Le pagelle di Start Milano – Parte 4

E così siamo giunti all’ultima parte di un progetto più faticoso del previsto. Ecco le pagelle delle gallerie mancanti, le ultime esposizioni che hanno inaugurato in occasione di Start Milano. Se non l’avessi ancora detto abbastanza questa è stata un’avventura personale, ogni giudizio è stato pensato e mai dato per il puro gusto di poterlo scrivere a portata di tutti. Ogni mio pensiero deriva dall’aver visto, aver provato emozioni (o no) e aver vissuto l’arte, con tutto quello che comporta.

Massimo De Carlo – Matthew Monahan | Roland Flexner – VOTO 6+

Nel lavoro di Matthew Monahan la riflessione sulla figura umana non si lascia influenzare da limiti formali o estetici. È un’umanità dissezionata quella che propone, così come esce dalla sua mente la ripropone con materiali grezzi, senza imbellettamenti. Ma la ferocia delle sculture di perde nel riportare gli stessi pensieri sulla carta, corpi a pezzi, collage e grafismi rupestri pongono lo spettatore in quella dimensione ottimale di vicinanza all’arte e di contemporanea estraneità.

Le fotografie di Roland Flexner, invece, raccontano una ricerca di perfezione legata all’imprevedibilità della materia. Giocando con acqua, grafite liquida, carta, fiato riesce a realizzare dei mini paesaggi che attingono all’oriente e all’astrattismo, l’unica variabile che vince su tutte è il tempo. Nella serie al piano terra, la riflessione si spegne in un formalismo estetico un po’ già visto: fotografie di un teschio circondato da fumo, in diversi momenti. Semplicemente immortalando il momento si cerca l’aleatorietà.

Le pagelle di Start Milano – Parte 3

Ormai dovreste sapere di cosa si tratta, ma per i ritardatari ricordiamo che quello che segue è una traccia, un esperimento. Ho deciso di visitare tutte le mostre inaugurate in occasione del weekend di Start Milano e di recensirle brevemente. Terrei a sottolineare che tutto ciò che segue è vero, ma non univoco, è un racconto di ciò che ho visto di persona. Quello che suggerisco è di andare voi a toccar con mano il più possibile perché ogni occhio vede diversamente, quello che vi anticipo è che finalmente salgono un po’ i voti, perché non sono una critica a priori, o una a cui piace stroncare per divertissement, ma se l’emozione arriva io la faccio passare fino a voi, o almeno ci provo.

Le case d’Arte – Aldo Lanzini | La goccia – VOTO 6

La goccia a cui si riferisce il titolo è un suono che accompagna la visione, un aiuto per comprendere quella sensazione di sospensione che l’artista vuole esprimere. Le opere sono molto diverse tra loro, unite dal fil rouge concettuale. Il bello è che Lanzini in qualche modo decide di fregarsene della comprensibilità e decide di lasciar spazio al suo flusso interiore e stranamente diventa più comprensibile perché semplice: rami di feltro, il tessuto senza trama ne direzione, diventano contemporaneamente abbraccio per lo spettatore e sinonimo della nostra società; mentre al centro della sala un totem di faccia senza volto si lascia interpretare irraggiungibile. Uno scorcio sulla persona-artista e il mondo in cui vive, che poi, è il nostro.

Le pagelle di Start Milano – Parte 1

Ciò che segue è  un’operazione brutale e un po’ masochista, vi assicuro che ogni riferimento a fatto o persona è assolutamente vero, ma resta un mio personalissimo punto di vista, per cui deprecabile. L’esperimento a cui mi sono auto-sottoposta consisteva nel visitare le 37 mostre ospitate dalla gallerie d’arte contemporanea di Milano, in occasione del weekend di apertura straordinaria che l’associazione Start organizza ogni anno per l’inizio della stagione. Ad ogni esposizione ho dato poi un voto, da 0 a 10 spiegandovi brevemente il perché. L’idea è, da una parte aiutarvi magari a scegliere dove passare un pomeriggio alternativo, dall’altra fare un po’ un quadro su cosa succede nella città italiana del contemporaneo (!?).

Ovviamente se lo scorso anno l’organizzazione metteva al servizio dei visitatori comodi pulmini per spostarsi da una zona all’altra, quest’anno ha deciso di optare per le ecologiche biciclette, per questo ha piovuto. Lungi da me dal tediarvi con le innumerevoli avventure e sfide che ho dovuto affrontare per portare a termine la missione, quello che invece mi renderebbe felice sarebbe una vostra reazione; quindi sentitevi educatamente liberi di esprimervi a riguardo.

A Milano la fioritura del Bambù

Dopo il progetto Curatology© e la mostra conclusiva in cui dieci curatori hanno presentato l’opera di un artista italiano a loro scelta, il 17 settembre Viafarini conserva la struttura modulare, che parcellizza lo spazio in ambienti indipendenti. Anche questa volta, per adempiere a una delle mission fondative, promuove la creatività nostrana: nove giovani gallerie italiane si presentano con l’opera di un loro artista.

La selezione si è basata sui seguenti criteri: gli spazi non hanno sede a Milano, per offrire un contraltare all’opening condiviso delle gallerie cittadine durante StartMilano – un valido compendio intra moenia di ciò che accade extra moenia.
Si sono preferite esperienze di recente istituzione per attivare sinergie con l’Archivio Careof DOCVA Viafarini. Da un lato l’Archivio che raccoglie materiali di molti artisti in attesa di “rappresentanza”, dall’altro gallerie che sono ancora alla ricerca di artisti da rappresentare.

preload imagepreload image