Takeshi Miyakawa, l’artista scambiato per terrorista

In questi ultimi giorni è successo un fatto decisamente bizzarro che ha coinvolto il povero artista giapponese  Takeshi Miyakawa. Il 50enne ormai naturalizzato americano (visto che vive dal 1989 nella Grande Mela)  aveva intenzione di esprimere tutto il suo amore per la città di New York creando delle installazioni ambientali da diffondere su tutto il tessuto urbano. Miyakawa ha quindi pensato bene di creare dei sacchetti di plastica con la caratteristica scritta “ I ♥ NY ” e di piazzare al loro interno una scatoletta con una batteria collegata a dei led colorati, capaci di brillare per diverso tempo, proprio come le classiche lucine degli addobbi natalizi.

L’artista ha poi piazzato diversi sacchetti sui lampioni e sui rami degli alberi in modo da creare un tripudio di luci sospese per tutta la città. Peccato però che l’atmosfera festosa si è subito trasformata in una vicenda dai risvolti drammatici.

Mike Nelson e la fine del sogno americano

 Mike Nelson, il mago britannico delle trasformazioni architettoniche, ci invita ancora ad immergerci al di sotto della superficie e scoprire la sostanza di cui sono fatti i nostri incubi collettivi. Nella scorsa decade, Nelson è stato il creatore di quelle che potremmo definire case dell’orrore psicologico, installazioni dannate ed oscure che hanno indagato l’ampia gamma della messa in scena contemporanea, evocando ambienti mitologici e fantastici del quotidiano come celle segrete, moderne miniere del terrorismo, agenzie di viaggio del terzo mondo, templi voodoo fino ad arrivare ai banali ambienti degli anni novanta come gli internet cafè.

Insomma i mondi ready made di Nelson sono veri e propri simboli di un’archeologia inventata, di scenari irreali ma decisamente realistici. Per la sua nuova mostra dal titolo Quiver of Arrows, ospitata dalla galleria newyorchese 303 Gallery (in visione fino al 10 aprile 2010 ), Mike Nelson ci invita ancora una volta a considerare i margini politici e controculturali della società globalizzata. Una volta entrati nello spazio ci si trova a fare i conti con alcuni trailer da campeggio defunti e montati come trofei su dei binari di legno.

Xenofon Kavvadias e l’arte del terrorismo

 L’artista greco Xenofon Kavvadias potrebbe incappare in una seria vicenda legale che riguarda le leggi contro il terrorismo. Il governo inglese ha infatti sguinzagliato i suoi informatori mettendoli al seguito dell’artista che avrebbe intenzione di usare un manuale della Jihad ed alcuni testi estremisti all’interno di una sua futura mostra in una galleria di Londra. Il governo ha già informato Xenofon Kavvadias che se andrà avanti con i suoi propositi sarà arrestato e giudicato per atti terroristici. L’artista greco è laureato alla Central St Martins School of Art and Design e vive nel Regno Unito da sei anni.

Kavvadias aveva già ricevuto un avvertimento dal governo durante la sua precedente mostra dove aveva esposto tre copertine di testi estremisti protetti da espositori di plexliglas con l’intento di esplorare i limiti legali della libertà di espressione. Adesso l’artista ha intenzione di installare una specie di libreria con testi che includono La Difesa della Nazione Musulmana di Sheikh Abdullah Azzam un esponente della Jihad che ha influenzato Osama Bin Laden e Il Manuale dei veleni dei Mujaheddin una guida che insegna come è possibile ricavare terribili veleni dal tabacco e dalle patate. Nella mostra Kavaddias a anche intenzione di includere il Manuale della Jihad Afgana (conosciuto come il Manuale di al-Qaeda) che spiega come pianificare, finanziare ed eseguire gli attacchi terroristici.

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