Sam Taylor-Wood modella per Louis Vuitton

Ma quante cose fa la nostra Sam Taylor-Wood? Ebbene nel giro di pochi mesi la camaleontica artista londinese ha preso parte ad un innumerevole serie di attività creative, difficili da elencare. Lo scorso 8 marzo ha infatti diretto Daniel Craig ( James Bond per gli amici) in uno spot dedicato alla Giornata Internazionale delle Donne, per lo spot l’artista ha utilizzato la voce fuori campo di Judi Dench che ha elencato le varie disparità di trattamento in ambiti sociali e lavorativi perpetrate ai danni delle donne sia nel Regno Unito come nel mondo.

Inutile poi ricordare che nel 2011 Sam Taylor-Wood, tra una mostra e l’altra, è riuscita a trovare il tempo per promuovere il suo film Nowhere Boy, dedicato all’adolescenza di uno scatenato John Lennon.  Ultimamente l’artista ha inoltre risposto alla chiamata dei R.E.M. capitanati da Michael Stipe che l’hanno chiamata a partecipare al loro Collapse Into Now Film Project. Per i R.E.M. Sam Taylor-Wood ha girato il video di Uberlin (dopo il salto troverete il video completo) che ha per protagonista proprio Aaron Johnson, già star principale di Nowhere Boy.

Manifesta 9 sceglie curatori e sede per il 2012

Manifesta, celebre Biennale europea di arte contemporanea ha già iniziato a scaldare i motori per la prossima edizione numero 9 che si terrà nel 2012.

Manifesta 9 sarà ospitata dalla provincia belga di Limburg ed il curatore messicano Cuauhtémoc Medina guiderà il team curatoriale che sarà composto da Katerina Gregos e Dawn Adesas. La celebre manifestazione si tiene per scelta in luoghi solitamente lontani dai grandi centri di arte contemporanea della scena mondiale.

Sophie Calle gira un video per i R.E.M. mentre Franco e Van Sant assaltano Gagosian

Oramai l’arte contemporanea si è indissolubilmente fusa con le altre forme espressive, dando vita ad una singolare forma di spettacolo che non sempre centra il bersaglio. Basti pensare alle vicende dell’attore James Franco che ostinatamente cerca di entrare all’interno della scena o i ripetuti tentativi di Lady Gaga che vuole a tutti i costi farsi chiamare performer. D’altra parte Franco è riuscito ad ottenere un suo posticino all’interno del dorato mondo dell’arte contemporanea, una sua mostra intitolata Unfinished ed in collaborazione con il celebre regista Gus Van Sant è infatti attualmente in visione alla Gagosian Gallery di Beverly Hills fino al prossimo 9 aprile.

La mostra è composta da una riedizione del film My Own Private Idaho portata a termine da Franco e musicata dal leader dei R.E.M. Michael Stipe. Da Gagosian ci sono anche sette grandi acquerelli su carta di Van Sant. Parlando di Stipe va inoltre detto che i R.E.M. hanno da poco ultimato il loro 15esimo album intitolato Collapse Into Now, composto in collaborazione con Peaches, Eddie Vedder e Patti Smith.

Saatchi alla riscossa ma la YBA generation è irripetibile

E’ un collezionista, un art dealer ma soprattutto è stato il creatore di una nuova generazione artistica. Stiamo ovviamente parlando di Charles Saatchi, mogul dell’arte contemporanea che negli anni ’90 ha creato dal nulla la generazione degli Young British Artists, portando in auge nomi come Tracey Emin, Damien Hirst, Steve McQueen, Chris Ofili, Marc Quinn, Jenny Saville, Georgina Starr e Sam Taylor-Wood, tanto per citarne alcuni ma la lista sarebbe ancora lunga. Prima di allora, salvo sporadici sprazzi (anche se fondamentali) come l’Independent Group precursore della Pop Art, il Regno Unito non vantava certo molti primati all’interno della scena dell’arte contemporanea.

Insomma il vecchio Saatchi ha trasformato la sua nazione in un polo artistico capace di catalizzare l’interno mercato mondiale. Sono però passati 13 anni dalla celebre mostra Sensation e da quella stagione di gloria che si  è comunque protratta nel tempo ed oggi i protagonisti della YBA sono artisti maturi ed affermati che hanno intrapreso le loro strade. Saatchi ha continuato la sua attività di scouting e scopritore di talenti, aprendo anche un sito web, organizzando concorsi e persino talent show. A distanza di tutti questi anni il magnate ha quindi tentato di bissare il successo della stagione d’oro ma con alterne fortune.

Takeshi Kitano stupisce alla Fondation Cartier di Parigi

Molti artisti sono in grado di trasformarsi in registi e girare film interessanti, Sam Taylor Wood e Julian Schnabel sono solo alcuni dei nomi di quelli che sono riusciti in questa ardua impresa. Raramente però registi e attori sono capaci di trasformarsi in artisti visivi. Basti guardare le terribili creazioni astratte di Dennis Hopper o i disgustosti interventi pittorici di Sylvester Stallone che sembra aver fatto a pugni con l’espressionismo astratto.

Lo scorso anno quindi l’annuncio di una prossima mostra alla Fondation Cartier ( in visione dall’ 11 marzo al 12 settembre 2010) di Parigi del grande regista Takeshi Kitano ha fatto suonare il campanello di allarme. Nei film di Kitano la Yakuza (mafia giapponese) è un elemento assolutamente ricorrente così come lo sono il mare, la disgrazia fisica ed il suicidio (a cui molto spesso i suoi protagonisti fanno ricorso). L’eroe di Kitano è molto spesso un invincibile vendicatore la cui giustizia cruda e discutibile è portata avanti in modo inesorabile. Il regista critica da vicino la società giapponese di cui spesso fornisce una parodia. Il 1997 è l’anno della svolta per Kitano, l’anno del successo internazionale, l’anno in cui esce Hana-bi – Fiori di fuoco (Hana-bi).

Sam Taylor-Wood e Aaron Johnson saranno presto mamma e papà

Giovani, belli e ricchi, anzi nel caso di uno dei due potremmo dire anche troppo giovani. L’acclamata artista britannica Sam Taylor-Wood è infatti in attesa di un bebè, il padre è l’attore Aaron Johnson che a soli 19 anni ha conquistato il cuore dell’artista che ne ha 42. Sam Taylor-Wood ha conosciuto Johnson sul set del suo film di debutto alla regia Nowhere Boy ( vedi nostro precedente articolo) che ultimamente sta ricevendo numerose critiche positive.

Alcuni mesi fa la relazione fra i due aveva già solleticato le curiosità dei gossippari accaniti che li avevano sorpresi a scambiarsi teneri sguardi ad un party del Cannes Film Festival. In novembre la coppia ha annunciato il fidanzamento ufficiale e la scorsa notte un portavoce ha dichiarato alla stampa: “Confermiamo che Sam è incinta del suo primo figlio con Aaron. Ambedue sono molto, molto felici”. La stimata artista ha già due figlie di 12 e 3 anni, avute dal suo matrimonio con Jay Jopling proprietario della celebre galleria White Cube che vanta tra le sue fila artisti del calibro di Damien Hirst e Tracey Emin.

Nowhere Boy, La storia di John Lennon nel primo film di Sam Taylor-Wood

Il FIlm si intitola Nowhere Boy ed è l’esordio alla regia ( in un lungometraggio) di Sam Taylor-Wood, celebre e talentuosa artista britannica di cui vi abbiamo già parlato in precedenti articoli. Dopo aver partecipato al Turner Prize nel 1997, dopo aver vinto il premio Illy Caffé come giovane artista alla 47esima Biennale di Venezia e dopo aver eseguito un video ritratto di  David Beckham dormiente, commissionato dalla National Portrait Gallery di Londra, l’eclettica artista ha deciso di tentare la fortuna con il cinema e vista la sua bravura siamo sicuri che il film da lei girato sarà sicuramente interessante.

Del Resto Sam Taylor-Wood non è certo una meteora alcune delle sue opere sono state esposte nei più importanti musei del mondo come il MOMA di New York, la Fondaciò “La Caixa” di Barcellona, il Centre Pompidou di Parigi e la Fondazione Prada di Milano. Nowhere Boy non è quello che si dice il primo tentativo assoluto visto che nel 2008 l’artista ha diretto il cortometraggio Love You More, scritto da Patrick Marber e prodotto da Anthony Minghella, opera che è stata poi presentata in concorso al Festival di Cannes ricevendo critiche favorevoli.

Sam Taylor Wood sulle tracce di Emily Bronte

 Sam Taylor Wood ha creato una nuova serie fotografica intitolata Ghosts ispirandosi al celebre romanzo Cime Tempestose di Emily Bronte. Come set l’artista ha utilizzato i dintorni di Haworth e Top Withens nella campagna britannica, in pratica le stesse ambientazioni del romanzo. Sam Taylor Wood ha dichiarato di non aver mai letto il libro fino a quando lo scorso anno, mentre si trovava nella sua casa nello Yorkshire in piena ambientazione romantica con tanto di vento e pioggia, ha deciso di leggere un libro adatto alla situazione. Dopo essersi calata nell’atmosfera del romanzo Sam Taylor Wood ha subito sentito il bisogno di uscir fuori con la sua macchina fotografica per ricreare le turbolenti ambientazioni descritte da Emily Bronte.

In febbraio l’artista insieme ad un suo assistente si è recata quindi sui luoghi prescelti alla ricerca della giusta dose di romanticismo senza però dimenticare di portarsi decine di macchinette fotografiche. Per tre giorni i due eroi si sono alzati all’alba, cercando di fissare i bagliori e la nebbia mattutina, fino alle luci del tramonto.

Johnnie Shand Kydd, il fotografo dei Young British Artist espone al Madre

Il fotografo britannico Johnnie Shand Kydd (1959) e’ stato il biografo visivo dei famosi e scandalosi Young British Artists che si sono affermati internazionalmente durante lo scorso decennio nell’orbita delle piu’ importanti gallerie londinesi: Damien Hirst, Tracey Emin, Sarah Lucas, Jake e Dinos Chapman, Sam Taylor Wood, per nominarne solo alcuni.

Artisti famosi, controversi e spesso irriverenti, delle vere e proprie popstar dell’arte contemporanea che Shand Kydd ha seguito e intrappolato nel suo obiettivo. Li fotografava nei loro atelier mentre lavoravano, durante i party mentre ballavano o si ubriacavano (spesso), li fotografava mentre scherzavano, mentre si baciavano, mentre firmavano autografi, mentre passavano l’aspirapolvere attorno alla loro ultima opera, come l’italiano Maurizio Cattelan alla Royal Academy of Arts con la sua La nona ora, l’installazione dove si vede un papa Wojtyla di cera colpito da un meteorite.

I nuovi profilattici di David Beckham by Sam Taylor-Wood

 Forse non saranno i primi preservativi ad entrare nel mondo dell’arte contemporanea ma al museo Thyssen-Bornemisza di Madrid l’arte contemporanea sarà usata per la prima volta per vendere profilattici. I condoms di cui parliamo saranno in vendita al bookshop del museo in pacchetti appositamente decorati con le opere della mostra Tears of Eros che aprirà le porte il prossimo 20 ottobre.

Tra i protagonisti destinati a comparire sulle scatole di preservativi c’è anche il noto calciatore e sex symbol David Beckham, immortalato come David dormiente  nell’opera video  di Sam Taylor-Wood, apparsa per la prima volta alla National Portrait Gallery di Londra. Anche  Nastassja Kinski fotografata da Richard Avendon potrebbe essere un’altra candidata per il packaging. Ma i vertici del museo hanno annunciato che sui pacchetti di preservativi potrebbero comparire anche opere di  Rodin, Rubens, Maillais e Bernini.

I grandi maestri dell’arte contemporanea salutano la Polaroid

 Come già annunciato in un nostro precedente articolo la Polaroid ha cessato la produzione delle sue celebri pellicole istantanee, custodi di emozioni ed immagini delle passate generazioni. Ad essere precisi l’ultima serie di pellicole prodotte dalla storica industria fotografica scadrà il prossimo mese.

Per celebrare al meglio questa grande perdita il famoso giornale inglese The Observer ha lanciato il Polaroid Project permettendo ad alcuni grandi artisti internazionali di usare per un giorno una Polaroid Camera raccogliendo le loro foto e le loro impressioni riguardo la cara e vecchia macchina fotografica istantanea.

Ecco i protagonisti e le loro dichiarazioni: Rankin: “con la Polaroid posso notare i cambiamenti di umore di ogni soggetto scatto dopo scatto. In questo caso Gordon Brown appare prima amichevole, poi intenso e subito dopo rilassato. Con queste pellicole non si torna indietro, non si cancella tutto in un attimo come nella fotografia digitale. Spesso capita di fare fotografie incredibili per puro caso ed è uno spasso che il digitale non permette”.

Una vacanza in Hotel tra le opere d’arte

Agosto tempo di vacanze, molti di voi saranno sicuramente già sdraiati al sole a godersi il meritato riposo dopo un lungo anno di lavoro. Altri magari hanno deciso di partire dopo ferragosto e magari sono ancora alla ricerca di una sistemazione consona ai loro interessi artistici. Per tutti quelli che hanno intenzione di rilassarsi senza perdere il contatto con il mondo dell’arte Globartmag vi offre oggi un piccolo vademecum di hotel sparsi per tutto il globo che hanno fatto dell’arte la loro ragion d’essere.

Charles Saatchi ha scoperto l’America, in Inghilterra

Charles Saatchi non finisce mai di stupirci, il magnate dell’arte questa volta ha deciso di voltare le spalle ai Young British Artists, la corrente artistica di artisti inglesi da lui stesso creata negli anni ’90 che lo ha reso ancor più ricco e che ha visto schizzare in vetta alle classifiche dell’art world internazionale nomi del calibro di Damien Hirst, Mat Collishaw, Sam Taylor-Wood, Tracey Emin e tanti altri.

Saatchi ha infatti deciso nuovamente di puntare sulla giovane arte ma stavolta il poliedrico gallerista avrebbe intenzione di dedicarsi agli artisti americani, la cosa ancor più originale è che Saatchi vorrebbe imporre tali nuovi talenti ai collezionisti del Regno Unito.

L’effetto Saatchi

Gli artisti contemporanei inglesi sono ormai talmente quotati nel mercato dell’arte internazionale che ogni galleria italiana vorrebbe averne uno, magari anche uno poco famoso ma rigorosamente di sangue britannico. Certo è che ultimamente anche gli artisti della Repubblica Ceca sono molto in voga ma l’Inghilterra è sempre l’Inghilterra. Gli Young British Artists sembrerebbero essere i porta bandiera di una vena creativa inesauribile, un vero tesoro per la terra di Albione per molto tempo devota a John Constable, J. M. W. Turner e Francis Bacon quali rappresentanti dell’arte britannica nel mondo. Oggi tutto è cambiato e la Gran Bretagna sembra sfornare un talento al mese. Dietro questa fucina di creatività c’è sicuramente la mente geniale di Charles Saatchi, proprietario dell’omonima galleria, collezionista d’arte e co-fondatore della famosa agenzia pubblicitaria londinese Saatchi and Saatchi.

Ma cominciamo per gradi, nel 1988 un gruppo di 16 artisti del Goldsmiths College di Londra capitanati da Mr. Damien Hirst al secondo anno di college, prese parte ad una storica mostra chiamata Freeze in uno spazio espositivo alternativo nei Docks di Londra. Alla mostra assistette anche il buon Saatchi che rimase subito colpito dagli animali sotto vetro di Hirst tanto da divenirne il maggiore collezionista.

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