Benvenuti al West Bund di Shanghai

Situato lungo le rive del fiume Huangpu, il ‘Bund’ è una zona che da industriale è diventata culturale. In una città nella quale la contemporaneità avveniristica si mescola alla tradizione

Ladies Italian Games al Misael di Shanghai

Aprono a Shanghai contemporaneamente il Nuovo Misael Cultural Area e la Mostra ospite del Neo-nato spazio “LADIES ITALIAN GAMES” a cura del Direttore Creativo del Progetto Angelo Cruciani. Quattro le Ragazze convocate che attraverso la Fotografia descriveranno con un gusto italo-internazionale, un lavoro di profonda ricerca interiore che inaspettatamente utilizza un mezzo nato per imprimere realtà. Sono: Beatrice Morabito, Dorian Rex, Chiara Fersini, Maria Rita Carota le quattro “signorine” prescelte a rappresentare l’Italia in una mostra collettiva dove lo stereotipo della femminilità italiana viene completamente ribaltato.

La Cina infatti ha un concetto di Donna Mediterranea legato alle immagini Gabbaniane e Bellucciane che negli ultimi anni hanno plagiato inesorabilmente l’ideale collettivo Orientale: sensualità, sessualità, esibizionismo e desiderio gli ingredienti alla base della Lady Tricolore rigidamente idealizzata come sex machine. L’Arte incece propone una Donna più misteriosa: sicuramente più consapevole riguardo all’erotismo (a diversità dei grandi tabù Asiatici) e assolutamete ferma a sottolineare il potere celebrale che contraddistingue le Ragazze dello Stivale.

Weihai Road 696, quando Shanghai non ama i suoi artisti

Se Londra, Berlino, New York e molte altre metropoli del mondo si sono trasformate negli anni in vere e proprie capitali dell’arte contemporanea, Shanghai potrebbe vincere il premio come città meno ospitale di tutta la creatività internazionale. Già, la città più popolosa della Cina nonché metropoli più popolosa del mondo, non è proprio il posto ideale per uno studio d’artista. Ne sa qualcosa il povero Ai Weiwei che pochi mesi fa era stato invitato a costruire uno studio proprio dalle autorità governative cittadine, vale a dire le stesse che hanno poi raso al suolo ogni centimetro quadrato di quel piccolo tempio della creatività.

Ebbene, in questi ultimi giorni altri artisti locali si sono trovati a sperimentare sulla loro pelle le difficoltà di essere creativi a Shanghai. Da ormai quattro anni infatti una colonia di artisti dissidenti si è stabilita in una fabbrica abbandonata nel centro della città, a pochi passi da Nanjing Road, la fashion street sede del main store cinese di Louis Vuitton. In poco tempo la colonia creativa ha ribattezzato quel distretto creativo come Weihai Road 696, dando vita ad una scena artistica caratterizzata da un estremo sentimento di avanguardia il quale molto spesso non incontra i favori dell’arte commerciale.

Abu Dhabi art fair a gonfie vele – Ai Weiwei agli arresti domiciliari

Quando si parla di Medio Oriente si pensa subito al petrolio ma c’è da dire che in molti stati del golfo si sta registrando in questi ultimi tempi un sempre più crescente interesse per l’arte contemporanea. Ciò e ampiamente testimoniato dal boom di presenze registrate nel corso di Abu Dhabi Art Fair, la fiera d’arte contemporanea che si è tenuta dal 4 al 7 novembre all’interno dell’Emirates Palace di Abu Dhabi. Ovviamente da quelle parti non c’è una tradizione pregressa per quanto riguarda l’arte contemporanea ed allora bisogna costruirsela in tutta fretta, senza badare a spese.

La seconda edizione della fiera è andata alla grande con vendite vertiginose, come i 5 milioni  di dollari spesi per un dipinto di Frank Stella. Molte gallerie internazionali come la Galerie Thaddaeus Ropac hanno partecipato all’evento, segno evidente che il mercato del Medio Oriente è ambito anche dai delers più prestigiosi. Insomma tutto ciò potrebbe tramutarsi in una vantaggiosa opportunità sia per le nostre gallerie che per i nostri artisti.

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