Sand e le altre eroine della street art al femminile

La street art è una disciplina artistica dove i maschietti generalmente spadroneggiano, offuscando il battagliero gruppo delle femminucce. D’altronde si sa che girare di notte in città per creare tags, murales e quanto altro non è certamente una pratica sicura per le donne. Questo ovviamente non ha fermato alcune giovani e coraggiose donzelle della street art che con l’obiettivo di ribaltare la statistica hanno mostrato al mondo intero che anche le donne sono capaci di destreggiarsi alla grande tra bombolette spray e vernici, creando interventi raffinati e meravigliosi che il mondo intero non può far finta di non vedere.

Dalla nota eroina francese Miss Van, passando dalla brasiliana Nina, fino alla giapponese Sasu, la messicana Peste e le americane Lady Pink e Swoon, la street art al femminile sta urlando a gran voce la sua presenza ed è assodato che le nostre eroine non hanno nulla da invidiare a blasonati colleghi maschi come Above, Jef Aérosol, Banksy, BLU, Cartrain, Ces53, D*Face, OsGemeos o Wk Interact. Insomma attenti maschietti che le riot girls sono in arrivo e presto prenderanno possesso non solo delle strade ma anche delle gallerie e dei musei, sino ad ora territorio degli street artists uomini.

A New York la prima asta di Street Art

Il prossimo 16 ottobre 2012 sarà una data storica per la street art a stelle e strisce. La casa d’aste Doyle organizzerà infatti la prima asta di Street Art a New York. In Europa manifestazioni di questo tipo sono stata già organizzate più volte ma, per assurdo, la capitale ideale della Street Art non aveva mai dedicato un importante evento di mercato a questa meravigliosa tecnica creativa.

Sembra strano che ad organizzare un’asta di questo tipo non sia stato un colosso del settore come Sotheby’s o magari Phillips de Pury che da anni inserisce lotti di street art nelle sue vendite al pubblico. Eppure la scelta di Doyle manifesta una richiesta di mercato ben precisa: i collezionisti internazionali sono sempre più interessati ai capolavori di Bansky ed affini.

Verso la fine del mondo e molto oltre

Lungimirante, stupefacente, mastodontica scommessa quella fatta da Patricia Armocia che regala a Milano una mostra che lascia il segno e che mostra cosa significa credere davvero negli artisti e nell’arte. Perché produrre cultura si può e non è solo un discorso di investimenti, è questione di qualità delle idee e visionarietà di chi le rende possibili. The folding of a know world è innanzitutto una mostra di tre giovani artisti: Swoon, Monica Canilao e Dennis McNett, non la definirei una mostra collettiva, piuttosto un progetto comune. The folding of a know world è più simile all’esperienza di tre amici che vanno in campeggio e siccome sono artisti si divertono a costruire cose con materiali di recupero ed è tale la loro capacità di fondersi esaltando al contempo le proprie peculiarità che si crea una forza generatrice di meraviglie grazie alla loro unione.

Piegando a loro volere materiali vissuti e abbandonati nel tempo sono stati capaci di costruire in una manciata di giorni un mondo fantastico racchiuso tra le mura della galleria. La storia che raccontano non è rassicurante, ma visto il panorama che ci circonda nel mondo reale non ci resta che seguirli nel percorso. Il punto di partenza è l’oggi, momento in cui la sesta estinzione di massa è alle porte e noi esseri umani ne siamo la causa diretta. Da qui bisogna ricominciare: il mondo che conosciamo crollerà su se stesso, sarà la dea Kalì, nella quale convivono forza distruttrice e creatrice in quanto madre dell’universo, a scatenare il cambiamento.

SWOON | MONICA CANILAO | DENNIS MCNETT – THE FOLDING OF A KNOWN WORLD

La Galleria Patricia Armocida inaugura mercoledì 11 aprile la mostra “The Folding of a Known World”, collettiva di Swoon, Monica Canilao Dennis McNett. In mostra  sessanta opere di medie e grandi dimensioni, tra cui pezzi creati a tre mani dagli artisti e tre installazioni site specific.

Il titolo nasce da una riflessione sulle diverse storie della creazione, preservazione e distruzione del mondo, con i loro molteplici miti e personaggi. Correnti di pensiero dalle sfumature infinite che, una volta scoperte, fanno sì che il mondo come lo conoscevamo ripieghi su se stesso e se ne spalanchi uno nuovo, nel quale tutto è possibile. Si vuole inoltre richiamare l’attenzione su una situazione di estrema attualità: il mondo sta infatti collassando su se stesso. Secondo gli scienziati, la sesta estinzione di massa è alle porte e gli esseri umani ne sono la causa diretta; dobbiamo riconoscere che siamo in una situazione di rischio e cercare di fare qualcosa per contrastarla. 

Icy e Sot, la street art parla iraniano

Quando si parla di Street Art, automaticamente la nostra mente vola ai protagonisti che tutti conosciamo. Invader, Banksy, Swoon, Blu e chi più ne ha più ne metta. Sta di fatto che la stragrande maggioranza dei protagonisti di questa caleidoscopica forma d’espressione creativa, proviene da società occidentali. Parigi, Los Angeles, Berlino e Londra sono infatti le città più gettonate, anche se in realtà sono solo alcune delle metropoli “bersagliate” da writers e taggers incalliti.

In questi ultimi tempi però, anche città meno blasonate sul fronte della street art hanno cercato di regalare al mondo qualche stupefacente visione. Ecco quindi che anche hub impensabili come l’Iran hanno iniziato a darsi da fare per imporsi all’attenzione del pubblico. Proprio da Tehran è sortito un nuovo scoppiettante duo della street art.

Giovani street artists, solo sulla carta


La street art non è più una novità, ormai questa meravigliosa tecnica artistica comincia a mostrare i suoi anni e le prime opere prodotte fanno già parte della storia dell’arte contemporanea. Va inoltre precisato che la street art è attualmente regina del mercato e delle aste, un successo che ha trasformato in veri e propri eroi gli artisti che hanno scelto la strada come teatro principale della loro creatività.

Certo, riuscire a conciliare la vita di artista mainstream con quella di anonimo guerrafondaio della strada. Ed è proprio questo il nocciolo della questione, il dibatto aperto riguarda infatti  la reale spontaneità di tutti quagli artisti che si sono lasciati affascinare dal canto delle sirene del mercato dell’arte o espongono regolarmente nelle gallerie di tutto il mondo. Va detto che alcuni street artists come Banksy, Blek le Rat ed Invader sono riusciti a conciliare le loro attività “istituzionali” con le ben più avventurose e soprattutto pericolose in termini legali, attività “metropolitane”.

Art in The Streets non è l’unica mostra record del MOCA

Lo scoppiettante magazine online Hyperallergic ha pubblicato in questi giorni un divertente articolo in risposta ai titoloni che la mostra Art in The Streets al MOCA di Los Angeles è riuscito a guadagnarsi sulle prime pagine di molti giornali internazionali, di settore e non. Il grande evento fortemente voluto da Jeffrey Deitch è stato forse uno dei più chiacchierati degli ultimi tempi, la critica di settore lo ha gambizzato ma il pubblico lo ha decisamente apprezzato.

Grande incasso ai botteghini, polizia locale infuriata per l’aumento di graffiti e tags in città durante il periodo della mostra e biglietti gratis il lunedì incredibilmente pagati dalla star della street art Banksy. Tutte queste vicende non hanno fatto altro che offrire degna pubblicità ad un evento che già di per sé era stato presentato in pompa magna. Certo è che quando si organizza una mostra sul fenomeno street con nomi del calibro di Banksy, Shepard Fairey, Swoon, Barry McGee, Retna, Kenny Scharf, Space Invader e molti altri, il successo di pubblico è assicurato.

Lady Pink, la prima eroina della street art


Il mondo della Street Art non è certo un mondo facile. Tra azioni notturne, fughe dalla polizia, lotte per mantenere uno stretto anonimato e “guerre” creative tra le diverse crews, bisogna avere nervi saldi ed una tempra d’acciaio se si vuole emergere. Roba da uomini duri direte voi ma in questi ultimi anni anche donne del calibro di Swoon, Miss Van e Toofly (tanto per citare solo alcuni nomi del vasto panorama street al femminile) hanno dimostrato di essere dotate di grande coraggio e grande visione creativa, al pari dei loro colleghi uomini.

Certo negli anni ’70 a New York erano ben poche le donne dedite a questa meravigliosa disciplina artistica. Una di queste è però entrata nella storia . Parliamo di Lady Pink, artista nata in Ecuador nel 1964 e cresciuta a contatto con la spumeggiante rivoluzione graffiti della Grande Mela. La carriera di Lady Pink inizia nel 1979 quando il suo ragazzo, street artist, viene arrestato.

Swoon, Phlegm, Ewok ed Emol, nuove avventure estive per la Street Art

Swoon

Lo avevamo detto noi che d’estate la Street Art ha una marcia in più ed a conferma di ciò i vari protagonisti di questa spettacolare forma artistica sono in giro per il mondo con l’obiettivo di compiere numerose azioni creative. Partiamo da Swoon, protagonista della street art al femminile che è attualmente impegnata ad installare una grande opera nella hall centrale del New Orleans Museum of Art.

Nella sua nuova opera intitolata Thalassa, l’artista ha deciso di cogliere i profondi legami tra la città di New Orleans, il mare e la mitologia greca. L’installazione di Swoon al NOMA sarà inaugurata il prossimo 10 giugno e rimarrà in visione fino al 25 settembre 2010.  Nel frattempo Israele sembra divenuta la patria della street art. Sarà forse grazie alla fama di Tel Aviv, città aperta 24 ore su 24 e patria del divertimento, sarà per la commistione di razze, popoli e religioni. Sta di fatto che ultimamente nomi come Utah ed Ether hanno scelto di spostarsi proprio in Terra Santa per ricoprire le strade con le loro caleidoscopiche creazioni.

Dopo la censura a Blu, Jeffrey Deitch lancia una mostra sulla Street Art

Jeffrey Deitch come ben ricorderete è stato protagonista dell’assurda censura al murale dello street artist italiano Blu che aveva creato delle bare coperte da giganteschi dollari al posto della bandiera Americana in chiara denuncia contro le follie guerrafondaie dei signori della guerra. Ebbene dopo quella cancellazione da vero e proprio dittatore dell’arte, Jeffrey Deitch prova a rimediare alla brutta figura con una bella mostra tutta dedicata alla street art nel suo MOCA di Los Angeles, ovviamente questo non basta per ottenere il nostro perdono ma vediamo cosa ha in mente il malefico volpone.

La mostra del MOCA prende il titolo di Art in the Streets e verrà inaugurata il prossimo 17 aprile (in visione fino all’8 agosto 2011), in mostra 50 artisti tra i più noti del mondo come Fab 5 Freddy, Shepard Fairey , Os Gemeos, JR,  Futura, Swoon,  Mister Cartoon, RETNA, SABER, RISK e tanti altri che saranno chiamati a realizzare circa 100 opere.

Underbelly Project, la mostra segreta con 103 grandi nomi della street art

Roa

In questi giorni di fiere e grandi manifestazioni dedicate all’arte volevamo focalizzare l’attenzione su un grandissimo evento che si sta svolgendo in questi giorni a New York, una mostra senza precedenti che è stata visitata da pochissime persone. Come, direte voi, una mostra importante viene disertata? Già perchè Underbelly Project non è un evento qualunque, si tratta infatti di una mostra collettiva illegale e segreta che è stata organizzata dentro la pancia della grande mela. All’evento hanno partecipato 103 street artists della scena internazionale tra cui  svettano i nomi di Ron English , Swoon, Gaia, Faile, Jeff Soto, Dan Witz e Revok.

Ma le stars presenti all’evento sono talmente tante da trasformare Underbelly Project in una mostra totale, un vero e proprio elogio alla street art. L’idea è stata concepita nel 2009 dagli street artists Workhorse e PAC, i quali si sono appropriati di una stazione della metropolitana abbandonata da diversi anni. I due hanno successivamente chiamato a raccolta tutti gli artisti che potevano, contattando anche Banksy che però ha rifiutato poichè già impegnato in un altro progetto.

Manifest Equality, l’arte in difesa dei diritti gay

 C’è tempo fino al prossimo 7 marzo per presenziare alla mostra/evento fundraising Manifest Equality che si tiene al 1341 di Vine Street di Los Angeles California.  Una bandiera dei confederati rosa creata da Ron English, Un gigante murale esterno raffigurante il ritratto delle Giustizia creato dai graffiti artists Retna, El Mac e Kofie, un divertente disegno che raffigura un unione tra due donne creato da Molly Crabapple. Queste sono solamente alcune delle opere di un evento creato appositamente per abbattere il razzismo, l’omofobia e la disuguaglianza a colpi di creatività.

Street Artists, fotografi, pittori e scultori sono scesi in campo in un unico e grande evento per gridare a gran voce la loro rabbia contro le discriminazioni ed anche per ribadire un concetto: “vietare i matrimoni gay equivale a vietare i diritti civili dell’umanità“. “Questa mostra non è solamente una manifestazione di orgoglio omosessuale ma una vera e propria difesa dei diritti civili” ha dichiarato El Mac “In teoria gli Stati Uniti si basano sui principi di lealtà, uguaglianza e giustizia ma in pratica le cose potrebbero andare molto meglio di come sono ora. Far parte di questo progetto è per me una cosa di grande importanza”.

The Beautiful Renaissance, il libro sul trionfo della street art

Sembra che ultimamente siano tutti pazzi per la street art, movimento artistico che certamente non è nato ieri ma che sta progressivamente riscuotendo un successo inaspettato di pubblico e di mercato, costringendo anche la critica a piegarsi ai suoi voleri.

Così le nuove stars metropolitane hanno invaso gallerie e musei guadagnandosi con la forza un ruolo importante nell’impenetrabile sistema dell’arte internazionale, anche grazie all’aiuto di mercanti illuminati come Steve Lazarides. Ovviamente a decidere il futuro di un’artista è anche e soprattutto il mercato e la street art sta facendo registrare cifre record come il Banksy da un milione di sterline acquistato dalla super coppia cinematografica Brad Pitt ed Angelina Jolie, mentre anche alte  stars di Hollywood come Jude Law, Christina Aguilera, Dennis Hopper e Keanu Reeves fanno sempre più capolino a mostre ed eventi incentrati sulla street art.

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