregati dalle stesse. Già nel bel mezzo degli anni ’70 la Pictures Generation di Robert Longo, Sherrie Levine, Cindy Sherman e Richard Prince fu incredibilmente tentata dal vasto mondo della produzione delle immagini, di quell’universo al limite tra il fiabesco e l’orrorifico animato dal cinema, della televisione, dai magazines e dai cartelloni pubblicitari. Inutile aggiungere che questi artisti cominciarono una sistematica riappropriazione di quelle immagini, piegandole ai loro voleri.

Questo non senza incappare in noie legali riguardanti le leggi sul copyright, basti pensare alle controversie sollevate da Sherrie Levine e le sue 22 fotografie di Walker Evans ri-fotografate o le ormai leggendarie gesta di Richard Prince, autore di una ripetizione del cowboy della Marlboro. Prince da par suo è inoltre protagonista di una recente vicenda di plagio ai danni di una fotografia scattata da Patrick Cariou. Insomma, l’appropriazione delle immagini altrui ha scritto un capitolo decisamente interessante e pungente all’interno della storia dell’arte contemporanea.

Due mostre alla Galleria Massimo De Carlo di Milano

Il 15 febbraio 2011 la Galleria Massimo De Carlo di Milano inaugura due mostre: la personale di Piotr Uklanski e la collettiva Are You Glad to Be in America?. Uno degli artisti storici della galleria, torna a Milano presentando dei nuovi lavori su tela. Ispirandosi al “tie and dye”, una tecnica molto antica di tinteggiatura che prevede la creazione di nodi sui tessuti e la conseguente penetrazione o meno del colore, Piotr Uklanski espone sette grandi lavori per la prima volta in Italia.

Piotr Uklanski sperimenta ancora su formati, tecniche e supporti differenti. E questo nuovo ciclo di opere, tappa più recente nella produzione dell’artista, riflettono sul significato della pittura e sul gesto del dipingere: generalmente si parla di pittura quando pigmenti vengono applicati su una superficie per realizzare segni e figure; invece, nel caso dei lavori di Piotr Uklanski, è fondamentale non la saturazione quanto la decolorazione, lo sbiancamento di alcune parti di colore già steso, attraverso reazioni chimiche fra i liquidi e la tela colorata su cui vengono versati. In questo modo i lavori si posizionano a metà fra casualità e precisa volontà dell’artista.

The Pictures Generation al Metropolitan Museum di New York

New York – Il Metropolitan Museum of Art inaugurerà il 21 aprile una grande mostra intitolata The Pictures Generation, 1974-1984 che rimarrà in visione sino al 2 agosto 2009. La manifestazione presenterà al pubblico video, performances e sonorizzazioni di alcuni tra i più influenti artisti contemporanei della scena newyorkese.

Sarà possibile ammirare 160 opere di 30 artisti tra cui Jack Goldstein, Robert Longo, Troy Brauntuch, Sherrie Levine, Cindy Sherman, Richard Prince, David Salle, Matt Mullican, Louise Lawler e Dara Birnbaum. Questo nucleo di artisti conosciuto come la Pictures Generation ha fatto parte di uno dei più influenti movimenti artistici americani.

preload imagepreload image