Murakami su Google, Buren per Ai Weiwei e Alice Cooper con Salvador Dalì

Gustose notizie ci giungono da varie parti del globo e noi, in quanto sostenitori dell’arte contemporanea globale, non possiamo certo esimerci dal rigirarvele. Pariamo quindi da Takashi Murakami che, come avrete sicuramente notato, ha realizzato il doodle di Google andato in rete proprio ieri in occasione del solstizio d’estate. Murakami non ha certo tradito il suo stile ed ha quindi realizzato The First Day Of Summer, coloratissima modifica del logo del motore di ricerca più celebre del mondo in cui compaiono i suoi personaggi di punta, vale a dire Kaikai e Kiki che poi sarebbero i simboli dell’omonima compagnia creativa gestita dal celebre re del pop giapponese.

Nel frattempo ci giungono notizie dal fronte Ai Weiwei. Il celebre artista francese Daniel Buren ha deciso di cancellare una sua mostra che doveva inaugurare il prossimo luglio a Pechino per solidarietà nei confronti del coraggioso artista cinese.

Takashi Murakami e la solidarietà alle vittime del terremoto in Giappone

I terribili sviluppi del terremoto in Giappone hanno convinto la star della nuova pop art Takashi Murakami a far slittare l’apertura del GEISAI 15, nuova edizione del celebre festival delle arti visive fortemente voluto dal celebre artista che ne è tutt’ora presidente.

La decisione è stata presa con grande difficoltà, anche perché molti artisti hanno lavorato duramente nel corso dell’anno per prepararsi al festival. Le vittime e le incredibili sofferenze patite da chi in questo momento non ha più casa ne affetti, hanno convinto Murakami a mettere in stand by il festival.

A New York va di moda la natura…finta

Sovente l’arte imita la natura e le formazioni floreali. A New York in questi ultimi tempi ben due eventi ricreano fittizi scenari naturali, con soluzioni e risultati differenti ma decisamente affascinanti ed estrosi. Il primo ad offrire un anticipo di primavera è Will Ryman che svelerà il prossimo 25 gennaio la sua mega installazione The Roses. Per l’occasione l’artista ha già preparato una serie di 40 gigantesche rose rosa e rosse che verranno installate sulla Park Avenue occupando ben 10 isolati.

“Adoro l’idea che qualcuno possa guardar fuori dalla finestra e osservare l’opera da una data angolazione mentre un passante la osserva da tutt’altra prospettiva. Si tratta di due esperienze visive differenti concentrate su di un’unica opera” ha dichiarato Ryman ai microfoni del New York Times. Ryman ha inoltre aggiunto che l’ispirazione per The Roses gli è giunta dopo aver visto il film Blue Velvet di David Lynch. Sarà, ma a noi le installazioni dell’artista sembrano un pericoloso scontro tra Jeff Koons e Takashi Murakami.

In forse la partecipazione di Cattelan a Versailles mentre quella del Vaticano alla Biennale di Venezia slitta al 2013

Dopo le controversie generate dalla mostra di Takashi Murakami (che in verità è apparso in una veste molto casta) la Reggia di Versailles sarà occupata nel 2011 dall’artista francese Bernar Venet. Ad esser precisi Venet ha dichiarato che il suo lavoro incornicerà il palazzo e quindi sembrerebbe che le polemiche abbiano in qualche modo generato una sorta di paura di esporre opere negli spazi interni del palazzo.

Venet sarà spalleggiato da un altro artista francese di cui non è ancora stato reso noto il nome. Nel frattempo Jean-Jacques Aillagon, direttore di Versailles è stato intervistato dalla stampa internazionale circa la possibile presenza di Maurizio Cattelan per il 2012. Aillagon ha però dichiarato di non essere a conoscenza dei piani di un suo possibile successore visto che il prossimo anno il direttore compirà 65 anni e secondo la legge francese sui dipendenti pubblici dovrà andare obbligatoriamente in pensione.

Il Drago Rosso e il Drago Blu di Takashi Murakami

Gagosian Gallery è lieta di presentare due nuovi dipinti di Takashi Murakami in occasione della sua prima mostra monografica a Roma (13 novembre – 15 gennaio 2011).

Le due imponenti opere, Dragon in Clouds – Red Mutation e Dragon in Clouds – Indigo Blue, sono composte ciascuna da nove pannelli per una lunghezza totale di diciotto metri. I dipinti raffiguranti dragoni e nuvole, conosciuti come Unryūzu, sono stati fondamentali punti di riferimento anche per Soga Shōhaku, artista giapponese del Settecento la cui creatività eccentrica e coraggiosa è stata di grande ispirazione per Murakami. Queste peculiari rappresentazioni della tradizione mitologica giapponese hanno permesso a Shōhaku di immergersi in un mondo fantastico in cui ricche macchie di inchiostro tendono all’astrazione, trasformando il drago in un mostro animato che contrasta con rappresentazioni più benigne e convenzionali.

Se Julian Schnabel si scopre fotografo

Julian Schnabel oltre ad essere un celebre pittore è anche uno stimato regista. I suoi giganteschi dipinti sono stati esposti in tutto il mondo ed il suo film Lo Scafandro e La farfalla del 2007 è stato nominato a ben quattro Oscar.  Fin qui niente di nuovo direte voi. La vera notizia è che da parecchio tempo l’artista coltiva anche una passione non troppo segreta per la fotografia e dobbiamo dire che anche in questa disciplina riesce ad eccellere.

Schabel però non fotografa i suoi soggetti con una comune macchina professionale, bensì con un’ingombrante Polaroid fatta a mano, un vero e proprio prototipo sviluppato negli anni ’70 che somiglia ai vecchi marchingegni con cui si eseguivano i dagherrotipi. La macchina fotografica di Schnabel è inoltre una vera e propria rarità visto che in tutto il mondo ne esistono solo sei.

Ancora polemiche sulla mostra di Takashi Murakami mentre si prepara la mostra di Maurizio Cattelan

La reggia di Versailles fatica a contenere l’incredibile estrosità di Takashi Murakami (in mostra fino al prossimo 12 dicembre), presentatosi a Parigi in una veste più castigata del normale che non gli ha comunque evitato un vespaio di polemiche. Più di 12.000 firme sono infatti state raccolte da due differenti gruppi di protesta per fermare la mostra di Murakami che ha così battuto il record di polemiche dell’evento di Jeff Koons nel 2008.

Va detto che nel 2009, in base all’autoregolamentazione di esporre ad anni alterni un artista internazionale ed uno francese, la reggia ha ospitato il francese Xavier Veilhan e non sono stati in molti a lamentarsi. Alla base delle polemiche potrebbe esserci quindi un impeto nazionalista che vorrebbe impedire allo straniero di affiancare le proprie opere alle meraviglie presenti nel prestigioso castello. Qualunque sia la fonte dei dissidi, il prestigioso magazine The Art Newspaper aveva annunciato, la scorsa settimana, una futura chiusura del programma di mostre nella reggia. Tale notizia è stata però smentita dai vertici della prestigiosa istituzione che hanno addirittura rilanciato, ipotizzando una possibile presenza del nostro Maurizio Cattelan nel 2012.

La video arte, You Tube e Vimeo

Lo scorso giugno il Guggenheim Museum di New York aveva lanciato You Tube Play, un concorso di video arte aperto a tutto il popolo della rete, nel tentativo di scoprire e dare visibilità ai nuovi talenti che operano sulle sempre più folte piattaforme video online. Come da copione un fiume in piena di artisti provenienti da tutto il mondo ha risposto alla chiamata, totalizzando l’incredibile numero di 23.000 opere iscritte provenienti da 91 paesi diversi, un vero e proprio record per un concorso d’arte. Questa settimana la giuria si è riunita per selezionare i video finalisti, riducendo l’impressionante numero di presenze a 125.

Prossimamente i video saranno ulteriormente ridotti a 20 e nella serata conclusiva saranno decretati i vincitori. Tra i finalisti c’è anche un videomaker italiano, Giuseppe Peronace che ha presentato il cortometraggio L’Amante. Questo mese New York ha ospitato anche il Vimeo Festival & Awards, altro concorso lanciato dall’agguerrito concorrente di You Tube, segno evidente che le piattaforme online hanno totalmente catalizzato l’attenzione del pubblico e sembrano essere divenute un valido supporto per la fruizione libera delle opere.

Takashi Murakami a Versailles stupisce ma non troppo

Ci siamo, finalmente la tanto attesa e criticata mostra del genio del pop giapponese Takashi Murakami al Castello di Versailles a Parigi è ai nastri di partenza. L’evento si aprirà infatti il prossimo 14 settembre e si concluderà il 12 dicembre del 2010. Per l’occasione l’artista ha portato con sé un’incredibile corpus di opere composto da 22 lavori, 11 dei quali appositamente creati per la grande manifestazione: “ho cercato di seguire un processo creativo che rappresenti un ponte tra il passato ed il futuro” ha dichiarato in merito alle sue opere.

L’artista si è però ben guardato dal presentare le sue creazioni pop-porno, cercando però di non intaccare caratteristiche come sfarzo, spettacolo e vitalità, una mostra aperta a tutto ma in perfetto stile Murakami insomma. A riprova di ciò il Salone dell’Abbondanza dove Jeff Koons aveva installato il suo chiacchieratissimo Rabbit circa due anni or sono, è stato invasa da Tongari-Kun, installazione del 2004 simile ad un gigantesco totem puntuto da dove emergono simpatici personaggi simili a ridanciani folletti. Ovviamente la chiamata di Murakami a Versailles ha generato un vespaio di polemiche ed un’organizzazione chiamata Coordination Défense Versailles ha addirittura raccolto 4.387 firme per bloccare l’evento.

Takashi Murakami nel pallone e Yoko Ono in pieno orgasmo al Moma

Ogni anno per il Giorno del Ringraziamento Macy’s, i più grandi Grandi Magazzini del mondo organizzano la parata del Thanksgiving Day a New York. Solitamnete la parata è una sorta di immenso e festoso carnevale a cui ogni anno assistono circa 500.000 persone ed al posto dei carri vengono fatti sfilare dei giganteschi palloni gonfiabili con le sembianze degli eroi dei fumetti e dei cartoni animati come Mickey Mouse, Spiderman o Bart Simpson.

Quest’anno però, per la prossima edizione della parata (che si terrà il prossimo 25 novembre) Macy’s ha deciso di presentare al pubblico due nuovi personaggi creati dal genietto del pop giapponese Takashi Murakami. Si tratta di Kaikai e Kiki, due strani folletti volanti che riprendono in pieno le sembianze dei personaggi creati dal nostro caleidoscopico artista dagli occhi a mandorla. 

Art basel si apre con un tripudio di vendite

Il mercato dell’arte sembra essere in piena salute, questo è quanto emerge dalle prime giornate di Art Basel, la fiera d’arte contemporanea più celebre del mondo che ogni anno si tiene a Basilea in Svizzera. Già dalle prime battute della kermesse, molte gallerie hanno totalizzato alcune vendite interessanti, confermando il momento positivo dell’art economy. La galleria di Los Angeles Blum & Poe ha dichiarato di aver venduto tutto lo stand. Tra i pezzi venduti figura l’opera Korin Dokuro di Takashi Murakami, ceduta per 550.000 dollari assieme ad  un dittico pittorico dal titolo My Lonesome Cowboy e Hiropon.

Blum & Poe ha inoltre venduto due dipinti di Carroll Dunham per 150.000 dollari al pezzo come anche alcuni dipinti di Mark Grotjahn ceduti per 90.000 dollari l’uno.  Anche la galleria Emmanuel Perrotin ha venduto un’opera di Murakami, si tratta di una scultura dal titolo Yume Lion, ceduta ad un collezionista europeo per 1.3 milioni di dollari. Perrotin ha ceduto anche l’opera Rocks di Tatiana Trouve per 90.000 euro. 

Takashi Murakami, icona orientale del pop a Venezia

Sarà Takashi Murakami, l’artista giapponese icona orientale del pop e star internazionale, il protagonista dell’appuntamento straordinario nell’ambito de L’OPERA PARLA, calendario di incontri di approfondimento delle opere e degli artisti in mostra, promossa da Palazzo Grassi in collaborazione con l’Università di Ca’ Foscari, lo IUAV e l’Accademia di Belle Arti di Venezia.

L’artista, presente nella Collezione François Pinault e nella mostra Mapping the Studio in corso a Palazzo Grassi e Punta della Dogana con importanti lavori esposti in entrambe le sedi, incontrerà il pubblico a Palazzo Grassi, venerdì 11 giugno, dalle 16 alle 19.00. Aperto al pubblico sino ad esaurimento posti, l’incontro – intitolato “Dal Nihonga al Superflat” – propone una conversazione tra Takashi Murakami e dallo storico dell’arte giapponese Nobuo Tsuji, rettore dell’università Tama di Tokyo e direttore del Miho Museum di Shiga prefecture. Moderatore sarà Angela Vettese, professore di teoria e critica dell’arte contemporanea all’Università IUAV di Venezia e membro del Comitato scientifico di Punta della Dogana François Pinault Foundation.

A New York: Un documentario su Basquiat e l’ultima mostra della Deitch Projects

L’azienda di beni di lusso LVMH ha già collaborato in passato con diversi protagonisti del sistema dell’arte internazionale come Richard Prince e Takashi Murakami. Oggi il celebre marchio può fregiarsi della collaborazione, ovviamente postuma, di Jean-Michel Basquiat. LVMH ha infatti organizzato una grande proiezione del nuovo documentario sul celebre artista diretto da Tamra Davis dal titolo Jean-Michel Basquiat: Radiant Child.

La prima dell’interessante pellicola si è tenuta lo scorso martedì al MoMa di New York. Va da se che la proiezione ha attirato un nutrito gruppo di vips che non hanno mancato la ghiotta occasione a metà tra il patinato ed il culturale. Tra gli ospiti anche l’artista e regista Julian Schnabel che nel 1996 diresse la celebre pellicola Basquiat, presente anche il collezionista Peter Brant che all’epoca finanziò il film.

New Museum, Jeff Koons e Dakis Joannou: cronache di un disastro annunciato

 Finalmente si è aperta Skin Fruit (in visione fino al 6 giugno 2010), la tanto attesa e criticata mostra del New Museum curata da Jeff Koons con opere provenienti direttamente dalla collezione del celebre dealer greco Dakis Joannou, il quale figura anche tra i benefattori del museo. Questo strano conflitto di interessi fu aspramente criticato lo scorso autunno, al momento della presentazione del progetto ed in molti furono concordi nel definirlo “una pessima idea“. Ed a giudicare da quello che possiamo vedere oggi nelle sale del New Museum non c’è che da confermare tale affermazione.

Le opere in mostra sono state selezionate ed installate in maniera del tutto caotica da Mr.Koons (vecchio amico di Joannou il quale possiede molte opere dell’artista), basti pensare al fatto che l’artista ha riempito gli spazi espositivi con ben 80 opere tra dipinti, sculture, disegni, video e performances creati da 50 artisti diversi. Ovviamente ci sono alcune opere decisamente interessanti ed alcune sorprese ma la stragrande maggioranza degli artisti sono grandi nomi come Mike Kelley e Cindy Sherman o nuove ma già celebri conoscenze come John Bock, Nathalie Djurberg e Dan Colen, insomma artisti che già fanno parte della scena dell’arte e le cui opere sono presenti in numerose collezioni private e museali.

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