Apre il meraviglioso Maxxi di Roma, ma adesso?

Alla luce di quanto fatto in questi ultimi anni e dopo quanto successo per la mostra di Alighiero Boetti, vorrei pubblicare nuovamente un mio articolo comparso tra queste pagine nel “lontano” 2009:

10 anni, tanto tempo ha richiesto la costruzione del Maxxi, il museo nazionale delle arti del xxi secolo di Roma progettato dall’archistar Zaha Hadid e finalmente domenica Globartmag ha avuto l’opportunità di fare un giro all’interno delle sale di questo grande capolavoro di architettura. 224 milioni di dollari il costo della struttura e 6000 metri quadrati di superficie espositiva, questi sono i numeri di un museo che mostra con orgoglio il capolavoro di forme e linee frutto dell’esperienza e della creatività di Zaha Hadid.

Una giovane arte pesante come una pila di mattoni

Vi dice niente il titolo Equivalent VIII? Ebbene stiamo parlando di un’opera comunemente nota come The Bricks (I mattoni), prodotta dal mitico Carl Andre nel 1966 ed acquisita in seguito dalla Tate Gallery nel 1972 per 2.297 sterline, una bella somma per l’epoca. Quando fu esposta per la prima volta nel 1976, The Bricks non mancò di scatenare le ire di pubblico e critica, furono in molti infatti ad asserire che la Tate aveva dilapidato una preziosa somma proveniente dalle tasche dei contribuenti per acquistare un’inutile ed anonima pila di mattoni.

L’opera di Andre fu comunque un’operazione decisiva che può aiutarci oggi a tracciare la traiettoria della storia dell’arte contemporanea sempre in bilico tra echi duchampiani e minimal. Inutile dire che Equivalent VIII riesca ancora a sollevar polemiche a circa 30 anni dalla sua prima uscita al Tate.

Londra 2012, altro che Italia ’90

Londra come ben sapete ospiterà i giochi olimpici del 2012 ed è inutile negare che in questi giorni la city è in gran fermento per programmare una degna offerta culturale. Rispetto agli inglesi, noi italiani abbiamo sempre usato questi grandi eventi sportivi per lucrare e realizzare nuovi impianti, sia sportivi che civili, per poi abbandonali in tutta fretta, lasciandoli  marcire indecorosamente. Basti pensare allo scandalo dei mondiali di calcio Italia ’90 ed agli ampliamenti dello stadio Meazza, al nuovo impianto San Nicola di Bari, le varie stazioni ferroviarie come il Terminal Ostiense a Roma è così via, tutte opere costate un occhio della testa e decisamente inutili, di mostre d’arte neanche a parlarne.

Gli inglesi invece pensano anche alla cultura, magari non saranno un popolo perfetto ma hanno compreso  l’importanza ed il ritorno d’immagine ed economico che la cultura offre. Il Tate ad esempio partirà con una grande retrospettiva su Damien Hirst, controverso artista-fenomeno della generazione YBA. Ovviamente saranno presenti alla mostra pezzi forti come The Physical Impossibility of Death in the Mind of Someone Living (lo squalo in formaldeide) e A Thousand Years (la testa di mucca putrescente).

In vendita a 120.000 dollari i semi di Ai Weiwei ma in rete si trovano a 25 cent l’uno

E’ stata una delle opere d’arte più chiacchierate dello scorso anno ed ora una parte di questa colossale installazione è in procinto di andare all’asta da Sotheby’s il prossimo 15 febbraio 2011. Stiamo ovviamente parlando dei semi di girasole di porcellana creati da Ai Weiwei ed installati nella Turbine Hall del Tate di Londra. Come ricorderete bene i semi sono stati al centro di una rovente polemica, poiché i vertici della prestigiosa istituzione dopo pochi giorni dall’inaugurazione, hanno deciso di vietare al pubblico l’interazione con gli stessi dopo aver annunciato che la polvere di porcellana generata dallo sfregamento di milioni di esemplari poteva arrecare gravi danni alla salute pubblica.

Ovviamente sono in molti a pensare che la Tate abbia vietato l’interazione per non agevolare eventuali furti di semi. La riprova di ciò è quest’asta di Sotheby’s che metterà in palio cento chili di semi per ben 120.000 dollari, praticamente 1.200 dollari al chilo. Pensate un poco a quei fortunati che sono riusciti a riempirsi le tasche con un chiletto di semini, adesso potrebbero ritrovarsi con un cospicuo investimento fra le mani senza aver di fatto acquistato l’opera passando da Sotheby’s.

Volete fotografare come Muybridge? da oggi c’è Muybridgizer gratis su iPhone

Ognuno di noi ha una passione sfrenata per la fotografia e non siamo noi di Globartmag a dirlo ma i dati provenienti dalle statistiche delle vendite delle fotocamere e dei telefonini dotati di obiettivo fotografico. Ebbene molti di quelli che hanno il pallino della fotografia sono certamente affascinati dagli albori di questa tecnica e tra i primi grandi maestri della fotografia non possiamo non citare Eadweard Muybridge (Kingston upon Thames, 9 aprile 1830 – Kingston upon Thames, 8 maggio 1904), vero e proprio pioniere della fotografia in movimento.

Alcune opere di Muybridge come Il cavallo in movimento del 1878 fanno praticamente parte dell’immaginario collettivo e sono ammirate da milioni di persone in tutto il mondo. Per questo la Tate Britain ha deciso di lanciare una nuova App per iPhone che permetterà a tutti  possessori del gioiellino di casa Apple di trasformare le proprie foto in cronofotografie, praticamente identiche a quelle del celebre maestro. 

Quando l’arte contemporanea uccide

Visto che la recente installazione di Ai Weiwei in mostra alla Turbine Hall di Londra è stata praticamente chiusa al pubblico per non provocare danni alla salute, qui di seguito troverete alcuni allarmanti casi in cui l’arte contemporanea ha fatto più danni di un attacco terroristico. Dopotutto la polvere di Weiwei è nulla di fronte a questi incredibili accadimenti.

Nel 1971 la Tate Gallery ospitò la mostra Bodyspacemotionthings di Robert Morris. Le installazioni presenti all’evento formavano una sorta di parco giochi, con enormi dischi di legno dentro ai quali rotolare o scivoli ed altre strutture, la mostra fu in seguito chiusa e a causa di infortuni. Bodyspacemotionthings fu ripetuta nel 2009 sempre al Tate. Bollettino medico 23 feriti.

Nel 2007 Doris Salcedo eseguì l’installazione Shibboleth alla Turbine Hall del Tate di Londra. L’opera era in realtà una grande fessura nel pavimento di 167 metri  di lunghezza. In alcuni punti la fessura era talmente grande che un bambino poteva caderci dentro. Bollettino medico: 15 feriti nel primo mese della mostra.

Hans Haacke schiera il mondo dell’arte contro la BP

Come ben sapete la British Petroleum sponsorizza da oltre 20 anni il celebre premio BP Portrait Award, che quest’anno è stato vinto da Daphne Todd con il ritratto di sua madre morta. Ovviamente la BP in questi ultimi tempi è al centro di numerose polemiche a causa dell’incidente nella piattaforma Deepwater Horizon nel Golfo del Messico. Gli sforzi per arginare l’enorme marea nera provocata da ingenti tonnellate di greggio, sono costati sino ad ora circa 2 miliardi di dollari alla celebre compagnia petrolifera ma il danno all’ecosistema è inestimabile.

Un operaio della struttura ha inoltre dichiarato ai microfoni della Bbc che il sistema di sicurezza a bordo della piattaforma petrolifera era totalmente inadeguato e che la BP era al corrente di queste negligenze. L’intera vicenda ha giustamente scatenato le ire di alcuni gruppi ambientalisti britannici i quali hanno manifestato contro la BP nella serata di premiazione del Portrait Award. I dimostranti vestiti completamente in nero hanno riversato barili di petrolio davanti l’ingresso della Tate Gallery di Londra e successivamente hanno cosparso il tutto con una montagna di piume d’uccello.

Tacita Dean ed il suo albero di Natale alla Tate Gallery

 A Londra le feste natalizie sono sempre una buona occasione per rispolverare una serie di tradizioni tanto care alla Regina Madre ed al popolo britannico. Oltre ai caratteristici biglietti di auguri, rigorosamente spediti per posta, gli inglesi vanno pazzi per l’albero di Natale anche sa va detto che a noi di Globartmag questa tradizione in tempi di crisi ci sembra un poco troppo velleitaria ed irrispettosa nei confronti dell’ambiente, basti pensare a quanti poveri alberi vengono recisi in questo periodo. Comunque sia la Tate Gallery non ha nessuna voglia di rinunciare al suo albero di Natale visto che da 21 anni questa tradizione fa parte delle tante attività della celebre istituzione museale londinese.

Come ogni anno la realizzazione dell’albero è stata affidata ad un artista di nazionalità britannica, la scelta questa volta è caduta su Tacita Dean, artista originaria di Canterbury che in passato ha partecipato al Turner Prize (1998) ed attualmente vive e lavora a Berlino. L’artista ha creato un albero di quattro metri decorato unicamente con candele di cera fatte a mano in Germania. La particolare installazione natalizia rimarrà in mostra nella celebre rotunda del museo fino al prossimo 23 Dicembre.

A Londra una settimana contro l’arte

L’arte contemporanea oramai muove le montagne, grossi interessi circolano attorno alla creatività a livello internazionale ed ogni istituzione pubblica o privata, ogni grande gruppo bancario o azienda che si rispetti non si lascia sfuggire l’occasione di investire in arte o lanciare qualche iniziativa a sostegno di essa.

Questo poichè sostenere la cultura permette grossi sgravi fiscali ed un grande ritorno d’immagine e poi l’arte contemporanea piace a tutti, meglio ancora se incomprensibilmente criptica ed ermetica, ammiccante e sorniona quanto basta per solleticare i commenti esegetico-spirituali delle signorine della Milano da bere e della gente che piace alla gente che piace. Del resto non interessarsi all’arte contemporanea in questi anni significa essere fuori moda.

la crisi attacca i musei londinesi

La crisi economica non arresta il suo potere distruttivo. Dopo chiusure di gallerie in tutto il mondo e una tempesta di licenziamenti negli staff dei musei, un’altra disastrosa notizia è in arrivo dal Regno Unito. Come molti di voi sapranno la stragrande maggioranza dei musei britannici tra cui il Tate, la National Gallery ed il British Museum sono completamente gratuiti.

Ciò è possibile grazie all’Art Fund che rende possibile un miracolo impensabile in Italia, quello di dare a milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo la possibilità di ammirare le meraviglie dell’arte senza spendere nulla. Pochi giorni fa è però cominciata a girare la notizia che a causa della crisi l’entrata gratuita ai musei potrebbe essere sostituita dal classico biglietto a pagamento.

Ad Amburgo la retrospettiva di Cecily Brown

La Deichtorhallen di Amburgo ospita dal 25 aprile al 30 agosto 2009 un’importante mostra della pittrice Cecily Brown. L’evento è il primo in europa a mostrare un’ampia retrospettiva dell’artista inglese comprendente 48 opere dal 1998 al 2008. Cecily Brown (1969) sceglie soggetti erotici per le sue enormi tele, il suo lavoro si avvicina all’astratto poiché le forme sembrano solitamente dissolverse in un cromatismo puro.

Tatto, piacere e passione sono le emozioni che si associano alle opere dell’artista che evocano momenti di esperienza umana allacciandosi alla tradizione figurativa di Nicolas Poussin, Edouard Manet e William Hogarth sino a giungere all’espressionismo astratto di Willem de Kooning. Negli scenari dei suoi ultimi lavori figure sfuggenti si muovono all’interno di paesaggi pastorali dove la tensione dell’astratto invade i frammenti narrativi donando energia pura. I soggetti si riducono a masse dissolte in continua attività che attraverso la frammentazione delle forme creano un flusso continuo con le quinte che ritraggono paesaggi immaginari.

20 anni di Tracey Emin

Si è inaugurata ieri al Kunstmuseum di Berna Tracey Emin. 20 Years la retrospettiva di Tracey Emin, una delle più celebri e influenti artiste dell’arte contemporanea.  La mostra presenta al pubblico opere che vanno dalla fine degli anni ’80 ad oggi, dagli appliqued blankets ai video, dalle installazioni a neon ai dipinti e ai disegni.

Tracey Emin, nata a Londra nel 1963, è una figura centrale nella generazione dei giovani artisti britannici. Ha studiato presso il Maidstone College of Art e al Royal College of Art di Londra e dagli anni ’90 ha partecipato ad importanti mostre in tutto il mondo. Nel 2007 è diventata membro della Royal Academy of Arts e nello stesso anno è stata scelta per rappresentare la Gran Bretagna alla Biennale di Venezia.

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