THIS IS NOT ART, I AM ART

Due coniugi si domandano ,”che questa sia arte?”

“Girl with ball”: Un uomo e una donna si aggirano per le sale di una nota galleria.

Dico un uomo e una donna ma in realtà non sembrano persone reali. Lui bellissimo assomiglia a Ken il compagno di Barbie, ha la vuota espressione di un automa. Ignora la sua fidanzata persa in fantasticherie narcisistiche. Contemplano varie opere d’arte di matrice astratta ma sembrano lontane da quel espressionismo astratto propugnato da Pollock e  De Kooning: le pennellate non sono dettate dall’irrazionalità e dal sentimento ma bensì da un preciso esercizio razionale. Poi ”Look Mikey”:Paperino e Topolino. Colori primari (blu, rosso, giallo) e piccoli dots sembrano simulare la commerciale tecnica di stampa dei fumetti; l ‘illustrazione basata su “Donald Duck lost and found” del 1960.

Roy Lichtenstein e i fumetti copiati su un sito internet

Parliamo oggi di Roy Lichtenstein, uno dei più grandi esponenti della Pop Art a stelle e strisce. Come molti di voi ben sapranno, nel bel mezzo degli anni sessanta il celebre pittore aveva avviato una sperimentazione sull’uso del retino tipografico, inventato nel 1878 da Benjamin Day, attuando una cesellatura manuale talmente accurata ed elaborata da rendere ogni opera simile ad una riproduzione meccanica.

Lichtenstein era solito utilizzare delle scene cannibalizzate dal mondo dei fumetti. Riviste, giornali, albi e pubblicazioni di vario genere, queste le fonti più utilizzate ed in seguito riproposte con grande successo su tela. Sebbene furono in molti a criticarlo in vita, la fama postuma di Lichtenstein non conosce limiti tanto che le sue opere hanno raggiunto in questi ultimi giorni delle quotazioni da capogiro. Il dipinto I Can See The Whole Room!… And There’s Nobody In It!, ad esempio è stato battuto all’asta da Christie’s agli inizi di novembre, raggiungendo la cifra record di 43 milioni di dollari. Eppure anche la scena che caratterizza quel dipinto e stata copiata a piè pari da una striscia a fumetti, Lichtenstein si è guadagnato fama imperitura ma così non è stato per l’ignoto autore di quel fumetto.

Una mostra tutta “Made in Italy” da Gagosian

In occasione dei 150 anni dall’Unità d’Italia, Gagosian Gallery il 27 maggio inaugura Made in Italy, un’importante mostra collettiva nel suo spazio romano di Via Francesco Crispi 16. Curata da Mario Codognato, la mostra intende tracciare un inedito percorso italiano attraverso l’opera di alcuni tra i maggiori artisti degli ultimi 60 anni: Georg Baselitz, Jean Michel Basquiat, Joseph Beuys, Marcel Duchamp, Alberto Giacometti, Douglas Gordon, Andreas Gursky, Damien Hirst, Howard Hodgkin, Mike Kelley, Jeff Koons, Louise Lawler, Roy Lichtenstein, Richard Prince, Robert Rauschenberg, Gerhard Richter, Richard Serra, Cindy Sherman, David Smith, Thomas Struth, Cy Twombly, Andy Warhol, Lawrence Weiner.

L’irresistibile attrazione esercitata dal “Bel Paese” nei confronti degli artisti del resto del mondo affonda le radici nel passato profondo e, com’é noto, conosce il momento di splendore a cavallo tra Settecento e Ottocento, all’epoca del cosiddetto Grand Tour, quando artisti-viaggiatori inglesi, americani, francesi e tedeschi varcano le Alpi per sperimentare da vicino la grande tradizione classica conosciuta solo sui libri, i capolavori di un passato idealizzato, ma anche il brivido provocato da uno stile di vita diverso e alternativo rispetto a quello che conoscono in patria.

Eli Broad e le prime immagini del suo nuovo museo a Los Angeles

Sembrava la barzelletta del secolo ed invece il nuovo museo di Eli Broad, tanto annunciato e mai svelato al pubblico, ha finalmente una location, un’architettura ed un archistar ben precisi. In questi ultimi giorni infatti Broad ha dato in pasto alla stampa di Los Angeles i rendering in 3D del progetto pensato da Diller Scofidio + Renfro, il team di architetti che sono riusciti a fare le scarpe a Rem Koolhaas nel corso della gara a “progetta tu il museo”.

Ebbene le linee del nuovo museo sono decisamente stravaganti, si tratta di un gigantesco rombo con disegno ad alveare che sarà perlopiù costituito da cemento. Ovviamente i tempi di sviluppo dell’intero progetto sono ancora molto lunghi ed anche i costi totali saranno un buon deterrente, si parla infatti di circa 130 milioni di dollari di spese.  Punto forte del museo sarà la lobby che permetterà una sorta di relazione visiva tra i pedoni all’interno ed i visitatori che arrivano in automobile.

Gagosian mette in mostra l’ultimo Lichtenstein a New York

La nuova mostra della Gagosian Gallery di New York ( in visione fino al prossimo 30 luglio) presenta al pubblico un’interessante mostra che si potrebbe tranquillamente definire di carattere museale non fosse altro per il fatto che a presentarla è un vecchio squalo del mercato dell’arte. Si tratta di una personale dedicata a Roy Lichtenstein che focalizza l’attenzione sulle opere prodotte tra gli anni ’70 e gli anni ‘80. Roy Lichtenstein: Still Lifes è il titolo di questo evento che porta nella rinomata galleria di Chelsea più di 50 opere del grande artista, scomparso nel 1997. Still Lifes è una panoramica sulle ultime creazioni di un Lichtenstein che aveva abbandonato le sue visioni strettamente relative al fumetto per spostarsi vero un’estetica cubista

Dal 1972 al 1981 Lichtenstein lavorò a numerose Nature morte e realizzò opere ispirate al Futurismo, a De Stijl, al Costruttivismo russo, al Surrealismo e all’Espressionismo tedesco. Numerose furono anche le mostre di quel periodo. Nel 1972 infatti Lichtenstein fu presente al Contemporary Art Museum di Houston, nel 1975 al Centre National d’Art Contemporain di Parigi, nel 1978 all’Institute of Contemporary Art di Boston. Infine nel 1979 gli venne commissionata la prima scultura pubblica: The Mermaid per il Theatre for the Performing Arts di Miami Beach.

Un nuovo libro svela la “vita spericolata” di Leo Castelli

Leo Castelli ha gestito dagli ’50 fino alla fine degli anni ’90 la Leo Castelli Gallery al numero 420 di West Broadway, diventando un vero e proprio mito dell’arte contemoporanea. Dalla sua scuderia sono infatti passati i più grandi artisti del ventesimo secolo come Jackson Pollock, Willem de Kooning, Robert Rauschenberg, Jasper Johns, Frank Stella, Roy Lichtenstein, Andy Warhol, Robert Morris, Donald Judd, e Dan Flavin.

La lunga e mitica carriera di Castelli è ora documentata in una nuova biografia di Annie Cohen-Solal dal titolo Leo and His Circle. La pubblicazione offre buoni spunti per saperne di più sulla figura del grande dealer e vorremmo fornirvi qualche stralcio che ci sembra decisamente divertente.

Al Tel Aviv Museum of art corre la BMW di Roy Lichtenstein

Il Tel Aviv Museum of Art ha deciso di presentare al pubblico una mostra decisamente fuori dal commune, si tratta infatti di un evento impreziosito dalla presenza di 16 macchine da corsa che ad oggi rappresentano il più alto grado di design automobilistico del 20esimo secolo.  C’è da dire che il design automobilistico è considerato fra i più importanti del design industriale e gli artefici delle macchine sono tra i più celebri professionisti del settore del mondo. Quindici delle macchine in esposizione provengono da collezionisti israeliani ed una macchina in particolare fa parte della collezione BMW di Berlino. Si tratta ovviamente della BMW 320i, creata dal pop artist americano Roy Lichtenstein.

Parlando del suo design per la potentissima autovettura, Lichtenstein disse: “Ho disegnato delle linee che intendono raffigurare la strada che la macchina deve percorrere, la mia creazione mostra anche la campagna che il bolide sta attraversando. Si tratta di un compendio di esperienze che si possono sperimentare viaggiando su di un’autovettura e tali esperienze sono riflesse sulla macchina ancor prima che essa viaggi su strada”.

Debora Hirsch alla Flora Bigai

La galleria Flora Bigai Arte Contemporanea presenta il 22 maggio la seconda mostra personale di Debora Hirsch, It Is Not Lichtenstein, in cui l’artista rafforza la ricerca sull’immaginario del mondo dei fumetti cominciata nel 2006 con So What.

Nel 1947 Jack Kirby crea con Joe Simon Young Romance -for the more adult readers of comics- dove presenta fumetti con storie romantiche che diventano rapidamente molto popolari nell’America del dopoguerra. Ma Kirby non e’ il miglior autore di questo genere, la sua composizione e il suo tratto sono ancora incerti e troveranno piena espressione circa dieci anni dopo disegnando i Fantastici Quattro, Thor, Capitan America, X-Men.

Con Giuseppe Panza di Biumo muore anche una parte di James Turrell

La morte di Giuseppe Panza di Biumo ad 87 anni ha letteralmente sconvolto il mondo dell’arte. Se ne va un vero conte, nobile a pieno titolo non solo per casata ma soprattutto per sensibilità, cultura e spiccata visionarietà artistica. Nel corso della sua lunga vita Panza di Biumo ha collezionato e promosso capolavori dei più grandi nomi del contemporaneo come Mark Rothko, Robert Rauschenberg, Roy Lichtenstein, con un occhio di riguardo verso le ricerche minimaliste di Robert Irwin, Doug Wheeler e James Turrell.

Nel 1984 inoltre il noto collezioniste assieme a sua moglie Giovanna, vendettero 80 opere di espressionismo astratto e pop al Moca, Museum of Contemporary Art di Los Angeles per 11 milioni di dollari, contribuendo a formare il cuore della collezione permanente dell’importante istituzione museale statunitense. Panza di Biumo fu da subito attratto da Los Angeles: ” Una città nuova, dove gli artisti creavano qualcosa di veramente differente” dichiarò nel 1994 ai microfoni del Los Angeles Times. 

Jeff Koons alla 24 ore di Le Mans con una BMW

Il prezzemolino Jeff Koons non accenna a voler rallentare il suo maniacale interesse per l’iper-presenzialismo artistico. Stavolta il novello Re Mida dell’arte contemporanea ha deciso di utilizzare il suo tocco magico sul mondo dei motori. La nota casa automobilistica tedesca BMW ha infatti lanciato una collaborazione con l’artista americano, nel corso del progetto Jeff Koons creerà alcuni interventi sulla carrozzeria del novo gioiello M3 GT2. La vettura farà parte di Art Car, fantasioso e fantastico progetto a metà tra arte, motori e design, nato nel 1975 per volere della casa bavarese cui hanno partecipato grandi artisti della scena internazionale.

Nel corso degli anni Art Car ha infatti visto la partecipazione di nomi del calibro di  Frank Stella,autore di una 3.0 CSL nel 1976 Roy Lichtenstein che firmò nel 1977 la mitica BMW 320i Gruppo 5, Andy Warhol che invece modificò una M1 nel 1979  e Alexander Calder che nel 1975 inaugurò il progetto creando una coloratissima composizione su una BMW 3.0 CSL.

Jeff Koons apre la sua casa ed il suo studio

 A 55 anni suonati Jeff Koons è uno dei più celebri artisti viventi e non ha certo problemi di soldi. Quindi come ogni Paperone che si rispetti anche Koons possiede la sua bella collezione di opere d’arte che attualmente invade gli spazi della sua residenza nell’Upper East Side di Manhattan.La testata giornalistica New York Times si è quindi recata a casa Koons per fargli visita.Tra i tanti capolavori, in un angolo della casa è possibile trovare un’opera raffigurante Gesù Cristo del 16esimo secolo creata da Quentin Massys, il più importante pittore della scuola di Antwerp.

In salotto, sopra un grande televisore a schermo piatto dove era solito trovarsi un dipinto di Pablo Picasso ora in prestito ad un museo, Koons ha posto un Gustave Courbet del 1873 a cui l’artista tiene molto. Si tratta di un grande ritratto di un placido vitello che fissa lo spettatore con un insolito sguardo quasi umano “Sembra che l’animale sia al corrente che fra non molto sarà macellato” aggiunge Koons, sorridendo.

3.200 canne di bambù al Metropolitan Museum di New York

Da quando, 12 anni fa, il Metropolitan Museum of Art di New York ha deciso di presentare mostre d’arte sui suoi tetti, centinaia di migliaia di visitatori hanno avuto la possibilità di ammirare meravigliose sculture ed installazioni create da grandi nomi dell’arte contemporanea come Jeff Koons, Ellsworth Kelly, Roy Lichtenstein e Roxy Paine.

Molti degli artisti facenti parte del progetto hanno presentato opere  fuori dal comune come l’artista Cai Guo-Qiang che nel 2006 ha creato Clear Sky Black Cloud una sorta di fuoco d’artificio tinto di nero sparato ogni mezzogiorno dal Roof Garden che disegnava nel cielo una sorta di nuvola oscura. Oggi però, in occasione della 13esima installazione, Gary Tinterow, curatore della sezione di arte moderna e contemporanea del 19esimo secolo del Met, ha deciso di presentare qualcosa di ancor più ambizioso.

3.000 dollari per un menù creato da Kiki Smith

 In trent’anni di attività il ristorante newyorchese Chanterelle ha chiesto ai più celebri protagonisti dell’arte contemporanea di realizzare le covers per i suoi menù. In totale il ristorante ha collezionato ben 65 copertine di menù create da artsiti del calibro di Robert Indiana, Robert Rauschenberg, Roy Lichtenstein, Eric Fischl, Ellsworth Kelly e Cy Twombly

Roy Lichtenstein alla Triennale di Milano

Roy Lichtenstein torna ad esporre in Europa con una grande mostra antologica che si preannuncia come uno degli eventi artistici piu’ importanti del nuovo anno. La mostra, a cura di Gianni Mercurio, si inaugurerà alla Triennale di Milano il 25 gennaio e, nel mese di luglio, sarà trasferita al Ludwig Museum di Colonia, dove rimarrà aperta al pubblico fino al 3 ottobre 2010.

Realizzata in collaborazione con The Roy Lichtenstein Foundation l’esposizione include oltre cento opere, tele per lo piu’ di grande formato, oltre a numerosi disegni, collages e sculture provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private internazionali, tra le quali il Ludwig Museum di Colonia, il Ludwig Forum di Aachen, il Louisiana Museum di Copenaghen, il Whitney Museum e il Gugghenheim Museum di New York, il Moderner Kunst Museum di Vienna, the Broad Art Foundation di Los Angeles.

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