Sophie Calle gira un video per i R.E.M. mentre Franco e Van Sant assaltano Gagosian

Oramai l’arte contemporanea si è indissolubilmente fusa con le altre forme espressive, dando vita ad una singolare forma di spettacolo che non sempre centra il bersaglio. Basti pensare alle vicende dell’attore James Franco che ostinatamente cerca di entrare all’interno della scena o i ripetuti tentativi di Lady Gaga che vuole a tutti i costi farsi chiamare performer. D’altra parte Franco è riuscito ad ottenere un suo posticino all’interno del dorato mondo dell’arte contemporanea, una sua mostra intitolata Unfinished ed in collaborazione con il celebre regista Gus Van Sant è infatti attualmente in visione alla Gagosian Gallery di Beverly Hills fino al prossimo 9 aprile.

La mostra è composta da una riedizione del film My Own Private Idaho portata a termine da Franco e musicata dal leader dei R.E.M. Michael Stipe. Da Gagosian ci sono anche sette grandi acquerelli su carta di Van Sant. Parlando di Stipe va inoltre detto che i R.E.M. hanno da poco ultimato il loro 15esimo album intitolato Collapse Into Now, composto in collaborazione con Peaches, Eddie Vedder e Patti Smith.

Il futuro dell’arte è donna

Poetiche ma battagliere, rivoluzionarie e visionarie ma mai banali. Stiamo parlando delle donne dell’arte contemporanea, vere e proprie eroine che hanno cambiato il corso della storia creativa e continuano a farlo anche in questi ultimi tempi. La forza della donna all’interno del sistema arte è stata resa oggettiva dalla predominanza di quote rosa alla scorsa Whitney Biennial ma non è questa l’unica prova della potenza dell’arte al femminile.

L’insostituibile presenza creativa della donna all’interno dell’arte è infatti innegabile. Mi vengono in mente le estenuanti e pericolose prove condotte da Marina Abramovic e Gina Pane, le provocazioni di Valie Export e le trasformazioni di Cindy Sherman, l’attivismo femminista di Carolee Schneemann e l’impegno sociale di Nan Goldin, l’attacco al sistema arte attuato dalle Guerrilla Girls e la profonda sensibilità di Sophie Calle, la belligeranza di Tania Bruguera ed il fiabesco universo di Pipilotti Rist, ma di esempi da fare ve ne sarebbero ancora moltissimi, infiniti per così dire.

Christian Boltanski rappresenterà la Francia alla Biennale di Venezia 2011

Francia, Francia ed ancora Francia, dopo un periodo di silenzio i transalpini hanno deciso di stupirci e di puntare al rilancio di tutta la nazione nel gotha dell’arte contemporanea internazionale che fino ad ora vedeva un poco in ribasso le quotazioni di una patria capace di sfornare grandi talenti come Sophie Calle e Claude Lévêque. La Francia dicevamo non ha intenzione di rimanere incollata al passato, ai suoi grandi musei di arte moderna ed ai suoi grandi maestri della pittura.

Per questo la nazione d’oltralpe si sta muovendo in fretta ed ha già reso noto il suo programma per la Biennale Di Venezia 2011, annunciando che il celebre artista francese Christian Boltanski rappresenterà il suo paese all’interno della prestigiosa kermesse veneziana. La notizia potrebbe stupire visto che la Biennale si è da poco conclusa registrando un record assoluto di presenze ma è noto che le grandi manifestazioni devono essere meticolosamente progettate con largo anticipo. A quanto dichiarato da Artforum il padiglione transalpino sarà curato da Jean-Hubert Martin, stimato professionista che ha già ricoperto il ruolo di direttore del Centro Pompidou di Parigi e del Kunst Palast di Dusseldorf in Germania.

Frieze art fair ai nastri di partenza e Tracey Emin…

 Ci siamo, dal 15 al 18 ottobre Frieze Art Fair 2009 infiammerà il mondo dell’arte contemporanea con nuovissime proposte provenienti dal grande tendone del Regent’s Park di Londra. Come già annunciato in un nostro precedente articolo a rappresentare l’Italia saranno presenti le seguenti gallerie: Galleria Massimo De Carlo di Milano, Francesca Kaufmann di Milano, Giò Marconi di Milano, Massimo Minini di Brescia, Galleria Lorcan O’Neill di Roma, Galleria Franco Noero di Torino, Galleria Raucci/Santamaria di Napoli, Galleria Sonia Rosso di Torino, Galleria Suzy Shammah di Milano, T293 di Napoli e Galleria Zero di Milano. Inoltre non mancheranno i grandi protagonisti internazionali tra cui svettano i nomi di David Zwirner,Hauser & Wirth,Gagosian Gallery,Lehmann Maupin,Lisson Gallery,Galerie Thaddaeus Ropac,White Cube e tantissimi altri, basti pensare al fatto che le gallerie quest’anno sono oltre 150 provenienti da ogni angolo del globo.

Mentre fervono i preparativi per il grande evento alcune voci di corridoio hanno confermato una notizia del tutto singolare. La Maupin Gallery presenterà in fiera Tracey Emin la quale ha deciso di vendere alla manifestazione alcune opere create appositamente per i visitatori.Le opere saranno basate sulle risposte ad un questionario comprendente domande personali rivolte ai visitatori. Tra le domande figurano interrogativi del tipo:  Credi in Dio?, Parli quando fai sesso?, Ti piace il romanticismo o l’hard core?, Ti piace l’antico od il contemporaneo?.

Dark Side II, il lato oscuro della fotografia

L’anno scorso una mostra dal titolo Darkside I–Photographic Desire and Sexuality Photographed ospitata dal Fotomuseum Winterthur in Svizzera ha esplorato il ruolo della fotografia sull’immagine della sessualità e del desiderio, riproducendo passioni e corpi seducenti che si aprono alla vita.

Dal prossimo 5 settembre fino al 15 novembre sarà invece il turno del secondo capitolo dal titolo Dark Side II – Photographic Power and Violence, Disease and Death Photographed. L’evento si preannuncia come riflesso opposto della mostra precedente con immagini disperate e disperanti, colme di corpi sfigurati, mutilati o semplicemente in declino che forniranno interessanti spunti di riflessione sia sull’arte che sull’antropologia rappresentando il momento della morte o della vicinanza ad essa come ultima esperienza della vita umana.

Il MoMa taglia le donne, quote rosa anche per l’arte

Artemisia Gentileschi, Berthe Morisot e Frida Kahlo fino ad arrivare alle più vicine Tacita Dean, Pipilotti Rist e Sophie Calle citando anche le italiane Lara Favaretto, Ra Di Martino e Luana Perilli. Insomma il mondo dell’arte al femminile è un grande cuore pulsante che non si esaurisce certo a questa microscopica lista.

Parlando della scena artistica contemporanea si possono inoltre effettuare alcune riflessioni, le donne sia per intenti artistici che per tecniche e per sperimentazione non sembrano invidiar nulla ai loro colleghi uomini. Anzi, con una punta di compiaciuta ironia le artiste sembrano esser dotate di una poetica ancor più profonda e di un’acuta sensibilità verso l’innovazione.

Eppure, senza creare un nuovo caso di quote rosa dell’arte contemporanea, le donne-artista sono sempre meno presenti all’interno delle manifestazioni artistiche internazionali. In merito a ciò un paio di settimane fa il critico del New York Magazine Jerry Saltz ha scatenato un fiume di polemiche semplicemente aggiornando lo status della sua pagina di Facebook. Lo status incriminato postato da Saltz recitava queste parole: “Delle 383 opere presenti al quarto e quinto piano della collezione permanente del MoMa solo 19 sono di donne (4%)” .

Il trionfo delle donne al Centro Pompidou

La nuova mostra del Centre Pompidou di Parigi è completamente devota all’arte al femminile. Dal 27 maggio 2009 sino al 24 maggio 2010 sarà infatti possibile visitare l’evento Elles@centrepompidou che ospiterà più di 500 opere di 200 artiste organizzate cronologicamente dall’inizio del ventesimo secolo sino ai giorni nostri.

La mostra è frutto di una collaborazione con il Musée National d’Art Moderne di Parigi che ha gentilmente concesso per la terza volta la sua vasta collezione permanente dopo le mostre tematiche Big Bang nel 2005 e Le Mouvement des Images nel 2006-2007.

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